La resurrezione del Marvel Cinematic Universe: dal cinema allo streaming
Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui..
Anche il Marvel Cinematic Universe, dopo tutto, è un universo; o un multiverso, come sanno fin troppo bene i fan che ormai da qualche anno cercano di raccapezzarsi tra le varie linee temporali che frammentano un franchise già spezzettato in film di successo variabile, oltre che in serie tv e, perfino, nelle scene dopo i titoli di coda.
Come il nostro universo, quindi, a una rapidissima espansione post-Big Bang (nella metafora, sarà l’Iron Man del 2008 o gli Avengers di Joss Whedon del 2012?) è seguita, e non poteva essere altrimenti, una fase di stanca. Una delle più clamorose macchine da soldi del cinema moderno (30,8 miliardi di dollari di incassi totali), ma anche delle serie tv, ormai da qualche anno (più o meno dopo l’acclamato Endgame, che sanciva la fine di un’era), sta mostrando segni di stanca sempre più preoccupanti. In USA la chiamano superhero fatigue, ed è anche comprensibile, visto che i prodotti del franchise ormai sfiorano la cinquantina.
Un flop gli Eternals del 2021, che tentò di lanciare troppi nuovi personaggi tutti insieme; perplessità per Black Widow, che – se dopo tre anni non è più reato di spoiler – raccontava le origini di un personaggio già morto sullo schermo nel presente, e quindi con un carico emotivo almeno dimezzato; sincero sconcerto per Ant-Man and the Wasp: Quantumania, trionfo (?) di CGI di gusto non propriamente sobrio, con in più la gatta da pelare di Jonathan Majors, il Kang destinato a essere il supercattivo della nuova fase dell’MCU, è stato accusato e condannato per violenza domestica, con licenziamento immediato.
Perdipiù, ha cominciato a stufare gli appassionati il Thor “comico” già visto in Ragnarok e poi riproposto in Thor: Love & Thunder, e per capire com’è andato al botteghino The Marvels basterà ricordare che ha incassato circa un quinto del predecessore, Captain Marvel (2019: e sembra un secolo fa). Non sono arrivate notizie nemmeno con le serie: Secret Invasion ha ricevuto recensioni negative praticamente ovunque, malgrado il soggetto fosse uno dei più importanti nei fumetti Marvel.
In più, ci sono stati casi in cui i personaggi più iconici sono stati utilizzati molto meglio da progetti laterali (e quindi più coraggiosi) che con l’MCU hanno poco a che fare, come Spider-Man: Into the Spider-Verse e SpiderMan: Across the Spider-Verse.
Deadpool & Wolverine, l’accoppiata da cui ripartire
A un certo punto, il nostro universo ha cominciato nuovamente a espandersi, ad accelerare. E non c’è dubbio che gli executive Marvel sperino proprio che stia per succedere la stessa cosa anche all’MCU. Qui la speranza si chiama “usato sicuro”. Tra i motivi del clamoroso successo di Deadpool & Wolverine (che ha guadagnato 211 milioni di dollari solo nel weekend d’esordio, il sesto di tutti i tempi: più dei guadagni di complessivi di The Marvels), è inutile nasconderlo, ci sono la faccia rude ma simpatica, e gli ammirevoli muscoli a 55 anni suonati, di Hugh Jackman, tornato a vestire i panni del mutante più popolare di sempre dopo averli dismessi in Logan.
E quando l’altro polo del carisma supereroico, Robert Downey Jr., ha tolto la maschera del Dottor Destino al Comic-Con di San Diego, mostrandosi a una folla che se lo aspettava ma che è comunque andata in delirio, è stato difficile non pensare a quelle squadre di calcio in crisi di risultati che richiamano (pagandolo un sacco di soldi) l’allenatore che li ha portati alle glorie più recenti.
Per un motivo o per l’altro, comunque, nell’ultimo mese, come ha mostrato Parrot Analytics, tra i dieci film più richiesti a livello mondiale, il 50% sono prodotti da Marvel, con uno solo di questi effettivamente uscito nel 2024. Forse proprio grazie al rinnovato interesse regalato dallo sboccato Deadpool c’è stato un picco nello streaming per titoli ormai con qualche anno sulle spalle come Endgame e Spiderman: No Way Home.
La Marvel ne ha approfittato per un vero fuoco di fila di novità, con trailer per diversi progetti futuri: Captain America: Brave New World, Thunderbolts, The Fantastic Four: First Steps, Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars. E conta sul fatto che la necessità di rinfrescarsi la memoria guardando i vecchi titoli – ormai è impossibile capirci qualcosa se non si sono viste tutte le produzioni, interconnesse tra di loro – può essere uno dei fattori per aumentare, e non di poco, il fatturato di Disney+, che ospita i titoli dell’MCU.
La domanda per i film Marvel, quindi, c’è ancora, e può essere sfruttata, al cinema come sulle piattaforme di streaming (per sapere quanto costa l’abbonamento a Disney+ e com’è possibile ottenerlo anche con le offerte Internet casa, c’è il comparatore di SOSTariffe.it). Quest’anno arriveranno anche Agatha All Along (se non cambierà ancora una volta titolo), seguito di Wandavision, e, sull’onda di un altro successo nostalgico – X-Men ’97, che riprendeva esattamente dove la serie si era interrotta quasi trent’anni fa, con un disegno molto simile – ci sarà la serie animata di Spiderman, Your Friendly Neighborood Spider-Man. L’anno prossimo l’operazione nostalgia continuerà anche sul piccolo (si fa per dire, considerando il successo degli 80-100 pollici tra le tv domestiche) schermo, così come nell’estenuante meta-cinema di Deadpool e Wolverine si è pescato a piene mani anche dai più dimenticati e dimenticabili film della “vecchia” Marvel, come Elektra: tornerà infatti Daredevil in Daredevil: born again, oltre all’attesissimo Ironheart.
Anche qui, per l’originalità, ripassare: il soggetto vede una giovane inventrice, ennesima ragazza prodigio, tale Riri Williams, creare una versione ancora più avanzata dell’armatura del defunto Tony Stark. Defunto? Sì, ma a quanto pare – chi è che muore davvero nei comics? – ha fatto in tempo a trasferire la sua coscienza in un computer diventando un’intelligenza artificiale, che si può immaginare come una specie di ChatGPT pronta a sfoderare tutti i suoi autoincensanti one-liner ma anche a fare da mentore alla giovane Riri.
Non esattamente uno sviluppo imprevedibile, anche per chi non ha mai letto i fumetti. Ma, come disse un celebre regista che qualche tempo fa dichiarò «sono stufo dei film Marvel, ma soltanto teoricamente, dato che non ne ho mai visto uno», basta che funzioni.
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