Netflix, l’inflazione pesa sul futuro dello streaming?
L’inflazione pesa sulla volontà dei consumatori di pagare un abbonamento a Netflix. Questo il succo di un’interessante analisi condotta da Radio Free Mobile, secondo cui il budget delle famiglie è sempre più sotto pressione negli ultimi tempi, fra bollette e aumento generalizzato dei prezzi. A pagarne le conseguenze potrebbero essere in primo luogo i servizi non primari, come l’abbonamento streaming a Netflix che, secondo l’analisi, potrebbe soffrire più di altri competitor, in primis Amazon Prime.
Quest’ultimo è in bundle con altri servizi e quindi potrebbe subire meno le conseguenze della crisi del portafoglio dei consumatori.
Previsioni
- Spulciando il report, si legge che negli Usa circa il 25% dei sottoscrittori a Netflix sarebbe pronto ad abbandonare il servizio senza per questo considerare di spostarsi su un’altra piattaforma concorrente.
- Ciò significa che quanto starebbe per succedere a Netflix sarebbe prevedibile anche per i concorrenti, con l’eccezione di Amazon Prime e Apple, gli unici due player in grado di resistere all’onda lunga della crisi.
- Secondo un’indagine condotta da Reviews.org su un campione di mille utenti negli Usa, uno su quattro sarebbe propenso a cancellare l’abbonamento entro 12 mesi.
- Alla base di questa intenzione manifestata dal 25% del campione ci sono l’aumento del costo dell’abbonamento del 40%, inflazione del 20%, mancanza di contenuti del 22% e più tempo dedicato ai servizi degli altri 18%.
- Il costo di Netflix è aumentato notevolmente quest’anno poiché il suo piano di base è aumentato dell’11% a gennaio e gli altri piani dal 20% al 25%. Si tratta del primo aumento da tre anni a questa parte.
- La stessa dinamica riguarda anche la sostituzione degli smartphone, che si potrebbe facilmente rallentare nei prossimi mesi per gli stessi motivi.
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