La transizione verso una mobilità a emissioni zero
La mobilità elettrica continua a crescere rapidamente: nel 2018, lo stock globale di auto elettriche ha superato i 5,1 milioni di unità, con un incremento del 63% rispetto all’anno precedente. A rendere note tali cifre è il Global EV Outlook 2019, la pubblicazione annuale che identifica e discute i recenti sviluppi delle vetture elettriche nel mondo a cura dell’IEA, l’Agenzia internazionale dell’energia.
Ad avere lo stock di auto elettriche più grande al mondo nel 2018 è la Cina, con 2,3 milioni di veicoli, un numero quasi raddoppiato in confronto all’anno precedente e che consente al gigante asiatico di detenere circa il 45% dello stock mondiale, rispetto al 39% del 2017. Nel 2018, l’Europa ha posseduto il 24% dello stock globale, con 1,2 milioni di vetture, e gli Stati Uniti il 22%, con 1,1 milioni.
Nel 2018 sono state vendute quasi 2 milioni di auto elettriche in tutto il mondo, dopo aver raggiunto il milione nel 2017. Anche in questo caso la Cina è protagonista, rappresentando il più grande mercato mondiale, con oltre 1 milione di auto elettriche vendute nel 2018, rispetto a quasi 600.000 nel 2017.
Con 385.000 unità vendute nel 2018, l’Europa si attesta come il secondo più grande mercato di auto elettriche. L’aumento delle vendite nel periodo in esame è del 31% rispetto all’anno precedente, un tasso di crescita inferiore se paragonato alla media globale. Tuttavia, il continente europeo ospita i Paesi con la maggiore penetrazione di mercato delle auto elettriche: la Norvegia ha raggiunto il 50% nel 2018, l’Islanda il 17,2% e la Svezia il 7,9%. In Italia, invece, sono state immatricolate nel medesimo anno 9.579 auto elettriche, appena lo 0,5% del totale mondiale.
Gli Stati Uniti, i quali rappresentano il terzo mercato in ordine di importanza, hanno registrato vendite per 361.000 unità, aumentate dell’82% nel 2018, una crescita in gran parte dovuta al lancio della Tesla Model 3, attualmente l’auto elettrica più venduta negli USA. Nel 2018, le immatricolazioni di auto elettriche in Canada sono state di 44.000 unità, più del doppio in confronto al 2017.
Incentivi per la mobilità sostenibile
Per permettere un’ampia diffusione delle vetture elettriche, le politiche a favore della mobilità sostenibile svolgono un ruolo fondamentale: misure come gli incentivi per l’acquisto di veicoli a emissioni zero o per la rottamazione delle vecchie auto, oltre all’aumento progressivo delle tasse sui carburanti, possono aiutare a colmare il divario di costo tra i veicoli elettrici e quelli convenzionali.
In Europa, entro il 2025, la Norvegia punta a far sì che il 100% delle sue auto sia elettrica o ibrida e i Paesi Bassi prevedono di vietare le vendite di auto a diesel e benzina. Entro il 2030, la Germania prevede di vietare i motori a combustione interna e, entro il 2040, anche Francia e Gran Bretagna mirano a porre fine alle vendite di auto a diesel e benzina.
Anche l’Italia ha adottato misure volte a premiare coloro che decidano di acquistare una vettura ecologica e a scoraggiare l’acquisto di quelle inquinanti, ovvero una politica di incentivazione “bonus-malus”. Il bonus (Ecobonus) può arrivare fino a 6.000 euro per le auto che emettono meno di 20 g/Km di Co2, mentre il “malus” è un’imposta (Ecotassa) che potrà arrivare a 2.500 euro per le auto che emettono più di 250 g/Km di Co2. Inoltre, anche a livello regionale vi sono incentivi per l’acquisto di auto elettriche, con la possibilità di cumularli al già citato Ecobonus.
Impatto sul sistema energetico
Ovviamente, i veicoli a batteria devono essere caricati mediante rete elettrica, il che potrebbe comportare un aumento dal 20 al 38% della domanda di elettricità entro il 2050. Nel 2018, il numero di punti di ricarica in tutto il mondo è salito a circa 5,2 milioni, con un aumento del 44% rispetto all’anno precedente. In totale, i veicoli elettrici hanno consumato circa 58 terawattora (TWh) di elettricità nel 2018, simile alla domanda totale di elettricità della Svizzera nel 2017, e hanno emesso 41 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente (Mt CO2-eq), risparmiando, in confronto alle auto alimentate a motore a combustione, attorno ai 36 Mt CO2-eq.
Difatti, i veicoli elettrici sono responsabili di minori emissioni di gas serra, ovviamente a condizione che la rete elettrica che li supporta sia alimentata da energia rinnovabile: luce solare, vento ed energia idroelettrica potrebbero eliminare del tutto la dipendenza dal petrolio nell’ambito dei trasporti. Se, infatti, il petrolio è abbondante solo in alcuni Paesi, la luce solare e il vento sono disponibili ovunque. L’elettrificazione dei trasporti potrebbe pertanto far perdere definitivamente al petrolio uno dei suoi mercati più importanti e, con esso, parte del suo potere economico e politico internazionale. Se abbinato alla decarbonizzazione del settore energetico, l’uso dei veicoli elettrici sarebbe in grado di contribuire significativamente al raggiungimento degli obiettivi climatici necessari per evitare una catastrofe ambientale.
Tuttavia litio, cobalto, manganese, nichel e grafite sono elementi essenziali per la tecnologia delle batterie ma, proprio come il petrolio, alcuni di questi materiali sono presenti solo in determinate parti del mondo. Occorre pertanto rendere immediatamente obbligatoria la tracciabilità e la trasparenza delle catene di approvvigionamento di tali materie prime, attraverso la cooperazione internazionale e lo sviluppo di quadri normativi vincolanti. Il riciclaggio e la corretta gestione del fine vita delle batterie esauste, inoltre, potrebbe ridurre notevolmente il volume delle materie prime, riducendo i costi del 20% e fornendo fino al 50% dei materiali richiesti per la produzione di nuove batterie.
Prospettive future
I recenti progressi tecnologici stanno rapidamente portando ad un notevole aumento delle prestazioni in termini di efficienza, di affidabilità e di sicurezza delle batterie, riducendone nel contempo il prezzo di acquisto. La risposta positiva del settore privato conferma lo slancio crescente per l’elettrificazione dei trasporti, con le maggiori case automobilistiche impegnate nella ricerca e nello sviluppo di nuove soluzioni tecniche. Una delle innovazioni più promettenti è la tecnologia del litio-metallo, la quale potrebbe consentire alle batterie di prossima generazione di raddoppiare l’autonomia offerta dalle attuali unità agli ioni di litio, rendendo i veicoli elettrici estremamente competitivi, soprattutto per quanto riguarda la distanza percorsa fra una ricarica ed un’altra, rispetto alle auto tradizionali.
Entro il 2030, le vendite globali di veicoli elettrici, escludendo quelli a due e tre ruote, dovrebbero raggiungere i 23 milioni e lo stock superare i 130 milioni, riducendo la domanda di prodotti petroliferi di 127 milioni di tonnellate di petrolio equivalente (Mtep). Ma, secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, nell’ambito della campagna EV30@30, i numeri potrebbero essere il doppio del previsto: le vendite raggiungerebbero così i 43 milioni e lo stock supererebbe i 250 milioni di vetture. Secondo questo scenario, i veicoli elettrici potrebbero rappresentare il 70% di tutte le vendite di auto nel 2030 in Cina, mentre quasi la metà di tutti i veicoli immatricolati nello stesso anno in Europa sarebbero alimentati a batteria. Se queste stime fossero veritiere, si ridurrebbe la domanda di prodotti petroliferi di 215 Mtep, l’equivalente di circa 4.3 milioni di barili di petrolio al giorno in meno.
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