“Base scientifica solida per Neuralink. Tecnologia meno invasiva con grandi vantaggi per diversi pazienti”
È la notizia del giorno. Ma cerchiamo di capirne di più, come funziona e quali sono i vantaggi del primo chip di Neuralink impiantato su un umano. Abbiamo intervistato un esperto di Sanità digitale, Silvestro Micera, professore presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e presso l’Ecole polytechnique fédérale de Lausanne, e componente del Comitato AI guidato dal Sottosegretario Alessio Butti.
Key4biz. Neuralink ha installato il primo chip nel cervello di un uomo. Qual è l’obiettivo?
Silvestro Micera. Neuralink vuole creare una nuova versione di brain-computer interface: dispositivi impiantati nella corteccia cerebrale per estrarre segnali (in particolare dalla corteccia motoria primaria) e per permettere alle persone con gravi disabilità di controllare i dispositivi esterni e, potenzialmente, con bypass nella lesione anche tornare a muovere i propri arti.
Key4biz. La tecnologia su cui si basa Neuralink ha base scientifica solide? Se sì, quali sono?
Silvestro Micera. La tecnologia è solidissima per questo ha avuto l’autorizzazione dalla Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia federale degli Stati Uniti che si occupa di farmaci e dispositivi medici, per fare impianti sull’essere umano. Ha due vantaggi questa tecnologia, da dimostrare poi con i risultati: è meno invasiva rispetto agli impianti tradizionali perché il sistema robotico consente di impiantare gli elettrodi in modo più preciso. E non centinaia di elettrodi, come fino a ieri, ma migliaia. Il che vuol dire avere molti più segnali-informazioni sul paziente ed estrarre più comandi sofisticati.
Key4biz. Le neurotecnologie quali tipi di pazienti potrebbero aiutare e in che modo?
Silvestro Micera. Possono essere di aiuto a persone con lesioni del midollo spinale, con la malattia di Parkinson, con la sclerosi laterale amiotrofica e ictus.
Key4biz. Come favorire in Italia e in Europa le neurotecnologie e la medicina bio-elettronica?Silvestro Micera. La medicina bio-elettronica si basa su impianti nei nervi periferici autonomici, quelli che collegano gli organi interni con il cervello, e potenzialmente può aiutare il super diabete, ipertensione, osteoporosi. Ora, solo per un uso motorio e sensoriale e domani sensitivo e, potenzialmente, molto altro. Su questo l’Italia e l’Europa fanno abbastanza bene, perché abbiamo siano nel nostro Paese sia in Europa dei centri di eccellenza e fondi ad hoc. Fondi che non sono mai troppi.
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