Manovra, la web tax scatta soltanto per i colossi della Rete
La Commissione Bilancio della Camera ha approvato le riformulazioni dei relatori alla manovra sulla web tax, che verrà quindi applicata soltanto alle grandi aziende con ricavi sopra i 750 milioni. Stralciata la proposta di introdurre un balzello del 3% sul fatturato a tutte le aziende attive online, che aveva sollevato un vespaio di proteste nel mondo delle imprese.
Sulla web tax vincono così alla fine i dubbi delle piccole imprese, delle startup e il mondo dell’editoria, che non ci stavano a pagare una tassa che, come sostenevano fin da quando si era ventilato che la nuova tassa le avrebbe coinvolte, le avrebbe penalizzate molto rispetto alle aziende non digitali o più grandi.
Vince quindi la linea del Senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, sostenuta da Key4biz e Confimprenditori.
Sulla web tax noi “abbiamo ripristinato quella che era la soglia precedente” a 750 milioni di euro.
Lo ha detto il viceministro dell’Economia Maurizio Leo parlando con i giornalisti in Transatlantico, a Montecitorio. “Io penso che con la nuova amministrazione americana dovremo sicuramente dialogare, ma il discorso è legato anche a un altro aspetto, il pillar one che è il primo pilastro per la tassazione digitale, ma è tutto un discorso – ha concluso – che possiamo fare con assoluta serenità anche con l’amministrazione targata Donald Trump”.
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