Black Friday online, è polemica: danneggia negozi in lockdown

Migliaia di italiani lo stanno aspettando con ansia da settimane, pronti a scatenare click e a riempire i carrelli virtuali degli acquisti. Ma il Black Friday non è mai stato così divisivo e criticato come quest’anno. Tutta colpa del Covid, ancora una volta.
Infatti, con le attuali misure restrittive di soft lockdown in Italia, molti negozi e centri commerciali restano chiusi il weekend, o nelle regioni rosse tutto il giorno. E non potranno contare sull’onda di shopping sfrenato che ogni anno dal 27 novembre, milioni di persone, qui e in tutto il mondo, consumano negli esercizi commerciali, riempiendone le casse, svuotando i magazzini.

Ma da dove arriva questo Black Friday? Negli Usa, questo appuntamento indica il venerdì successivo al Giorno del ringraziamento, che si celebra il quarto giovedì di novembre. Dal 1952, segna l’inizio della stagione dello shopping natalizio nel paese. Uno shopping fatto di sconti e così grandi occasioni che le persone che fanno acquisti in occasione del Black Friday sono solite anche trascorrere la notte fuori dai negozi in cui si vuole acquistare aspettando l’apertura delle porte. Nemmeno fosse un concerto dei Rolling Stones. E per di più con episodi di violenza per le folle di acquirenti nei negozi.
La forza del Black Friday è rappresentata da un dato: nel 2013 negli Stati Uniti sono stati spesi 57,4 miliardi di dollari in un solo giorno da più di ottanta milioni di persone: come se l’intera popolazione della Germania fosse andata a fare acquisti nello stesso giorno.

Se i negozi resteranno esclusi da questa potenza di acquisto, non sarà così per gli store online e qui nasce la polemica, che dalla Francia ha colpito anche la Penisola. Tutto nasce dalle accuse e dai risentimenti dei negozianti francesi verso Amazon & co, per una concorrenza che sarebbe in questo caso sleale e mortale per piccole e medie attività commerciali. La soluzione? Rinviare il Black Friday, rinviare il venerdì nero per evitare una crisi ancora più nera. Ma è veramente così?

AMAZON RINVIA IL BLACK FRIDAY IN FRANCIA, MA NON IN ITALIA

Proprio Amazon ha visto aumentare le vendite a livello globale con le restrizioni per prevenire la diffusione del coronavirus, a danno dei negozi tradizionali. Così il ministro delle Finanze transalpino Le Maire ha invitato supermercati e rivenditori online a posticipare il Black Friday, per non mettere in ulteriore difficoltà i negozi fisici che vendono prodotti non essenziali e che sono chiusi durante il lockdown.
Senza fare troppi giri, tramite l’amministratore delegato Frederic Duval, Amazon France ha accolto la proposta di rimandare l’evento al 4 dicembre, unendosi ad altri rivenditori come Carrefour e Leclerc France.
Un gesto che dimostra ascolto e grande solidarietà dalla company di Bezos: «Abbiamo deciso di ritardare la data del Black Friday se questo può aiutare i negozianti a riaprire prima del primo dicembre», ha detto Duval. Quindi un rinvio a condizione che i negozi possano riaprire a giorni.
Che sia stata una decisione presa anche per raffreddare subito la frustrazione in crescita tra i francesi? Per molti infatti Amazon rappresenta una cultura consumistica americana in contrasto con la lunga tradizione del Paese di negozi di quartiere a conduzione familiare. E circa 30.000 persone avevano già firmato una petizione online per boicottare Amazon, tra queste anche la sindaca di Parigi.
A dimostrazione della pressione che insiste anche sul presidente Macron, che ha decretato il secondo confinement nazionale, dal 30 ottobre per quattro settimane, negozi e imprese chiedono al governo di allentare le restrizioni così da non compromettere la stagione degli acquisti natalizi, quando molti rivenditori realizzano la maggior parte del loro fatturato annuale.

In Italia, tra le associazioni che spingono per il rinvio del Black Friday vi è Confesercenti, che presentando un esposto all’Antitrust ha affermato: «Siamo di fronte ad una distorsione gravissima della concorrenza, che dobbiamo correggere al più presto».
«Il problema non è impedire le vendite via web ma la necessità non più differibile di garantire un mercato realmente concorrenziale, nel rispetto del pluralismo distributivo. A maggior ragione nella situazione attuale, che vede le imprese di vicinato chiuse per scelta amministrativa, governo e Garante della concorrenza devono intervenire», ha chiesto Confesercenti.
«Inoltre il canale delle vendite web, la cui attività non solo è consentita, ma promossa dagli interventi normativi anti-covid, di fatto agisce ed opera in condizioni di monopolio, trasferendo all’estero una parte importante della ricchezza generata dagli acquisti realizzati on line».
L’associazione lancia un appello al governo, in linea con il rinvio accordato in Francia: «Il rinvio avrebbe un grande valore per le piccole imprese, anche simbolico, permettendo loro di recuperare un po’ di fiducia».

LA GELMINI DALLA PARTE DEI NEGOZIANTI

Ma se dal governo arriva solo silenzio sulla questione, dall’opposizione si leva la voce di Mariastella Gelmini, capogruppo di Fi alla Camera: «Il black friday a fine novembre si tradurrà nell’ennesimo vantaggio ai giganti del web. Con metà Paese in zona rossa e i negozi chiusi, occorrerebbe spostare questo appuntamento a dicembre, quando auspicabilmente le regioni saranno almeno tornate gialle. Il governo svolga ogni azione di moral suasion possibile nei confronti degli operatori del web per far slittare questo appuntamento».

LA RISPOSTA DI AMAZON ITALIA

Amazon Italia ha negato il rinvio, spiegando la sua decisione: «Sin dall’inizio della pandemia, abbiamo lavorato duramente per garantire la salute e la sicurezza dei nostri dipendenti, supportando le 14.000 piccole imprese italiane che vendono nel nostro negozio e fornendo un servizio su cui i nostri clienti italiani fanno affidamento e che apprezzano. Il Black Friday è un importante evento di vendita per le piccole imprese, con oltre la metà di tutte le vendite annuali su Amazon provenienti dalle Pmi». Questa la risposta di Amazon Italia a fronte di tutte le polemiche, che aggiunge: «nel 2019, quasi 600 piccole imprese italiane hanno superato il milione di dollari di vendite su Amazon, mentre le vendite export totali dei nostri partner di vendita italiani hanno superato i 500 milioni di euro. Abbiamo investito più di 5,8 miliardi di euro in Italia dal 2010 e abbiamo creato oltre 1.600 posti di lavoro nel 2020. Ora abbiamo più di 8.500 dipendenti in Italia».

E-COMMERCE ALLEATO E NON NEMICO DEI NEGOZI

In appoggio di Amazon è intervenuto anche Roberto Liscia, presidente Netcomm, il consorzio del Commercio Digitale Italiano che riunisce 400 aziende: «L’e-commerce e i grandi eventi di shopping online, come il Black Friday, sono già oggi un’opportunità per Pmi e venditori italiani. Porre un freno significa colpire ulteriormente le imprese italiane. Le piattaforme online hanno quindi un ruolo rilevante perché facilitano la vendita dei piccoli operatori e questo Black Friday sarà una grande occasione di ripresa economica».

Roberto Liscia sottolinea quindi che «l’e-commerce si configura sempre più come un vero e proprio distretto digitale, una filiera del valore che coinvolge venditori, piattaforme online, operatori di logistica: se si colpisce un pezzo della filiera con misure restrittive, si può pregiudicare l’evoluzione della digitalizzazione delle Pmi e dei venditori. La vera sfida quindi non è limitare le piattaforme, ma invitarle a mettere sempre più a disposizione dei negozianti servizi abilitanti e formazione affinché possano trarre vantaggio dalla catena del valore dell’e-commerce».

CODACONS, 25 MILIONI DI ITALIANI NE APPROFITTERANNO

A conferma del valore del Black Friday, secondo il Codacons, questo evento nel 2020 è destinato ad abbattere ogni record, agevolato dall’emergenza Covid. Saranno 25 milioni gli italiani che approfitteranno per fare almeno un acquisto, con un incremento del 47% rispetto allo scorso anno. L’intera settimana di sconti genererà un giro d’affari di oltre 2,5 miliardi di euro, con una crescita del +27% rispetto allo scorso anno. Anche sul fronte della spesa pro-capite e della tipologia dei prodotti che saranno acquistati, entra in gioco il Covid: si riduce il budget, con un’impennata negli acquisti di prodotti legati allo smartworking (pc, tastiere, tablet), articoli sportivi e per la cura della persona, e prodotti per la casa.

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