Imprese partecipate, al Sud il 34,2% è inattivo
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Al Nord il 15,5% del valore prodotto dalle partecipate va in costo del lavoro, al Sud 37,2%
In corso di cessazione, sospese o in liquidazione, risultato: oltre un terzo (34,2%) delle imprese partecipate da un’amministrazione locale al Sud e nelle Isole non è attiva, di contro le partecipate non attive nel Centro-Nord sono il 19,1% del totale.
Ma questa non è l’unica differenza tra le imprese partecipate del Sud e quelle del resto del Paese, le società partecipate dagli enti locali del Centro-Nord sono più numerose, mostrano un maggiore valore medio della produzione e riescono a fare di più con meno soldi spesi in stipendi, in pratica nel Sud il costo del lavoro delle partecipate è molto più alto rispetto al valore che produce.
Imprese partecipate, il costo medio di un addetto è di 50mila euro annui
Al Centro Nord, per ogni 100 euro di valore prodotto, le aziende spendono circa 15,50 euro di costo del lavoro. Al sud la spesa per generare lo stesso valore è di 37,20 euro. Nel grafico in apertura il costo del lavoro per addetto nelle imprese partecipate italiane. In media in Italia un addetto di un’impresa partecipata costa 50mila euro l’anno. Qui sotto invece il costo del lavoro sul valore della produzione.
Comuni del Nord, fino a 8 volte più partecipazioni nelle imprese locali rispetto al Sud
Le differenze tra le imprese partecipate dalle amministrazioni locali nel Nord e nel Sud Italia vanno oltre la semplice efficienza operativa. Al Sud, circa un quinto dei comuni non ha partecipazioni in imprese locali, in netto contrasto con il Nord dove quasi tutti i comuni sono coinvolti in qualche forma di partecipazione.
Queste le differenze in base alla grandezza dei comuni: le amministrazione più piccole (fino a 5mila abitanti) del Centro-Nord hanno in media il doppio di partecipazioni di quelle del Mezzogiorno, le città grandi (oltre 6mila abitanti) del Centro Nord hanno sei volte più partecipazioni, per i comuni capoluogo di regione o di città metropolitana, invece, quelli del Centro Nord hanno otto volte più partecipazioni.
Imprese partecipate, al Nord il 47,4% dei legami è diretto, mentre al Sud sale al 79%
Un divario importante riguarda anche la tipologia delle partecipazioni. Nel Nord Italia la governance delle partecipate è più articolata con una combinazione di legami diretti e indiretti, questo porta a una maggiore diversificazione e potenziale efficienza.
Vediamo caso per caso: al Sud per il 79% delle partecipate il legame è immediato tra l’ente e la società partecipata, in pratica l’ente pubblico ha molta voce in capitolo nella gestione delle partecipate. Mentre nel Centro-Nord i legami diretti rappresentano la metà delle partecipazioni, il 47,4%. Non solo, al Sud nel 9,1% dei casi l’influenza dell’ente pubblico è elevata e “di controllo”, e quindi ha il potere di prendere decisioni strategiche e operative principali. Al Centro-Nord questa percentuale scende al 4,6%.
Partecipazioni più articolate al nord: il 47,4% dei legami è diretto contro il 79% al Sud
In linea teorica maggiore è il numero di soci, minore è la loro capacità di indirizzo e controllo sull’attività della società e, quindi, sulla capacità di mettere in atto una gestione profittevole. Ma allora perché le partecipate del Sud sono meno performative delle colleghe del Centro-Nord che sono più articolate a livello di partecipazione? Perché lo stato delle cose smentisce la teoria, o meglio la smentiscono i debiti. Infatti le amministrazioni locali del Sud, in alcuni casi sommerse dai debiti e di conseguenza commissariate, sono scarsamente in grado di intervenire finanziariamente a sostegno dell’impresa partecipata, dal momento che esse stesse vertono in situazioni di criticià.
Minori finanziamenti al Sud: solo il 22% dei debiti delle partecipate dagli enti locali
Infatti il comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio italiano sulle partecipate pubbliche e partner di iniziativa, ha evidenziato come le ridotte performance delle società partecipate del Sud siano connesse ai minori finanziamenti ricevuti rispetto a quelle del Nord. Lo si vede bene dai numeri, o meglio dai debiti: il 44% dei debiti (e quindi dei soldi chiesti per gli investimenti) delle partecipate del Nord è stato contratto con gli enti locali, mentre solo il 22% dei debiti delle partecipate del Sud proviene dagli enti partecipanti.
Infine, ecco la spesa per investimenti pro capite delle imprese partecipate, considerando la media tra il 2011 e il 2019. Nelle regioni meridionali, le partecipate hanno investito mediamente 35 euro per abitante, per un totale di 720 milioni di euro. Questo valore è di gran lunga inferiore ai 185 euro per abitante del Centro Nord, che corrisponde a un totale di 7,3 miliardi di euro, ovvero dieci volte superiore rispetto al Sud.
Investimenti pro capite: al Nord 185 euro contro 35 euro al Sud
In entrambe le aree geografiche i principali finanziatori sono le imprese controllate dagli enti locali. Tuttavia, c’è una differenza sostanziale nella tipologia di enti coinvolti: nel Centro Nord, il 71% della spesa per investimenti è erogato da imprese la cui quota di partecipazione maggioritaria è detenuta dai Comuni, mentre nel Mezzogiorno, il 53% degli investimenti è realizzato da società controllate dalle Regioni. Questa differenza indica un maggiore coinvolgimento dei comuni, nel Nord Italia, e delle regioni nel Sud.
I dati si riferiscono al: 2011-2019
Fonte: Banca d’Italia
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