La FED aumenta i tassi di interesse di 75 pb. Intanto il mercato immobiliare precipita

La Federal Reserve, come da previsioni, ha deciso all’unanimità di aumentare i tassi di interesse dello 0,75%, cioè di 75 pb. Si tratta del quarto rialzo consecutivo dei tassi e spingendo i costi di finanziamento al livello più alto dal 2019, in linea con le previsioni del mercato.

La banca centrale ha dichiarato che i continui aumenti dell’intervallo di riferimento saranno appropriati e che è pronta ad aggiustare l’orientamento della politica monetaria qualora emergano rischi che potrebbero ostacolare il raggiungimento degli obiettivi del Comitato. Durante la normale conferenza stampa, il presidente Powell ha dichiarato di non poter prevedere l’intervallo di politica monetaria per il prossimo anno e che le prossime decisioni dipenderanno dai dati. Powell ha inoltre dichiarato che la banca centrale cercherà di raggiungere un livello moderatamente restrittivo entro la fine dell’anno, ovvero un livello del tasso sui fed funds compreso tra il 3% e il 3,5%.

Nel 2019, arrivati a questo livello, la FED dovette invertire la strada perché il sistema di rifinanziamento del sistema bancario stava saltando. Oggi, dopo così tanta droga i carattere monetario, alla vigilia di una recessione legata soprattutto ad un aumento generalizzato dei prezzi internazionali, ecco che a dare i segni di debolezza è il mercato immobiliare USA.

Le vendite in conclusione di immobili  negli Stati Uniti sono crollate dell’8,6% nel giugno 2022, dopo l’aumento dello 0,4% di maggio e molto più delle previsioni del mercato che prevedevano un calo dell’1,5%, a causa dell’escalation dei tassi ipotecari e dei prezzi delle abitazioni che ha colpito i potenziali acquirenti. Le vendite in sospeso sono diminuite in tutte e quattro le principali regioni: Midwest (-3,8%), Nord-Est (-6,7%), Sud (-8,9%) e Ovest (-15,9%). Su base annua, le transazioni si sono ridotte del 20%. “Le sottoscrizioni di contratti per l’acquisto di un’abitazione continueranno a scendere finché i tassi ipotecari continueranno a salire, come è accaduto quest’anno fino ad oggi. Ci sono indicazioni che i tassi ipotecari potrebbero raggiungere o essere molto vicini a un massimo ciclico a luglio. Se così fosse, anche i contratti in corso dovrebbero iniziare a stabilizzarsi“, ha dichiarato il capo economista della NAR (National Association of Realtors, l’associazione USA degli immobiliarsti) Lawrence Yun. Secondo la NAR, l’acquisto di una casa a giugno è stato più costoso di circa l’80% rispetto al giugno 2019. Quasi un quarto degli acquirenti che hanno acquistato una casa tre anni fa non sarebbero in grado di farlo ora. “Le vendite di case diminuiranno del 13% nel 2022, ma dovrebbero iniziare a salire all’inizio del 2023”, ha aggiunto Yun.

Quindi la FED sta raggiungendo il suo risultato: far precipitare i costi degli asset e raffreddare l’economia. Però questo risultato rischia di essere fin eccessivo in un momento in cui l’Europa non può ammortizzare, anzi rischia d’intensificare, il rallentamento USA.  Vedremo se a settembre ottobre la FED proseguirà nel suo cammino. Chi si ricorda quando vi fu la caduta di borsa nel 1929?


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