Barachini: web tax, escludere l’editoria. Lunedì 2 dicembre in Senato la conferenza stampa di Key4biz-Gasparri-Confimprenditori: “No alla web tax alle PMI”

“L’equilibrio delle risorse pubblicitarie è fondamentale. Se il tema è superare l’asimmetria tra i diversi soggetti, non possiamo non rivedere le norme sulla web tax. Dobbiamo escludere dal pagamento gli editori e il mondo dell’informazione”. Lo ha detto il sottosegretario all’Editoria Alberto Barachini ribadendo così l’intenzione di intervenire sulla misura in manovra, nel corso del convegno “Editoria e media nell’era digitale. Riflessioni sul futuro a 20 anni dalla Legge Gasparri”, organizzato ieri dal presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, in Senato.

Lo scrive il Sole 24 Ore, aggiungendo che l’incontro cade in un momento particolare dopo la spaccatura della maggioranza di governo sul canone Rai – FI ha votato contro la maggioranza sulla proposta di abbassamento del canone Rai da 90 euro a 70 euro – ma anche in una fase di crisi dell’editoria alle prese con la concorrenza dei giganti del web che fanno man bassa di investimenti pubblicitari.

“Il sistema editoriale – ha sottolineato Barachini – si difende se riusciamo a fare in modo che a livello fiscale e di responsabilità editoriale tutti giochino la stessa partita”.

Il tema degli Ott (Over the top) ha attraversato tutti gli interventi di un panel che comprendeva Fedele Confalonieri (Mediaset), Urbano Cairo (Rcs e La7), Giampaolo Rossi (Rai), Francesco Dini e Andrea Riffeser (Fieg). Proprio dalla Federazione degli editori è arrivato l’allarme più sonoro: “L’editoria non è finita, si è trasformata. Il lavoro dei giornalisti non è finito, ma occorre intervenire”, ha sottolineato il presidente Fieg, Andrea Riffeser con il vicepresidente Dini tranchant: “Non ci sono state per ora chiusure di aziende, ma siamo molto vicini a un punto di rottura”.

Il level playing field è tema ricorrente. Anche all’interno dei confini nazionali. Perché per Urbano Cairo, con la Rai che raccoglie il 24% di pubblicità, non c’è ragione per estromettere una realtà come La7 dal canone. L’ad Rai invita dal canto suo ad andare oltre il tema “canone sì, canone no per la Rai. Serve certezza di risorse”, ma anche che si torni “a pensarsi come un sistema”, a beneficio di “tutta la filiera industriale che da questo dipende”.

Editoria: Barachini, ‘l’equilibrio delle risorse pubblicitarie è fondamentale’

Parlando dello scenario dell’informazione “il sistema si difende tutto insieme: se sappiamo costruire una difesa anche nazionale del sistema dell’informazione, possiamo andare in una direzione corretta”. A dirlo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria Alberto Barachini.

Questo, spiega Barachini, soprattutto a fronte “di un’asimmetria regolamentare: a livello fiscale e di responsabilità editoriale non tutti giocano la stessa partita. Siamo in presenza di una concorrenza che in sostanza diventa sleale tra soggetti che raccolgono la stesse risorse pubblicitarie ma non hanno la stessa responsabilità. Il tema è dunque quello della raccolta delle risorse pubblicitarie, l’equilibrio nella raccolta delle risorse è fondamentale”.

Rai: Barachini, ‘per servizio pubblico servono risorse certe e garantite’

“Per il servizio pubblico servono risorse certe, garantite”, poi “si discute di cosa si fa con quelle risorse”. Per Barachini è necessario lavorare “tutti assieme, Agcom, Antitrust, e naturalmente Parlamento: siamo in un momento di svolta, l’informazione va difesa adesso, l’integrità dell’informazione e i livelli occupazionali giornalistici, che sono strategici per il Paese, vanno difesi adesso”.

E agganciandosi alle riflessioni dell’ad Rai Giampaolo Rossi, “bisogna ripensare il sostegno all’editoria in questa chiave, ovvero i grandissimi devono aiutare chi fa più fatica”, aggiunge Barachini. In generale, per l’editoria “servono nuove risorse, e servono aggiornando i criteri –spiega Barachini– Ci stiamo lavorando”.

Editoria: Barachini, ‘in questi due anni non siamo stati fermi’

“In questi due anni, non siamo stati fermi. C’è il credito di imposta, ci sono le raccolte pubblicitarie, ci sono i prepensionamenti, un tema molto sentito dagli editori”, aggiunge Barachini. “C’era chi diceva all’interno del governo che i contributi diretti all’editoria sarebbero dovuti sparire nel giro di pochi anni, noi abbiamo bloccato questo processo”, aggiunge.

Editoria: Gasparri, ‘con Sic abbiamo anticipato il futuro’

“Oggi con lo smartphone accendo le radio, vedo le dirette televisive, se voglio leggere un giornale lo apro, mi basta una app”. Lo ha detto il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, aprendo ieri pomeriggio in sala Koch i lavori del convegno ‘Editoria e media nell’era digitale. Riflessioni sul futuro a 20 anni dalla Legge Gasparri’, in collaborazione con la fondazione ‘Italia Protagonista’. “Questo è il sic, il sistema integrato delle comunicazioni, che abbiamo normato nel 2004”.

“Mettemmo insieme la televisione, la pubblicità, internet e lasciammo fuori l’editoria, i libri e i giornali. Mettemmo tutto insieme e dissero, che facevamo una legge per aiutare Berlusconi, per fare in modo che Berlusconi non risulta dominante, perché avrebbe avuto un pezzetto piccolo di un insieme grande. Non mettemmo la telefonia, non sbagliando, perché dissero ‘poi Berlusconi si prende pure Tim’, magari se la fosse presa…”. “Abbiamo anticipato il futuro, questa è la verità, ora, dopo 20 anni dobbiamo fare altre cose. Per la Rai, più che la direttiva europea abbiamo le sentenze della corte costituzionale, che dicono che i Parlamento è l’editore del servizio pubblico“. “L’incidenza eccessiva dei governi è frutto di una legge fatta da Renzi, e io ho votato nel 2014 contro quella legge”, ricorda.

Editoria: Gasparri, ‘penso che si debba rimpinguare un fondo per i giornali’

“Penso che si debba rimpinguare un fondo per i giornali”. Lo ha detto il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri.

Anche di questi temi si parlerà lunedì 2 dicembre alle 10,00, alla conferenza stampa organizzata in Senato con il Senatore Maurizio Gasparri, il presidente di Confimprenditori Stefano Ruvolo e il nostro direttore Luigi Garofalo: “No alla web tax alle PMI”.

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