Il contratto Pfizer – Sud Africa: nessuna responsabilità per il produttore, nessun controllo per lo stato
La Health Justice Initiative, attraverso un ordine del tribunale, ha ottenuto il contratto originale concluso dal Sud Africa con la Pfizer per l’acquisto dei vaccini COVID senza sbianchettamente e cancellazioni di clausole, cosa che non si è ottenuta in Europa. Il documento, che potete leggere nella sua interezza a questo link, presenta dei punti molto interessanti che, presumibilmente, sono comuni anche ad altri contratti conclusi con le case farmacenutiche.
a) Le clausole di garanzia e di mallevazione assoluta e totale dalle responsabilità per le case farmaceutiche.
Un documento afferma che il Sudafrica si è impegnato a “risarcire, difendere e tenere indenne” Pfizer e il suo partner BioNTech, nonché i loro rappresentanti, “da e contro qualsiasi causa, reclamo, azione, richiesta, perdita, danno, responsabilità , risarcimenti, sanzioni, multe, costi e spese” derivanti da sinistri derivanti dal vaccino, compresi i danni.
Le uniche eccezioni riguardavano la violazione della riservatezza o la frode.
Si tratta di una parte “non negoziabile” dell’accordo tra le parti, ha affermato l’Health Justice Initiative in un’analisi dei documenti. Per chi conosce l’inglese può leggere le norme di immunità nell’immagine qui sottostante
Inoltre con il punto 9.5 il Sud Africa si è obbligato a creare un fondo di compensazione dedicato a rimborsare eventuali danni comportati dalla vaccinazione. Quindi non solo Pfizer si è esentata da qualsiasi forma di responsabilità, a qualsiasi livello, ma ha anche obbligato lo stato a compensare i danni da lei legata, in questo modo esentandosi da qualsiasi responsabilità, a qualsiasi livello, e davanti a qualsiaisi corte, anche esterna al Paese. Del resto il danneggiato, avendo il fondo sudafricano dedicato, perché dovrebbe rifarsi altrove? Astuto direi, nessuno ci perde, tranne chi paga le tasse…
b) Viene esclusa la “Serializzazione”. Perché? .Il contratto, a pagina 21, riporta quanto segue:
La Pfizer ammette che il vaccino e tutto il materiale correlato è stato sviluppato in emergenza, per cui non ha idea di quali siano sia gli effetti avversi sia di lungo termine del vaccino. Quindi, praticamente, se ne lava le mani. Quello che è veramente curioso è che la casa farmaceutica obbliga il Sud Africa, l’acquirente, di non effettuare la cosiddetta “Serializzazione”, cioè l’identificazione dei vaccini in numeri di serie per poter compiere una pratica comune, anzi obbligatoria, nel mondo dei medicinali, cioè il “Tracking” dei singoli lotti. La serializzazione permette di identificare i gruppi di fialette, e quindi di seguirne la distribuzione, anche con la finalità, ad esempio, di certificarne la conservazione, sia per identificare l’efficacia e gli effetti avversi.
Invece la Pfizer ordina al Sud Africa di non effettuare questa pratica. Perché? Quale è il motivo dietro il divieto? Senza la serializzazione è impossibile identificare la qualità del singolo lotto.
Comunque a questo si è obbligato il Sud Africa. O così, o niente.
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