PNRR Emilia-Romagna, le novità su cyber resilienza e fascicolo del cittadino

Nel mese di marzo si segnalano le seguenti novità e attività nell’ambito del PNRR: è stato pubblicato da ACN l’Avviso n. 8/2024 dedicato alle Pubbliche Amministrazioni, con l’obiettivo di rafforzare le infrastrutture e i servizi digitali italiani, e migliorare le competenze specialistiche necessarie a garantire adeguati livelli di cyber resilienza.

La dotazione complessiva è di 50M€ e ogni progetto presentato è finanziabile per un massimo di 1,5M€, i soggetti ammessi sono consultabili nella pagina di pubblicazione dell’avviso sul sito di ACN, mentre il 25 marzo scorso è scaduto il termine per la presentazione dei progetti.

Si segnala inoltre che AgID ha pubblicato, in accordo con il DTD, il Piano Triennale per l’Informatica nella PA 2024-2026 che costituisce il documento di programmazione strategica per la Pubblica Amministrazione.

Come ulteriore attività in corso, su manifestazione di interesse da parte di alcuni Enti per l’istituzione

di un servizio di backup immutabile, è stato pubblicato un form di ricognizione condiviso con i partecipanti al tavolo tecnico e disponibile a questo link https://forms.gle/8sx9Xsuy5CSWV75P9.  

Parallelamente è stata definita con il DTD, in ambito misura 1.4.1 Fascicolo del Cittadino, una strategia di proroghe e un percorso di asseveramento condiviso al fine di poter schedulare per ogni finestra di asseveramento 10 Enti al mese a partire da giugno 2024.

Si ricorda che gli incontri di norma si tengono ogni venerdì dalle ore 11:30 alle 12:20, da remoto, collegandosi all’indirizzo incontripnrr.lepida.it; eventuali modifiche agli orari verranno comunicate con opportuno anticipo.

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Rinuncia alla maternità, priorità per il 21% delle donne

Truenumbers è l’appuntamento quotidiano con la rubrica curata dal portale www.truenumbers.it, il più importante sito editoriale di Data Journalism in Italia, fondato da Marco Cobianchi. Una rubrica utile per saperne di più, per approfondire, per soddisfare ogni curiosità, ma sempre con la precisione che solo i numeri sanno dare. Per leggere tutti gli articoli della rubrica Truenumbers su Key4biz clicca qui.

La famiglia del futuro è senza figli, -34,3% di nascite dal 2008

Tra una generazione le cosiddette coppie no kids (senza figli per scelta) saranno il tipo di famiglia più diffusa in Italia. Un esito tanto scontato, quanto sconcertante. Scontato perché il processo di denatalità in Italia sembrerebbe ormai inarrestabile, sconcertante perché il senso comune porta a considerare una famiglia come un nucleo, più o meno nutrito, di individui uniti da rapporti di parentela: fratelli, cugini, nonni e non formato unicamente da due individui. Vediamo i numeri: il calo delle nascite in Italia continua senza sosta dal 2008. In quest’anno si erano verificate 577mila nascite, mentre nel 2023 i nuovi nati sono stati 379mila, una diminuzione del 34,3%.

Denatalità delle famiglie straniere, 5mila nuovi nati in meno nel 2023

Difficile che il fenomeno della rinuncia alla genitorialità si arresti, anche perché la riduzione della natalità riguarda indistintamente i nuovi nati di cittadinanza italiana e straniera. I nuovi nati da famiglie straniere (il 13,3% sul totale dei neonati del 2023) sono 50mila nel 2023, l’anno prima erano 3mila in più. Un calo continuo che porta a individuare con certezza l’anno in cui le famiglie senza figli saranno più numerose di quelle con figli: è il 2045. Meno del lasso di tempo che passa tra una generazione e l’altra (25 anni).

La composizione della famiglia italiana, i single sono il nucleo più diffuso

Oggi le famiglie con figli sono 8,3 milioni, tra 20 anni saranno 6,4 milioni, una diminuzione del 23%. Nel grafico in apertura la composizione attuale delle famiglie italiane, la tipologia di nucleo più diffuso è quello formato da una sola persona, le famiglie con almeno un figlio sono infatti già al secondo posto, il sorpasso dei single sulle famiglie con figli è avvenuto nel 2021.

Rinuncia alla maternità, altamente probabile per 1 donna su 2

Il 21% delle donne tra i 18 e i 34 anni “non desidera avere figli nella vita”. Una decisione prioritaria che non ha nulla a che vedere con l’instabilità economica, bensì frutto di un progetto di vita che non prevede la genitorialità ma privilegia il raggiungimento di altri obiettivi. E’ quello che emerge da un’indagine dell’Istituto Toniolo, intitolata “Sempre meno figli: è davvero una scelta?”. L’indagine riporta anche che il 29% delle intervistate (il campione è composto da settemila donne) è “debolmente interessata” alla maternità. In sintesi, una donna su due prevede di non avere figli. Un cambio di mentalità o una reazione all’instabilità?

Le ragioni alla base della rinuncia alla maternità

Secondo l’Istituto Tognolo, oltre a un cambio di mentalità e a meno pressioni sociali legate alla maternità e alla paternità, alla base della decisione di non avere figli ci sarebbe in ogni caso l’effetto dell’insicurezza. Prima di tutto di natura economica, oltre il 43% degli under 35 percepisce uno stipendio mensile inferiore ai 1.000 euro, mentre il 32,7% si colloca nella fascia immediatamente superiore, compresa tra 1.000 e 1.500 euro. Questo porta i giovani italiani ad andare a vivere da soli in media a 30 anni, la media europea è di 26,4 anni. Vi sono poi dei fattori esclusivamente femminili, come la scelta tra carriera e famiglia: in Italia 1 donna su 5 dopo il parto lascia il lavoro. Non solo problemi di reddito e parità di genere, alla base della crisi della volontà di diventare genitori incide anche l’ansia per il cambiamento climatico e il timore di nuove guerre.

L’impatto della denatalità sul sistema pensionistico

La diminuzione della natalità e l’invecchiamento della popolazione contribuiscono al costante deterioramento di un indicatore cruciale: il “tasso standardizzato di pensionamento”. Nel 2018 c’erano 259 pensionati ogni mille abitanti in Italia; nel 2019 sono diventati 260; nel 2020 sono scesi a 263 e nel 2021 a 267. Questo significa che entro pochi decenni in Italia potrebbero esserci più pensionati che lavoratori, un sorpasso che al Sud è già avvenuto. Infatti nel Mezzogiorno le pensioni pagate ai cittadini nel 2022 sono state 7,2 milioni, a fronte di 6,1 milioni di impiegati. Di questo passo il sistema pensionistico è destinato ad implodere. Come per il sorpasso delle famiglie senza figli anche per l’anno zero delle pensioni c’è una data, è il 2039 l’anno in cui gli over 64 sorpasseranno gli under 35.

Ultimo aggiornamento: aprile 2024
Fonte: Istat; Eurostat; Istituto Tognolo

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5G&Co. Sfide infrastrutturali ed opportunità dalle reti terrestri e satellitari

In gran parte dei principali mercati mondiali si sta progressivamente adottando la rete 5G. Una connettività di nuova generazione tramite rete terrestre che soffre tuttavia della necessità dell’installazione di antenne, la cui assenza può lasciare intere aree geografiche prive di connettività. Associando la tecnologia 5G ai satelliti di telecomunicazioni, questo problema può essere risolto: la connettività mobile sarà ampiamente diffusa e permetterà di avere accesso alla rete 5G ovunque sulla Terra, completando così la copertura delle reti terrestri esistenti. Le cosiddette aree bianche, non coperte dalle reti cellulari terrestri, disporranno di una rete cellulare efficace, senza limitazioni. Le aree geografiche impervie, le foreste, i mari e le montagne potranno beneficiare di questa connessione 5G. In queste zone i satelliti non offriranno lo stesso livello di performance delle reti di antenne ma garantiranno un servizio di comunicazione mobile soddisfacente.

Su questi temi sono intervenuti al “5G & Co. 2024. Everything is Connected”, la conferenza internazionale di riferimento del mondo delle telecomunicazioni organizzata dal CNIT (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni) al Palazzo delle Esposizioni di Roma, Marco Brancati, Chief Technology & Innovation Officer di Telespazio, Domenico Dichiarante, Head of Operational Marketing di Open Fiber, e Leonardo Mazzini, CTO di Thales Alenia Spaces.

La fibra ottica è l’elemento centrale per le telecomunicazioni wireless e per tutte quelle infrastrutture operative che hanno bisogno di connettività. “La costruzione dell’autostrada digitale in fibra ottica ha un grande valore socio-economico: non mira solo ad abbattere il digital divide nel Paese, ma contribuisce anche alla decarbonizzazione digitale, con un risparmio di energia di circa il 60% rispetto alle reti in rame”, ha spiegato nel suo intervento Domenico Dichiarante, Head of Operational Marketing di Open Fiber.

Tra le sfide che ci aspettano c’è il WIFi7: “L’infrastruttura è il fattore abilitante per far dialogare oggetti e persone. Sul mercato vince la tecnologia che può dare il miglior valore aggiunto al cliente finale, comprese aziende e PA. In questo mondo c’è una fibra che consente di portare connettività ad antenne case e industrie. La connettività indoor si traduce con tecnologia WIFi – ha spiegato Dichiarante – e l’avvento della settima generazione migliora la velocità e migliora le applicazioni in ambito aziendale e industriale. Una delle applicazioni 5G come le private network, troveranno nel WIFi7 una tecnologia a basso costo che garantisce velocità notevole, minor latenza e gestione di più device. Caratteristiche che vanno incontro a molte esigenze industriali. Una tecnologia che potrebbe diventare un vero competitor per il 5G, almeno per quel che riguarda la connettività interna agli edifici. Non c’è una tecnologia che vincerà su tutto. La fibra è l’infrastruttura centrale, ma a seconda delle applicazioni ci sarà spazio per diverse soluzioni di connettività”.

Negli ultimi anni lo spazio ha acquisito molta rilevanza, ha detto Leonardo Mazzini, CTO di Thales Alenia Spaces. “Abbiamo un approccio cooperativo con gli operatori terrestri per il 5G. Nell’approccio scelto da Starlink si utilizzano le frequenze degli operatori terrestri, come in Canada, USA e Giappone, con accordi di collaborazione su frequenze allocate nelle reti terrestri. Nel caso cooperativo parliamo di Non Terrestrial Network, o NTN, nell’altro caso, invece, di approccio business oriented, tipo quello di Space X per intenderci”, ha precisato Mazzini.

Le NTN rispondono ad uno standard 3GPP e abbiamo collaborato per l’allocazione delle bande e standardizzare a livello internazionale tutto l’ecosistema per la parte spaziale. Sono stati fatti degli studi e sulla base di questo è nata la proposta Iris 2. Il satellite nel 5G e nelle telecomunicazioni in generale può dare molto. Sicuramente il supporto agli utenti mobili, tra cui aerei navi e droni. Senza dimenticare che in termini generali, in caso di perdita del network terrestre – ha aggiunto il CTO di Thales Alenia Spaces – il satellite è un valido alleato per la fornitura di connettività. Senza dimenticare la copertura globale che il satellite può assicurare, anche e soprattutto per le zone remote, più difficilmente raggiungibili dagli operatori terrestri”.

Il satellite negli ultimi 10 anni si è integrato con i servizi di connettività globale, ha ricordato Marco Brancati, Chief Technology & Innovation Officer di Telespazio: “Ha perso la sua specificità a favore di un nuovo ruolo di fornitura servizi, già con il 4G. Oggi, invece, con il 5G, grazie alle costellazioni in orbita bassa, si può dar seguito ad uno slicing, con il satellite che diventa un nodo specifico di una rete globale, con i punti di aggancio tra rete satellitare e terrestre che di fatto diventano i punti dove fare l’edge”.

L’ESA ha finanziato la prima parte del progetto, che prevede la realizzazione di una costellazione di satelliti lunari, con l’obiettivo di fornire connettività agli utenti che un giorno lavoreranno sul nostro satellite naturale, come lander e robot che saranno impiegati in varie attività estrattive, esplorative e produttive. Un giorno probabilmente – ha concluso Brancati – serviranno anche agli esseri umani che saranno inviati nuovamente sulla Luna. Ogni attività prevede una connessione per attivare le macchine che autonomamente provvederanno a portare avanti diverse attività. Telespazio coordinerà il progetto, per fare in modo che questi investimenti arrivino a risultato”.

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5G&Co. Buglisi (Hightel Towers): “5G contribuirà a ridurre gli sprechi anche di cibo ed acqua”

Le telecomunicazioni senza fili sono fattori abilitanti lo sviluppo culturale ed economico di individui, comunità, imprese e comunità. Fondamentale è guidare lo sviluppo sostenibile di queste tecnologie, fornendo le basi affinché la comunicazione senza fili diventi possibile per chiunque, con il minor impatto ambientale possibile e alle migliori performance possibili.

Alla 6° edizione del 5G Italy, la conferenza internazionale di riferimento del mondo delle telecomunicazioni organizzata dal CNIT (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni), dal titolo “5G & Co. 2024. Everything is Connected”, è intervenuto su queste tematiche Gaetano Buglisi, Chairman, Hightel Towers.

Come Hightel Tower ci occupiamo di rinnovabili, agricoltura biologica e circa 10 anni fa abbiamo avviato alcuni progetti di conservazione forestale, come in Amazzoni, in partnership con il Governo locale, per preservare l’ambiente e riforestare il territorio. C’è grande correlazione tra 5G e sostenibilità ambientale. L’aumento della velocità del segnale contribuirà soprattutto al miglioramento della sostenibilità ambientale ed energetica”, ha spiegato Buglisi.

Il consumo di un impianto 5G confrontato con uno 4G è del 50%, si risparmia in sostanza almeno la metà dell’energia necessaria. In termini generali, tutti i parametri attuali ci dicono che avremo un risparmio energetico di almeno 5 volte rispetto ai consumi attuali. In parallelo – ha aggiunto il Chairman di Hightel Towers – oltre a questa efficienza tecnica, dal punto di vista dei vantaggi, otterremo efficienze enormi, a lavoro, ad esempio, con il telelavoro, con notevole risparmio in termini di consumi ed emissioni inquinanti”.

Stiamo sperimentando in agricoltura la sensoristica, nel risparmio idrico e dell’energia elettrica, compreso l’approvvigionamento di acqua. Sensoristica e 5G migliorano gli impianti di irrigazione e di controllo della sensoristica e della qualità della terra stessa. In diversi sperimenti abbiamo applicato il 5G nella pedemontana veneta – ha specificato Buglisi – in uno studio su come questa tecnologia può migliorare l’informazione al conducente del veicolo e al gestore, ad esempio sul meteo o le condizioni ambientali in generale. La nuova rete mobile veloce contribuirà a ridurre gli sprechi di cibo e acqua, combinando sensoristica e IoT”.

Stiamo, infine, implementando la sperimentazione con nuove idee che arrivano anche dai progetti in strutture ospedaliere – ha concluso il Chairman della società romana – dove stiamo elaborando applicazioni 5G per la telemedicina e le apparecchiature da indossare. Tutto questo deve andare di pari passo con l’implementazione della nuova rete, che contribuisce alla riduzione dei consumi e quindi all’accelerazione verso il raggiungimento degli obiettivi climatici al 2050”.

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5G&Co. Brando Benifei (PD European Parliament): “L’AI Act mette per la prima volta ordine in uno scenario complesso” 

“L’AI Act è il primo regolamento del genere che davvero mette ordine in uno scenario complicato, facendo chiarezza sui rischi e benefici dell’intelligenza artificiale. L’obiettivo è mettere in file vari aspetti dell’applicabilità odierna, raggiungendo certezza giuridica, da qui ai prossimi due anni, quando cioè la norma dovrà essere recepita. Lavoriamo con enti e organizzazione per accompagnare le aziende ad essere compliance. Il che non è sempre facile”. Lo ha detto Brando Benifei, Head of Delegation del Partito Democratico, European Parliament durante un intervento a “5G&Co. – Everything is connected”, la conferenza internazionale promossa dal CNIT e in corso a Roma al Palazzo delle Esposizioni.

“Un tema importante è la riconoscibilità dei contenuti creati con l’IA, attraverso un sistema standard di watermark. Serve maggiore fiducia anche verso il pubblico, un obiettivo che è possibile raggiungere solo lavorando di concerto, contrastando le discriminazioni e vietando gli usi vietati dalla tecnologia”. Il riferimento è alle telecamere biometriche in tempo reale, se non per casistiche limitate, alla giustizia predittiva e alla profilazione dei comportamenti. Ma non serve solo censurare, anche favorire la nascita di nuove realtà, come le startup. “Cerchiamo di realizzare un mercato che agevoli anche i nuovi modelli di business, ossia che non ostacoli l’innovazione e la concorrenza. L’AI Act guarda a tutto ciò che lo circonda, anche al 5G, che porterà ad una nuova fase della concorrenza digitale in Europa”.

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5G&Co. IA, una rivoluzione “ragionata” per il potere giudiziale

Uno dei ruoli che più di altri può essere influenzato, in maniera ottimale, dall’IA riguarda il processo giudiziale. Come può andare una causa? Quali probabilità ci sono che un evento sia favorevole o meno? Le tecnologie di IA, con il loro potere predittivo, potrebbero essere utilizzate per rendere meno indipendente la valenza di un giudice. “L’IA può portare sicuramente un beneficio nel processo decisionale, nello specifico se si parla di efficienza. La Francia è il primo paese che si è espresso a favore dell’indipendenza di un giudice e quindi della non utilità di un’IA che possa prevedere lo svolgimento di un caso” sono le parole di Giovanna De Minico, Professoressa, Università degli Studi di Napoli Federico II, intervenuta alla conferenza. In sintesi, nella fase finale, l’intelligenza artificiale non dovrebbe entrare. “Va inserita per dare aiuto, ma non deve sostituire il giudice”.

“I diritti fondamentali sono ben protetti solo se il potere giudiziale è neutrale. Ma se i processi sono lenti la giustizia perde valore”. La sensazione, sia nel mondo del processo giudiziale che in quello generalista, è che ci sia un nuovo attore con cui a che fare. Così la pensa Roberto Basili, ex member of the Management Committees, Italian Association for Artificial Intelligence: “Noi umani siamo abbastanza resistenti nell’accettare qualcosa di diverso dal mondo naturale. Ma un uso etico dell’IA implica innanzitutto la chiarezza su cui l’intelligenza artificiale si basa, quello che fa e ciò a cui punta. Serve un nuovo meccanismo di relazione. Siamo dinanzi ad una tecnologia che creerà nuovi competitor per le nostre competenze. È uno switch prima culturale e poi organizzativo”.

“Ovviamente, l’IA contribuirà allo sviluppo perché produrrà contenuti di alto valore che le reti potranno utilizzare. La vera sfida è rendere le infrastrutture capienti. Chat GPT funziona bene perché ha letto molteplici conversazioni. Dobbiamo accettare il fatto che queste macchine sanno molte cose”.

Sulla stessa falsariga Nello Luzi, Telco & Media Executive Director, Engineering Group, quando afferma che: “L’IA trova applicazione nel 5G. In futuro vedremo molte applicazioni in cui 5G e IA si combineranno per creare nuovi modelli di business. Engineering ha un approccio molto attento, il tema è sempre sulla base di conoscenza delle applicazioni. Abbiamo un settore specifico di studio sulla tecnologia generativa, avendo anche realizzato un nostro Large Language Model (LLM), un’applicazione molto simile a ChatGPT, ideata su esigenze specifiche dei nostri clienti”.

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5G&Co. Nuove tecnologie e protezione dei dati personali, l’intervento di Ginevra Cerrina Feroni (Garante Privacy)

Un’estensione esponenziale dell’Internet of Things e l’interconnessione di tutti gli oggetti saranno sempre più una realtà quotidiana nei prossimi anni e l’avvento del 5G non farà altro che accelerare questo trend. Un trend che porta con sé, implicitamente, il rischio di sempre maggiori rischi per la riservatezza dei dati personali.

Alla 6° edizione del 5G Italy, la conferenza internazionale di riferimento del mondo delle telecomunicazioni organizzata dal CNIT (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni), dal titolo “5G & Co. 2024. Everything is Connected”, che si è svolto al palazzo delle Esposizioni di Roma, è intervenuta Ginevra Cerrina Feroni, Vice presidente del Garante per la Protezione dei Dati Personali.

“Tramite la rete 5G si abilitano le nuove soluzioni IoT e IA, ma si apre anche il tema della governance dei dati. Governare questa enorme massa di dati e informazioni sarà una sfida non banale, perché dovrà avvenire nel rispetto della tutela dei dati personali. A riguardo, abbiamo bisogno di razionalizzazione, semplificazione e chiarezza. Gli assetti regolatori sono due: il Data Act e il Data Governance Act, che sono già in vigore”, ha spiegato Ginevra Cerrina Feroni.

Normative complesse e ancora tutte da metabolizzare. Il Data Act mira ad eliminare le barriere che ostacolano l’accesso ai dati generati dalle macchine. Il Data governance act è invece uno strumento intersettoriale, che mira a regolamentare il riutilizzo dei dati pubblici e protetti, potenziando la condivisione degli stessi attraverso la regolamentazione dei nuovi intermediari e incoraggiandone la condivisione per scopi generali. Parliamo sia di dati personali sia di quelli non personali. Obiettivo generale – ha sottolineato Cerrina Feroni – è mettere a disposizione di amministrazioni pubbliche e imprese flussi di dati di qualità. Nel complesso si vuole arrivare a sviluppare nuovi servizi da offrire sul mercato. Molto difficile stabilire la differenza tra dato personale e dato generico”.

Un problema di competenze anche, ha precisato la Vice presidente del Garante Privacy: “Si ragiona da tempo se l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali si debba occupare solo dei primi e non dei secondi. Altro rilevante pilastro è l’infrastruttura. Problemi ulteriori si riscontrano nel coordinamento tra tutte queste normative che stanno entrando in vigore, compreso il nuovo testo sull’AI, e la protezione dei dati. Sotto il profilo terminologico sarà invece un problema capire cosa significa titolarità del dato o utenti del dato, cioè se queste terminologie rispecchino gli stessi soggetti sia nelle normative europee sia in quella della protezione dei dati. Per la governance, infine, l’Unione europea ha fatto delle ‘non scelte’, sia sul Dga che l’AI Act, lasciando la libertà ai singoli di Stati di scegliere le autorità competenti. Si dovranno trovare delle modalità di lavoro e coordinamento. Le Autorità dovranno trovare delle linee guida di base”.

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5G.&Co. Sorrenti (CIO Dipartimento per la Trasformazione Digitale): “Tra il 10 e il 15 giugno ci sarà il roadshow a Roma del FSE”

“Da qui a qualche mese avremo tre eventi sul territorio nazionale per capire lo screening e l’attuazione dell’FSE. Ci sono delle regioni individuate come beta tester della soluzione, che ci stanno già restituendo ottimi risultati. Non c’è medicina smart senza banda larga e non ci può essere banda larga senza servizi in grado di sfruttarla. È chiaro quindi che i due contesti sono strettamente collegati e interdipendenti”. L’ha detto al ”5G&Co. – Everything is connected”, la Conferenza internazionale promossa dal CNIT e in corso a Roma al Palazzo delle Esposizioni” Serafino Sorrenti, Chief Innovation Officer, Dipartimento per la Trasformazione Digitale, Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Una volta abilitato, l’FSE permetterà di accedere ai propri dati sanitari, le terapie in corso, le agevolazioni: “Una vera rivoluzione anche perché renderà più lineare il processo e il flusso tra le Regioni.

Manca poco e il Fascicolo Sanitario Elettronico diventerà realtà. L’anteprima arriva durante “5G&Co. – Everything is connected”, la Conferenza internazionale promossa dal CNIT e in corso a Roma al Palazzo delle Esposizioni” nelle parole di Serafino Sorrenti, Chief Innovation Officer, Dipartimento per la Trasformazione Digitale, Presidenza del Consiglio dei Ministri. “Da qui a qualche mese avremo tre eventi sul territorio nazionale per capire lo screening e l’attuazione dell’FSE. Ci sono delle regioni individuate come beta tester della soluzione, che ci stanno già restituendo ottimi risultati. Non c’è medicina smart senza banda larga e non ci può essere banda larga senza servizi in grado di sfruttarla. È chiaro quindi che i due contesti sono strettamente collegati e interdipendenti”. Una volta abilitato, l’FSE permetterà di accedere ai propri dati sanitari, le terapie in corso, le agevolazioni: “Una vera rivoluzione anche perché renderà più lineare il processo e il flusso tra le Regioni. Tra il 10 e il 15 giugno ci sarà il roadshow a Roma del FSE”.

Tra le varie applicazioni sperimentate nel corso degli anni quando si parla di innovazione e sanità, ce ne ‘è una validata con un trial clinico al San Raffaele di Milano. Si tratta della possibilità di impiantare un device in un paziente, con un’assistenza da remoto. “Volevamo provare a dare un supporto al chirurgo senza avere un esperto in presenza” spiega Cinzia Campanella, Head of Innovation and vertical Solutions, Vodafone Business intervenuta a “. La differenza, rispetto a iniziativa precedenti, è stata l’opportunità di sfruttare dei pannelli virtuali nella sala all’interno dei quali venivano trasmessi tutti i dati medicali del paziente, in tempo reale. “In questo modo abbiamo dato una visione live dei parametri necessari, così da far prendere al chirurgo delle decisioni data-drive”. Sempre più ospedali e istituti clinici si rendono conto che tecnologie come la realtà aumentata, supportate da connessioni ad alta affidabilità e bassa latenza, diventano metodi essenziali anche per la didattica, come mai prima d’ora”. 

Da un lato la telco, Vodafone, dall’altro l’esperienza di aziende e fornitori specialisti, che stanno innovando velocemente il settore pubblico. Non a caso, nel testo del PNRR, la telemedicina svolge un ruolo centrale per far evolvere l’industry. “Il Piano destina circa 1 miliardo di euro destinati ad attuare alcune misure essenziali già oggi, come la cura del cittadino presso il proprio domicilio” spiega Giuseppe Sajeva, Direttore Tecnico, PNT Italia, Engineering. “30 anni fa tecnologie del genere non erano nemmeno immaginabili. Oggi il cloud, il 5G, le realtà miste, rendono molto più vicino erogare servizi ad alte prestazioni. Il tutto con una modalità di trasferimento dei dati sicuri e protetti e senza limiti di spazio e tempo”.

Le tecnologie immersive creano anche nuove necessità, ossia rispondono a esigenze prima assenti, come la realtà virtuale utilizzata per attivare progetti con minori costi e maggiore sicurezza. “Vediamo allora nuovi moduli esperenziali che permettono di trasferire le nozioni in maniera puntuale e ottimale, ad esempio attraverso i visori. A trarne beneficio sarà tutto l’ecosistema di healthcare nazionale, anche se servirà ridurre la frammentazione, magari con una linea strategica unificata e standardizzata” prosegue Campanella. 

A marzo dello scorso anno, è partita la costruzione della piattaforma di telemedicina nazionale. Una piattaforma che vuole colmare il divario tra le disparità territoriali e offrire maggiore integrazione tra i servizi sanitari regionali e le piattaforme nazionali, migliorando la qualità clinica e l’accessibilità ai servizi sanitari dei pazienti. “Ogni regione dovrà mettere in atto alcune linee guida, utilizzando anche le risorse previste dal PNRR” ricorda Sajeva. Lo sviluppo della piattaforma è ad opera di Engineering insieme ad Almaviva.

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5G&Co. Di Muro (Tiesse): “Roadmap strategica per il 5G”

“Il 5G è utile se la tecnologia precedente non riesce a fornire prestazioni ottimali. Le situazioni critiche, di emergenza, sono quelle in cui la connettività deve essere sempre garantita. Qui possiamo pensare alle cosiddette killer application, il vero differenziale con il 4G”. Rodolfo Di Muro, Vice President Product Quality & Business Development, Tiesse è intervenuto durante “5G&Co. – Everything is connected”, la conferenza internazionale promossa dal CNIT e in corso a Roma al Palazzo delle Esposizioni, spiegando il ruolo di Tiesse nel panorama tecnologico nostrano. Tiesse è un’azienda 100% italiana, con oltre 25 anni di esperienza nella progettazione, produzione supporto e commercializzazione di Ultra Broadband e Router cellulari ed industriali, Switches, Gateway, dispositivi IoT/M2M e sistema di automatizzazione e monitoraggio. 

“Nel passaggio della digitalizzazione verso il cloud, dispositivi come un router diventa una commodity perché si declina in digitale. Come Tiesse, offriamo la qualità, la garanzia e l’affidabilità italiana, non solo nel ciclo di progettazione ma soprattutto nel post-vendita”. Tiesse collabora con gli operatori a cui si rivolge e con loro cerca di risolvere le problematiche che si presentano. Il Made in Italy è ben presente anche nella nomenclatura dei prodotti in portafoglio: Imola, Elba, Levanto sono solo alcuni dei nomi scelti.  “Siamo una realtà Italiana ma esportiamo valore in tutto il mondo, abbiamo la qualificazione e le certificazioni per dare connettività in tutto il mondo. Il 5G è stato concepito per funzionare in punti critici e dare connettività garantita ma serve una roadmap chiara e condivisa”.

Vale la pena ricordare che Tiesse SpA, consociata del Gruppo Inditel di Peschiera Borromeo è tra i protagonisti nella Fondazione RESTART che lo scorso anno si è aggiudicata il più importante progetto nazionale PNRR per le telecomunicazioni, per un importo di 116 milioni di euro. RESTART è un programma di filiera, aggregante e integrato, che abilita l’esecuzione di progetti specifici con risultati concreti e misurabili, realizzati congiuntamente da università, centri di ricerca, imprese e PA, in un quadro complessivo che include una visione a lungo termine, azioni trasversali e di supporto e la fornitura di strumenti e abilitatori. In RESTART prendono parte 12 università, 3 enti nazionali di ricerca e 10 enti privati (tra grandi e medie imprese), fra cui appunto Tiesse.

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5G & Co. Nuove reti e servizi smart per trasporti e mobilità

Strade, autostrade e ferrovie connesse in rete, integrate a soluzioni di guida autonoma, sono diversi gli aspetti su cui Istituzioni e imprese devono lavorare per garantire sicurezza, sostenibilità e affidabilità. Su questi temi cruciali per lo sviluppo del Sistema Paese e l’offerta di una connettività di qualità a tutti i cittadini, anche per chi vive nelle aree economicamente più svantaggiate, sono intervenuti al 5G&Co. – Everything is connected, la Conferenza internazionale promossa dal CNIT e in corso a Roma al Palazzo delle Esposizioni, Emanuele Procaccioli, Managing Director – Communications, Media & Technology for Italy, Central Europe and Greece di Accenture, Graziano Bini, Head of Innovation & Engineering di INWIT, e Giuseppe Angelisanti, Head of Connectivity, IoT & Automation, Ferrovie dello Stato Italiane.

La mobilità è uno dei vertical dove il 5G è abilitatore primario. Parliamo a ad esempio di veicoli a guida autonoma e di maggior sicurezza e controllo del trasporto ferroviario. Per arrivare a questi nuovi servizi bisognerà investire in infrastrutture e reti dedicate. Avendo una tecnologia in comune con le telco, sarà possibile mettere a disposizione delle aziende esperienza e competenze per gestirle, mantenerle e sfruttarle, accelerandone l’adozione. Bisogna lavorare sui processi e sulla definizione di nuovi servizi che abilitino modelli di lavoro avanzati. Saranno necessarie sinergie diffuse per controllare costi e accelerare programmi di sviluppo. Il ritorno sull’investimento è centrale per le aziende – ha affermato Emanuele Procaccioli di Accenture – e una volta individuato correttamente, consentirà agli investitori di prendere in considerazione la realizzazione di nuovi servizi 5G. Con Anas lavoriamo assieme sul progetto di digitalizzazione del traforo de Frejus. Lo stesso business case applicato a tutta la rete dei trasporti nazionale è molto più difficile e rischioso. Si deve ripartire dai processi e capire come le nuove tecnologie possano abilitare una digitalizzazione degli stessi e abilitare nuovi automatismi. Nel nostro laboratorio di Roma offriamo l’opportunità di guardare da vicino l’intera catena del valore del 5G”.

INWIT dispone di 24 mila torri distribuite su tutto il territorio nazionale, sia per operatori Fwa sia di IoT. Il prerequisito è disporre di una coperta 5G capillare e pervasiva su tutto il territorio. Noi aiutiamo gli operatori mobili nel portare questa tecnologia su tutte queste torri. Stiamo lavorando per supportare gli operatori anche stringendo collaborazioni forti con le amministrazioni pubbliche. Stiamo inoltre sviluppando l’infrastruttura, oltre 900 nuove torri nel 2023 che indirizzano le esigenze degli operatori mobili e Fwa e in parte anche nel PNRR. L’Italia è stato il primo Paese in Europa a proporre le risorse del PNRR per le torri. Più di 1300 aree a fallimento di mercato saranno così raggiunge da copertura 5G – ha spiegato Graziano Bini di INWIT – per uno sviluppo socio economico che possa garantire un futuro anche alle comunità che popolano i piccoli Comuni italiani. La costruzione di questa infrastruttura consentirà di avere una copertura 5G del territorio, della rete stradale e autostradale e di tutta la rete ferroviaria, anche per sviluppare servizi di mobilità connessa. L’Italia è il quarto Paese in Europa per rete autostradale e il primo per ponti, viadotti e gallerie. Un primo problema è quello della mobilità urbana. Costruiamo grandi infrastrutture condivise e small cells per dare copertura 5G a servizi smart city di mobilità urbana. Realizziamo coperture indoor, compresi porti e aeroporti. Poi c’è il tema delle metropolitane. Il giorno dell’inaugurazione a Milano il passeggero ha sperimentato la copertura 4-5G. per autostrade e ferrovie c’è da considerare il servizio all’utente finale. Ina grande sfida entro il 2030 è offrire 3-5Mbps per passeggero. Poi ci sono i servizi mission critical”.

La connettività è elemento trasversale nel PNRR. Oggi ci sono in Italia 17 mila km di ferrovie e 32 km di strade a pedaggio gestite da Anas. Tali infrastrutture possono collegare i Paesi in termini di connettività. L’infrastruttura oggi deve essere intelligente e costantemente monitorata, anche per la manutenzione e la sicurezza. Poi ci sono le smart road. Abbiamo portato avanti diversi progetti con Anas per testare la connessione tra l’infrastruttura stradale e i veicoli che ci corrono sopra. Sul treno, in collaborazione con gli operatori, abbiamo migliorato la connettività sull’alta velocità. Ci sono anche i treni merci che viaggiano monitorati grazie a connettività continua, che può aprire a diversi settori economici. Una delle attività principali per ottenere la massima connettività è stato capire, con le istituzioni, quelli che sono i limiti normativi, con i vendors e gli operatori tlc invece individuare le opportunità. L’elemento fondamentale che emerge è capire la collaborazione e la necessità di individuare un obiettivo sostenibile, soprattutto nelle aree senza ritorno di investimento. Circa 11 mila km di ferrovie sono vicine alle strade. Posizionando una copertura 5G adeguata tra le due infrastrutture si potrebbe arrivare a servire entrambe. Da questa sinergia potrebbe nascere uno scenario più sostenibile da un punto di vista tecnico ed economico in cui agire efficacemente”, ha dichiarato Giuseppe Angelisanti di Ferrovie dello Stato.

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