Earth Lusca torna all’attacco con una nuova backdoor


Earth Lusca è ancora in attività: il gruppo cybercriminale cinese individuato da TrendMicro ha condotto nuove operazioni nel 2023 utilizzando una nuova backdoor.

Mentre monitorava le attività del gruppo, il team di sicurezza è entrato in possesso di un file cifrato presente sul server degli attaccanti; dopo averlo decifrato, il team ha scoperto che si trattava di una backdoor per sistemi Linux mai vista prima d’ora.

La routine principale della backdoor deriva da una backdoor Windows open-source, chiamata Trochilus, che il gruppo ha rimaneggiato per adattarla a Linux. I ricercatori hanno chiamato la backdoor SprySOCKS.

Earth Lusca - Credits: ribkhan- Depositphotos

Credits: ribkhan- Depositphotos

SprySOCKS è in grado di ottenere le informazioni del sistema colpito, eseguire una shell interattiva, ottenere la lista di connessioni di rete attive, creare e gestire un proxy SOCKS (da qui il suo nome), effettuare upload e download di file ed eseguire le operazioni base su file e cartelle.

Il malware crea inoltre un client ID, un identificativo del dispositivo target, composto dall’indirizzo MAC della prima interfaccia di rete elencata e da alcune informazioni sulla CPU.

Oltre a SprySOCKS, il componente principale della backdoor, i ricercatori hanno individuato un componente loader creato a partire da “mandibule”, un injector Linux ELF facilmente reperibile sul web. Earth Lusca ha modificato mandibule per creare un loader che inietta il malware sul dispositivo compromesso.

Earth Lusca

Pixabay

La backdoor, spiegano i ricercatori, potenzia l’arsenale di Earth Lusca contro i sistemi Linux. Di recente il gruppo si è dimostrato ancora più aggressivo nei suoi attacchi e ha sfruttato le vulnerabilità presenti nei server delle vittime per infiltrarsi nella rete.

Earth Lusca sembra agire sia per motivazioni economiche che di cyberspionaggio e ha come target governi, istituti educativi, movimenti religiosi, organizzazioni pro-democrazia e per i diritti umani, e compagnie di criptovalute.

Il consiglio rimane quello di mantenere aggiornati tool, software e sistemi per minimizzare la superficie di attacco.

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