Le guandi manocre congiunte a guida USA in Corea inquietano la Cina

La settimana scorsa, la marina militare della Corea del Sud ha condotto esercitazioni navali congiunte con gli Stati Uniti e il Giappone nelle acque internazionali a sud dell’isola di Jeju per “migliorare l’operatività congiunta contro le minacce nucleari e missilistiche della Corea del Nord”.

La cooperazione militare di Washington con Seul e Tokyo potrebbe essere mirata principalmente alla Corea del Nord, ma è anche probabile che innervosisca la Cina, aggiungendo slancio alle relazioni ‘transazionali’ tra Pechino e Pyongyang, secondo gli analisti.

L’esercitazione ha coinvolto sei navi da guerra – la portaerei USS Theodore Roosevelt, tre cacciatorpediniere con missili guidati della classe Arleigh Burke e due cacciatorpediniere Aegis della Corea del Sud e del Giappone.

“Questo addestramento è stato condotto per attuare un piano di addestramento trilaterale pluriennale stabilito congiuntamente dalle autorità di difesa della Corea del Sud, degli Stati Uniti e del Giappone, in conformità con l’Accordo di Camp David dello scorso anno”, ha dichiarato il Ministero della Difesa sudcoreano.

La Marina sudcoreana ha confermato che le forze si sono concentrate sull’addestramento alla guerra antisommergibile e sulla capacità di rispondere alle minacce sottomarine della Corea del Nord, come i sottomarini e i missili balistici lanciati da sottomarini.
Le tre nazioni hanno anche svolto un addestramento di intercettazione marittima per bloccare il contrabbando di armi di distruzione di massa, nonché un addestramento di ricerca e salvataggio.

Washington ha rafforzato i legami militari con Seul e Tokyo dopo il vertice di Camp David in agosto, dove i leader si sono impegnati a “regolarizzare le esercitazioni difensive che contribuiscono a rafforzare le risposte trilaterali” contro le minacce della Corea del Nord.
L’esercitazione della scorsa settimana ha fatto seguito alle esercitazioni navali di gennaio tra i tre Paesi, con una portaerei statunitense situata in una posizione simile a sud di Jeju, nel Mar Cinese Orientale.

Isola di Jeju

“Le esercitazioni navali trilaterali sono orientate a rispondere alle minacce della Corea del Nord, ma Pechino sta certamente osservando come i tre alleati rafforzano la cooperazione militare”, ha affermato Andrew Yeo, senior fellow e presidente della Fondazione SK-Korea per gli studi sulla Corea presso il think tank Brookings Institution di Washington.

Cho Han-bum, ricercatore senior presso il Korea Institute for National Unification, ha affermato che le acque – a sud di Jeju e a nord di Taiwan – hanno un’importanza strategica per Pechino.

“Di conseguenza, la Cina potrebbe essere preoccupata che queste esercitazioni marittime di sicurezza Corea-Stati Uniti-Giappone possano influenzare la Cina, soprattutto per quanto riguarda la questione dello Stretto di Taiwan. Si tratta anche di un’area in cui potrebbero esserci preoccupazioni sull’espansione delle contromisure di sicurezza contro Taiwan”, ha detto Cho.

“Dal punto di vista degli Stati Uniti, la parte meridionale di Jeju serve come controllo della Corea del Nord, ma anche, grazie alle sue caratteristiche geopolitiche, è un’area che può servire anche come controllo della Cina”. Insomma le esercitazioni riescono a cogliere due piccioni con una fava.

La partecipazione della Corea del Sud all’addestramento congiunto USA-Giappone sta portando la Cina a riconsiderare i propri rapporti con Seul, che viene vista sempre più vicina al due di alleati e sempre meno come un attore indipendente.

Yang Uk, ricercatore presso l’Asan Institute for Policy Studies di Seul, ha affermato che se da un lato le esercitazioni dimostrano la cooperazione sistemica tra Corea del Sud e Stati Uniti nel rispondere alle minacce della Corea del Nord, dall’altro sarebbero anche “scomode” per la Cina.

“Fondamentalmente, la risposta contro la Cina è stata realizzata attraverso la cooperazione tra Stati Uniti e Giappone”, ha detto Yang.
“Ma ora, la partecipazione della Corea del Sud all’addestramento congiunto USA-Giappone sta portando la Cina a considerare i legami trilaterali come un bersaglio per se stessa”.

Secondo Yang l’area del Mar Cinese Orientale a sud dell’isola di Jeju è un “punto strategico” per la Cina, perché la sua marina militare deve passare vicino all’isola e all’arcipelago giapponese per dirigersi verso l’Oceano Pacifico. Del resto è sufficiente controllare la carta geografica per comprenderlo.

Quindi se questo tipo di esercitazioni può essere considerato normale e non minaccioso da Seul, la percezione cinese può essere molto diversa e, data la rpesenza di un consistente gruppo navale USA, perfino minacciosa per gli interessi di Pechino.

Il complesso gioco diplomatico dell’Estremo Oriente complicato dall’Ucraina

La recente visita del ministro degli Esteri cinese Zhao Lijian in Corea del Nord ha rafforzato ulteriormente i legami tra i due paesi, alimentando preoccupazioni negli Stati Uniti e nei loro alleati.

L’analista Kang Jun-young interpreta la mossa come un duplice messaggio da parte della Cina: consolidare le relazioni con Pyongyang per tenere sotto controllo i legami Corea del Nord-Russia e, allo stesso tempo, lanciare un avvertimento alle esercitazioni congiunte Corea del Sud-USA o all’addestramento trilaterale Corea del Sud-USA-Giappone.

Pechino teme di perdere influenza sulla Corea del Nord a favore della Russia, mantenendo la sua posizione di leader nelle relazioni con Pyongyang e nella competizione con gli Stati Uniti.

Tuttavia, Andrew Yeo, presidente della Fondazione SK-Corea, sostiene che i legami tra Cina e Corea del Nord rimarranno “transazionali”, con Pechino che sostiene Pyongyang sulla scena internazionale per contrastare il rafforzamento dei legami tra Stati Uniti e alleati.

Il problema è che Pechino da un lato non può legittimarre o stringere eccessivamente i legami con Kim Jong-un , per non eccitare eccessivamente l’area e incrementalre l’interventismo degli USA e  del Giappone e non spingere ancora di più Sul nelle loro mani. Nello stesso tempo però non può staccarsi troppo da PyongYang per non lasciare che questo paese entri nell’orbita di Mosca, dopo l’incrementarsi della collaborazione per il conflitto ucraino.

Insomma il gioco si fa sempre più complicato.


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