Smart working, ok dei partiti su legge. Intervista alla relatrice M. Pallini (M5S): “Anche contrattazione collettiva, minimo 30 ore e fondi alle aziende”

L’ultimo commento, non del tutto amichevole, sui lavoratori in modalità agile era giunto, il mese scorso, dal ministro della PA. “Piuttosto che chiusi a casa, con il telefonino sulla bottiglia del latte a far finta di fare smart working, a parte le eccezioni che ci sono sempre, è meglio vaccini, vaccini, vaccini e presenza”, aveva detto Renato Brunetta.

Oggi, dalla Camera dei deputati giunge, invece, un messaggio di tutt’altro tenore nei confronti di chi lavora da remoto. In Commissione Lavoro i partiti, tutti, hanno trovato un accordo sulla proposta di legge per offrire più garanzie a chi è in smart working, anche nei periodi non emergenziali. 

Demandare ai sindacati nazionali di primo e secondo livello l’accordo sullo smart working sui seguenti temi: responsabilità del datore di lavoro, diritto a chi ha la priorità per il lavoro agile e diritto alla disconnessione sia da remoto sia in presenza; e poi tetto minimo di 30 ore e fondi alle aziende, che offrono la possibilità di lavorare a distanza. Sono le 3 principali novità del testo unificato, che a breve approderà in Commissione Lavoro per l’inizio dell’iter legislativo.

L’intervista

Approfondiamo la proposta di legge con Maria Pallini (M5S), relatrice del testo, che fa sintesi di 10 diverse proposte legislative, anche dell’opposizione.

Key4biz. Perché è stata aggiunta come garanzia obbligatoria la contrattazione collettiva sullo smart working?

Maria Pallini. Abbiamo demandato, nella prima fase, alla contrattazione collettiva nazionale, quindi ai sindacati di primo e secondo livello, l’accordo sugli elementi normativi primari, come: la responsabilità del datore di lavoro (sulla sicurezza e buon funzionamento degli strumenti digitali per lavorare), il diritto alla priorità al lavoro agile (per chi ha figli con meno di tre anni o con disabilità o lavoratori disabili) e il diritto alla disconnessione tecnologica sia per chi è in smart working sia per chi è in presenza, nella modalità classica.

Key4biz. E per il resto rimane l’accordo individuale tra lavoratore e datore di lavoro?

Maria Pallini. Sì, ma questo accordo deve tener conto di quello nazionale stipulato tra i sindacati e i singoli datori di lavoro.

Key4biz. Nel testo avete definito anche una soglia minima di ore per lavorare da remoto? 

Maria Pallini. Nell’articolo 3, questa è una novità, aggiungiamo un monte ore di almeno il 30% per il lavoro agile. Al di sotto di questa soglia non si può parlare di lavoro smart. Si può anche aumentare la percentuale di ore da remoto grazie agli accordi tra le parti.

Key4bizE poi avete introdotto i fondi alle aziende che consentono lo smart working? 

Maria Pallini. Sì e l’importo esatto degli incentivi sarà definito insieme ai ministeri di competenza. Inoltre, abbiamo applicato uno “sconto” dell’1% sui premi Inail

Key4biz. Il futuro testo normativo riguarderà il lavoro agile sia nella Pa sia nel privato?

Maria Pallini. Il testo normativo riguarderà sia il pubblico sia il privato ed è un lavoro sussidiario a quello portato avanti fino ad oggi dal ministro del Lavoro, ossia al protocollo di Andrea Orlando

Key4biz. Il ministro Brunetta come commenterebbe questa proposta di legge?

Maria Pallini. Anche Forza Italia ha votato in modo favorevole al testo unificato, come tutti gli altri partiti. 

Key4biz. Con lo smart working sono aumentati gli attacchi informatici ai sistemi aziendali. Come garantire maggiore sicurezza dei dati e delle reti?

Maria Pallini. Ci sarà un maggior controllo, da parte dei datori di lavoro, della tecnologia messa a disposizione dei lavoratori in modalità agile e noi nell’ultimo articolo del testo invogliamo gli uffici pubblici e le aziende private a chiedere anche sulla data protection e cybersecurity una consulenza di uno degli Innovation Manager, iscritti all’Albo degli esperti in innovazione tecnologica istituito presso il Ministero dello sviluppo economico.

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