Economisti: chi vuole distruggere l’Euro (e l’Italia) e chi vuole salvare entrambi

Gli economisti tedeschi si stanno ormai dividendo in due scuole: quelli che voglio l’austerità imposta all’esterno con lo stivale ferrato, anche a costo di provocare recessione, incertezza e di far saltare paesi deboli 8vedi Italia) ed Euro Zona, e quelli che invece capiscono che la BCE deve garantire il suo mandato di stabilità verso tutti senza, eccessivi vincoli.

Alla prima categoria, purtroppo, viene ad appartenere il consigliere economico del ministro delle finanze tedesco Christian Lindner, Lars Feld, che, sullo Spiegel, ha chiaramente detto che gli aiuti, lo strumento “Anti Frazionamento”, della BCE non deve essere gratis, ma essere utilizzato dietro strette condizionalità. Quindi chi lo vuole utilizzare deve “Fare di Più”, “Fare presto”, “Fare i compiti a casa”, e così via, come voi preferite.

Non si capisce poi che cosa dovremmo fare di più: abbiamo privatizzato tutto, pentendocene. Abbiamo creato l’IMU patrimoniale distruggendo il mercato immobiliare. Abbiamo distrutto le tutele del mercato del lavoro. Non si capisce che cosa vogliano questi economisti tedeschi, se non imporre una volontà assoluta senza che ci sia nessuna spiegazione vagamente economica al loro operato.

Poi ci sono economisti, come l’ottimo Philipp Heimberger, che pensano che la BCE dovrebbe comunque, in ogni caso, prendere un impegno incondizionato nella limitazione dello spread, senza se e senza ma. Come scrive su Handelsblatt un serio impegno, vincolante, sarebbe anche un impegno a costo zero: infatti il solo fatto che esistesse e che la BCE avesse la possibilità di rispettarlo azzererebbe la speculazione.  Questo perché il mercato è sensibile agli annunci, alle decisioni e alle dimostrazioni di volontà. Anche un’incrinatura, un accenno di incertezza, una condizionalità minima, vengono a creare inquietudine e a porre le basi per forti azioni speculative. Le condizionalità, anche parziali, sono come piccole crepe in una diga che, di per se non sarebbero pericolose, ma che lo speculatore allarga, usando la leva finanziaria, fino a far crollare tutto.

Quindi abbiamo chi come Feld vuole lasciare tante crepe e chi come Heimberger non ne vorrebbe nessuna. Ovviamente seguire Feld significa aprire la strada all’instabilità economica e sociale sino al possibile crollo dell’Euro, mentre seguire Heimberger significherebbe, se non la salvezza del costrutto europeo, almeno dare un calcio al barattolo e rinviare la crisi. Però siamo sicuri che Berlino, Francoforte e Bruxelles sceglieranno la prima opzione. Tanto peggio, tanto meglio.


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