Castellitto la pensa come il ministro Sangiuliano: sì alla “moralizzazione” del settore cine-audiovisivo
Ieri pomeriggio, lunedì 10 giugno 2024, il tema sempre più scabroso del “Tax Credit” a favore del settore cinematografico e audiovisivo italiano è riemerso nella sua centralità – rispetto alla crisi del cinema in sala ed in particolare dei film italiano – nelle parole del Presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia (Csc), Sergio Castellitto, che ha giustamente sostenuto che non è un problema “di destra” o “di sinistra”, rilanciando l’esigenza di “moralizzazione”, termine utilizzato sabato scorso 8 giugno dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano in occasione di un’intervista curata da Mauro Crippa alla Festa del quotidiano “il Foglio” a Venezia (ne abbiamo scritto – tra i pochi – ieri su queste colonne, vedi “Key4biz” del 10 giugno 2024, “Il Ministro Sangiuliano critica duramente la deriva del “tax credit”; vedi anche in calce all’articolo, per una trascrizione dell’estratto dell’intervista dedicata al cinema).
La presa di posizione di Castellitto è interessante ed importante, perché, da qualche tempo, nell’ambito del settore dei professionisti del cinema e dell’audiovisivo, sta emergendo una sorta di strisciante lamentazione perché la decisione del Ministro della Cultura sembra basarsi, secondo alcuni, su una visione eccessivamente recriminatoria, censoria anzi… “accusatoria”: c’è chi sostiene che queste reiterate sortite del titolare del Collegio Romano contribuiscono a stimolare nel pubblico l’impressione che ci sia un diffuso “magna magna” (espressione colorita utilizzata scherzosamente ed autoironicamente dalla stessa Paola Cortellesi, allorquando si è vista sommersa da tanti premi ai David di Donatello) nell’industria dell’immaginario audiovisivo.
Si ricordi che l’avvocato Michele Lo Foco (membro del Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo, quel Csca presieduto dall’avvocatessa Francesca Assumma) ha pubblicamente denunciato a chiare lettere l’esistenza di sistemi di “fatture false”…
“Box Office Italia”: dal 1° gennaio al 9 giugno 2024, – 39 % di spettatori cinematografici rispetto al 2019. Su 77 film italiani attualmente in circolazione soltanto 38 hanno avuto più di 100 spettatori nel week-end
Secondo i dati certificati da Cinetel, l’incasso del “week end” cinematografico (convenzionalmente inteso da giovedì 6 a domenica 9) è in effetti proprio… deprimente: 2,2 milioni di euro soltanto, a fronte di solo 415mila spettatori, con un calo del 42 % (!) rispetto al 2023…
Confrontando il periodo 2024 con gli omologhi periodi degli anni precedenti la diminuzione del consumo è evidente: dal 1° gennaio al 9 giugno 2024, sono stati incassati 196 milioni di euro, che corrispondono a soltanto un -4 % sul 2023, ma ad un impressionante -34 % sul 2019 (l’anno di riferimento pre-Covdi).
I biglietti venduti (dall’1.1 al 9.6. del 2024) sono stati 28 milioni, corrispondenti a solo -2 % sul 2023, ma -39 % sul 2019.
E qui non approfondiamo troppo i dati relativi ai film italici…
Da elaborazioni IsICult su fonte Cinetel, emerge che, dei 77 titoli italiani (incluse le coproduzioni, su un totale complessivo di 219 film) in circolazione da giovedì 6 a domenica 9 giugno, soltanto 14 hanno registrato nei 4 giorni più di 1.000 spettatori… Soltanto 38 (su 77) hanno avuto più di 100 spettatori… E qui sembra di riascoltare le parole del Ministro Gennaro Sangiuliano su film – per così dire –… per pochi intimi!
La Sottosegretaria Lucia Borgonzoni: “il cambio delle regole è necessario per arginare una serie di ‘furberie’, che drenavano fondi per prodotti che nessuno guardava”
In argomento, riteniamo importante segnalare che la Sottosegretaria Lucia Borgonzoni, nella sua intervista di sabato 8 giugno al “Quotidiano Nazionale” (alias “Qn” ovvero “Il Giorno”, “il Resto del Carlino, “La Nazione”), nell’unico suo intervento di lancio della campagna “Cinema Revolution” ripreso dalla stampa quotidiana, ha risposto in modo certamente più diplomatico del Ministro ma sostanzialmente in sintonia ad una domanda di Alessandro D’Amato, “Sul decreto tax credit per il cinema c’è stata polemica negli ultimi mesi. Può dire a che punto siamo?”.
Ha sostenuto Borgonzoni: “il decreto tax credit, il mio ministero l’ha già mandato al Mef e al Mimit e siamo in attesa della risposta. Abbiamo anche i decreti attuativi pronti. Comprendo l’agitazione delle associazioni, ma il cambio di regole era necessario per arginare una serie di ‘furberie’ che drenavano fondi per prodotti che nessuno guardava. Per questo abbiamo condiviso prima il lavoro con le associazioni. Soprattutto abbiamo combattuto le rifatturazioni, ovvero le spese non fatte in Italia ma poi fatturate attraverso service da noi, senza ricadute positive sul territorio. Tante cose andavano aggiustate”.
Insomma, il Ministro Gennaro Sangiuliano denuncia film con una manciata di spettatori (a fronte di contributi pubblici significativi)… il membro del Csca Michele Lo Foco denuncia “fatture false” (e qualcuno lo invita a presentare un esposto alla Procura della Repubblica)… la Sottosegretaria Lucia Borgonzoni denuncia la “sovrafatturazione” (ed anche questa pratica non è esattamente un gioco contabile)…
Emerge una convergenza di denuncia, rispetto a pratiche “basse” che hanno caratterizzato il comportamento di imprenditori non esattamente onesti.
Saranno sicuramente una minoranza, ma vanno stanati.
Per anni però – va segnalato – che chi denunciava la deriva del sistema (sovrapproduzione da eccesso di intervento della mano pubblica) e la degenerazione dei meccanismi ministeriali (controlli inadeguati) veniva considerato un eretico, un bastian contrario, un disfattista…
Sergio Castellitto (Presidente Csc): “Sono stati commessi errori, ci sono stati finanziamenti a pioggia, si deve fare ordine, senza tagliare le gambe ai produttori più fragili, si deve dare una sistemata…”
E ieri, in argomento, è intervenuto anche il Presidente del Csc. Alessandra Magliaro ha scritto per l’Ansa, titolando un dispaccio “Castellitto, sul tax credit è giusto moralizzare’”: “sul tax credit in riduzione, il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano “sta dando una sistemata, moralizzazione forse non è la parola più adatta ma è il senso. Ci sono stati in passato finanziamenti a pioggia, commessi errori e bisogna essere intellettualmente onesti per ammetterlo, dare un ordine era necessario, certo rischia di tagliare le gambe ai produttori più fragili e mi sembrerebbe anche naturale andare verso una protezione per opere prime e seconde”. Così ha spiegato da regista e da presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia, commentando la volontà del ministro che, alla Festa dell’Innovazione a Venezia qualche giorno fa, ha criticato duramente la deriva del tax credit, dell’uso smodato di finanziamenti pubblici al cinema che hanno in passato portato alla realizzazione di film mai usciti o che faticano ad uscire. Il mondo del cinema su questo ridimensionamento è sceso in piazza la settimana scorsa urlando che ‘il cinema è i titoli di coda’ perché i finanziamenti bloccati a loro volta bloccano i set e dunque il lavoro. Castellitto non prende le distanze da Sangiuliano, anzi, “ma non ne faccio una cosa politica, piuttosto tecnica” dice”.
Tecnica o politica che sia l’esigenza, la correzione di rotta va effettuata. Bene e presto.
La sortita di Castellitto è avvenuta in occasione della presentazione di una “tre giorni” di incontri, “masterclass”, proiezioni e una mostra fotografica, che si terrà a Roma dal mercoledì 19 a venerdì 21 giugno, intitolata “Diaspora degli artisti in guerra”, evento che apre le porte del Csc ad artisti, cineasti, scrittori provenienti dai luoghi attraversati dalla guerra. Si tratta di un evento a carattere culturale e formativo, finanziato da fondi Pnnr, che pone il Centro Sperimentale di Cinematografia come soggetto promotore di un confronto volto a un auspicato cambiamento, con specifica attenzione alla formazione e alla creatività.
“Non c’è destra o sinistra per dire che nei finanziamenti al cinema siano stati commessi errori”
Sul tema “Tax Credit” e riforma della Legge Franceschini, un’altra agenzia, Adnkronos, dopo qualche minuto batte un altro dispaccio, riportando altre parole del Presidente del Csc: “sul tax credit, ovvero le recenti controverse dichiarazioni del ministro Sangiuliano (”Non si può fare un film con la copertura del 100 % di contributo pubblico, un rischio di impresa bisogna metterlo”, NdR) Castellitto osserva: ”Il ministro credo voglia fare una sistemata, non c’è destra o sinistra per dire che nei finanziamenti al cinema siano stati commessi errori. Noi stessi quante volte a fine maggio, giugno abbiamo letto titoli che ‘ma quando l’hanno fatto ‘sto film?’. Una certa moralizzazione del tax credit è necessaria, anche prima ce la saremmo aspettata, ma ora una decisione va presa”.
Revisione del Tax Credit e riforma della Legge Franceschini: serve una strumentazione evoluta per evitare di buttare anche il bambino, insieme all’acqua sporca. Si deve intervenire chirurgicamente
Bene. Questa lenta ma progressiva presa di coscienza ovvero coscientizzazione è senza dubbio apprezzabile: senza aver troppa paura di buttare il bambino insieme all’acqua sporca.
Che ci sia dell’acqua “sporca” è ormai evidente, dopo anni ed anni di silenzi (talvolta connivenze), anzi di entusiasmi (in parte ingiustificati) sul “boom” di una presunta novella “Hollywood sul Tevere”.
Il problema essenziale che riemerge – denunciato da anni da IsICult (Istituto italiano per l’Industria Culturale) anche su queste colonne di “Key4biz” – è che purtroppo il Ministero della Cultura non dispone ancora né di un dataset completo né di analisi critiche adeguate per identificare come intervenire chirurgicamente per sanare le patologie che si sono andate accumulando nel corso dei primi 7 anni di applicazione della “Legge Franceschini”: ne abbiamo scritto tante volte, e da ultimo venerdì scorso, vedi “Key4biz” del 7 giugno 2024, “Legge Cinema e Audiovisivo: pubblicata la “valutazione di impatto” ma è quella per l’anno 2022. L’analisi”.
Silenzio assoluto sulla “valutazione di impatto” della Legge Franceschini
Permane stupefacente peraltro che nessuno – con la sola eccezione di “Key4biz” – abbia rilanciato giustappunto la “valutazione di impatto” della Legge Cinema e Audiovisivo relativa all’anno 2022, pubblicata sul sito web del Senato giovedì 6 giugno 2024. Fino ad oggi, non 1 riga una sui quotidiani e periodici e nemmeno un trafiletto sulle testate specializzate, da “Box Office” a “TiVù” a “Prima Comunicazione”, fino alla più recente “Fortune Entertainment Italia”.
Questo silenzio è incomprensibile, perché – almeno in teoria – da quella “valutazione” (con tutti i suoi limiti metodologici intrinseci) dovrebbe scaturire una qualche coscienza dell’esigenza di una “correzione di rotta” rispetto alla Legge Franceschini…
In effetti, peraltro, la preoccupazione manifestata da Sergio Castellitto è condivisa da alcune associazioni di imprenditori (da Cna Cinema Cinema Audiovisivo a Pmi Cinema Audiovisivo…) e dalle associazioni degli autori (100 autori, Anac, Wgi…): se non si interviene giustappunto chirurgicamente, c’è il rischio di far danni al tessuto complessivo, e paradossalmente di penalizzare i piccoli imprenditori e non i grossi (che sono peraltro ormai in buona parte controllati da multinazionali straniere).
È quindi indispensabile focalizzare l’attenzione sul concetto di “produttore indipendente”, che, nella normativa italica, appare ancora eccessivamente lasco.
E quindi urgente è l’esigenza di disporre una strumentazione di precisione: e la “valutazione di impatto” della Direzione Cinema e Audiovisivo – almeno per come è stata impostata finora – non è certamente sufficiente.
Un’inspiegabile lentezza nella riforma della “Legge Franceschini”…
In ogni caso, permane molto critica la situazione del settore, perché, se è vero che il “Tax Credit” non può ripartire operativamente senza che si perfezioni il decreto inviato dal Mic al Ministero Economia e Finanze (verrà pubblicato prima dell’estate, come ha auspicato la Sottosegretaria???), non si capisce perché la Direzione Cinema e Audiovisivoguidata da Nicola Borrelli non stia pubblicando i decreti che riguardano altri aspetti del sistema (in primis, la “promozione” ovvero festival e rassegne e iniziative simili).
E non si comprende perché il Ministro Gennaro Sangiuliano non abbia ancora nominato le nuove Commissioni Esperti, dato che la precedente commissione ha concluso il suo mandato ormai tre mesi fa (il 14 marzo 2024). Questi decreti non sono evidentemente vincolati o correlati al decreto “Tax Credit” inviato dal Mic al Mef qualche settimana fa…
Insomma, se l’esigenza di riformare la “Legge Franceschini” – in una prospettiva di razionalizzazione e di ricerca di efficienza ed efficacia – è assolutamente condivisibile, la tempistica della riforma si sta caratterizzando per un’inspiegabile lentezza…
Nota
Estratto (trascrizione dalla videoregistrazione) dell’intervista di Maurizio Crippa (Vice Direttore de “il Foglio”) a Gennaro Sangiuliano, Festa dell’innovazione del quotidiano “il Foglio”, Venezia, 8 giugno 2024
► Maurizio Crippa:
Ci sono molte polemiche attorno al tema del cinema che ricade sempre sotto il ministero della Cultura. E le piattaforme degli algoritmi, qualcuno dice che danneggiano il cinema e la cinematografia: come sta andando?
► Gennaro Sangiuliano:
No, nel cinema è in corso una grande operazione di moralizzazione.
Non era accettabile che un regista prendesse 4 milioni di euro per un film e si autodeterminasse un compenso di 2,2 milioni.
E poi questo regista, nell’arco dello stesso anno, prendesse altri 3 milioni per autodeterminarsi un altro compenso superiore al milione di euro.
Se tu vai sul mercato privato, ti autofinanzi, sei Spielberg e fai un miliardo di incassi e poi ti autodetermini un compenso anche di 100 milioni, io ti faccio l’applauso e ti vengo a stringere la mano.
Ma se tu vuoi fare un film con i soldi dei cittadini italiani, io ti do un tetto di 240 mila euro, che è il tetto della pubblica amministrazione.
Poi dobbiamo smetterla con i film che facevano 16 spettatori.
In questo momento, inchiesta per il Foglio, ci sono 259 film finanziati, prodotti, mai usciti.
Non sappiamo che fine hanno fatto questi film.
C’è gente che ha preso i soldi del tax credit, dei contributi selettivi e anche delle film commission regionali, ha fatto dei film e poi non si sa che fine hanno fatto.
► Maurizio Crippa:
Quindi non è colpa degli algoritmi, delle sceneggiature fatte a macchina: il cinema va male per queste cose qua.
► Gennaro Sangiuliano:
No, il cinema non va male, perché abbiamo degli straordinari registi. Io sono un estimatore di Sorrentino, di Garrone.
Fra l’altro, sono anche delle persone amiche, che veramente stimo tantissimo e hanno una grande fantasia: c’è De Angelis, un mio amico napoletano e un altro grande giovane regista.
Il cinema italiano è vivo.
La Cortellesi, che ha fatto quel capolavoro.
E qualche giornalista, maldestramente, non leggendo le date, voleva affibbiarmi il mancato finanziamento della Cortellesi salvo poi scoprire che la commissione che l’aveva bocciato era quella del mio predecessore.
Ma detto ciò, può darsi che le commissioni che nominerò io non abbiano la capacità di comprendere una grande opera d’arte: questo può capitare, ma noi non ne facciamo argomento di polemica politica.
Solo che il tax credit nel 2019 era 419 milioni, ora siamo schizzati a 850 milioni: sono soldi dei cittadini, dobbiamo vedere come vengono spesi.
Poi il cinema è importantissimo.
È una grande industria, che crea occupazione, qualità professionale, contribuisce all’immaginario italiano, quindi consolida quel discorso che si faceva prima qui sul palco.
Però non si può fare un film con la copertura del 100 per cento di contributo pubblico, un rischio d’impresa bisogna metterlo.
Io ti do il 70, ma un 30 per cento tu lo vuoi rischiare?
Chi è che in Italia apre un bar o un negozio di scarpe tutto quanto coi contributi pubblici?
Nessuno può farlo.
Ci devi mettere i tuoi soldi. E quindi…
► Maurizio Crippa:
E quindi siamo pronti alla nuova grande Hollywood sul Tevere. Grazie al ministro Gennaro Sangiuliano, grazie a tutti.
[ Note: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale. ]
(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”.
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