Rapporto Atlas VPN: Qatar, EAU e Singapore in vetta alla classifica, Italia 46esima


Guardando al panorama tecnologico mondiale, l’impiego delle reti private virtuali (VPN) evidenzia notevoli differenze. In paesi con restrizioni internet, dove si limita l’accesso a piattaforme sociali, siti web e applicazioni, le VPN diventano uno strumento essenziale per aggirare tali blocchi. Queste reti sono inoltre scelte per tutelare la privacy e la sicurezza degli utenti online.

Atlas VPN, noto fornitore di servizi VPN, si dedica non solo a fornire soluzioni per la sicurezza online, ma anche a condurre ricerche e pubblicare dati sull’ambito delle VPN. Queste analisi comprendono tendenze di download, diffusione per nazione e l’impatto delle politiche di censura sulla condotta degli internauti, offrendo una prospettiva dettagliata sulla privacy digitale e la sicurezza globale.

Secondo l’Indice Globale di Adozione VPN di Atlas VPN, il numero di download di app VPN in 86 paesi monitorati è passato da oltre 277 milioni nel 2020 a 785 milioni nel 2021. Tuttavia, nel 2022 si è assistito a una riduzione a 353 milioni, con un ulteriore calo a 328 milioni nel 2023. I dati, raccolti da Google Play Store e Apple App Store tramite AppTweak, includono i maggiori 45 fornitori di VPN. Il tasso di adozione è misurato in percentuale sulla popolazione che scarica tali app nel periodo preso in esame.

Atlas VPN non fornisce spiegazioni sul calo quasi dimezzato dell’adozione delle VPN in due anni, ma evidenzia che il Qatar guida l’indice di adozione con quasi il 70% della popolazione che ha scaricato un’app VPN. Seguono gli Emirati Arabi Uniti e Singapore. La prevalenza delle VPN in Qatar è attribuita alla numerosa popolazione immigrata che utilizza questi servizi per accedere a contenuti limitati nel paese.

Negli Emirati Arabi Uniti, spesso in cima alle classifiche per l’utilizzo delle VPN, la ragione principale sembra essere invece la severa censura di internet e le restrizioni imposte dal governo. Singapore si colloca al terzo posto con oltre il 50% della sua popolazione che usa VPN, probabilmente favorita dal suo ambiente tecnologicamente avanzato e dalla cultura digitale.

Altri paesi del Medio Oriente come Oman, Arabia Saudita, Kuwait e Turchia, sono tra i primi per adozione di VPN. Similmente agli Emirati Arabi Uniti, tutti hanno attuato vari gradi di censura di Internet e restrizioni dei contenuti online. Questa governance del web costringe i cittadini a sottoscrivere servizi VPN come soluzione per accedere a siti web e app bloccati.

Ecco la top 10 dell’Indice Globale di Adozione VPN, secondo Atlas VPN.

Dev’essere per questa ragione che l’Italia è solamente 46esima nella graduatoria di Atlas VPN, coi suoi 3.420.267 di download nel 2023, che rappresentano il 5.66% della popolazione. Prima di noi c’è il Vietnam, con 5.578.930 di download, pari al 5.73% della popolazione; dopo di noi c’è invece la Repubblica Ceca, con 591.920 download corrispondenti al 5.53% della popolazione.

Le nazioni ultime in classifica sono invece inattese: se il Kenya, terz’ultimo con 1.92% della popolazione, stupisce fino a un certo punto, desta sorpresa il Giappone in penultima posizione con un tasso di penetrazione dell’1.83%. E sì che nel suo caso varrebbero le stesse argomentazioni di Singapore, e invece… Chiude la graduatoria, in 86esima posizione, il Sudafrica, dove solo l’1.44% della popolazione ha scaricato una VPN l’anno scorso.

L’utilizzo delle VPN comunque continuerà a evolversi in futuro, per ragioni sempre diverse. Basti guardare ad esempio ai Paesi Bassi, dove l’adozione delle VPN  è cresciuta sostanzialmente negli ultimi anni: dal quasi 10% nel 2020 siamo passati al 29% del 2023. Questa impennata si spiega con l’istituzione da parte del governo olandese di leggi di sorveglianza di vasta portata, abilitate dal nuovo quadro Computer Crime III. È la prima volta che un paese europeo entra nella top 5 per uso delle VPN, ma la Francia è pur sempre nona in graduatoria, con un 16% stimato della popolazione che avrebbe scaricato un’applicazione VPN.

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