La vittoria di Fitto
Una delle giornate forse più importanti, dal punto di vista politico, per Raffaele Fitto, quella di mercoledì 27 novembre, era cominciata sotto i migliori auspici. Prima la notizia dell’ok della commissione al pagamento all’Italia della sesta rata del PNRR e poi il rapporto Svimez, che ha certificato come la crescita del sud sia ancora superiore a quella del centro nord, proprio grazie al PNRR. Dati che mostrano ancora una volta il grande lavoro fatto in questi due anni di gestione del piano da parte di Fitto.
Ma restava per completare il trionfo, il voto nella plenaria di Strasburgo al bis di Von der Leyen e alla sua vicepresidenza esecutiva, che tanto clamore e divisioni aveva creato. alla fine anche se per il rotto della cuffia, il si è arrivato e per Fitto è arrivata la tanto attesa vicepresidenza esecutiva, oltre ad un portafoglio corposo come quello della coesione.
La vittoria di Raffaele Fitto si poteva dire completata. Perché senza discussioni si può tranquillamente parlare di una vittoria piena di Fitto, e della sua sponsor Giorgia Meloni ovviamente. E le ragioni sono diverse. Prima di tutto di fronte ad una Von der Leyen, che esce indebolita dal voto risicato, L’esperienza e l’autorevolezza di Fitto possono metterlo, a buona ragione, in una sorta di posizione da primus inter pares, nella commissione che nasce. Molto più del candidato francese, Stephane Sejournè, ex capogruppo del gruppo Renew a Bruxelles che, come fedelissimo di Macron, paga appunto la debolezza estrema del presidente francese in patria e di conseguenza in Europa. Molto più della candidata spagnola, Teresa Ribera, che alla vigilia sembrava potesse avere il ruolo più importante, dopo la Von del Leyen, all’interno della commissione. La gestione deficitaria della tragedia di Valencia, l’ha posta invece in una situazione assai complicata in patria ( i popolari spagnoli hanno votato contro la commissione proprio per la sua presenza). Ed è proprio intorno al suo nome, molto più che su quello di Fitto, si è rischiato lo scontro frontale alla vigilia.
Raffaele Fitto può poi contare oltre che sull’appoggio di uno dei governo più stabili ed autorevoli dell’intera Unione, anche su una sua esperienza decennale di Bruxelles e delle sua dinamiche, e questo non può che non avere il suo peso. La stessa Von der Leyen, ha voluto ribadire che Fitto in quella posizione lo ha richiesto espressamente lei. D’altra parte, in quanto ad esperienza e competenza sulla materia della coesione, molto probabilmente un candidato migliore non poteva essere trovato, non solo in Italia.
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Infine il portafoglio su cui tanto si discetta da settimane. La sinistra maliziosamente fa notare come le deleghe affidate a Fitto non siano di peso, come per esempio quella di Gentiloni all’economia. Ebbene anche su questo occorre fare un pò di chiarezza. Fitto dovrà occuparsi di coesione, una delle politiche più importanti della Unione, che cuba qualcosa come 800 miliardi di euro, e che riguarda assai da vicino il nostro paese, che riceve una bella fetta della torta ( 143 circa in quella attuale fino al 2027). Oltre a questo poi, come vicepresidente esecutivo, il commissario italiano avrà la supervisione sul PNRR, sulla pesca, i trasporti e il turismo, l’agricoltura e l’allargamento. Si tratta di una buona fetta del Pil italiano, su cui Fitto potrà prendere decisioni, che incideranno profondamente anche sull’andamento economico del nostro paese. Avere uno come lui in commissione, al di la del suo ruolo super parte che certamente manterrà, non può che essere un gran bella notizia per il paese.
Ecco perchè le polemiche che la sua nomina hanno suscitato sono strumentali oltre che in un certo senso masochistiche. Non p un caso che per smorzare le polemiche è dovuto intervenire addirittura Sergio Mattarella, che convocando Fitto due settimane fa al Quirinale, gli ha fatto gli auguri per una nomina da considerare molto importante per il paese. Il ruolo di Raffaele Fitto nella prossima commissione sarà fondamentale per tutta l’Europa, attesa da riforme non più rimandabili ( anche le riforme fanno parte delle deleghe in capo a Fitto), ma soprattutto per il nostro paese, che deve essere fiero ed orgoglioso di avere come suo rappresentante in Europa, in una posizione apicale, una delle migliori risorse che ha a disposizione. Il resto sono solo chiacchiere.
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