La Giornata Parlamentare. Coperture alla manovra, ipotesi 400 mln dalle banche. Salvini contro gli scioperi: “Cambiare le regole”
Il Governo lavora sulle coperture alla manovra: ipotesi 400 mln dalle banche
È atteso per domani la presentazione in Commissione dell’emendamento del Governo alla legge di bilancio per introdurre l’Ires premiale rivolta alle imprese che investono e incrementano l’occupazione. Per finanziaralo potrebbe essere richiesto un contributo ulteriore a banche e assicurazioni; la Manovra al momento prevede già un anticipo sulle Dta da 3,5 miliardi di euro ma la cifra, che si ipotizzava attorno ai 400 milioni di euro, potrebbe crescere ulteriormente, proprio per la necessità di cercare coperture adeguate. Si starebbe ancora studiando però ancora il meccanismo, che riguarderebbe le banche ma non le assicurazioni. Oggi, intanto, dovrebbero arrivare gli emendamenti dei relatori con altri correttivi frutto del vertice di maggioranza di lunedì. Al momento il calendario dei lavori prevede l’approdo del provvedimento in Aula il 16 dicembre ma in realtà già si ipotizza uno slittamento a mercoledì 18 con voto il giorno successivo. Il tentativo è completare il rush finale prima di Natale in Senato.
Tra le modifiche concordate: la tassazione al 5% per gli straordinari degli infermieri e degli specializzandi; il blocco del turn over per le Forze dell’ordine e gli Enti locali. Nei correttivi c’e’ anche il rinvio del taglio del secondo scaglione Irpef, si procederà sul ceto medio dopo aver consolidato i conti pubblici, visto che la raccolta della seconda tranche del concordato preventivo (termina il 12 dicembre) non sarebbe in grado di arrivare ai 2,5 miliardi necessari per ritoccare l’aliquota dal 35 al 33%. La flat tax invece verrà ampliata a 35mila euro redditi dipendenti. Niente rinvio per l’entrata in vigore della sugar tax. Si cerca ancora una sintesi anche sui revisori del Mef nelle società e gli enti che percepiscono fondi pubblici: la norma potrebbe essere ridimensionata o eliminata. “Potrebbe entrare una detrazione sull’acquisto degli elettrodomestici”, annuncia il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari.
Oggi la Lega farà un’ulteriore conferenza stampa sulle risorse destinate al personale delle Forze dell’ordine. Il tentativo all’interno della maggioranza, almeno nelle intenzioni, sarebbe quello di evitare che ci siano partiti che s’intestino autonomamente singole misure condivise da tutti. Nel frattempo, spunta la bozza di un possibile emendamento del Governo per incrementare di 5.000 posti la platea degli insegnanti di sostegno scolastico, a decorrere dall’anno scolastico 2025-2026, per garantire la continuità didattica per gli alunni con disabilità. Intanto, si va verso un ritocco anche della tassa sui profitti delle criptovalute, alzata dal 26 al 42%, con un possibile innalzamento attorno al 30%. Atteso un ripensamento anche sull’estensione della web tax, che dovrebbe riguardare solo le grandi aziende e non le Pmi, escludendo dunque anche l’editoria on line.
Mattarella, Meloni e il Parlamento accolgono Re Felipe VI di Spagna
L’incontro con Sergio Mattarella al Quirinale, il pranzo di lavoro al Casino del Bel Respiro di Villa Pamphilj con la premier Giorgia Meloni e poi la prima volta di un re di fronte al Parlamento italiano riunito: è ricca di appuntamenti la prima giornata della visita di Stato di Felipe VI di Spagna in Italia. Il Capo dello Stato accoglie il sovrano spagnolo e sua moglie Letizia nel cortile d’onore del Quirinale. Il colloquio tra i due va avanti per circa un’ora: sul tavolo, oltre ai rapporti bilaterali, ci sono tutti i dossier europei, con le sfide che la nuova Commissione dovrà affrontare, e poi i conflitti in Ucraina e Medioriente. Il Capo dello Stato sottolinea sin da subito i “rapporti profondi” che legano i due Paesi “in ogni ambito della vita comune, da quella economica, a quella culturale, a quella sociale”. Le cifre parlano chiaro: 66 i miliardi di interscambio tra Roma e Madrid nel 2023, mentre 300mila cittadini italiani hanno scelto la Spagna come casa. La ferita di Valencia è ancora viva e Re Felipe ringrazia il Capo dello Stato “per le parole di solidarietà e vicinanza”. Il sovrano spagnolo, accompagnato dalla regina Letizia, si sposta poi a Villa Pamphilj per il pranzo con Giorgia Meloni. Anche la premier rinnova il suo cordoglio per Valencia, poi i colloqui si concentrano sulla cooperazione economica e culturale.
Comune, poi, “l’interesse strategico” a rinforzare “ulteriormente le relazioni con l’America Latina, ma anche con il vicinato meridionale e l’Africa, anche nel più ampio contesto della gestione del fenomeno migratorio” e l’attenzione sulle principali aree di crisi, a partire dal Medio Oriente e dai più recenti sviluppi in Siria. Nel pomeriggio una breve tappa in Senato; il momento “storico” avviene poi a Montecitorio: si tratta, infatti, della prima visita di un Re e di una Regina innanzi alla Camera e al Senato riuniti congiuntamente. L’unico precedente è stato Papa Giovanni Paolo II nel 2002. Il discorso di re Felipe è preceduto da un lungo applauso. Lui ringrazia ed esprime in italiano la sua “gratitudine” nei confronti del Presidente della Repubblica, per “la sua sensibilità” e la sua “amicizia” nei confronti della Spagna. Ho sempre trovato nel presidente “saggezza, senno e consiglio”, è un “punto di riferimento per l’Italia e gli italiani”, la sottolineatura. Un grazie è riservato anche a Mario Draghi ed Enrico Letta per i rapporti redatti sul futuro dell’Ue. È “importante”, insiste, che spagnoli e italiani “lavorino insieme” all’interno dell’Ue, “ancora più intensamente, se possibile”, “per far in modo che la voce dei Paesi del Sud Europa” sia ascoltata in Ue.
Tensione sulla norma pro no vax. Possibili modifiche al ddl sicurezza
Non si placano le tensioni nella maggioranza. Questa volta la miccia dello scontro interno viene accesa dalla norma contenuta nel proroga termini che cancellerebbe le multe a chi non si vaccinò contro il Covid quando era obbligatorio, ma FI non ci sta e attacca: “Trovo assurda la decisione del Governo e ritengo doveroso sollevare interrogativi importanti sulla responsabilità collettiva e sul valore della prevenzione. E non lo dico in una chiave etica, morale, alcuni dicono persecutoria, di chi non ha dato seguito a una legge dello Stato”, afferma la vicepresidente del Senato Licia Ronzulli. Dello stesso avviso anche il capogruppo azzurro al Senato Maurizio Gasparri e il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè. Diverso il parere di FdI, come sottolinea il capogruppo a Montecitorio, Galeazzo Bignami: “Per noi l’obbligo vaccinale ha rappresentato una sconfitta per lo Stato, perché fu un’imposizione con cui si obbligava qualcuno a un trattamento sanitario. Lo Stato aveva il compito di convincere spiegando e non di obbligare. Con questa scelta abbiamo deciso di chiudere una vicenda che potrebbe avere più ombre che luci, senza considerare che i costi delle contravvenzioni rischiavano di rendere non economica l’esazione”.
Anche il leader di Noi Moderati, pur ribadendo che “l’obbligatorietà dei vaccini da parte nostra non si mette in discussione”, sottolinea l’aspetto economico: “Ci confronteremo in Parlamento e valuteremo la sua convenienza. Trattandosi di una cifra esigua, si rischia di spendere, per incassarla, più soldi di quanti ne entrerebbero”. Ma quella delle multe ai no-vax non è l’unica spina nella maggioranza: spunta infatti l’ipotesi di una modifica al ddl Sicurezza, ora all’esame della Commissione Affari costituzionali del Senato dopo l’approvazione in prima lettura alla Camera. A quanto emerge da un vertice di maggioranza cui hanno partecipato tra gli altri il ministro per i Rapporti con il Parlamento Lucia Ciriani, il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni e quello alla Giustizia Andrea Ostellari, il Governo starebbe valutando alcuni miglioramenti e non si esclude la possibilità di una terza lettura a Montecitorio dopo eventuali cambiamenti in Senato. Tra i punti in discussione ci sono quelli riguardanti la vendita di Sim ai migranti e la norma sulle madri detenute, mentre non pare in discussione la parte sulla cannabis. Ma la Lega è già sul piede di guerra.
Salvini rilancia contro gli scioperi: “Cambiare le regole”
Intesa raggiunta per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro nel trasporto locale. “Grande soddisfazione” da parte del ministro Matteo Salvini che però poche ore dopo dalla Brianza annuncia di voler rimettere mano alle regole sullo sciopero risollevando subito la polemica. Il rinnovo del ccnl prevede un aumento salariale medio, a fine triennio, del 13% che compenserà la perdita dell’inflazione. “Al termine di un confronto serrato con i sindacati e le parti datoriali, è stato trovato un accordo che inciderà su oltre 110.000 operatori del settore” ha fatto sapere il ministero dei trasporti. “Grande soddisfazione” da parte del ministro Matteo Salvini che riesce così a chiudere positivamente un fronte caldo, in vista delle feste natalizie. Ma, firmata l’intesa, il titolare del dicastero di Porta Pia, dalla Brianza, riaccende le polveri e si dice pronto a rimettere mano alle “regole sugli scioperi” perché “da quando si è insediato questo Governo siamo arrivati a mille scioperi”. Immediata la replica dalle opposizioni e dai sindacati.
A spingere le dichiarazioni del Ministro è lo sciopero generale proclamato per venerdì 13 dicembre dai sindacati di base che Salvini con un’ordinanza ha ridotto a 4 ore. “Il diritto allo sciopero è di tutti, è in Costituzione” si è sfogato Salvini “ma sarà opportuno rivedere la normativa”. “Lo porterò sul tavolo della maggioranza” dice. E ottiene a breve giro l’appoggio del ministro della Pubblica Amministrazione in quota Forza Italia Paolo Zangrillo, che si dice “d’accordo con Salvini. Occorre bilanciare i diritti”. Intanto oggi e domani in 12 città tornano in agitazione anche gli Ncc, ai quali, questa volta si associa la multinazionale americana Uber.
Tensione nel campo largo, scintille tra Pd e M5S
Dopo giorni, le frecciate lanciate di Giuseppe Conte hanno scatenato il Pd, che aveva evitato di replicare direttamente al presidente dei Cinque Stelle. La prima a rispondergli è stata l’eurodeputata Pina Picierno ma fra i dem hanno poi preso parola gli esponenti dell’area riformista, da sempre i più freddi rispetto a un’alleanza con il Movimento. L’innesco è stata un’intervista su La Repubblica a Picierno, dal titolo: “In Europa M5S in linea con la Lega” sul “no” alle armi per l’Ucraina. Il botta e risposta è andato avanti a lungo, via social e comunicati. Quelli di Picierno sono “toni da bar” è stato il contrattacco degli eurodeputati M5S, “Non cercano alleanze ma pretendono sudditanza”, ha ribattuto lei. Lo scontro non ha coinvolto i vertici. Sia Schlein sia Conte non sono intervenuti, anche perché la prima lavora assiduamente alla costruzione di una coalizione e il secondo, se anche tiene il freno tirato, condivide l’orizzonte. Però, il presidente del M5S un’altra frecciata l’ha lanciata e l’occasione è stato un convegno alla Camera sulla Salva-Milano, che dovrebbe, tra l’altro, sbloccare una serie di cantieri. La legge è stata approvata alla Camera e fra i firmatari ci sono anche esponenti del Pd, mentre i parlamentari di M5S e Avs sono contrari.
Conte invita “la destra a rivedere questo testo ma sorprende che ci siano delle firme anche di forze del campo progressista. Faccio un appello, ritirate quelle firme se volete costruire un’alternativa di governo. Disponetevi dal lato giusto, combattetela dal lato progressista, con noi e con gli amici di Avs” perché “una forza progressista non fa l’interesse di affaristi con la compiacenza di funzionari compiacenti”. Le divisioni sull’Ucraina si riflettono sull’appoggio del Pd alla commissione Ue, che il M5S non ha votato: “Abbiamo lanciato la proposta di trasformare il fondo per la guerra da 500 miliardi su cui la Commissione Ue sta lavorando in un fondo per l’automotive e la competitività” hanno ricordato i Cinque stelle. “Dica la Picierno se sua priorità è la militarizzazione dell’Ue o la difesa dei lavoratori”. Nei rapporti Pd-M5s pesa anche la collocazione progressista dei pentastellati. Pur collocando il Movimento fra i progressisti, Conte ha definito “un’etichetta stantia” il termine sinistra.
Alla Camera
Dopo che ieri è stato approvato, in prima lettura, il decreto in materia di lavoro, università, ricerca e istruzione per una migliore attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, nella giornata di oggi l’Assemblea della Camera non si riunirà. L’aula di Palazzo Montecitorio tornerà a tenere seduta lunedì alle 15.00 con l’esame, se terminato dalla Commissione, del Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Esteri ascolterà il Capo di Stato Maggiore della Marina militare Amm. Enrico Credendino sulle tematiche relative alla proiezione dell’Italia e dei Paesi europei nell’Indo-pacifico. La Difesa ascolterà i rappresentanti di RFI Rete Ferroviaria Italiana sulla difesa cibernetica. La Bilancio entrerà nel vivo dell’esame della legge di bilancio e inizierà il confronto sugli emendamenti. (Segui la legge di bilancio sulla pagina dedicata di Nomos). Tutte le altre Commissione, invece, non terranno seduta.
Al Senato
Dopo che ieri è stato approvato definitivamente il ddl in materia di lavoro, nella giornata di oggi l’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 10.00 per dibattere sulla Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023 e sulla proposta d’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario, finanziario e assicurativo, con particolare riguardo alla tutela dei risparmiatori. Come di consueto alle 15.00 svolgerà le interrogazioni a risposta immediata.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà i ddl per la tutela delle vittime di reati. La Giustizia esaminerà il ddl sulla responsabilità dei componenti del collegio sindacale, i ddl sull’attribuzione del cognome ai figli, il ddl sulle spoglie mortali delle vittime di omicidio, il ddl in materia di procedimento sommario per l’effettiva realizzazione del credito, il ddl sull’autopsia obbligatoria in caso di morte avvenuta in carcere, il ddl sulla responsabilità per dolo o colpa grave nell’esercizio della professione forense e, infine, esaminerà e svolgerà alcune audizioni sul decreto in materia di giustizia. La Politiche dell’Ue si confronterà sulla relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Ue per l’anno 2024 e sulla legge di delegazione europea 2024. Dibatterà, poi, sulle disposizioni relative alla data di applicazione e sugli aspetti istituzionali della strategia commerciale dell’Ue.
La Affari Sociali esaminerà il ddl sulle prestazioni sanitarie, il ddl sulla sicurezza lavoro e tutela vittime amianto e tumori professionali, il ddl per la tutela persone affette da patologie oculari cronico-degenerative, i ddl per il riconoscimento della fibromialgia come malattia invalidante, il ddl sul salario minimo, i ddl per la tutela delle persone affette da epilessia, i ddl sui disturbi del comportamento alimentare, e il ddl per le semplificazioni in materia di lavoro e legislazione sociale. Infine, ascolterà Mario Pepe in relazione alla proposta di nomina a presidente della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP).
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