Alcol, sigarette e pornografia (anche online): più di un commerciante su due vende prodotti “vietati ai minori”
L’indagine “Venduti ai minori”
Gran parte dei prodotti/contenuti considerati “vietati ai minori” sono estremamente facili da acquistare in Italia da parte dei più giovani e dei giovanissimi. Da una nuova indagine del Movimento italiano dei genitori, il Moige, più di un esercente su due non chiede l’età agli acquirenti più piccoli.
Bisogna ricordare che per la legge italiana prodotti come alcolici, sigarette, giochi d’azzardo, videogiochi 18+, pornografia e anchela cannabis light o legale, sono vietati a chi non ha compiuto almeno 18 anni.
Secondo l’indagine del Moige, che ha coinvolto 1000 giovani italiani tra i 10 e i 17 anni, nel 57% dei casi nessuno ha chiesto un documento di identità nel momento dell’acquisto di alcolici, ad esempio. Dato che sale al 62% in caso delle sigarette e al 71% in quello della cannabis light.
Un reato eticamente e socialmente non accettabile
Una prassi illegali troppo diffusa, secondo Antonio Affinita, direttore generale del Moige, soprattutto dannosa per la salute dei più piccoli: “Dinanzi alla vendita ai minori di prodotti che sono dannosi per la loro salute non esistono giustificazioni: non è accettabile che ci siano commercianti che vendono prodotti vietati senza verificare l’età e contro le norme vigenti a loro tutela”.
“Altrettanto gravissimo è il vuoto normativo riguardo a cannabis light e videogiochi classificati dal Pegi come +18: per entrambi i prodotti sono inesistenti le norme e le sanzioni per chi vende ai minorenni. Occorre con urgenza un intervento legislativo”, ha precisato Affinita.
L’Associazione ha inoltre chiamato in causa il Parlamento intero ed il Governo, “affinché si attivino norme, sanzioni e controlli più stringenti e rigorosi, al fine di tutelare il benessere psico-fisico dei minori, evitando che adottino comportamenti devianti o che sviluppino dipendenze”.
La vendita di alcol ai minori
Prendendo come esempio la vendita di alcolici, secondo i dati del Moige, questi vengono acquistati prevalentemente presso bar (38%) e locali come pub e discoteche (31%).
Il 57% degli intervistati afferma che durante l’acquisto di alcolici il gestore non gli/le ha mai chiesto l’età, una percentuale che nel sud e nelle isole raggiunge il 65%.
Al 39% dei rispondenti al sondaggio non è mai capitato che venisse rifiutato l’alcol per la loro età.
Peggiora il dato sulle sigarette
Stesso discorso o quasi per le sigarette, l’11% dei minori riesce ugualmente a comprarle nonostante i divieti (percentuale più che raddoppiata dall’anno scorso, che era il 5%), utilizzando il documento di amici più grandi (59%) o di fratelli o genitori (26%).
Gravissimo il fatto che il 15%, invece, dichiari che il controllo non fosse attivo. Per chi le acquista in tabaccheria (41%) o nei bar (1%), ancora una volta incide il mancato controllo da parte dei commercianti. Il 62% dei gestori non verifica l’età.
Porno online senza controlli
Riguardo ai contenuti pornografici (riviste, film, video, immagini), internet ha reso decisamente tutto più semplice.
Leggendo i dati pubblicati nella ricerca, il 44% degli intervistati dichiara di aver scoperto il modo di guardare video porno perché gliene hanno parlato gli amici, il 19% tramite internet, il 9% attraverso pubblicità online che lo/la hanno incuriosito e il 40% in altro modo.
L’81% dei siti non verifica l’età dell’utente e, quando questo accade, il 15% mente per poter accedere ugualmente.
Da segnalare la difficoltà tecnica dei genitori ad attivare filtri parentali, solo un minore su 4, cioè il 25% dei minori ha attivato il parental control su smartphone, tablet, smart tv per limitare l’accesso ai contenuti pornografici.
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