Più di 92.000 NAS D-Link sono vulnerabili a backdoor e command injection
Sul web ci sono più di 92.000 NAS D-Link vulnerabili ad attacchi di command injection e backdoor. Netsecfish, il ricercatore che ha scoperto la vulnerabilità, spiega che un attaccante può eseguire comandi arbitrari per accedere a informazioni sensibili, modificare le configurazioni di sistema e provocare un’interruzione di servizio.
Il bug colpisce lo script nas_sharing.cgi e consente a un attaccante di inviare una specifica richiesta HTTP per prendere il controllo del sistema. Includendo il parametro per lo username (user=messagebus
) e lasciando il campo password vuoto (passwd=
), l’attaccante può accedere a un account sul dispositivo senza passare per l’autenticazione.
La vulnerabilità consente inoltre di sfruttare il parametro system
per specificare una stringa base64 che, una volta decodificata, esegue un comando sul sistema.
I dispositivi colpiti sono il DNS-320L versioni 1.11, 1.03.0904.2013 e 1.01.0702.2013, il DNS-325 versione 1.01, il DNS-327L versioni 1.09 e 1.00.0409.2013 e il DNS-340L versione 1.08.
Contattata dal ricercatore, D-Link ha specificato che i NAS vulnerabili sono tutti prodotti arrivati al termine del loro ciclo di vita e non sono quindi previsti degli aggiornamenti per risolvere il bug.
“Questo exploit riguarda i prodotti D-Link legacy e tutte le revisioni hardware che hanno raggiunto il loro ciclo di vita EOL (“End of Life”)/End of Service Life (“EOS”). I prodotti che hanno raggiunto l’EOL/EOS non ricevono più gli aggiornamenti del software del dispositivo e le patch di sicurezza e non sono più supportati da D-Link” si legge nell’advisory ufficiale. D-Link ha invitato gli utenti a sostituire il prima possibile i dispositivi obsoleti con quelli più nuovi.
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