La Giornata Parlamentare. Governo torna sulle pensioni, banche dribblano tassa su extraprofitti

  ICT, Rassegna Stampa
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La Giornata Parlamentare è curata da Nomos, il Centro studi parlamentari, e traccia i temi principali del giorno. Ogni mattina per i lettori di Key4biz. Per leggere tutti gli articoli della rubrica clicca qui.

Il premierato partirà dal Senato: ira delle opposizioni

Partirà dal Senato la discussione sulla riforma del premierato. Inizialmente la riforma costituzionale doveva andare alla Camera ma per ragioni di opportunità il Governo ha optato per il cambio: l’iter dovrebbe essere più snello e i tempi di discussione contingentati rispetto alla Camera. Ma soprattutto, si ragiona in ambienti parlamentari, perché Giorgia Meloni può contare su alcuni personaggi chiave a lei molto vicini: al Senato c’è Ignazio La Russa alla presidenza e nella strategica Commissione Affari Costituzionali c’è il fedelissimo Alberto Balboni

Nel frattempo, la ministra Elisabetta Casellati assicura che il disegno di legge sarà inviato a Palazzo Madama la prossima settimana. Nega che la priorità data al Senato sia “una scelta politica” e rassicura che un correttivo sul premio di maggioranza sarà nella legge elettorale, su cui sta lavorando. La mossa, annunciata al momento informalmente, scatena l’ira delle opposizioni, pronte a dare battaglia; il più tranchant è il capogruppo Pd Francesco Boccia: “Si conferma quello che denunciamo da tempo: il baratto, nella maggioranza, tra premierato e autonomia”. Obiettivo delle opposizioni sarebbe quello di capire il perché dell’improvviso “switch”: per molti, in effetti, era scontato che l’elezione diretta del premier si discutesse prima a Montecitorio, in alternanza con l’autonomia differenziata. Ma i dubbi covano pure nella maggioranza: la decisione sull’iter del premierato appare a molti come una fuga in avanti della premier per intestarsi e gestire in prima persona il dossier riforme.

Il Governo valuta di modificare la norma sulle pensioni in manovra

La legge di bilancio è blindata ma forse non del tutto: la norma che taglia le pensioni di medici e statali è tornata sul tavolo del Governo che non esclude un possibile intervento. Non c’è infatti solo da arginare la rabbia dei medici, che non arretrano sullo sciopero ma c’è anche da valutare se sussista un profilo d’incostituzionalità, oltre al timore che la misura possa innescare una fuga dei dipendenti pubblici, con possibili contraccolpi non solo in corsia, ma anche per le pratiche del Pnrr aperte negli Enti locali. Sul dossier è stato deciso un supplemento d’indagine: “Si sta lavorando e sono in corso verifiche ulteriori, per trovare possibili soluzioni. C’’è tutta l’intenzione e l’interesse a cercare di rivedere la norma”, rassicura anche il Ministro della Salute Orazio Schillaci in costante contatto con la Ministra del lavoro Elvira Calderone

Il sottosegretario Claudio Durigon si spinge oltre: il governo, dice, sta lavorando perché la norma venga “espunta dalla manovra”. Forse più un auspicio che una certezza, si fa notare in ambienti della maggioranza, anche perché la linea del Mef non è cambiata: ogni modifica dovrà avvenire a saldi invariati e per qualsiasi ritocco il Parlamento dovrà trovare le necessarie coperture. È quasi certo però che qualcosa si farà e una delle ipotesi allo studio potrebbe essere quella di circoscrivere l’intervento a chi va in pensione anticipatamente, tutelando invece le pensioni di vecchiaia, quindi chi ha raggiunto l’età pensionabile. Il tema è molto spinoso e si intreccia con la tenuta dei conti. Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti punta anche sulle pensioni per superare la valutazione delle agenzie di rating: dopo le conferme di S&P e Dbrs, domani è atteso il giudizio di Fitch, mentre il 17 toccherà a Moody’s

C’è tensione nella maggioranza sull’immigrazione. La Lega punzecchia Meloni

Ormai da giorni Giorgia Meloni rivendica il protocollo d’intesa con l’Albania sulla gestione dei migranti. In serata fonti di Palazzo Chigi hanno definito “totalmente fantasiose” le ricostruzioni secondo cui il piano siglato lunedì con il primo ministro albanese Edi Rama “non sarebbe stato condiviso dal Presidente del Consiglio con gli alleati di Governo”. “Fin dall’inizio”, è stato spiegato, c’è stato “il pieno coinvolgimento dei due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani e l’intesa è stata costruita passo dopo passo con la totale collaborazione dei ministeri coinvolti, a partire da Ministero degli Esteri, Interno e Giustizia”. Una decina d’ore prima la Lega aveva a sua volta smentito il “malumore” del suo segretario nei confronti della premier, definendo l’accordo “utile e positivo”. 

Il giudizio su questo “ottimo accordo della Meloni con l’Albania” è stato ribadito ieri dal vice di Salvini Andrea Crippa con una postilla: “Però l’Italia deve fare l’Italia. E Salvini quando ha fatto il Ministro dell’Interno ha fermato l’immigrazione clandestina”. La tensione sullo sfondo resta, perché è uno di quei “però” che in questi mesi hanno infastidito la premier, che più volte ha dovuto fare i conti con affondi leghisti, seguiti da messaggi distensivi di Salvini. Intanto, il testo del protocollo l’ha reso noto il Governo di Tirana, inclusi i due allegati che impegnano l’Italia a spese per 16,5 milioni di euro nel primo dei 5 anni e a creare un fondo di garanzia. Si attendono le valutazioni di Bruxelles da dove si è espresso solo l’ungherese Oliver Varhelyi, Commissario all’allargamento: “È un modello interessante”. Comunque sia, il Protocollo non passerà per il Parlamento, ha chiarito il ministro Luca Ciriani, confermando il sospetto delle opposizioni che hanno attaccato duramente il Governo. 

Le banche dribblano la tassa sugli extraprofitti

I profitti conseguiti dalle banche italiane grazie al rialzo dei tassi di interesse non andranno ad alimentare, neanche in piccola parte, il bilancio dello Stato. Il sistema bancario ha infatti deciso praticamente all’unanimità di avvalersi della facoltà di destinare a riserva non distribuibile un ammontare pari a 2,5 volte il valore dell’imposta. Le sole grandi banche quotate, IntesaUnicredit,Banco BpmMpsBperPopolare di SondrioCredem e Mediobanca, hanno risparmiato circa 1,8 miliardi di euro di imposte rimpolpando con 4,5 miliardi di euro il proprio patrimonio. Il mancato incasso per lo Stato sarà però più consistente, scavallando abbondantemente i 2 miliardi. La tassa sugli extraprofitti era stata annunciata a sorpresa dal Governo ad agosto, con il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che, al termine del consiglio dei Ministri, aveva parlato di una norma “di equità sociale” e di un prelievo di “alcuni miliardi” a carico del sistema bancario, successivamente quantificati dal governo in 2,5-3 miliardi di euro. 

L’annuncio aveva provocato un tracollo del credito in Borsa, con una decina di miliardi di capitalizzazione andata in fumo, tra l’irritazione dei vertici del sistema bancario, il malumore degli investitori internazionali e la preoccupazione della Bce, che non aveva lesinato critiche a un provvedimento che rischiava di indebolire la posizione patrimoniale e la capacità creditizia delle banche. Difesa in un primo tempo dalla premier Giorgia Meloni, la norma era poi stata rivista, soprattutto per il pressing di Forza Italia: era stata ridisegnata la modalità del calcolo del tetto dell’imposta ma soprattutto era stata introdotta la possibilità di destinare a riserva non distribuibile un multiplo pari a 2,5 volte l’imposta, un’opzione che, rafforzando il patrimonio delle banche, aveva il pregio di aumentare solidità e capacità creditizia degli istituti e che il sistema bancario italiano ha colto al volo. Le prossime settimane ci diranno se il Governo vorrà intervenire nuovamente almeno per garantirsi una parte delle entrate sperate.

Alla Camera

Dopo che ieri è stato approvato definitivamente il decreto per il contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.30 per l’esame della proposta di legge per la promozione e lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile nel settore agricolo

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari costituzionali esaminerà il disegno di legge relativo alle disposizioni urgenti per gli Uffici presso la Corte di cassazione in materia di referendum. La Esteri ascolterà l’Inviato Speciale per la tutela delle libertà religiosa e per il dialogo interreligioso del Maeci Andrea Benzo sulle possibili iniziative dell’Italia a favore della libertà di religione o di credo e del dialogo interreligioso. La Finanze, con la Attività Produttive, esaminerà il decreto in materia di energia e di interventi per sostenere il potere di acquisto e a tutela del risparmio. La Trasporti svolgerà delle audizioni sulle pdl per la sicurezza stradale e di delega per la revisione del Codice della strada. 

La Attività Produttive si confronterà sugli emendamenti al disegno di legge per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy. La Lavoro svolgerà delle audizioni sulle pdl per la giusta retribuzione e salario minimo e alcune sul rapporto tra Intelligenza Artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l’intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro. In sede di comitato ristretto, esaminerà la pdl per la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche. La Politiche dell’Ue riprenderà il confronto sulla Legge di delegazione europea 2022-2023.

Al Senato

Dopo che ieri ha approvato l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2, nella giornata di oggi l’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 10.00 per esaminare il ddl per l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, il ddl sulle associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, il decreto mezzogiorno, il decreto proroga di termini normativi e versamenti fiscali e la legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà il ddl sull’autonomia differenziata. La Giustizia dibatterà sul ddl sul sequestro degli strumenti elettronici. La Bilancio, in sede riunita con la rispettiva della Camera, svolgerà le audizioni preliminari sulla legge di bilancio 2024 e sul bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026. Nello specifico, dalle 14.00 ascolterà i rappresentanti del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, Confprofessioni, Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, Confapi, Confimi, Conflavoro Pmi, Federdistribuzione, Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Casartigiani, Cna, Confassociazioni, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Copagri e Ania. Parallelamente tutte le altre Commissioni saranno impegnate nell’esame in sede consultiva della manovra. La Finanze esaminerà il cosiddetto decreto proroga termini. La Industria e Agricoltura proseguirà l’esame sulla legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022 e del ddl sulla professione di guida turistica. 

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