ICT, imprese prevedono +5% di assunzioni entro luglio. Ma il 54% dei profili ricercati non si trova

Le assunzioni programmate dalle imprese

Entro la fine del mese di luglio 2022, le imprese italiane hanno programmato un volume di assunzioni superiore alle 505.000 unità, che potrebbe arrivare a 1,3 milioni a fine settembre.

Sono queste le stime contenute nell’ultimo Bollettino del Sistema informativo Excelsior realizzato da Unioncamere e Anpal sull’andamento dell’occupazione in Italia entro la fine del mese in corso e per il trimestre luglio-agosto-settembre 2022.

Il settore ICT alla ricerca di personale tecnico

Un quadretto con qualche luce e molte ombre per il settore dell’Infomation and communication technology (ICT) nel nostro Paese, con un mercato del lavoro che appare statico e poco reattivo rispetto al momento storico che stiamo vivendo.

Secondo il Bollettino, si attende un andamento positivo per il settore dei servizi informatici e delle telecomunicazioni, con 14 mila assunzioni programmate da parte delle aziende.

Un comparto in ripresa dopo gli anni difficili della pandemia da Covid-19 e per il generale peggioramento delle condizioni di mercato a livello globale (rincaro dei prezzi delle materie prime, soprattutto energetiche, rallentamenti delle supply chain globali, la guerra in Ucraina, le crescenti tensioni geopolitiche).

A luglio 2022 le imprese ICT dovrebbero aumentare le assunzioni complessivamente del +5,2%, che cresce al +7,3% se confrontiamo il dato con l’anno passato e del +8,5% confrontando le assunzioni attese nel trimestre luglio-agosto-settembre 2022 con quelle dello stesso periodo del 2021.

I professionisti che non si trovano

Allo stesso tempo, però, queste stesse aziende denunciano grandi difficoltà a reperire le figure professionali di cui hanno bisogno nel 54% dei casi.

Tra i profili che risultano più difficili da ricercare nel 57% dei casi ci sono i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni.

La domanda di questi profili professionali per la fine di settembre si dovrebbe attestare sulle 23.000 unità.

Dove è più difficile?

Prendendo in considerazione l’intero mercato del lavoro dell’industria e dei servizi, in Italia sono circa 204mila le ricerche di personale per cui le imprese dichiarano difficoltà di reperimento, confermando come causa prevalente la mancanza di candidati per i profili ricercati.

Le regioni dove è più difficile reperire personale in linea con le esigenze delle imprese è il Trentino Alto Adige (51,3%), la Valle D’Aosta (50,7%) e l’Umbria (47,4%), seguite da Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna co il 46,5%. Male anche il Piemonte (44%) e la Lombardia (40,8%).

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