L’incapacità è: avere i soldi e non essere in grado di spenderli. Il caso Emilia Romagna. Preferite i debiti o l’avanzo di bilancio?

Ci tocca citare un articolo di Open che, quando non fa il fact checker, ne azzecca qualcuna.  Nel pezzo in questione si tira fuori il bilancio della Regione anni 2021-22 , come da relazione della Corte dei Conti:

La giunta regionale dell’Emilia Romagna con presidente Stefano Bonaccini e vicepresidente Elly Schlein ha restituito fra il 2021 e il 2022 al ministero delle Infrastrutture 55,2 milioni di euro di un finanziamento di 71,9 milioni di euro ricevuto dallo Stato per la manutenzione e la messa in sicurezza dei corsi di acqua della Regione. I soldi come riporta la Corte dei Conti nei suoi rapporti 2021 e 2022 sulla Emilia Romagna sono stati restituiti perché la Regione non è stata capace di spenderli nei tempi previsti come stabilito dai contratti di finanziamento a carico dello Stato. 

Cos’è l’incapacità? avere i fondi e fare degli “Avanzi di bilancio” perché non si è in grado di spenderli. Eppure le manutenzioni si potevano fare, gli scolmatori si potevano aprire e, vi assicuro, gli Appennini sono pieni di frane da consolidare o di declivi da piantumare. Invece si sono restituiti il 77% dei fondi ricevuti. Adesso si chiede il Commissario straordinario, dopo aver protestato perché la revisione delle norme sulla spesa pubblica hanno innalzato a 100 mila euro la soglia di spesa da non sottoporre a bando. Chiedetevi quanti lavori avrebbero potuto fare i comuni di montagna, con questi soldi senza gara, per consolidare i propri territori.

Bonaccini ha poi risposto affermando:

«Con ogni evidenza, ‘Open‘ ha avuto notizia di un rilievo della Corte dei conti, datato e comunque già superato, rispetto a fondi stanziati per la navigazione sul Po, sistema idroviario Padano-Veneto, in particolare per l’Idrovia ferrarese: si tratta di risorse che assolutamente nulla hanno a che fare con la sicurezza idraulica e la prevenzione del dissesto. In conclusione si dà la notizia di Matteo Salvini che ha di nuovo rifinanziato il piano perduto, restituendo i 55 milioni persi perché l’Emilia Romagna non era riuscita a spenderli. «Tali risorse», si precisa, «risultano già recuperate e tuttora nella disponibilità della Regione grazie ad un accordo con il Ministero, impiegate non a caso per l’unico scopo previsto e ammissibile: il Piano triennale per la navigazione interna, approvato dalla Giunta regionale in una delle ultime sedute, che prevede non a caso investimenti per 55 milioni di euro».

Ovviamente la navigazione interna NON riguarda opere come il dragaggio dei fiumi, attività che sarebbe stata molto utile e non solo a Ferrara: se si fosse ripristinata la navigabilità degli affluenti del Pò (cosa che esisteva tranquillamente sino all’età moderna) non si sarebbero ripuliti i corsi dei fiumi, resi gli stessi regolati, e migliorati gli argini. No, sarebbe rimasto tutto come prima….

Ora vi propongo un sondaggio. Vi prego di rispondere e di diffonderlo:

Preferite una Pubblica amministrazione che restituisce 55 milioni di fondi e non fa i lavori di manutenzione dei territori, o una pubblica amministrazione che fa 55 milioni di debiti, fa lavori utili e importanti, ed evita le alluvioni disastrose che avvengono da sempre ogni generazione?  Perché un tizio, premio Nobel per l’Economia, diceva che il debito pubblico non è un “Fardello” che lasciamo ai nostri figli, ma sono le infrastrutture che lasciamo loro in eredità:


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