Scoperta una tecnica che sfrutta l’isolamento dei container Windows per eludere la sicurezza
Daniel Avinoam, ricercatore di sicurezza presso Deep Instinct, ha scoperto la possibilità di manipolare il framework Windows per l’isolamento dei container per eludere i controlli di sicurezza e modificare file nei container.
Avinoam ha illustrato questa nuova tecnica durante la conferenza di sicurezza DEF CON, spiegando che un attaccante può facilmente diffondere un malware nei sistemi sfruttando alcune funzionalità del framework.
La tecnica sfrutta la funzionalità delle immagini dei container generate dinamicamente che servono a separare i file system di ogni container dall’host ed evitarne la duplicazione.
Queste immagini, spiega Avinoam, non sono altro che “copie” del sistema operativo contenenti link che collegano i file del container (chiamati “file fantasma”) a file esistenti e non modificabili sul file system dell’host. Il ricercatore si è chiesto quindi se fosse possibile utilizzare questo meccanismo per offuscare le operazioni sul file system ed eludere i controlli delle soluzioni di sicurezza.
In breve, la risposta è: sì. La funzionalità di isolamento dei container si occupa della separazione tra i container Windows e l’host, gestendo il reindirizzamento dei file fantasma con quelli dell’host tramite il parsing dei “reparse point”, ovvero punti di ripristino usati per archiviare i dati ed elaborare i file in apertura.
Il framework di isolamento opera in uno specifico range di altitudine, cioè una stringa di precisione infinita interpretata come numero decimale, che va da 180000 a 189999, mentre le operazioni degli antivirus avvengono ad altre altitudini, nel range compreso tra 320000 e 329999; ciò significa che un attaccante può eseguire operazioni sui file senza che si attivino i controlli delle soluzioni di sicurezza.
Avinoam ha condiviso con Microsoft i dettagli della tecnica; la compagnia ha riconosciuto la possibilità che si verifichi un attacco del genere, ma ha spiegato di non voler rilasciare patch: “La tecnica è stata identificata come un metodo per eludere l’individuazione dei malware e non una vulnerabilità di sicurezza da risolvere con un aggiornamento”.
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