5G, studio Regione Toscana su rischio salute va avanti. Assessore Bizzini: ‘Critiche eccessive’

Dopo le polemiche degli ultimi giorni sullo studio commissionato dalla Regione Toscana per verificare i livelli di emissione elettromagnetica in 6 città, arriva oggi la replica dell’assessore all’Ambiente Simone Bezzini, che minimizza. Di fatto, quello che emerge è che la Regione non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro, diversamente da quanto richiesto fra gli altri dal commissario Agcom Antonello Giacomelli, con una lettera aperta pubblicata sul Foglio.

Giacomelli (Agcom): ‘Studio regionale inopportuno’

Secondo Giacomelli la delibera regionale mostra più profili di “inopportunità”, tanto per cominciare per il Codice di comunicazione, che già prevede il monitoraggio delle emissioni elettromagnetiche su ogni singolo impianto del 5G, già oggi Arpat se ne occupa, “che senso ha spendere altri soldi pubblici per questo scopo?”. Inoltre è il messaggio che un atto del genere offre, a preoccupare Giacomelli, che ha anche contattato il presidente della Regione Eugenio Giani per chiedere un ripensamento: “Ho il fondato timore che ogni sindaco ora possa esitare di fronte all’autorizzazioni di un nuovo impianto con questa ricerca regionale in corso”.

Pomo della discordia

Pomo della discordia la decisione della Regione Toscana che ha autorizzato, attraverso una delibera, uno studio sugli effetti sulla salute provocati dal 5G, la quinta generazione della rete mobile dei cellulari. La ricerca è stata commissionata a Ars e Arpat e ha l’obiettivo di analizzare i rischi che il 5G può avere sulla salute dell’uomo in sole 6 città.

La replica dell’assessore Bizzini: ‘È consuetudine che Arpat e Ars facciano ricerche’

Il provvedimento ha suscitato reazioni rispetto alle quali oggi l’assessore regionale al diritto alla salute Simone Bezzini, rispondendo ai giornalisti, ha detto: “C’è un’enfasi eccessiva. È consuetudine che Arpat e Ars facciano ricerche, analisi, studi sugli aspetti ambientali, connessi alla salute”. Bezzini ha spiegato che “la Regione Toscana vuole investire sulla connettività, portare avanti il 5G e tutto ciò accompagnato da sistemi di monitoraggio che Arpat e Ars implementeranno nelle prossime settimane, mesi. Credo che ci sia un’enfatizzazione eccessiva”.

Leggi anche: 5G, Regione Toscana: ‘Al via studio biennale sul rischio tumori in 6 città’. Ma troppo limitato, che valore può avere?

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GSMA, il 2023 ha registrato la maggior crescita del traffico mobile. Scarica il report

Un rapporto della GSMA spinge sulla necessità di assegnare al mobile le licenze di spettro ad alta capacità a 6 GHz.

L’aumento del traffico mobile del 2023 è stato il maggiore in assoluto degli ultimi 5 anni, e si prevede che la crescita del traffico per connessione mobile tra il 2023 e il 2030 sarà circa 2-4 volte maggiore rispetto ai sette anni precedenti, a seconda della regione.

Sarà principalmente compito degli operatori gestire quantità crescenti di traffico in futuro. È quanto emerge dal report “Mobile Evolution in 6 GHz: The impact of spectrum assignment options in 6.425–7.125 GHz” (scarica il Report) della GSMA, secondo cui lo spettro ad alta capacità a 6 GHz dovrebbe essere concesso in licenza agli operatori di telefonia mobile “a livelli di potenza standard sufficienti per consentire l’intera gamma di casi di utilizzo mobile, all’interno e all’esterno, e fornire il massimo beneficio per le economie digitali globali”.

Banda 6 Ghz

Tutto ciò si basa sulla ricerca di GSMA Intelligence insieme all’analisi dell’utilizzo mobile di Ookla, che ha esaminato come l’assegnazione dello spettro nella banda 6,425-7,125 GHz “può influire sulla capacità degli enti regolatori di supportare la crescita economica”.

“Il rapporto di oggi mostra che gli operatori di telefonia mobile dovranno gestire una crescita significativa del traffico nelle loro reti nel prossimo decennio”, ha detto Luciana Camargos, responsabile dello spettro presso la GSMA. “Le decisioni prese dagli enti regolatori in merito all’assegnazione dello spettro nella banda superiore a 6 GHz svolgeranno un ruolo enorme nello sviluppo delle economie digitali attraverso la prossima fase dell’evoluzione mobile.

“Un approccio equilibrato che massimizzi lo spettro non concesso in licenza nella banda inferiore a 6 GHz con dispositivi mobili con licenza a potenza standard nella banda superiore a 6 GHz può evitare soluzioni tecniche eccessivamente complesse e restrizioni di potenza che limitano l’efficacia delle reti mobili. Condizioni armonizzate a livello globale supporteranno l’accessibilità economica e l’inclusione digitale e svilupperanno l’economia digitale mondiale”, si legge.

La World Radiocommunication Conference 2023 (WRC-23)

Per dare un contesto, il rapporto afferma che la World Radiocommunication Conference 2023 (WRC-23) di Dubai ha “armonizzato” i limiti di potenza che le stazioni base mobili possono emettere nella banda a 6 GHz.

Ciò che sostiene la GSMA è che: “Se i regolatori riducono questi limiti di potenza standard con il desiderio di limitare l’uso mobile all’esterno e teoricamente aumentare lo spettro Wi-Fi indoor, ridurranno la capacità aggiuntiva che i 6 GHz forniscono all’industria e ai consumatori”.

Con una potenza ridotta, i vantaggi economici sono inferiori rispetto all’avere una banda con licenza di potenza standard perché il mobile sarà vincolato dallo spettro, sostiene la GSMA.

Il 70% del traffico indoor

Il rapporto aggiunge inoltre che il 70% dell’uso mobile avviene al chiuso e l’85% di questo utilizza lo spettro di banda media che supporta lo streaming di dati ad alta larghezza di banda. Dato che, “non esiste una chiara motivazione per tentare di imporre una divisione indoor/outdoor della banda”, ci viene detto. Alcuni paragrafi conclusivi del rapporto dicono che “In ciascuno dei paesi considerati in questo studio, i vantaggi derivanti dall’assegnazione della banda superiore a 6 GHz per la telefonia mobile con licenza superano significativamente i vantaggi derivanti dall’assegnazione per l’uso senza licenza o dalla condivisione della banda in base a livelli di potenza IMT ridotti. Questo perché le prove su come vengono attualmente utilizzati la telefonia mobile e il Wi-Fi suggeriscono fortemente che il Wi-Fi ha uno spettro sufficiente, se utilizzato in modo efficiente, nelle frequenze 2,4, 5 e 6 GHz inferiori (così come nelle bande alte senza licenza) per soddisfare la domanda di traffico prevista fino al 2035”.

“Un approccio di utilizzo condiviso della banda può essere preso in considerazione se aiuta ad affrontare i vincoli di capacità localizzati per il Wi-Fi, ma non dovrebbe essere fatto in modo da incentivare un uso inefficiente dello spettro e non dovrebbe imporre costi o restrizioni significativi. In particolare, non dovrebbe ridurre i livelli di potenza della rete mobile in modo tale da ridurre i vantaggi che potrebbero essere generati dall’aumento della capacità delle reti 5G”. È un argomento particolarmente delicato, ma il succo della sua argomentazione sembra essere che se i 6 GHz superiori vengono assegnati agli operatori di telefonia mobile anziché, o anche per, il wifi, allora si può realizzare il massimo vantaggio economico.

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5G, Regione Toscana: ‘Al via studio biennale sul rischio tumori in 6 città’. Ma troppo limitato, che valore può avere?

Uno studio per capire quale sia il reale impatto dei campi elettromagnetici sulla popolazione toscana, se i nuovi impianti 5G per la telefonia possono essere in grado di causare malattie e, nel caso, quali e per chi. Come riporta La Repubblica, è questo il contenuto di una delibera approvata dalla giunta regionale lo scorso 16 settembre e che porta il nome di “Progetto campi elettromagnetici”.

Un atto che riguarderà “situazioni di criticità nelle 6 città da circa 100 mila abitanti in su, cioè Firenze, Prato, Livorno, Pisa, Lucca e Arezzo”, che ha visto stanziare 220mila euro da parte della Regione su proposta dagli assessori all’Ambiente Monia Monni e alla Sanità Simone Bezzini, a seguito dell’ordine del giorno del marzo scorso approvato dal Consiglio regionale per approfondire effetti dei campi elettromagnetici nella Regione Toscana.

Una campagna di ricerca teorica, statistiche, indagini, analisi sul campo e misurazioni anche con l’ausilio di nuova strumentazione che sarà acquisita da qui al 2026, anno in cui dovrebbe terminare lo studio che inizierà nel 2025.

Come si legge nella premessa, saranno effettuati “studi epidemiologici finalizzati alla stima di associazioni tra esposizione ai campi e insorgenza di malattie” che cercheranno di far luce sulla possibile correlazione tra campi elettromagnetici da 5G e “tumori infantili, leucemie, tumori del sistema nervoso centrale, linfomi non Hodgkin’s e casi di aborto spontaneo”. 

Non sono mancate le critiche, fra cui quella di Roberto Burioni, che su X ha detto la sua.

Pasquino (Federico II): ‘Mimit potrebbe avviare un monitoraggio nazionale’

“Ben venga il monitoraggio dei livelli di esposizione al campo elettromagnetico – dice Nicola Pasquino, Professore di Misure Elettriche ed Elettroniche, Università di Napoli Federico II – perché, oltre ad essere obbligatorio per legge, è utile a trasmettere ai cittadini informazioni certe sull’ambiente in cui vivono e ad intervenire rapidamente nel caso, per la verità raro, in cui vi sia un superamento dei limiti. La comunicazione dei risultati del monitoraggio, peraltro, può anche essere l’occasione per migliorare la conoscenza del fenomeno, degli strumenti di legge, delle metodologie di misura e di valutazione previsionale; per creare, insomma, maggiore consapevolezza. Il MiMIT potrebbe avviare un’iniziativa con queste finalità, magari insieme allo sviluppo di un sistema nazionale di monitoraggio”.
“Resto invece perplesso – prosegue Pasquino – sulla reale significatività scientifica di uno studio epidemiologico di durata così breve e condotto su un territorio così ristretto. Ben vengano tutte le attività di ricerca, sia chiaro, se però sono condotte con criteri solidi: sei città per intervallo di due anni restituiscono uno spaccato a mio avviso molto limitato – aggiunge Pasquino – Se proprio si vuole avviare una ricerca in tal senso, sarebbe opportuno valutare, tramite un coinvolgimento della politica nazionale, se non sia il caso di studiare il fenomeno su tutto il territorio nazionale e su intervalli più lunghi, affidando il coordinamento al Ministero della Salute e all’Istituto Superiore di Sanità. Voglio sottolineare però – conclude Pasquino – che ad oggi la scienza dice che non c’è nessuna evidenza certa che l’esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza causi o favorisca il cancro”.

Uno studio del genere, in sintesi, dovrebbe essere coordinato dal Ministero della Salute e dall’ISS, trattandosi di questioni di salute. Tra l’altro, ci sono anche tre progetti europei che stanno facendo la stessa cosa.

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5G, in Giappone le prime antenne in vetro nelle finestre usate come stazioni radio base

Nasce dalla collaborazione fra JTowers e NTT Docomo con il produttore di vetro AGC l’idea di realizzare un’antenna di vetro in grado di trasformare le finestre di un edificio in vere stazioni radio base 5G.

Il primo prototipo è stato installato al Shinjuku 3-chome East Building di Tokyo, dove la finestra radio base è connessa all’infrastruttura 5G neutrale di JTower.

L’antenna può essere usata per servizi 5G in banda di frequenza ‘Sub6’ (410 MHz fino a 7125 MHz, conosciuta anche come FR1). “L’antenna in vetro è destinata a essere installata per migliorare l’ambiente di comunicazione negli spazi per eventi all’aperto e nelle strade adiacenti agli edifici dove è importante tenere in considerazione lo scenario, e l’uso della condivisione delle infrastrutture realizzerà un’espansione più efficiente delle aree 5G”, ha osservato JTower in una nota

“Si prevede che l’installazione del 5G all’interno degli edifici continuerà a progredire in modo aggressivo e si prevede che la necessità di condivisione delle infrastrutture continuerà ad aumentare dal punto di vista del miglioramento dell’efficienza dell’installazione della rete e delle considerazioni ambientali”, ha aggiunto la società.

In altre parole, questo genere di antenna sarebbe particolarmente indicato in edifici con vincoli paesaggistici dove la posa di una antenna potrebbe risultare complessa.

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Medico italiano ha eseguito il primo intervento di chirurgia robotica a distanza per un tumore al rene. ‘Ma senza 5G è impossibile’

Per la prima volta è stato eseguito un intervento transcontinentale di chirurgia robotica a distanza per l’asportazione di un tumore al rene. A darne notizia da Barcellona, è stata la Fondazione Puigvent in un comunicato in cui ha segnalato la conclusione dell’intervento. Lo scrive il Fatto Quotidiano.

Medico italiano pioniere della robotica a distanza

il medico che ha effettuato l’operazione con successo, è italiano e si chiama Alberto Breda, primario di Urologia oncologica dell’equipe chirurgica di Trapianti renali alla fondazione spagnola, il chirurgo ha operato un paziente che si trovava dall’altra parte del mondo a Pechino, in Cina. L’operazione è avvenuta una settimana fa all’auditorium di Bordeaux, mentre Breda partecipava al più importante incontro annuale di chirurgia robotica, la 21esima riunione annuale della Società Europea di Urologia (Eau) di cui è presidente.

Il paziente in Cina

Il paziente, un uomo di 37 anni che aveva un tumore al rene di 3,5 centimetri, ricoverato all’Ospedale generale Pla di Pechino, è stato dimesso il giorno successivo all’intervento ed è in convalescenza. Sul sito della fondazione si legge: “A differenza degli interventi chirurgici che solitamente vengono trasmessi in diretta, il chirurgo non indossava una tuta chirurgica, ma si controllava a distanza da una stanza, utilizzando una console (sistema robotico Edge), i bracci robotici che sono intervenuti sul paziente dall’altra parte del globo con un tempo di ritardo di 132 millisecondi.

5G necessario per telechirurgia

A causa del tempo di latenza causato dalla lunga distanza, il ritmo dell’implementazione della telechirurgia sarà condizionato dallo sviluppo delle reti di telecomunicazioni 5G e in fibra ottica, nonché dalla sofisticazione e dall’adeguamento dei diversi sistemi robotici.

Reti 5G già performanti in Cina

Probabilmente, l’operazione è stata possibile perché il paziente era in Cina, dove la rete 5G è già molto sviluppata e per questo la latenza era così bassa. Resta da capire se le cose sarebbero andate così bene se il paziente fosse stato ricoverato altrove, dove la rete 5G è più scadente o ha dei buchi. In questo caso, un intervento del genere non sarebbe stato fattibile.

Michele Mezza: ‘Quanti ospedali connessi in 5G in Italia?’

“Quanti ospedali sono connessi nelle nostre città alla rete 5G che si sono realizzate su concessione pubblica? Incredibilmente questa informazione è direttamente nota solo ai direttori marketing delle imprese che stanno cablando le città come Tim o Vodafone, mentre i sindaci o gli assessori alla sanità per saperlo devono chiederlo a loro. Senza 5G non si possono realizzare né consulti né tanto meno interventi a distanza”, dice il giornalista e saggista Michele Mezza.

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Spettro radio, Antitrust respinge i rilievi di ‘super dotazione’ da parte dei competitor sul merger Fastweb-Vodafone

Secondo l’Antitrust, la fusione fra Fastweb e Vodafone Italia dal punto di vista della dotazione frequenziale non crea problemi di concorrenza, perché non riduce il numero di quattro operatori infrastrutturati che sono presenti sul mercato e che stanno sviluppando reti proprietarie 5G (oltre al nuovo operatore, Tim, WindTre e Iliad). Né si rileva il rischio di concentrazione sul fronte della tecnologia FWA. Ma i concorrenti di Fastweb e Vodafone Italia non la pensano così.  

Il quadro attuale dello spettro in Italia

L’allocazione dello spettro radio in Italia post-merger Fastweb-Vodafone Italia emerge con chiarezza dall’indagine approfondita in Fase II che l’AGCM (Autorità Garante per la Concorrenza nel Mercato) ha avviato sull’operazione di acquisizione di Vodafone Italia da parte di Swisscom, casa madre di Fastweb. La premessa è che l’Autorità non ha nulla da ridire sulla fusione delle rispettive dotazioni frequenziali sul fronte della concorrenza nel mercato dei servizi di accesso all’ingrosso di rete mobile, anche se gli operatori hanno presentato diversi rilievi tutti rispediti al mittente.

Fastweb-Vodafone, i rilievi di Tim: ‘Super dotazione frequenziale’

Secondo Tim, particolare preoccupazione per la “super dotazione frequenziale che si viene a creare in capo alla nuova FW nelle bande 3.4 – 3.8 Ghz e 26 Ghz”, la quale deve essere valutata alla luce dell’integrazione verticale del nuovo operatore, considerata l’intenzione di FW – di cui dà conto la delibera Agcom n. 114/24/ CONS – di “dispiegare infrastrutture FWA proprietarie in tecnologia 5G utilizzando la propria dotazione spettrale a 26Ghz e 3.5 Ghz”. Inoltre, è da considerare che la maggior dotazione frequenziale ha un impatto diretto sulla copertura radio del territorio nazionale e quindi sulla qualità dell’offerta ai clienti finali: di conseguenza, ad avviso di TIM “lasciare immutata la situazione che si avrebbe post-concentrazione equivale ad accordare un vantaggio concorrenziale al nuovo soggetto, già di per sé forte, a danno dei concorrenti”.

Sulla stessa linea Iliad, mentre WindTre su questo punto non pone rilievi particolari.   

L’Antitrust respinge i rilievi

 L’Antitrust smonta le critiche degli operatori argomentando che dopo l’operazione, saranno nella dotazione di Fastweb-Vodafone 300 Mhz totali, di cui 120 Mhz nella banda per la realizzazione del 5G più pregiata 3.4 – 3.8 Ghz. “In tale banda anche WindTre dispone di una equivalente dotazione di 120 Mhz, mentre più ridotte sono quelle di TIM (100 Mhz), e soprattutto, di Iliad (20 Mhz)”, si legge nel documento dell’Autorità.

“Al riguardo, si evidenzia che la dotazione di WindTre, allo stato, raggiunge i 120 Mhz se si tiene conto del blocco di 40 Mhz che FW mette in condivisione nell’ambito dell’accordo Slice, che tuttavia non sarebbero più nella disponibilità di WindTre in caso di risoluzione del menzionato accordo, portando a 80 Mhz la dotazione dell’operatore, nonché del blocco di 20 Mhz portato in dote da Iliad, in condivisione nelle sole aree Zefiro (quindi non in tutto il territorio nazionale)”, si legge.   

Ma il consolidamento s’ha da fare o no?     

C’è da dire, in conclusione, che il dogma del quarto operatore sposato da anni dall’Antitrust Ue resterebbe così intatto in Italia anche dopo il merger di Fastweb e Vodafone Italia. Vedremo se in futuro, con la nuova Commissione Ue, il consolidamento avrà vita più facile anche a livello nazionale.  

Resta da capire la posizione degli operatori, che nel fisso come nel mobile da un lato chiedono regole più semplici per favorire gli investimenti e il consolidamento, ma nei fatti poi sono alquanto critici rispetto ad operazioni che rafforzano la concorrenza tramite fusioni.  

Leggi anche: Fastweb-Vodafone, per l’Antitrust rischio posizione dominante nel mercato del fisso. Faro sull’FTTH

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Wind Tre rileva il 100% di OpNet e si rafforza nell’FWA e nel 5G. Parte il consolidamento?

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Qualità della rete 4G e 5G, Vodafone miglior operatore in Italia per Altroconsumo

Vodafone si conferma ancora una volta come miglior operatore di rete mobile 4G e 5G in Italia secondo la classifica stilata da Altroconsumo, la più grande organizzazione indipendente di consumatori in Italia.

  • La classifica sulla qualità della rete mobile in Italia di Altroconsumo è il risultato del monitoraggio delle reti degli operatori di telefonia mobile condotto, da luglio 2023 a giugno 2024, tramite l’app CheBanda con la quale gli utenti possono misurare la qualità della rete mobile del proprio operatore condividendo con Altroconsumo l’informazione.
  • Vodafone raggiunge quota 63.842 punti, staccando di oltre 20.000 gli altri operatori un punteggio che testimonia l’esperienza di utilizzo concreta degli utenti e che combina la velocità di download e di upload alla qualità del servizio
  • Vodafone risulta ancora in testa per quanto riguarda la velocità di trasmissione per scaricare dati su smartphone (download) e per inviarli (upload) . Con 70,1 Mbps per il download e 14.8 Mbps per upload Vodafone migliora ulteriormente le performance rispetto all’anno scorso.
  • Qualità del servizio: Vodafone ottiene il miglior punteggio nella qualità di navigazione internet e di visione in streaming.
  • Velocita di trasmissione dati in 5G: Anche per quanto riguarda la navigazione in 5G Vodafone è in testa con una velocità di download di circa 193 Mbps.

Clicca qui link per leggere la notizia pubblicata da Altroconsumo

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Nokia cerca un nuovo Ceo per rilanciare le vendite in calo

Nokia è alla ricerca di un nuovo amministratore delegato. La casa finlandese, uno dei più grandi produttori di apparecchiature per telecomunicazioni al mondo, è in difficoltà e da tempo sta lottando contro la stagnazione delle vendite e un prezzo delle azioni depresso. Secondo quanto riferisce il Financial Times, il gruppo ha contattato i candidati per sostituire l’attuale Ceo Pekka Lundmark al timone. La ricerca è in corso e almeno un cacciatore di teste è stato nominato per gestire il processo. Il gruppo è stato una delle grandi storie di successo della tecnologia europea quando è diventato il principale produttore mondiale di telefoni cellulari negli anni ’90 e 2000.

Ma da allora il declino è stato inarrestabile.

Nokia fuori dai cellulari dal 2013

Nokia è uscita nel 2013 dal business dei cellulari, ceduto a Microsoft, e si è reinventata come produttore di apparecchiature di rete per il settore delle Tlc. La mossa per sostituire Lundmark, al timone dal 2020, arriva dopo che l’azienda è ormai stata superata da rivali come la cinese Huawei e la svedese Ericsson nei primi anni del passaggio alle reti 5G. Nonostante diverse razionalizzazioni, i ricavi oggi sono inferiori rispetto al 2016, dopo l’acquisizione di Alcatel-Lucent per 15,6 miliardi di euro. Questo anche se Huawei è stata esclusa da alcuni mercati occidentali a seguito di preoccupazioni sulla sicurezza guidate dagli Stati Uniti.

“L’attuale Ceo non ha ancora affrontato il problema della crescita. Il fatturato non è aumentato dall’acquisizione di Alcatel-Lucent”, lamenta un azionista. Nokia starebbe anche cercando un nuovo presidente, dato che Sari Baldauf, una stretta alleata di Lundmark, compirà 70 anni l’anno prossimo. Sono stati contattati degli outsider e non ci si aspetta che il nuovo presidente provenga dall’attuale consiglio.

5G a rilento

Il gruppo finlandese ha lottato negli ultimi anni per adeguarsi al rallentamento della degli operatori nel passaggio alle reti 5G. Lundmark ha annunciato fino a 14mila tagli di posti di lavoro lo scorso ottobre, equivalenti al 16% della forza lavoro, mentre Nokia cercava di tagliare i costi. Solo due mesi dopo, la rivale Ericsson si è assicurata un contratto di alto profilo con la statunitense AT&T che potrebbe valere fino a 14 miliardi di dollari.

Fatturato in calo del 18% a nel secondo trimestre

A luglio Nokia ha riportato un calo del 18% delle vendite e un calo del 32% dell’utile operativo nel secondo trimestre. All’epoca Lundmark disse che la sua performance finanziaria “continuava a essere influenzata dalla debolezza del mercato in corso”, ma che Nokia si aspettava una “accelerazione significativa” nella crescita delle vendite nella seconda metà dell’anno. Lundmark è un veterano di Nokia. Iniziò nel gruppo nel 1990 come account manager durante il periodo in cui la società finlandese divenne il più grande produttore di telefoni cellulari al mondo. Se ne andò nel 2000, quando la capitalizzazione di mercato di Nokia era vicina al suo picco storico di circa 300 miliardi di euro. In seguito trascorse quasi due decenni come amministratore delegato per società finlandesi come l’utility Fortum e Konecranes. Da quando Lundmark è tornato in Nokia come amministratore delegato nell’agosto 2020, il prezzo delle azioni della società è sceso del 7%, portando la capitalizzazione di mercato a 21,2 miliardi di euro giovedì.

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Consolidamento, spettro e 5G: il ruolo delle Tlc nel rapporto Draghi

L’Europa è indietro nello sviluppo delle nuove reti in fibra e 5G e per non perdere a priori la battaglia globale è necessario snellire e rendere più semplice la realizzazione di un mercato unico digitale, che per il momento non c’è ancora in Europa. La parola “telecoms” è presente 12 volte nel report di Mario Draghi sulla competitività. La parola “5G” è citata soltanto due volte e la parola “fibra” soltanto una volta.

Tlc fra i 10 settori strategici per lo sviluppo dell’AI

La prima volta, in relazione all’Intelligenza Artificiale. Le Tlc sono fra i 10 settori strategici che trarranno i maggiori benefici dall’introduzione massiva dell’Intelligenza Artificiale.

Gli altri sono l’Automotive, il Manufacturing avanzato e la robotica, l’Energia, l’Agricoltura, l’Aerospazio, la Difesa, le Previsioni ambientali, il Farmaceutico e l’Healthcare.

Spingere il consolidamento

Il secondo punto in cui si parla di Tlc è in rapporto al consolidamento, un processo che secondo il rapporto Draghi è necessario nella Ue per garantire livelli di investimento in connettività più elevati.

“Per incoraggiare il consolidamento, il rapporto raccomanda di definire i mercati delle telecomunicazioni a livello UE, anziché a livello di Stato membro, e di aumentare il peso degli impegni di innovazione e investimento nelle norme UE per l’autorizzazione delle fusioni. La regolamentazione ex ante a livello nazionale dovrebbe essere ridotta a favore dell’applicazione ex post della concorrenza nei casi di abuso di posizione dominante”, si legge nel documento.

Armonizzare le licenze di spettro radio

“Si propone inoltre di armonizzare le norme e i processi di licenza dello spettro a livello UE e di orchestrare le caratteristiche di progettazione delle aste a livello UE per contribuire a creare scala”, si legge nel report.

“Per le telecomunicazioni, si raccomanda di rafforzare le considerazioni sulla sicurezza nell’approvvigionamento tecnologico favorendo l’uso di fornitori di fiducia dell’UE per l’assegnazione dello spettro in tutte le future gare d’appalto e promuovendo i fornitori di apparecchiature per le telecomunicazioni con sede nell’UE come strategici nei negoziati commerciali”.

Un organismo comune per l’Edge computing come con il roaming

“Per garantire che gli operatori UE rimangano all’avanguardia nei nuovi sviluppi tecnologici, si raccomanda di istituire un organismo a livello UE con partecipazione pubblico-privata per sviluppare standard tecnici omogenei per l’implementazione di API di rete e edge computing, come è stato il caso del roaming negli anni ’90”, si legge.

Le grandi piattaforme contribuiscano al finanziamento delle reti

“Per aumentare la capacità degli operatori dell’UE di investire in queste tecnologie, si raccomanda di sostenere la condivisione degli investimenti commerciali tra i proprietari di reti e le grandi piattaforme online che utilizzano le reti dati dell’UE in misura massiccia ma non contribuiscono al loro finanziamento”, si legge nel report, anche se non si precisa come.

Spettro, vendor Ue strategici nelle prossime aste

Per quanto riguarda la dipendenza tecnologica della Ue da Cina e Usa, “nel settore Tlc è meno grave che in altri settori – si legge nel report – I vendor Ue di apparecchiature Tlc sono ben posizionati” e che nelle aste future per lo spettro vanno “favoriti i vendor fidati e di proporre gli operatori come strategici”.   

Per approfondire:

The future of European competitiveness

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5G, spesa globale per le private network a 3,5 miliardi di dollari nel 2027

Il mercato globale delle private network 5G è visto in crescita costante nei prossimi anni. Secondo stime di ResearchAndMarkets.com gli investimenti cresceranno ad una media annua del 42% nel periodo 2024-2027 per raggiungere quota 3,5 miliardi di dollari fra tre anni.

Le reti private 5G sono state identificate come fattori chiave per migliorare l’efficienza operativa in vari settori verticali. Si prevedono in questo senso notevoli guadagni di produttività ed efficienza a seguito dell’implementazione di reti 5G private da una moltitudine di settori. Ad esempio, i processi di produzione hanno segnalato miglioramenti di produttività ed efficienza dal 20 al 90%. Allo stesso tempo, strutture come i terminal intermodali hanno osservato riduzioni dei costi fino al 40%.

L’avanzamento della tecnologia 5G

Il prossimo passo evolutivo nella tecnologia 5G, noto come 5G Advanced, è in fase di sperimentazione su reti private per ottenere efficienze ancora maggiori. Si prevede che le funzionalità avanzate di questa tecnologia aiuteranno le industrie ad affrontare scenari di controllo complessi e sensibili al fattore tempo e ad attenuare i potenziali tempi di inattività operativi.

Affrontare le sfide geopolitiche

Alle prese con le tensioni commerciali globali e le restrizioni sui fornitori di apparecchiature per le telecomunicazioni, le reti 5G private vengono sempre più sfruttate per valutare le soluzioni e i sistemi di infrastruttura di rete prodotti a livello nazionale. Questi ambienti di test controllati consentono una valutazione approfondita prima di potenziali implementazioni su larga scala o cambi di fornitore, garantendo una transizione sicura e ininterrotta alla tecnologia 5G.

La liberalizzazione dello spettro alimenta la crescita

Le iniziative di liberalizzazione dello spettro, in particolare le licenze per lo spettro condiviso e locale, sono state determinanti nell’accelerare l’adozione di reti 5G private. Gli enti normativi di diverse nazioni stanno concedendo l’accesso allo spettro condiviso e locale, potenziando così diverse applicazioni industriali.

Il predominio continuo degli operatori mobili

Nonostante l’emergere di provider di reti specializzati e nuovi modelli di licenza dello spettro, gli operatori di telefonia mobile nazionali mantengono una quota di mercato significativa, sostenuta dalle loro vaste partecipazioni in spettro concesso in licenza e dalla competenza cellulare. Il loro coinvolgimento in un’ampia gamma di progetti 5G privati ​​sottolinea la rilevanza duratura di questi attori affermati all’interno del settore in rapida crescita.

Uno sguardo al futuro

La traiettoria di crescita delle reti 5G private appare solida, con il mercato sul punto di espandersi in una gamma di verticali nuovi ed esistenti che cercano soluzioni di connettività avanzate. La natura lungimirante della tecnologia di rete 5G privata la posiziona per svolgere un ruolo critico nel prossimo decennio di progresso industriale e applicazioni mission-critical.

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