Il malware Chaes sfrutta DevTools di Chrome per sottrarre dati sensibili
I ricercatori di Morphisec hanno individuato una nuova, pericolosa variante di Chaes, un malware attivo dal 2020 che aveva come obiettivi principali i clienti di siti di e-commerce dell’America Latina.
Caratterizzato da un processo di infezione a più stage, il malware ora è in grado di sottrarre dati personali e finanziari non più solo degli utenti degli e-commerce, ma anche dei clienti del settore finanziario e logistico.
La nuova variante del malware, identificata come la quarta versione, presenta numerosi miglioramenti: gli attaccanti dietro Chaes hanno ridefinito l’intera architettura migliorando la modularità del programma e riscrivendolo per lo più in Python per l’esecuzione dinamica in-memory.
I ricercatori hanno identificato sette diversi moduli che compongono il malware: oltre ai moduli per l’inizializzazione delle attività e la comunicazione con gli attaccanti, Chaes utilizza il modulo Chronod, incaricato di sottrarre le informazioni inviate dall’utente, siano esse di login o bancarie, e un modulo per l’upload dei file, in grado di cercare file sul dispositivo della vittima, raccoglierli e inviarli agli attaccanti.
La nuova versione di Chaes vanta inoltre numerosi tool e servizi per il furto di credenziali e l’uso di Websocket per la comunicazione tra i singoli moduli e il server C2 degli attaccanti.
Una delle novità più importanti della nuova varianti di Chaes è la capacità di accedere alle funzioni del browser e ai servizi target senza l’interazione utente. Ciò, spiegano i ricercatori, è possibile grazie a un’implementazione custom del protocollo DevTools di Chrome, in grado di analizzare e interagire con i contenuti delle pagine web.
“Invece di aspettare che sia l’utente ad aprire il servizio target, il modulo lo apre in autonomia e sottrae i dati sensibili” si legge nel report. Sfruttando il protocollo gli attaccanti sono in grado, tra le altre cose, di eseguire script, intercettare richieste di rete e leggere il contenuto delle richieste POST prima che vengano cifrati. Finora non era stato individuato alcun malware in grado di re-implementare il protocollo DevTools.
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