La cessione della Netco al fondo americano KKR è al vaglio dell’Antitrust Ue, che per la settimana prossima ha convocato i concorrenti di Tim Fastweb, Vodafone e Iliad per sentire la loro rispetto allo scorporo della rete, alle conseguenze dello scorporo sul mercato wholesale e al rapporto privilegiato che chiaramente legherà in modo privilegiato la NetCo alla ServCo.
Chiusura in Fase 1
A quanto pare, tutto sarà chiuso in tempi stretti entro i primi 10 giorni di giugno in Fase 1. Non c’è tempo da perdere, anzi c’è fretta di chiudere la partita. La Fase 2 non è contemplata, anche perché in questo caso si scalerebbe a dopo le Europee, un salasso per le casse di Tim che secondo stime del Sole 24 Ore brucia cassa nell’ordine di 900 milioni l’anno (circa 75 milioni ogni mese).
Intano, La DG Comp farà sapere il suo parere sull’operazione NetCo entro il mese di maggio. Se le cose andranno bene, con la fine della Fase 1 si avrà un responso positivo da parte di Bruxelles e l’operazione potrà procedere nei tempi previsti dal cronoprogramma fissato dall’ad Pietro Labriola.
Di fatto, la cessione della rete implica la fine dell’integrazione verticale fra rete e servizi di Tim, ma resta da capire nel dettaglio il grado di separazione delle due nuove entità.
Sostenibilità della ServCo in forse
Forti dubbi sono emersi sulla sostenibilità della ServCo, che manterrà circa 18mila dipendenti e una quota di debito di circa 6-7 miliardi di euro.
La ServCo sarà, come molti temono, una sorta di bad company? Un allarme in questo senso è stato lanciato dal primo azionista Vivendi, che tra l’altro prosegue la sua causa contro la decisione del Cda di procedere allo scorporo senza il parere prventivo dell’assemblea.
C’è chi vede nella convocazione dei competitors di Tim a Bruxelles una sorta di viatico da parte di Bruxelles per un via libera in tempi stretti. L’impressione è che a Bruxelles abbiano fretta di chiudere i giochi prima delle elezioni di giugno.
Arena Tlc litigiosa
C’è da dire che i rapporti fra competitors nell’arena delle Tlc è sempre stato improntato ad un discreto grado di litigiosità. La richiesta di qualche garanzia in più sul fronte dei remedies in una situazione nuova come questa è prevedibile.
E’ vero anche che Fastweb è azionista di Fibercop, la società della rete secondaria in rame di Tim, con una quota del 4,5%. “Su Fibercop la nostra posizione non è cambiata: siamo un investitore industriale e se possiamo mantenere questo ruolo di investitore industriale restiamo volentieri nella compagine di Netco, altrimenti usciremo”. Questo dipenderà anche da cosa vorrà fare fondo americano Kkr, a cui è destinata la rete di Tim, con cui “le discussioni sono in corso”, ha detto in proposito l’ad di Fastweb Walter Renna.
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