Il metaverso? Altroché Meta, il primo sarà quello del Pentagono
Da quando Facebook ha cambiato nome in Meta l’anno scorso, tutte le industry in modo trasversale sembrano interessate al metaverso. E’ anche per questo che il discorso intorno al metaverso si è fatto un po’ confuso e cacofonico e si parla di tanti metaversi differenti fra loro. Quel che ancora manca è un substrato di conoscenza comune, che definisca il metaverso in modo standard e delimiti le tecnologie necessarie.
Mondi virtuali
In realtà, secndo l’analisi condotta da Venturebeat.com, mondi virtuali che si potrebbero considerare metaversi esistono nel mondo del gaming da tempo.
Ad esempio, Second Life ha costruito una community di milioni di persone che vivono insieme in spazi virtuali. Ovviamente, l’idea non è nuova e l’attuale popolarità del metaverso è dovuta al marketing battente delle big tech. Ognuna di queste compagnie vuole guidare il discorso verso la sua propria tecnologia. Meta è proprietaria del visore VR Oculus, e ovviamente l’azienda spinge perché i suoi membri acquistino il visore.
In altre parole, le big tech vogliono mantenere gli utenti fedeli alla loro tecnologia proprietaria, all’interno di un ecosistema commerciale chiuso.
La visione del metaverso proposta dalle Big Tech è piuttosto ristretta, visto che la tecnologia basata sulle simulazioni è capace di molto di più in realtà.
Si possono immaginare in teoria migliaia di giocatori simultanei in un mondo virtuale aperto che offre casi d’uso molteplici e immersivi.
Una visione del genere, però, necessita di un’architettura cloud aperta, con supporto per la scalabilità del cloud.
Dando priorità allo sviluppo del cloud e alla definizione chiara degli obiettivi, le organizzazioni militari hanno compiuto notevoli passi avanti verso la costruzione di una realizzazione effettiva di questo metaverso.
Progressi nell’ambito dell’Esercito
In termini di progresso del settore verso il metaverso scalabile e supportato dal cloud, nessuna organizzazione è andata oltre l’esercito degli Stati Uniti. Il loro ambiente di addestramento sintetico, Synthetic Training Environment (STE) è in fase di sviluppo dal 2017. L’STE mira a sostituire tutti i programmi di simulazione legacy e integrare diversi sistemi in un unico sistema connesso per armi combinate e addestramento congiunto.
L’STE in primo luogo è diverso da ogni tipo di approccio tradizionale, basato su server. Per esempio, sarà in grado di ospitare un gemello digitale della terra 1:1 in cloud in grado di trasmettere in data streaming immagini ad alta fedeltà dal terreno, il tutto connesso a delle simulazioni.
Nuove piattaforme di gestione del terreno come Mantle ETM garantiranno che tutti i sistemi connessi operino esattamente sugli stessi dati del terreno. Ad esempio, i tirocinanti in un simulatore di carri armati vedranno gli stessi alberi, cespugli ed edifici del pilota in un simulatore di volo connesso, facilitando le operazioni di armi combinate.
La scalabilità del Cloud, in grado di scalare con potere computazionale disponibile, consentirà una rappresentazione migliore del mondo reale, con più dettagli come ad esempio la dnesità di popolazione e la complessità del terreno che i server tradizionali non erano in grado di supportare.
L’ambizione dell’STE è quella di prendere spunto dalle risprse dati disponibili in modo automatico per rendere milioni di entità simulate, come ad esempio veicoli o pedoni basati su AI, tutto in uno.
Un’immagine unificata?
Nonostante il suo rendering avanzato del terreno, l’ampia scala e la facilità d’uso, lo STE (Ambiente di addestramento sintetico) non rappresenterà esattamente la concezione popolare del metaverso. Questo perché l’esercito l’ha progettato alla luce di obiettivi specifici. I focus STE consentono ai soldati di addestrarsi meglio, sperimentare con i sistemi e provare le missioni. Per raggiungere questi obiettivi sono necessarie rappresentazioni accurate di vaste sezioni della terra. Pertanto, gli sviluppatori stanno creando un gemello digitale ad alta fedeltà dell’intero pianeta.
I metaversi commerciali creati per l’intrattenimento o per usi commerciali potrebbero non richiedere una rappresentazione così accurata della terra. Probabilmente saranno mondi più estetici e fantastici che consentono agli utenti di eseguire azioni, come volare o teletrasportarsi, che non rappresentano la vita reale. Anche i metaversi progettati per settori che non richiedono l’intera estensione del pianeta (come l’assistenza sanitaria) potrebbero avere un aspetto diverso. In futuro, potrebbe non esserci affatto un metaverso perché le aziende creeranno ambienti digitali diversi per scopi specializzati.
Detto questo, il metaverso militare potrebbe essere un microcosmo di quello che presto potrebbe essere un nuovo mondo digitale su ampia scala e open source, che non è controllato o dominato da poche entità commerciali.
Lo STE sarà utilizzato nella formazione quotidiana entro il 2030, un lasso di tempo relativamente breve rispetto al livello di innovazione necessaria. Il successo di STE aprirà la strada a qualsiasi mondo open source basato su cloud che verrà dopo e aiuterà a dimostrare che il valore del metaverso va ben oltre quello di un semplice espediente di marketing.
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