Come prepararsi al futuro del lavoro da remoto
È passato ormai un anno da quando la maggior parte del mondo è ricorsa al lockdown in risposta alla pandemia di COVID-19. Durante questo lasso di tempo, il modo in cui le persone si connettono, comunicano tra loro e gestiscono il business è cambiato radicalmente. Per i dipendenti di quasi tutto il mondo, questo cambiamento è stato sancito da un improvviso passaggio da un ambiente di lavoro d’ufficio ad uno domestico.
Al fine di valutare come i nuovi lavoratori da remoto hanno gestito questa migrazione, nel corso del 2020 Acronis ha intervistato 3.400 aziende e smart worker di tutto il mondo per stilare l’Acronis Cyber Readiness Report. Il presente report analizza da vicino in che misura le aziende fossero preparate a riadattare le operazioni del loro team IT e il proprio atteggiamento verso la cybersecurity in risposta alla pandemia, dalla prospettiva dei manager IT e dei lavoratori da remoto.
4 Punti chiave sul lavoro da remoto nel passato 2020
- Quasi la metà di tutti i dipendenti da remoto non ha ricevuto direttive adeguate dai propri dipartimenti IT al momento della migrazione verso lo smartworking. Il 16% non ha ricevuto alcuna direttiva.
- Le principali sfide tecnologiche che i lavoratori da remoto hanno affrontato includono: connettività del Wi-Fi, utilizzo di una VPN e altre misure di sicurezza e l’impossibilità di utilizzare reti e applicazioni interne.
- L’88% dei dipendenti vorrebbe continuare a lavorare a distanza anche dopo la fine della pandemia.
- Il 92% dei dipendenti si aspetta che le loro aziende investano maggiormente in strumenti di trasformazione digitale per adattarsi alla nuova realtà.
I lavoratori da remoto non hanno ricevuto un supporto adeguato
Gestire la migrazione di un’intera azienda verso ambienti di lavoro remoti è stato un compito arduo per i team IT. Purtroppo, la necessità di guidare i dipendenti in questo processo è stata spesso ignorata o messa in secondo piano.
Il 47% degli smart worker di tutto il mondo riferisce infatti che le linee guida ricevute dai loro team IT sono state carenti e lacunose. Ma non è tutto: secondo le statistiche 16% degli intervistati non ha ricevuto alcuna direttiva in merito al passaggio ai nuovi ambienti di lavoro.
Nell’odierno panorama IT, dove rimanere connessi, produttivi e protetti è vitale per il successo di un’azienda, questa carenza di linee guida e supporto ai dipendenti rappresenta un problema significativo. Coloro che non hanno ricevuto direttive e sufficiente supporto durante questo delicato cambiamento, sono infatti molto più propensi a commettere errori e potenzialmente ad esporre le reti della propria azienda a pericolose minacce.
Sfide di connettività, privacy e sicurezza
Tuttavia, nonostante la mancanza di direttive chiare, solo il 17% dei lavoratori da remoto ha definito il manchevole supporto IT come la più grande sfida tecnica affrontata dal momento della migrazione allo smartworking. Le sfide più comuni includono la connettività del Wi-Fi (37%), l’uso di una VPN e altre misure di sicurezza (31%), e l’impossibilità di utilizzare reti e applicazioni interne (25%). Fatta eccezione per i problemi di connettività Wi-Fi che derivano dall’improvviso sovraccarico di reti domestiche, queste sfide suggeriscono una diffusa scarsa familiarità con le soluzioni di cybersecurity necessarie per difendere gli ambienti remoti da minacce informatiche sempre più sofisticate.
Fortunatamente, come suggerisce il report stilato da Acronis, molti lavoratori da remoto hanno fatto presente alla propria azienda le sfide che si trovavano ad affrontare, e, in risposta a ciò, la quasi totalità delle organizzazioni globali che abbiamo intervistato ha riferito di aver adottato nuove tecnologie per far fronte al passaggio allo smartworking. Queste tecnologie consistono principalmente in soluzioni per la privacy (VPN, crittografia), soluzioni di cybersecurity per gli endpoint (2FA, antivirus, vulnerability assessment, patch management) e strumenti di collaborazione (Zoom, Webex, ecc.).
Il futuro del lavoro da remoto
Nonostante le numerose sfide, alcuni mesi dopo l’inizio della pandemia la maggioranza dei lavoratori da remoto ha affermato di sentirsi meglio attrezzata per lavorare nei nuovi ambienti di lavoro domestici grazie agli strumenti recentemente adottati dalle aziende.
Infatti, l’88% dei dipendenti di tutto il mondo ha dichiarato di voler continuare a lavorare a distanza anche dopo la fine della pandemia. Tuttavia, la quantità di tempo da dedicare allo smartworking e quella da riservare al lavoro in ufficio, si è rivelata una questione molto più spinosa:
– Il 35% dei dipendenti preferirebbe passare almeno l’80% delle proprie ore lavorative da remoto
– Il 32% dei dipendenti preferirebbe svolgere almeno l’80% delle proprie ore lavorative in ufficio
– Il 33% dei dipendenti propende per una netta divisione 50/50 tra i due ambienti lavorativi
Indipendentemente da come le aziende scelgano di dividere le loro ore lavorative tra l’ufficio e gli ambienti domestici, questa manifestazione di sostegno al lavoro da remoto non dovrebbe essere ignorata. La pandemia ha infatti fornito ai dipendenti l’opportunità di sperimentare il lavoro da casa e, sebbene l’iniziale transizione sia stata tutt’altro che semplice, è chiaro che la stragrande maggioranza dei dipendenti ha nel tempo trovato allettanti i benefici offerti dallo smartworking.
Le future aspettative dei dipendenti verso le aziende
Il sondaggio sviluppato da Acronis ha rivelato che il 92% dei lavoratori da ambienti remoti si aspetta che i loro datori di lavoro abbiano riscontrato gli stessi benefici con la migrazione allo smartworking. Quasi tutti i gli smart worker prevedono infatti che le loro aziende investiranno di più in strumenti di trasformazione digitale al fine aiutarli ad adattarsi alle nuove realtà aziendali, come il lavoro a distanza esteso.
Sulla base della migrazione di massa che i dipendenti hanno sperimentato nell’ultimo anno e la crescente preferenza per gli ambienti di lavoro remoti, possiamo ragionevolmente dedurre che lo smartworking continuerà ad essere una parte integrante delle realtà lavorative future. Ciò evidenzia anche una diffusa consapevolezza che il mantenimento di questa nuova struttura di lavoro richiederà nuove soluzioni che siano meglio progettate per supportarla e proteggerla.
La soluzione Acronis Cyber Protect Cloud
Al fine di aiutare le aziende ad affrontare il futuro dello smartworking in modo cosciente e preparato, Acronis ha elaborato Acronis Cyber Protect Cloud, una soluzione pensata ad hoc per proteggere gli ambienti lavorativi della nuova realtà in cui ci troviamo ad operare. Si tratta infatti di uno strumento di Cyberprotection che integra in un’unica console funzionalità di backup, disaster recovery, anti-virus, anti-malware di ultima generazione, cybersecurity e strumenti di gestione. L’innovativa integrazione di protezione dati e cybersecurity basata su IA consente agli utenti di affrontare le moderne minacce informatiche, comprese quelle derivanti dalle piattaforme di videoconferenza quali Zoom o WebEx. Si tratta dunque di un’integrazione in grado di rispondere alle tre esigenze fondamentali riscontrate nel corso dell’ultimo anno di lavoro da remoto: comunicare a distanza, condividere file in tutta sicurezza e bloccare automaticamente le minacce.
Inoltre, l’innovativa fusione di più tecnologie di protezione in un’unica console diminuisce il tempo necessario a un team IT per conoscere, distribuire e mantenere la soluzione. Con Acronis Cyber Protect Cloud, tutto è gestito tramite una singola piattaforma, consentendo così alle aziende di semplificare la gestione, diminuire i tempi amministrativi non necessari e abbassare il Total Cost of Ownership (TCO). Tutto ciò permette alle organizzazioni del post-pandemia di rimanere agili ed incrementare sia la produttività che la sicurezza in ambienti di lavoro remoti.
Per concludere
Lo studio sviluppato da Acronis rivela un’esperienza iniziale tumultuosa condivisa dalla maggior parte dei dipendenti a livello globale, in corrispondenza dell’improvvisa migrazione alla nuova realtà lavorativa. Tuttavia, si evidenzia anche un crescente livello di accettazione da parte degli smart worker man mano che le organizzazioni di tutto il mondo hanno adottato nuovi strumenti e politiche, aiutando i dipendenti a stabilizzarsi in questo rinnovato scenario. Oggi, la stragrande maggioranza dei lavoratori a distanza vorrebbe rimanere tale, almeno in una certa misura, ed è consapevole che per farlo sarà essenziale un maggiore investimento nelle tecnologie elaborate per far fronte alle esigenze in continua evoluzione di un’organizzazione moderna.
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https://www.ictsecuritymagazine.com/notizie/come-prepararsi-al-futuro-del-lavoro-da-remoto/