Minori online, Europarlamento vuole rendere personalmente responsabili Zuckerberg e i leader delle piattaforme

I membri del Parlamento europeo vogliono rendere i dirigenti del settore tecnologico personalmente responsabili per la mancata protezione dei minori online, secondo una proposta visionata da Politico.eu.

In Europa, l’impulso per un’azione volta a proteggere i minori su Internet sta crescendo, tra le preoccupazioni per gli effetti sulla salute di piattaforme altamente coinvolgenti e l’esposizione a contenuti violenti.

Mark Zuckerberg e gli altri Ceo delle piattaforme chiamati in causa

Sebbene la proposta del Parlamento non abbia alcun peso legislativo formale, è degna di nota per aver messo dirigenti del settore tecnologico di alto livello come Mark Zuckerberg nel mirino di crescenti frustrazioni in merito alla responsabilità e all’applicazione delle leggi europee in materia di tecnologia.

La proposta giunge mentre la Commissione europea porta avanti le indagini su Meta, TikTok e le principali piattaforme pornografiche per potenziali violazioni della sua legge che le regola, il Digital Services Act, relativa alla protezione dei minori.

Proposta al voto in Commissione giovedì prossimo

La proposta sarà votata dalla Commissione per il Mercato Interno del Parlamento giovedì prossimo, in una relazione che illustra come proteggere i minori su Internet. La bozza finale del rapporto sostiene che la Commissione dovrebbe valutare la possibilità di rendere i dirigenti delle aziende tecnologiche “personalmente responsabili” per qualsiasi violazione “grave e persistente” del DSA nei confronti dei minori.

La proposta è stata avanzata dalla deputata conservatrice ungherese Dóra Dávid, ex dipendente di Meta. Dávid ha lavorato presso l’azienda tecnologica come consulente di prodotto prima di ottenere un seggio in Parlamento nel 2024.

La socialista danese Christel Schaldemose, che ha curato la relazione, ha detto di aspettarsi che la versione finale venga approvata, ma ha sottolineato che è difficile esserne certi. La relazione passerà poi al voto del Parlamento a novembre.

La proposta riguarda le piattaforme con più di 45 milioni di utenti

La proposta riguarda le piattaforme con oltre 45 milioni di utenti nell’UE. Queste aziende devono rispettare requisiti più severi in materia di mitigazione del rischio e trasparenza in materia di disinformazione, contenuti illegali e tutela dei minori. Se si scopre che le aziende hanno violato la normativa, possono essere multate fino al 6% del loro fatturato globale annuo. Nessuna delle indagini in corso ha ancora portato a sanzioni.

L’amministrazione Trump ha criticato gli sforzi dell’UE per far rispettare le sue leggi sulla tecnologia, affermando che equivalgono a censura e discriminano le aziende americane.

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