Dopo il 5G, gli Usa pronti ad attaccare Huawei su 4G, Cloud e WiFi
Nuove misure restrittive sono allo studio da parte dell’amministrazione americana. La lista delle tecnologie americane interdette alla vendita a Huawei si potrebbe allargare ulteriormente. Lo scrive Les Echos, secondo cui il colosso delle telecomunicazioni resta al centro delle discussioni dell’amministrazione americana sulle nuove misure contro il tech cinese.
In continuità con la guerra commerciale intrapresa contro Huawei e la Cina dal 2019 sotto la presidenza di Donald Trump, l’amministrazione di Joe Biden stanno valutando di ampliare l’elenco delle tecnologie che alle aziende americane è vietato vendere al gruppo di Shenzhen. Da sempre sospettata di cooperare con i servizi segreti cinesi e già privata di componenti americani chiave per il 5G e l’intelligenza artificiale, all’azienda di Ren Zhengfei potrebbero essere negati anche i componenti necessari a prodotti connessi in 4G o wi-fi ed essenziali ai servizi di cloud computing.
Verso il ban totale negli Usa?
Una tale privazione porterebbe Huawei un passo avanti nella direzione di un divieto totale del commercio di tecnologia con gli Stati Uniti.
Secondo Bloomberg e il Wall Street Journal, decisioni del genere sono sempre sul tavolo del Dipartimento del Commercio Usa (FTC), che potrebbe ufficializzarle il prossimo mese di maggio, quattro anni dopo il blocco di tecnoloige made in Usa verso il 5G cinese.
Ma Reuters e il Financial Times assicurano che il veto è già sistematicamente superato. Fino ad ora, gruppi come Qualcomm o Intel, ad esempio, non avevano avuto problemi a fornire a Huawei componenti 4G, anche se quest’ultimo non è più il grande cliente che era una volta per i chipmaker americani.
Questo nuovo giro di vite americano zittirebbe la soddisfazione dei vertici del gruppo cinese: “Le restrizioni americane sono ora la nostra nuova normalità”, ha detto Eric Xu, il presidente in carica di Huawei, che a dicembre ha presentato risultati annuali incoraggianti. Dopo un forte calo nel 2021 (-28,5%), il gruppo ha stabilizzato i suoi ricavi nel 2022 a 637 miliardi di yuan, ovvero l’equivalente di 86 miliardi di euro.
Fornitura minacciata
Fortemente sostenuta dal governo cinese, Huawei ha saputo trovare in patria, sul mercato domestico, alternative ai componenti americani in quantità sufficiente per continuare a partecipare allo sviluppo della rete 5G cinese, la più grande al mondo. Ma all’estero, dove molti mercati 5G le sono interdetti – o parzialmente chiusi – la performance del gruppo è dovuta proprio in gran parte alla vendita di apparecchiature meno all’avanguardia. In particolare antenne 4G, router, server o computer realizzati con componenti americani la cui fornitura è ora minacciata.
Le vendite di smartphone, d’altra parte, sono ormai più anemiche. Sono finiti i giorni in cui Huawei poteva ancora fare affidamento sul sistema operativo Android di Google ed era in corsa per il titolo di numero uno mondiale in questo enorme mercato. Per compensare le sue perdite, Huawei sta accelerando lo sfruttamento dei suoi brevetti con terzi e ha anche intrapreso una strategia di diversificazione, che va dall’energia solare alle stazioni di ricarica per veicoli elettrici. Aree per il momento risparmiate dall’offensiva regolamentare americana.
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