Tax Credit cine-audiovisivo: una valanga di ricorsi al Tar?

Pur lentamente (e tardivamente), la “macchina burocratica” del Ministero della Cultura si sta rimettendo in moto, dopo una stasi anzi una stagnazione che si protrae di fatto dall’estate del 2023, allorquando l’allora Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano (Fratelli d’Italia) decise di avviare la annunciata riforma dell’intervento dello Stato nel settore cine-audiovisivo, a partire da una “correzione di rotta” di quello che, dal 2017, è stato lo strumento più imponente della “mano pubblica” nel settore, l’ormai sempre più controverso “Tax Credit” alias “credito di imposta”.

Di fatto, il Ministero della Cultura, sotto la regia di Lucia Borgonzoni (Lega Salvini) Sottosegretaria delegata (da Gennaro Sangiuliano, mentre non risulta ancora confermata la delega da parte del neo Ministro Alessandro Giuli), ha impiegato oltre un anno per partorire i decreti di “correzione di rotta”: accolti in modo silente anzi benevolente dalle due principali “lobby” del settore, la cinematografica Anica (presieduta da anni da Francesco Rutelli, cui subentrerà formalmente Alessandro Usai l’11 novembre 2024 il neo-designato, dal Consiglio Generale, il 26 settembre 2024) la televisiva Apa (presieduta da Chiara Sbarigia, che è al contempo anche Presidente della pubblica Cinecittà spa), ma invece molto criticati da tante altre “anime” del settore, dalle associazioni imprenditoriali minori (Cna Cinema e Audiovisivo, Agici, Confartigianato Cinema e Audiovisivo, Itaca…) e dalle associazioni degli autori e dei professionisti (dalla storica Anac alla emergente Siamoaititolidicoda)…

Si ha notizia che diversi produttori cine-audiovisivi si siano attrezzati, in modo silente ma deciso, ed alcuni studi legali specializzati stanno lavorando a ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio (sede competente), puntando i riflettori sull’atto formalmente più importante, qual è il “decreto interministeriale” denominato convenzionalmente “Tax Credit Produzione Cinema”, firmato dai Ministri Gennaro Sangiuliano e Giancarlo Giorgetti il 10 luglio 2024, ma pubblicato sul sito web del Ministero della Cultura soltanto il giorno prima di Ferragosto (qualcuno ha sostenuto che si trattasse quasi di una beffa…) ovvero il 14 agosto 2024.

A questo decreto, l’Istituto italiano per l’Industria CulturaleIsICult ed il quotidiano online “Key4biz” hanno dedicato molta attenzione, perché è il provvedimento-chiave per comprendere il nuovo indirizzo deciso dal Governo: il decreto è stato illustrato ufficialmente in occasione dell’ultima edizione del Festival di Venezia, il 31 agosto 2024, di fronte ad una platea particolarmente sensibile. Si rimanda agli interventi – tra gli altri – IsICult su “Key4biz” del 19 agosto 2024, “Pubblicato il Decreto “Nuovo Tax Credit Produzione”: scatta il conto alla rovescia di 60 giorni per i decreti applicativi” e del 2 settembre 2024, “Non solo Festival di Venezia. Tax credit: tra il 2019 ed il 2023 prodotte in Italia 1.354 opere cinematografiche, il 44% mai uscito in sala”.

La situazione del settore è sempre più complessa e complicata e confusa, dal decreto interministeriale Sangiuliano-Giorgetti del 14 agosto ai decreti di nomina delle Commissioni degli Esperti “Produzione” e “Promozione”

La situazione è divenuta via via più complessa e complicata e confusa a seguito delle dimissioni di Gennaro Sangiuliano, il 6 settembre. Il neo Ministro Alessandro Giuli ha dichiarato che intende confermare “la linea” del suo predecessore, e per ora si è soltanto limitato a modificare la composizione originaria della Commissione degli Esperti che dovranno gestire i fondi per la “Produzione” ed ha nominato ieri la seconda Commissione, quella focalizzata sulla “Promozione” (vedi “Key4biz” del 10 ottobre 2024, “Mic, nominati i 12 della seconda Commissione Esperti per la promozione di festival, rassegne, premi”). E sempre ieri è scaduto il termine per la presentazione dei 2 bandi scaturiti dall’economia della “riforma”, destinato ai cosiddetti “contributi selettivi” (si tratta del “Bando per la concessione di contributi selettivi per la scrittura, lo sviluppo e la produzione di opere cinematografiche e audiovisive” e per il “Bando per la concessione di contributi selettivi per la produzione di opere cinematografiche di lungometraggio di particolare qualità artistica”) provocando l’allarme della stampa quotidiana – in particolare il quotidiano “Domani” ieri l’altro ed “il Fatto” ieri –, perché è previsto un contributo alle spese di istruttoria da parte di coloro che presentano progetti, ma non è stato ancora pubblicato il decreto che quantifica esattamente queste somme (che possono oscillare tra un minimo di 200 euro ed un massimo di 10.000 euro…): anche questa “piccola” dinamica erratica conferma quale sia il perdurante stato confusionale, sia della Pubblica Amministrazione sia – di conseguenza – degli operatori del settore, che non sanno veramente più dove sbattere la testa…

E si osservi che la Commissione “Promozione” nominata ieri dovrà affrontare, nella sua prima riunione (ad oggi non risulta ancora convocata), centinaia e centinaia di pratiche relative a festival, rassegne e premi e simili relativi ad attività svolte nell’anno solare, ovvero dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024: allorquando la Commissione si riunirà, la gran parte di queste iniziative sarà stata bella che conclusa… A dimostrazione delle perduranti patologie di cui ancora soffre il sistema burocratico della Direzione Cinema e Audiovisivo (guidata da tanti anni da Nicola Borrelli)…

E si ricordi che nel 2023, limitandosi ai festival soltanto, il Ministero della Cultura Dgca ha sostenuto 148 iniziative, a fronte di 265 istanze…

Come ha ben evidenziato il già Presidente dell’Associazione Italiana Festival di Cinema (Afic) Giorgio Gosetti su queste stesse colonne, molti organizzatori culturali sono sull’orlo del fallimento: vedi “Key4biz” del 23 settembre 2024, “L’economia dei festival cinematografici in Italia. Tanti (oltre 600) ma mal sostenuti dallo Stato”.

Centinaia di proponenti e postulanti avranno quindi forse a fine novembre 2024 (previsione ottimistica?!) cognizione dell’esito delle loro progettualità sottoposte al vaglio del Ministero della Cultura… per l’anno 2024!

Stefano Pierpaoli (Filmstudio): “il settore è marcio da sempre”. Michele Lo Foco (Consiglio Superiore del Cinema e Audiovisivo): “Franceschini ha distrutto il cinema italiano”

Le lamentazioni e le proteste – su variegati fronti, dalla produzione alla promozione – sono comunque manifestate in modo prevalentemente… sommesso, perché, come ha sostenuto Stefano Pierpaoli, storico organizzatore culturale e promotore di iniziative a favore del cinema indipendente (attualmente dirige il Filmstudio di Roma), “il sistema dei contributi selettivi è marcio da sempre, lo sappiamo bene. Chi si espone teme di perderli” (così rilanciava ieri Domenico Agrizzi in un articolo su “MowMag”, intitolato “Cinema, ecco perché i produttori indipendenti di film hanno paura (ma non lo dicono): è caos tra contributi, tax credit e spese per gli “esperti””). Pierpaoli ha sostenuto a chiare lettere quel che molti… sussurrano: le lamentazioni e proteste sono crescenti ed esasperate, ormai da tanto tempo, ma molti operatori del settore temono che, alzando la voce, possano finire nel mirino della stessa Amministrazione (o della “politica”…), provocando irritazione e correndo il rischio di “ritorsioni”, ovvero piccole vendette nei confronti dei dissidenti…

Va ricordato che, tra i pochi dissidenti che manifestano con veemenza le critiche all’assetto storico della Legge Franceschini (e finanche alle attuali “correzioni di rotta” in gestazione), emerge l’avvocato Michele Lo Foco, membro del Consiglio Superiore del Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura (il Csca presieduto dall’avvocatessa Francesca Assumma), autore del pamphlet – dal titolo emblematico – che abbiamo già segnalato su queste colonne, pubblicato nel dicembre 2023, “Morte del cinema italiano. Come la sinistra ha distrutto uno strumento della cultura italiana” (Bré Edizioni)…

Anche in occasione della presentazione del 31 agosto a Venezia, è emersa evidente la (iper) sensibilità dello Stato, nelle reazioni – anche un po’ piccate – sia del Dg Borrelli sia della Sottosegretaria Borgonzoni, a fronte di una serie di domande… “impertinenti” dei partecipanti all’incontro (tra i quali anche i rappresentanti dell’Anac e di Cna Cinema e Audiovisivo).

La situazione è quindi veramente critica.

E paradossalmente rallentata dalla perdurante – a quanto è dato sapere – non conferma della delega alla Sottosegretaria da parte del Ministro: Sottosegretaria che da molti giorni non appare in pubblico, non si manifesta mediaticamente…

Che succede a Santa Croce in Gerusalemme (la sede delle due Direzioni generali Cinema e Audiovisivo e Spettacolo)?

Che succede al Collegio Romano (sede centrale del dicastero)?

Il Ministro Alessandro Giuli conferma la “linea” del suo predecessore e rinnova l’incarico di Francesco Gilioli come Capo di Gabinetto

Va segnalato che il neo Ministro ha confermato nell’incarico il Capo di Gabinetto Francesco Gilioli.

La penna sempre pungente di Carmelo Caruso aveva ipotizzato, su “il Foglio” del 12 settembre, che Alessandro Giuli potesse fare “tabula rasa” dello staff del suo predecessore: specificamente rispetto a Gilioli, scriveva che erano già in lizza alcuni possibili successori: “sarà Chigi a indicare i nomi del gabinetto. Sono tre le figure che possono sostituire Gilioli. Uno è Antonio Scino, capo di gabinetto di Pichetto Fratin, un altro, il più accreditato, che ha già lavorato al Maxxi con Giuli, è Francesco Spano. La sorpresa, il nome indiscutibile, sarebbe quello di Ermenegilda Siniscalchi, capo di gabinetto di Fitto, il ministro che Meloni, giustamente rimpiange”. Ed invece Giuli ha confermato Francesco Gilioli. E Gilioli ha anche lui partecipato alla presentazione del 31 agosto a Venezia: ha quindi potuto toccare con mano la diffusa insofferenza degli operatori del settore… È stato più volte ribadito che alcune “corrigende” verranno approvate attraverso i “decreti direttoriali”, ma tutti hanno coscienza che si tratta di atti di rango diverso, e ci si domanda come si potrà correggere la rotta non disponendo di una “strumentazione” alla stessa altezza…

A fronte di questa perdurante situazione “di attesa”, crediamo sia importante estrapolare alcune delle tesi sostenute sia dal Dg Nicola Borrelli, sia dalla senatrice Lucia Borgonzoni giustappunto in quel di Venezia…

Le tesi del Dg Borrelli e della Sottosegretaria Borgonzoni in quel del Festival di Venezia: parole dure, situazione critica: “mettere in sicurezza il sistema, c’è il rischio di stare 3 anni senza Tax Credit”

Proponiamo quindi alcuni estratti dalla trascrizione degli interventi al Lido, in occasione giustappunto della presentazione del “Decreto Tax Credit Produzione” (31.8.2024). Segnaliamo che si tratta di una registrazione (e trascrizione) curata da IsICult, dato che curiosamente non è disponibile la videoregistrazione dell’evento (che non è nemmeno stato trasmesso in streaming), sul sito del progetto “Italia Pavillion”, curato da Cinecittà (per conto del Mic) in quel del Festival: i maligni sostengono che il Ministero ha preferito non “pubblicizzare” troppo l’andamento effervescente della presentazione…

Nicola Borrelli (Dgca Mic)

[ presentazione decreto interministeriale, 31 agosto 2024, Festival di Venezia ]

(…) « ci sono 350 lungometraggi di cinema che hanno chiesto il credito di imposta negli anni precedenti e che al 26 giugno 2024 non sono usciti nelle sale…

(…) bisogna intervenire per evitare la produzione che non ha un determinato senso (…) dobbiamo salvaguardare il sistema perché, nel momento in cui gli effettivi utilizzi supereranno le risorse (…), il rischio è che, con quei numeri, se dovesse intervenire la clausola… di salvaguardia finanziaria (speriamo non accada mai), noi stiamo 3 anni senza credito di imposta perché, con i numeri che avete visto, l’unica conseguenza sarebbe quella…

(…) non è un intervento fatto per risparmiare o colpire qualcuno, non vogliamo togliere di torno la produzione indiscriminatamente, ma per “mettere in sicurezza” il sistema…

(…) abbiamo ritenuto di dare un taglio secco a quel che è avvenuto negli anni precedenti… se ci fosse piaciuto, non saremmo intervenuti… non vogliamo riportare nel 2024 i problemi del passato…(…) nel 2024 abbiamo operato una censura (poi si corregge e dice – precisa, n.d.r.)… cesura tra il vecchio sistema ed il nuovo… un nuovo sistema con nuove regole…

(…) ricordatevi questi numeri, voi state sottovalutando in modo clamoroso quello che è accaduto… ve lo dico “in italiano diretto”: se tutti i crediti di imposta chiesti negli anni precedenti vanno negli F24 al 31.12.2024, noi stiamo sotto di 500 milioni di euro, cinquecento milioni… la risposta del Mef sai quale è? (e speriamo che non ci sia perché abbiamo sanificato il sistema negli aspetti che non andavano…) che voi il credito di imposta non lo vedete più per 4 anni… quattro anni: lo avete capito o non lo avete capito??? tu ci hai 350 film che debbono uscire, che sono 2 anni di uscite in sala in Italia, e 500 milioni sotto: lo vuoi capire, questo?! le associazioni dei produttori i numeri li hanno visti in dettaglio…  

(…) il tax credit francese è un’altra cosa: è un credito di imposta dato all’impresa in relazione agli investimenti realizzati… primo requisito che devi avere per poter beneficiare del tax credit è avere un utile, e quindi tu lo scarichi 18 mesi dopo, quando approvi il bilancio… in Italia, il nostro è un contributo diretto dato sotto forma di tax credit… esiste un altro Paese al mondo nel quale… un tizio si sveglia la mattina… fa un progetto cinematografico da 5 milioni di euro… chiede il credito di imposta da 2 milioni di euro… e si trova sul cassetto fiscale 2 milioni di euro… senza che nessuno gli abbia dovuto fare un minimo di verifica?! (…) il tizio apre una partita Iva con codice Ateco 59.11… e si ritrova in tasca un bancomat senza pin e senza limiti di prelievo… »

Nota IsICult: si precisa (alla luce del riferimento del Dg Borrelli) che con “clausola di salvaguardia” si intende – generalmente – una disposizione che mira a garantire il rispetto di alcuni obiettivi di bilancio pubblico: si tratta di una misura introdotta per evitare un peggioramento dei conti pubblici, stabilendo l’attivazione automatica di aumenti di imposte o tagli di spesa, qualora non si riescano a raggiungere gli obiettivi di risparmio o di incremento delle entrate preventivati…

Lucia Borgonzoni, Sottosegretaria delegata a Cinema e Audiovisivo

[ presentazione decreto interministeriale, 31 agosto 2024, Festival di Venezia ]

L’attesa cresce, gli studi legali sono all’opra, ma se il Tar concedesse la sospensiva ai ricorsi, l’effetto sarebbe paradossale e grave: ulteriore “stallo”

(…) « io sono la prima a dire che tutto quel che è scritto nel decreto non va bene e ci sarebbero delle cose da modificare… se ci sono delle storture le metteremo a posto… quel che però pretendo da tutte le persone che sono qua è il rispetto di Borrelli e della Direzione Cinema, che lavora per voi tutto il tempo tutto l’anno… non è un obbligo di nessuno… sono sotto organico… e se volete rompere le scatole e dare una mano a noi fate un bel comunicato e dite di aggiungerci personale al Ministero, che non ne abbiamo… i funzionari non ce la fanno più fisicamente… non è un nemico Borrelli né la Direzione Cinema… come in passato le cose che non sono andate le aggiusteremo… tante cose a me non piacciono… io sono qui da tanti anni e sto chiedendo il tax credit illimitato, e non so da quanti anni, e non me lo hanno mai dato… questa norma, per come era, per quanto ha portato tantissimo lavoro, ha portato tantissimo al nostro Paese, andava modificata perché aveva delle storture… ».

L’attesa cresce, ma, nel mentre, gli studi legali sono all’opra…

Il decreto interministeriale Sangiuliano-Giorgetti è stato pubblicato il 14 agosto 2024 (sul sito del Mic, ma non ancora in Gazzetta Ufficiale, e nemmeno sul sito del Mef curiosamente) e la legge prevede il termine di 60 giorni per la presentazione dei ricorsi al Tar: il 14 ottobre sarebbe lunedì prossimo, ma c’è ancora qualche giorno perché il calendario della giustizia amministrativa prevede un periodo di sospensiva feriale agostana…

E c’è già chi sostiene che questa “provocazione” formale – ovvero la presentazione di più decreti al Tar – potrebbe stimolare il Ministro a non confermare la delega alla Sottosegretaria: in effetti, Alessandro Giuli potrebbe temporaneamente avocare a sé la competenza in materia di cinema e audiovisivo, dato che i dossier scottanti stanno crescendo, anche a seguito di qualche rara denuncia giornalistica, da ultimo il servizio di Pinuccio su Canale 5 (vedi “Key4biz” del 3 ottobre 2024, “Tax Credit, ci voleva Pinuccio di ‘Striscia la Notizia’ per rilanciare l’interesse dei media?”).

Si ha notizia che ci siano altre redazioni televisive che si stanno appassionando al tema “Tax Credit” nel settore cine-audiovisivo: usi ed abusi, benefici e distorsioni, buone pratiche e malefatte

Uno degli effetti negativi dei decreti al Tar potrebbe essere però paradossale ovvero rischioso: se la richiesta di sospensiva venisse accolta, tutto “il sistema” finirebbe per subire un altro stop, e quindi una pericolosa ulteriore “sospensione”…

Clicca qui per la presentazione a cura della Direzione Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura (Dgca Mic) del Decreto Interministeriale 10 luglio 2024 (pubblicato il 16 agosto 2024), “Nuovo Tax Credit Produzione”, intitolata “Principali novità introdotte nel decreto tax credit alla produzione. Dati, misure principali, decreti direttoriali”, avvenuta durante il Festival del Cinema di Venezia il 31 agosto 2024.

[ Note: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale”. ]

(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz” (ragionamenti eterodossi di politica culturale e economia mediale).

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https://www.key4biz.it/tax-credit-cine-audiovisivo-una-valanga-di-ricorsi-al-tar/507730/




Prominence, approvate le linee guida Agcom

Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nella seduta del 9 ottobre 2024, ha approvato, con il voto contrario della Commissaria Elisa Giomi, le “Linee guida in materia di prominence dei servizi di media audiovisivi e radiofonici di interesse generale” (Linee guida SIG), volte a garantire una posizione di rilievo ai servizi di interesse generale sugli schermi televisivi, ferma restando la possibilità per l’utente di personalizzare le modalità di visualizzazione dei servizi, come disposto dal Regolamento europeo sulla libertà dei media.

Criteri

Le Linee guida SIG definiscono i criteri di qualificazione di un servizio come “di interesse generale” – assicurandone, in accordo alle previsioni normative, un adeguato rilievo su qualsiasi strumento di ricezione e tramite qualsiasi piattaforma – e individuano i dispositivi e le interfacce utente interessati dalle misure, nonché i destinatari delle previsioni e le relative modalità di implementazione. Le Linee guida prevedono che sia fornita rilevanza ai SIG su tutti i dispositivi e le interfacce utente che consentono l’accesso a tali servizi, tra cui i televisori connettibili a Internet, i decoder, i dispositivi quali dongle e console, gli smartphone, i tablet e i personal computer.

Nuove icone

Al fine di dare rilievo ai SIG, oltre all’icona che consente di accedere ai canali della televisione digitale terrestre prevista dalla delibera n. 259/24/CONS, le Linee guida SIG prevedono l’introduzione, in un rail in home page,di quattro icone:

  • le icone dei fornitori dei SIG nazionali distribuiti online;
  • un’icona “Sat” che consente di accedere ai SIG trasmessi via satellite;
  • un’icona “Tv locali” per accedere ai SIG distribuiti a livello locale su digitale terrestre;
  • un’icona “Radio” che consente di accedere ai SIG radiofonici distribuiti online e fruibili dagli schermi televisivi.

In seguito provvedimento per le radio

Con separato provvedimento, a seguito dei lavori di un tavolo tecnico appositamente istituito, verranno definite le misure per la messa in rilievo delle radio sui dispositivi atti alla ricezione di contenuti sonori, ivi compresi quelli installati sulle automobili e verranno valutate le soluzioni tecnologiche che si stanno affermando recentemente per favorire la convergenza tra trasmissioni via etere e trasmissioni via rete internet, quali lo standard DVB-I.

A valle dell’approvazione del regolamento che ha definito l’icona per accedere ai canali della televisione digitale terrestre, con l’adozione delle Linee guida SIG l’Autorità pone un altro importante tassello nel percorso regolamentare volto a garantire il rispetto del pluralismo, della libertà di espressione, della diversità culturale e dell’effettività dell’informazione, assicurando al contempo la massima libertà di scelta degli utenti.

Leggi le altre notizie sull’home page di Key4biz

https://www.key4biz.it/prominence-approvate-le-linee-guida-agcom/507680/




MIC, nominati i 12 della seconda Commissione Esperti per la promozione di festival, rassegne, premi

La notizia era attesa da diversi giorni, ovvero da oltre due settimane, per la precisione dal 24 settembre 2024, data nella quale l’Ufficio Stampa del Ministero della Cultura aveva diramato un comunicato informando della nomina della prima (la più importante, per alcuni aspetti) commissione ministeriale degli esperti – i cosiddetti “saggi” – chiamati a valutare le istanze di contributo per le iniziative nell’ambito della produzione (si rimanda a “Key4biz” del 24 settembre 2024, “Il ministro Giuli nomina una delle due Commissioni esperti Cinema e Audiovisivo. ‘Vermiglio’ batte ‘Parthenope’ per gli Oscar”). Come è noto, questa nomina firmata da Alessandro Giuli ha cancellato – almeno in parte – un decreto che era stato siglato in extremis dall’ex Ministro Gennaro Sangiuliano, poco prima delle sue dimissioni (comunicate il 6 settembre): nei giorni precedenti, erano circolati sui giornali alcuni nomi, ma la lista “originaria” firmata dall’ex titolare del dicastero non è mai stata resa nota, e si ha soltanto notizia che il suo successore ha cancellato alcuni nomi, e ne ha inseriti altri, soprattutto volendo rispettare un equilibrio di genere che prima non c’era. I 15 “eletti” (ovvero cooptati) sono stati chiamati a decidere in materia di “contributi selettivi per le attività correlate alla “produzione” cinematografica e audiovisiva.

Il decreto formale di nomina – che si immagina regoli anche il funzionamento della Commissione – non è stato ancora pubblicato, e quindi ad oggi non è dato sapere quali regole hanno definito Sangiuliano e quindi Giuli. Stessa dinamica – ovviamente – per quanto riguarda la nuova commissione, focalizzata sulla “promozione”.

La notizia di oggi è che il Ministro della Cultura Alessandro Giuli ha nominato i 12 esperti per la selezione dei progetti e per la concessione di contributi alle attività di promozione cinematografica e audiovisiva, previsti dall’articolo 27 della legge 14 novembre 2016, n. 220 (“Disciplina del cinema e dell’audiovisivo”, la cosiddetta “Legge Franceschini”).

Perché 15 (quindici) nella Commissione “Produzione” e 12 (dodici) nella Commissione “Promozione”? Non è dato sapere, ma forse si comprenderà la logica di questa differenziazione quantitativa dalla lettura dei due decreti di nomina ed organizzazione.

Ricordiamo che la “Legge di Bilancio” 2024 aveva lasciato, ha lasciato totale “carta bianca” al Ministro, che poteva decidere liberamente il numero dei componenti e l’organizzazione dei lavori… La Legge ha soltanto previsto che, a differenza del passato, i membri delle due nuove commissioni possano finalmente (e giustamente) beneficiare di un emolumento: il budget che il Ministero della Cultura ha a disposizione è di 500.000 euro l’anno per la Commissione “Produzione” e di 200.000 euro l’anno per la Commissione “Produzione”. Se questi due budget fossero destinati esclusivamente ai compensi degli esperti (il che non sarà), i neo commissari andrebbero a beneficiare ognuno rispettivamente di circa 42mila euro l’anno (“produzione”) e di circa 17mila euro l’anno (“promozione”).

La seconda commissione, ovvero la “Commissione Promozione”, è così composta da:

  • Fortunato Cerlino
  • Lavinia Consolato
  • Tilde Corsi
  • Silvia Iannuzzi
  • Guia Loffredo
  • Luigi Marzullo
  • Franco Matteucci
  • Gianfranco Rinaldi
  • Rossana Rummo
  • Raffaella Salamina
  • Riccardo Tozzi
  • Vito Zagarrio.

Ancora una volta, totale assenza di trasparenza nella cooptazione dei 12 membri della nuova Commissione Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura. L’ex Ministro Dario Franceschini aveva almeno promosso un avviso pubblico per le autocandidature…

Prima di entrare nel merito di una breve analisi dei curricula dei 12 cooptati, va segnalato che né il Ministro Gennaro Sangiuliano né il Ministro Alessandro Giuli hanno ritenuto di seguire la procedura che era stata adottata dal loro predecessore Dario Franceschini (Pd), che aveva promosso un avviso pubblico invitando i candidati a presentare candidature per quella che prima era 1 commissione soltanto (la quale si organizzava in 4 “sotto-commissioni”, per le varie attività, dalla produzione alla promozione…): anche in quel caso, una “trasparenza a metà” (come spesso denunciamo da queste colonne), perché… l’elenco dei candidati non è mai stato reso noto (sarebbero pervenute circa 80 candidature)… i curricula degli stessi non è mai stato pubblicato, e quindi alla fin fine il Ministro pro tempore ha esercitato una cooptazione sulla base del solito principio dell’“intuitu personae”.

Sulla nomina della precedente Commissione, rimandiamo al nostro intervento su queste colonne: vedi “Key4biz” dell’8 aprile 2022, “Il Ministro Franceschini nomina i 15 ‘super-esperti’ per assegnare i ‘contributi selettivi’ della Legge Cinema e Audiovisivo”. Si ricorda che questa era la eletta schiera di allora: Pedro Armocida, Rita Borioni, Alessandro Boschi, Elisabetta Bruscolini, Giandomenico Celata, Arnaldo Colasanti, Raffaella Del Vecchio, Antonio Ferraro, Marina Giovannini, Guia Loffredo, Andrea Minuz, Georgette Ranucci, Gianfranco Rinaldi, Valerio Toniolo, Vanessa Tonnini. Dei 15 cooptati di allora, ben 13 erano riconferme: uniche due eccezioni, erano state le allora neo-entranti Rita Borioni (già membro del Consiglio di Amministrazione Rai dal 2015 al 2021, storica dell’arte, esperta di beni culturali e consulente in materia di cinema e media per alcuni parlamentari del Partito Democratico) e Raffaella Del Vecchio (Production Manager di Apulia Film Commission).

Con Sangiuliano e Giuli, la dinamica è oggettivamente peggiorata, almeno in termini di trasparenza, perché non c’è stato nemmeno l’invito a presentare candidature, e quindi tutto è avvenuto nelle ovattate stanze del Collegio Romano…

Entriamo nel merito dei 12 “eletti”: le donne sono 5 su 12, e quindi nuovamente emerge come rispettata l’esigenza di assicurare la parità di genere.

Il Ministero, come nella precedente occasione (il 24 settembre), non ha nemmeno ritenuto di pubblicare una breve sintesi biografica dei nuovi Commissari, e quindi attingiamo a fonti pubbliche per capire “chi” sono i componenti. La gran parte dei componenti gode di una buona o comunque discreta visibilità sul web, di alcuni invece si reperiscono assai poche informazioni… Si segnala che di qualcuno è addirittura di ardua reperibilità finanche l’anno di nascita…

Rischio di latenti… “conflitti di interesse”?

Si osserva subito che almeno 4 dei nuovi membri sembrano essere in qualche modo suscettibili di rilievi in termini di latente “conflitto di interessi”: si tratta di Tilde Corsi e Riccardo Tozzi, entrambi famosi produttori, rispettivamente titolari della R&C Produzioni (famosa soprattutto per la produzione dei film Ferzan Özpetek) e della Cattleya (le cui quote di maggioranza sono state cedute nel 2017 al britannico Itv Group), imprese i cui film possono essere selezionati e promossi da festival, e quindi indirettamente potrebbero esercitare una qualche influenza nei confronti dei direttori artistici ovvero degli organizzatori culturali delle iniziative che bussano alla porta del Ministero per chiedere un contributo… Entrambi sono stati alla guida dell’Anica, seppur con differenti ruoli (Tozzi è stato Presidente dell’Anica dal 2011 al 2016; Corsi ne è stata Vice Presidente Vicaria prima della nomina di Francesco Rutelli).

Chi sono i 12 neo-commissari, ovvero gli esperti di cinema e audiovisivo chiamati a scegliere quali iniziative di promozione (festival, rassegne, premi, ricerche…) sostenere?

Ma procediamo con ordine (alfabetico):

Fortunato Cerlino (classe 1971): è un attore italiano, noto soprattutto per il ruolo di Pietro Savastano nella serie televisiva “Gomorra – La Serie” (basata sull’omonimo libro di Roberto Saviano, prodotta dalla Cattleya di Riccardo Tozzi)…

Lavinia Consolato (classe 1994): scrittrice, giornalista e critica culturale italiana, nota per i suoi articoli e recensioni su argomenti che spaziano dalla letteratura alle tematiche sociali, fino a questioni femministe e di giustizia sociale; scrive per varie piattaforme culturali, come uRadio (radio dell’Università di Siena), dove esplora temi contemporanei legati a libri, femminismo, violenza di genere e trasformazioni sociali…

Tilde Corsi (classe 1948): produttrice, titolare della R&C Cinematografica (vedi supra).

Silvia Iannuzzi (classe 1961) attualmente addetta stampa e comunicazione dell’Anart Associazione Nazionale Autori Radiotelevisivi; già responsabile ufficio stampa Accademie de France; produttore esecutivo, per tre anni, per Endemol, e prima ancora, per sette anni, Head of Production del canale Cult della piattaforma Sky…

Guia Loffredo (classe 1964): avvocato specializzato nel settore cine-audiovisivo e produttrice creativa, è stata per quasi venti anni responsabile delle produzioni cinematografiche del Cecchi Gori Group, attualmente consulente della Italian Internation Film ovvero del gruppo della famiglia Lucisano…

Luigi Marzullo (classe 1953): giornalista Rai da sempre specializzato nel settore spettacolo, ma anche libri, conduttore di storici programmi notturni come “Per fare mezzanotte” e “Sottovoce” su Rai1, già Vice Direttore di Rai1, ormai pensionato, continua a collaborare con la tv pubblica, anche se circolava voce di un suo possibile passaggio al canale Nove (gruppo Warner Bros Discovery).

Franco Matteucci (classe 1948): già dirigente Rai di lungo corso, da programmista-regista diviene dirigente dei Programmi Educativi, poi capostruttura Programmi Intrattenimento e poi della Fascia Day Time, e da ultimo (fino al 2013) Direttore Marketing; ha pubblicato oltre dieci romanzi; è notoriamente vicino all’area del centro-destra…

Gianfranco Rinaldi (classe 1955): avvocato specializzato nel settore cine-audiovisivo, della televisione e dello spettacolo, già Coordinatore della precedente Commissione Esperti del Ministero, senza dubbio un tecnico con lunga esperienza anche nelle complesse procedure amministrative del Ministero della Cultura…

Rossana Rummo (classe 1953): dirigente pubblica di lungo corso; dal 1999 al 2001 è a capo del Dipartimento dello Spettacolo dell’allora Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Mibact); dal 2001 al 2002, è stata Direttore Generale per il Cinema del Ministero; dal 2003 al 2007, Direttore Generale dell’Azienda Speciale Palaexpo del Comune di Roma; dal 2008 e al 2012, Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Parigi; dal 2012 al 2014, Dg degli Archivi; dal 2014 al 2017, Direttore Generale Biblioteche, Istituti Culturali e Diritto d’Autore; dal 2017 al 2023, Consigliere della Corte dei Conti; notoriamente vicina all’area del centro-sinistra;

Raffaella Salamina (classe 1976): giornalista specializzata in cinema e spettacolo; direttrice del magazine on line “Il Giornale Off” (supplemento del quotidiano “il Giornale”); autrice televisiva e attualmente nella redazione di “Re Start” (trasmissione di approfondimento di Rai Tre, condotta da Annalisa Bruchi); già responsabile della comunicazione della Calabria Film Commission ed ufficio stampa dell’Anec (Associazione nazionale esercenti cinematografici); è notoriamente vicina all’area del centro-destra…

Riccardo Tozzi (classe 1947):fondatore della Cattleya dell’Itv Group (vedi supra); è notoriamente vicino all’area del centro-sinistra…

Vito Zagarrio (classe 1952): regista, storico del cinema e critico cinematografico; fino al 2022. professore ordinario di Cinema e Televisione presso l’Università di Roma 3; è stato anche fondatore e direttore artistico dei festival “Palladium Film Festival/CIneMaOltre” di Roma (iniziativa dell’Università) ed il “Costaiblea Film Festival” di Ragusa…

Gli unici 2 componenti della nuova commissione che erano nella precedente commissione (quella nominata da Dario Franceschini) sono Gianfranco Rinaldi e Guia Loffredo. Tutti gli altri sono neofiti, rispetto al lavoro che li attende.

Torneremo su queste nomine, qui ed ora ci limitiamo a segnalare che l’età media dei componenti della Commissione Promozione è di 64 anni. Il più giovane membro è la giornalista Lavinia Consolato (30 anni), seguita da Raffaella Salamina (51 anni); tutti gli altri sono ultra 60enni…

Non si può essere certamente schematici o pregiudiziali rispetto alla età “anagrafica”, ma si tratta certamente di persone che sono lontane dalle culture delle generazioni, dalla Generazione “Zeta” (i cosiddetti “zoomer” o “centennial”, i nati dal 1997 al 2012) alla Generazione “Alpha” (i cosiddetti “screenagers”, i nati dal 2013 al 2024): se si vuole stimolare il recupero di questi giovani verso la fruizione di film nelle sale cinematografiche, c’è qualcosa che evidentemente non quadra…

[ Note: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale”. ]

(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz” (ragionamenti eterodossi di politica culturale e economia mediale).

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FAPAV, il 23 ottobre lancio della seconda edizione di “We Are Stories”

In occasione della Festa del Cinema di Roma, il prossimo 23 ottobre, presso la Sala Cinecittà della Casa del Cinema, si terrà la conferenza stampa di lancio della campagna antipirateria “We Are Stories. Sogni, sfide e passioni delle professioniste di oggi e di domani“.

L’evento è organizzato dalla FAPAV, in collaborazione con ANEC, ANICA, APA, CRTV, MPA, NUOVOIMAIE, SIAE e UNIVIDEO.

La nuova iniziativa della Federazione a tutela del Diritto d’Autore e a sostegno delle industrie audiovisive, giunta alla seconda edizione, si pone l’obiettivo di dare voce alle storie vere di giovani donne professioniste dell’audiovisivo, che con tenacia e passione sono riuscite ad inseguire i loro sogni.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

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“Cassandra”, il cortometraggio realizzato con l’AI finalista al Prix Europa

Cortometraggio “Cassandra” di Scuola Holden e Rai Cinema al Prix Europa

Cassandra“, il primo cortometraggio concepito e realizzato grazie alla collaborazione tra intelligenze umane e artificiali è finalista al Prix Europa nella categoria Digital Media. Prodotto da Scuola Holden con Rai Cinema, “Cassandra” è uno dei tre progetti italiani a concorrere per l’edizione 2024 della prestigiosa competizione europea per Tv, Radio, Web e l’unico presente nella categoria Digital Media nella quale è stato scelto tra gli oltre 60 progetti presentati.

Il cortometraggio, che recentemente è entrato anche nelle nomination del Prix Italia nella categoria Digital Interactive, fa parte del progetto transmediale di Scuola Holden e Rai Cinema ed è il risultato di un innovativo processo creativo sviluppato all’interno di Holden.ai Storylab, il laboratorio e osservatorio dell’intelligenza artificiale della Scuola Holden, creato in collaborazione con Rai Cinema e il Transmedia Lab dell’Università di Roma La Sapienza.

Che cos’è?

Cassandra è un’esperienza transmediale e interattiva composta da:

– Un CORTOMETRAGGIO – il primo concepito e realizzato grazie alla collaborazione tra intelligenze umane e artificiali – pubblicato su RaiPlay e presentato in numerosi festival (SCARICA: TRAILER – POSTER – FOTO)

– Un GPT personalizzato a tema “Cassandra” disponibile online sul GPT Store di OpenAI, con il quale gli utenti possono interagire ponendo domande sul futuro e sul cortometraggio.

– Un ARG Alternate Reality Game, un gioco digitale e interattivo che sfida gli utenti a rispondere a domande binarie (sì o no) su specifiche esperienze umane. Il gioco esplora la complessità delle emozioni umane e, al termine, fornisce all’utente una “percentuale di umanità” basata sulle sue risposte. Alla fine del quiz, i giocatori vengono invitati a guardare il cortometraggio “Cassandra”.

 I PROFILI SOCIAL dei protagonisti del cortometraggio su Instagram e Spotify, creati grazie alla collaborazione con il Transmedia Lab della Sapienza Università di Roma.

Il cortometraggio, co-prodotto con Rai Cinema, ha attivato la fucina di talenti Holden: quasi tutto il cast tecnico che ha partecipato alla realizzazione del corto ha frequentato la Scuola Holden.

Il cast

La regista è Demetra Birtone, diplomata a Scuola nel 2021, gli sceneggiatori sono Riccardo Milanesi e Filippo Losito, che oggi sono anche docenti del Master biennale in tecniche della narrazione e di Academy, e gran parte della troupe che ha lavorato sul set proviene dal bacino dei diplomati Holden.

Giovanni Abitante, filmmaker ed esperto di AI technology, ha firmato la produzione delle immagini realizzate con l’intelligenza artificiale. Nicole Soffritti, l’attrice protagonista, interpreta Agatha ed è una giovanissima comica che ha debuttato con lo spettacolo Divinamente Upset a Zelig nel gennaio 2023; attualmente lavora come attrice e stand-up comedian. Iacopo Ferro sta studiando al Teatro Stabile di Torino, ha debuttato nello spettacolo Sei personaggi in cerca d’autore per la regia di Valerio Binasco nel 2023 e interpreta Alessio, l’altro story trainer di Cassandra.

“Cassandra”, nuovo modello produttivo con l’AI

Cassandra segna un nuovo modello produttivo nel panorama cinematografico: è il primo cortometraggio concepito e realizzato insieme all’Intelligenza Artificiale potenziando la creatività umana: in fase di scrittura, gli autori hanno realizzato il chatbot dei protagonisti e lo hanno interrogato, ricavandone informazioni che sono servite per la sceneggiatura. Inoltre i pensieri di Cassandra sono stati ispirati da un dialogo tra gli autori e un’altra applicazione di AI, Google Bard.

Il cortometraggio è stato poi girato in parte facendo recitare gli attori in carne e ossa, e in parte utilizzando Runway, tool di editing video basato su intelligenza artificiale generativa che ha creato alcune scene del corto trasformandole nei pensieri di Cassandra, mentre il personaggio stesso di Cassandra è stato interamente generato con l’AI grazie alla combinazione tra Midjourney e HeyGen per l’animazione. Infine anche il logo di Cassandra è stato sviluppato grazie a Looka, una piattaforma basata sull’intelligenza artificiale.

Il progetto “Cassandra”, che recentemente è entrato anche nelle nomination del Prix Italia nella categoria Digital Interactive, è stato presentato in anteprima all’ultima edizione di Alice nella Città, la sezione parallela della Festa del Cinema di Roma dedicata alle giovani generazioni, partecipando successivamente a numerosi eventi e festival italiani e internazionali, fra cui il Talents and Short Film Market, il Future Film Festival, il BE Short, Rome Videogame Lab, la Biennale Tecnologia, l’AI Week e StartupItalia Open Summit.

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Pirateria. Giro di vite su Telegram, ma su TikTok impazza il live social

Telegram collabora con le autorità contro le attività criminali (tra cui la pirateria)

Una settimana fa circa Telegram ha annunciato un aggiornamento della sua policy per dare il via ad una nuova collaborazione, che potremmo definire storica, con le autorità giudiziarie per favorire indagini e repressione del crimine, che troppo spesso trovava nella piattaforma una esagerata libertà d’azione (dalle fake news alla pedopornografia).

È stato lo stesso CEO Pavel Durov, in un post sul proprio canale, ad annunciare la novità, cioè consegnare alle autorità competenti – dunque, in risposta a una richiesta valida – gli indirizzi IP delle connessioni per risalire all’identità delle persone e ai numeri telefonici degli utenti nel caso di procedimenti legali contro di loro (cosa prima possibile solo ed esclusivamente in presenza di sospette attività terroristiche).

Tra queste attività criminali ci sono anche le dirette streaming non autorizzate di eventi sportivi e partite di calcio, italiane e di gran parte degli altri campionati nazionali europei.

In 20 minuti si chiudono i canali pirata (invece che 48 ore)

Parliamo di pirateria audiovisiva, che su questo servizio di messaggistica istantanea e broadcasting ha da anni trovato ampia diffusione come fenomeno illegale. Secondo il Direttore generale della security company LeadkID, Hervé Lemaire, intervistato da Le Figaro, c’è un’evidente tendenza ad abbandonare Telegram da parte di chi prima diffondeva link pirata per vedere ad esempio le partite di calcio o film in maniera illegale.

Abbiamo notato che Telegram chiudeva i canali illeciti più rapidamente, in 10, 15, 20 minuti, mentre prima non era così. Di solito ci volevano generalmente tra le 24 e le 48 ore di tempo per intervenire“, ha spiegato Lemaire.

I primi passi di Telegram a favore del contrasto attivo alla pirateria sono interessanti, ma non sufficienti. I tempi di prelievo osservati su Telegram rimangono casuali e possono sempre estendersi fino a diverse ore. tempistiche purtroppo non ancora, nel complesso, compatibili con una protezione efficace dei contenuti trasmessi in diretta”, ha spiegato la Lega Calcio Professionistica francese (Ligue de Football Professionnel).

Italia in prima fila in Europa nella lotta alla pirateria

Subito ovviamente viene in mente il lavoro compiuto dall’Agcom, il Parlamento italiano e le associazioni di settore come FAPAV, che, collaborando attivamente anche con la Lega Calcio Serie A e l’intera industria dell’audiovisivo, hanno portato l’Italia ad avere per prima una efficace legga antipirateria che consente il blocco tempestivo delle dirette streaming illegali degli eventi sportivi, tra cui principalmente il calcio.

Grazie ad un nuovo protocollo di collaborazione firmato dalla Procura Generale di Roma, dalla Guardia di Finanza e dall’Agcom, sarà più facile e diretto lo scambio di informazioni finalizzate ad attuare la legge, inclusa la sanzione da 150 fino a 5.000 euro per gli utenti finali.

Lo scorso 1° ottobre, il Senato ha approvato due emendamenti, contenuti nel dl Omnibus, che consentono un ulteriore giro di vite contro la pirateria.

Tra le novità previste, si impone a prestatori di servizi di accesso alla rete, soggetti gestori di motori di ricerca, fornitori di servizi della società dell’informazione, operatori di content delivery network, fornitori di servizi di sicurezza internet e di DNS distribuiti e hosting provider “l’obbligo di segnalare immediatamente, all’autorità giudiziaria o alla polizia giudiziaria tali circostanze, fornendo tutte le informazioni disponibili”.

La violazione del diritto d’autore, infine, assume anche rilevanza penale, con la “reclusione fino a un anno”.

Una situazione di illegalità diffusa che sta lentamente, ma inesorabilmente, cambiando. Le azioni di contrasto si fanno più concrete ed efficaci, almeno in Italia, con una parallela azione di sensibilizzazione delle nuove generazioni al tema della legalità portata avanti dalle associazioni di settore che si battono per una maggiore tutela delle industrie audiovisive e del diritto d’autore.

I live social su TikTok

Eppure se da un lato la tecnologia è strumento chiave in questa battaglia, dall’altra è anche uno strumento efficacissimo nelle mani dei criminali. Su Tik Tok impazza da tempo il fenomeno dei live social di partite di calcio.

Basta inquadrare con un telefonino uno schermo televisivo che trasmette una partita e rilanciare lo streaming sul proprio profilo attivo sul social cinese. Una prassi illecita che è anche difficile da scovare. Sono innumerevoli i profili che possono effettuare questi streaming pirata e migliaia gli altri utenti che ne possono usufruire. Qui il tracciamento degli indirizzi IP degli utenti non è possibile, perché non si accede ad un servizio o una piattaforma, si segue semplicemente quello che è trasmesso in una diretta live da un altro utente.

Il modo in cui le tecnologie si utilizzano cambia di continuo, impegnando le autorità ad una corsa contro il tempo, non sempre facile. Forse, più che minacciare o dare la caccia agli utenti che ‘guardano’ una diretta live (e qui dimostrare che siano coinvolti è ancora più difficile), bisognerebbe agire sulla piattaforma (come nel caso di Telegram), invitandola a collaborare per individuare più rapidamente gli account che trasmettono live social questi contenuti, intervenendo per bloccarli. E la tecnologia qui torna valida alleata.

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Tax Credit, ci voleva Pinuccio di ‘Striscia la Notizia’ per rilanciare l’interesse dei media?

Chi redige questa rubrica di monitoraggio culturologico e mediologico curata dall’Istituto italiano per l’Industria Culturale per il quotidiano online “Key4biz” non si stupisce più, ormai da anni (decenni), nell’osservare le stranezze e le erraticità del “media setting”, ovvero delle gerarchizzazioni delle notizie in Italia, soprattutto sui media “mainstream” (ed ormai anche sui “social”), con particolare attenzione alla cultura…

Senza questa considerazione preliminare, sarebbe difficile comprendere come mai finora il tema del “Tax Credit” e più in generale della riforma della normativa a favore del cinema e dell’audiovisivo non sia emerso con prepotenza nell’ultimo anno nelle “prime pagine”, ovvero da quando l’ex Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha avviato una revisione dell’intervento dello Stato nel settore…

Prevale infatti quasi sempre l’aspetto “spettacolare” del sistema, ovvero il “red carpet” e le notiziole su usi e costumi dell’attrice di turno: l’effimero “entertainment” prevale sulla “analisi” seria dei fenomeni…

Come giustificare infatti che debba essere stato l’inviato speciale della storica trasmissione di “Striscia la Notizia” di Antonio Ricci su Canale 5 ad aver “sparato” in prima pagina (ovvero in prima serata televisiva, ieri mercoledì 2 ottobre) il tema “Tax Credit” ovvero usi ed abusi dello strumento del credito d’imposta?

Ieri sera, 2 ottobre, secondo le rilevazioni Auditel, la trasmissione Mediaset ha registrato ben 2,5 milioni di spettatori (con uno share pari al 12,4 %): quindi per la prima volta dalla sua creazione (2016), il tema “Tax Credit” assurge alla prima serata televisiva.

Abbiamo buona memoria delle capacità, spiritose quanto martellanti, di Pinuccio alias Alessio Giannone, su tematiche a noi care, come alcune criticità della Rai: in particolare, ricordiamo suoi servizi pugnaci e pungenti (attraverso la presa in giro di inviato di una fantomatica… RaiScoglio24) sul fallito progetto canale internazionale (in lingua inglese) del servizio pubblico, materia che IsICult conosce bene perché aveva contribuito ad alcune elaborazioni progettuali, che sono state accantonate, col risultato che Viale Mazzini ha speso milioni di euro per un’iniziativa (prevista dal “Contratto di Servizio” allora vigente) che non ha mai più visto la luce… E ricordiamo anche – a proposito di giornalismo investigativo – uno scambio polemico tra IsICult e giustappunto “Striscia”, intorno ad un’altra incresciosa vicenda della politica culturale italica, quella della fallita piattaforma che voleva essere “la Netflix della cultura” (sic) ovvero il progetto “ItsArt” di Dario Franceschini: vedi “Vigilanza Tv” (diretto da Marco Zonetti) del 15 gennaio 2021, “Zaccone (IsICult) risponde a Striscia su sprechi Rai e giornalismo indipendente”.

Ieri sera, Pinuccio ha proposto un servizio – come sempre gustoso – dedicato ad un film piuttosto curioso, “PapMusic” (“pap” in questo caso vorrebbe essere un gioco di parole tra musica “pop” e “pop art” e “prêt-à-porter”), ideato e diretto e prodotto da LeiKiè (nome d’arte che ovviamente gioca sulla pronuncia “lei chi è?”) ovvero dalla sua società di produzione, la meneghina Njm, che sta per Not Just Music… LeiKiè è lo pseudonimo di Roberta Galli, che si autodefinisce “artista poliedrica: cantautrice, trasformista e regista” (clicca qui per la sua pagina ufficiale). Cercando sul web, si scopre che è anche una professionista nel settore della commercializzazione internazionale di moda.

Per quanto senza dubbio orientata verso la dimensione “social media”, va osservato che LeiKiè può vantare livelli assolutamente modesti di “follower”: su TikTok, nemmeno 3.000; su Instagram, poco più di 500 (il profilo del film poco più di 1.000; il profilo della società Not Just Music non arriva a 200…). Gli ascoltatori mensili della cantante, secondo Spotify, sono nell’ordine di 300 (trecento).

Il film non ha registrato un risultato di “box office” minimamente significativo, ma non escludiamo che, dopo la sortita di “Striscia” ieri sera, possa provocare l’interesse di un qualche distributore, anche soltanto a livello di provocazione…

Abbiamo anche pensato potrebbe trattarsi di una abile operazione di “contro-marketing” (con la logica “l’importante è che se ne parli…”).

Il “caso PapMusic”, che ha beneficiato complessivamente di 4 milioni di euro di contributi pubblici attraverso l’ormai sempre più controverso “Tax Credit” cine-audiovisivo

Quel che ha colpito “Striscia” è – comprensibilmente – la notevole quantità di danaro pubblico che è stata destinata al sostegno di questa “opera prima”: lo Stato ha erogato circa 2 milioni di euro (per la precisione: 1,8 milioni), a fronte di un costo dichiarato di 4,4 milioni.

Il sostegno pubblico è stato, più precisamente, sul totale di 1,8 milioni di euro (corrispondenti al 41 % del costo totale): 200.000 euro, come “contributi selettivi produzione” per il 2023, a cui si associano 1,6 milioni di “Tax Credit Produzione” 2021…

Quindi, almeno in una fase, il film è stato “benedetto” dalla Commissione degli Esperti, attiva per “i selettivi” presso la Direzione Cinema e Audiovisivo del Ministero (guidata da Nicola Borrelli).

A ieri (mercoledì 2 ottobre, a distanza di una settimana dalla prima uscita in sala il 26 settembre) gli incassi di “PapMusic”, secondo Cinetel, sarebbero stati inferiori ad 8.000 euro, a fronte di poco più di 1.000 spettatori…

Eppure, a fronte di un (oggi) prevedibile ovvero imprevedibile insuccesso della “opera prima”, il Ministero della Cultura ha comunque approvato il sostegno ad una seconda opera della stessa registra e produttrice: “PapMusic 2 – Il lancio di produzione”, che dichiara un costo complessivo di 5,7 milioni di euro, ed ha visto assegnati ben 2,2 milioni di euro attraverso la linea di intervento “Tax Credit Produzione” 2023 (in questo caso, la quota dello Stato corrisponde al 44 % del totale del costo di produzione)…

Va osservato che, a seguito delle prime sporadiche sortite in sala del film (che non ha una società di distribuzione, ed è stata la stessa società di produzione a tentare una circuitazione), sui “social” sono emerse critiche veramente cattive, anzi feroci, al punto tale che la regista/produttrice ha annunciato diffide nei confronti di quelli che lei bolla come “odiatori”.

Il 29 settembre 2024 (tre giorni dopo la prima uscita in sala), Roberta Galli alias LeiKiè ha pubblicato una “lettera aperta” ovvero un video nel quale cerca di difendere la qualità ed il coraggio della sua operazione / opera. Rivendica di essersi tenacemente dedicata anima e corpo, per 14 anni della propria vita, a questa intrapresa, che ha coinvolto complessivamente 200 giovani collaboratori… Rispetto al finanziamento del Ministero dichiara “magari…”.

Più esattamente – nella sua “lettera aperta” – Roberta Galli dichiara: “mi fanno infatti presente, il social manager, collaboratori, amici e parenti che un gruppetto di persone, sempre lo stesso con account veri o falsi, scrive in continuazione lunghi papiri di insulti su tutti i nostri social sottolineando che dietro il nostro film ‘PapMusic’ si cela una truffa, che la creatrice è una borghese (non ci hanno azzeccato, ma, se scrivono così forse qualcuno mi conosce e non gli sono simpatica?). E soprattutto millantano che il Ministero ci abbia regalato ben 5.000.000 di euro. A parte rispondere loro: Magari…se avessi ricevuto 5.000.000 di euro dal ministero, avrei fatto molta meno fatica, con serate e weekend liberi e più vacanze in questi ultimi 14 anni”.

Secondo i dati ufficiali del Ministero della Cultura, i milioni di euro sarebbero comunque stati, fino a prova contraria, 4 milioni (quattro) e non 5: 1,8 milioni di euro per “PapMusic” 1 e 2,2 milioni di euro per “PapMusic” 2.

Il 5 agosto 2024, era stato offerto sul web in anteprima un video di backstage, che pure ha registrato una discreta rassegna stampa e web.

A distanza di un mese, il 5 settembre 2024 il film è stato oggetto di una festa in quel del Festival di Venezia.

Una qualificata testata specializzata nel business pubblicitario qual è “MediaKey” ha scritto l’indomani che “PapMusic – Animation for Fashion, primo lungometraggio 3D in full Cgi firmato dalla casa di produzione indipendente e autonoma Not Just Music, scritto e diretto dalla cantautrice e artista LeiKiè, è stato protagonista giovedì 5 settembre di uno dei party più glamour delle serate veneziane dedicate al cinema… In attesa dell’uscita nelle sale cinematografiche il 26 settembre, Not Just Music ha scaldato l’atmosfera con una festa esclusiva a Villa Il Nidiolo, una delle location più suggestive del Lido di Venezia. L’evento ha richiamato numerosi ospiti tra professionisti del settore, celebrities, giornalisti, fotografi, appassionati di cinema e naturalmente i protagonisti ideatori e realizzatori del progetto. Ospiti d’onore, sono intervenuti all’evento alcuni dei doppiatori del film, tra i talenti più celebri del panorama artistico italiano: Rudy Zerbi, celebrità della televisione nazionale, la modella e artista Ginta, Fernando Proce, noto speaker di Radio 101, la celebrity e star dei social Andrea Carpinteri, Luca Abbrescia, speaker e showman poliedrico, volto del milanese imbruttito e conduttore ufficiale delle partite della Nazionale Italiana Cantanti, Mauro Situra, celebre haistylist, Marco de Lucia, noto Pr che cura l’immagine di star internazionali e infine la stessa regista del film Leikiè, che ha prestato la sua voce a diversi personaggi del film. Nel giardino della Villa i numerosi invitati hanno festeggiato e ballato fino a notte fonda, in un’atmosfera rilassata e informale, celebrando la creatività di un progetto laborioso che ha richiesto più di 10 anni di lavoro dall’ideazione alla produzione finale”.

Media Key” descrive così il film: “una commedia romantica e musicale dallo stile narrativo originale, una combinazione di moda, musica e comicità che trascina lo spettatore in un’avventura travolgente realizzata con la rivoluzionaria tecnica Cgi (Computer Generated Imagery). Il progetto ha richiesto la produzione di oltre 50 personaggi, centinaia di comparse, la ricerca di look stravaganti ispirati ai colori e al mood della Pop Art, ma anche la riproduzione spettacolare e fedele nei dettagli di bellezze artistiche iconiche del nostro paese, dalle antiche rovine di Pompei fino al romantico Ponte dei Sospiri di Venezia e al Duomo di Milano. A questa combinazione di elementi visivi accattivanti, si aggiunge una frizzante colonna sonora ispirata alla musica pop italiana. PapMusic è un’esperienza cinematografica immersiva unica, un racconto che omaggia la creatività e celebra la moda come forma d’arte ed espressione personale, promuovendo le diversità e incoraggiando tutti a credere nei propri sogni”. E, ancora: “per il doppiaggio, il progetto si è arricchito della partecipazione di numerosi talenti provenienti da settori diversi dello spettacolo italiano, un’esperienza coinvolgente alla quale si sono uniti, oltre agli artisti già citati, anche il famoso attore e doppiatore Luca Ward, il conduttore radiofonico ideatore di ‘Lo Zoo di 105’ Marco Mazzoli, Jake La Furia, rapper del gruppo Club Dogo e giudice di ‘X Factor’, la speaker radiofonica di Radio 101 Regina, il cantante e doppiatore Sergio Sylvestre e Massimo Zoara, cantante, compositore e arrangiatore musicale di noti cantanti italiani”.

E conclude “MediaKey4”, con tenace ottimismo (verosimilmente riproducendo quel che ha scritto l’ufficio stampa del film): “l’attesa per l’uscita del film è alta e il party a Villa Il Nidiolo è stato solo l’inizio di quello che promette di essere un viaggio indimenticabile nel glamour e nell’arte che ha già catturato l’attenzione del pubblico. PapMusic si prepara a lasciare il segno nel panorama italiano dei film d’animazione con una produzione unica nel suo genere”.

Questa autocelebrazione cozza – ahinoi – con i (pochi) commenti, e (quasi) nessuna recensione: ci limitiamo a segnalare quella del “creatorAlberto Del Moro alias Viva La Albe il 29 settembre, che – letteralmente – destruttura sarcasticamente e distrugge senza pietà l’opera (immaginiamo che si tratti di uno dei video che ha stimolato Pinuccio)…

Sempre in quel di Venezia, comunque, il film si vanta di essere stato vincitore del Premio “Cinema e Industria” (giunto all’edizione n° 14, promosso da Ronn Moss e Tiziano Cavaliere per Bros Group Italia – agenzia di management artististico – e presentato da Pascal Vicedomini), nella categoria “Producer&Directors” (così riporta anche una testata qualificata come “Vanity Fair”).

Tutto ciò premesso, Pinuccio si è domandato ieri: “ma come è possibile?!”. La risposta è semplice: perché il Ministero della Cultura non è attrezzato per controllare accuratamente e per valutare l’impatto del “Tax Credit”

Pinuccio si è domandato ieri sera: “ma come è possibile?!”.

L’inviato ha enfatizzato come il film anzi i due film siano stati sostenuti dal Ministero in differenti fasi “ministeriali”: da Dario Franceschini (in carica fino all’ottobre 2022) e dal suo successore Gennaro Sangiuliano

E Pinuccio anche riporta un cenno di un intervento dell’ex Ministro: “vengo crocifisso sui giornali perché mi sono permesso di dire che nel sistema del Tax Credit del cinema italiano ci sono delle cose sospette che ti fanno riflettere” (Sangiuliano ha sostenuto ciò il 23 ottobre 2023, durante la kermesse di Fratelli d’Italia intitolata “L’Italia Vincente, un anno di risultati: come il Governo Meloni sta facendo ripartire la nazione”).

Chi redige queste noterelle è convinto – scevro da vocazioni complottiste – che il “caso Boccia-Sangiuliano” sia stato co-determinato o comunque aggravato da una serie di “nemici” del Ministro, ovvero coloro che si son sentiti toccati (colpiti, anzi danneggiati) dalla annunciata riforma del meccanismo del “credito di imposta”… Sulla dinamica in questione, torneremo presto su queste colonne.

Come dire? “Chi tocca i fili muore”, per citare il titolo di una canzoncina di Donatella Rettore

La risposta che l’IsICult può dare al simpatico Pinuccio è semplice: il Ministero della Cultura, da quando è entrata in vigore la cosiddetta “Legge Franceschini” (la n. 220 del 2016), ovvero dall’anno 2007, non si è mai attrezzato con la strumentazione adeguata a controllare in modo accurato il flusso di danari pubblici ed a valutare seriamente l’impatto della nuova legge (a livello micro ed al livello macro, ovvero nel complesso dell’intera filiera del settore cinematografico e audiovisivo).

Conseguenze?

Nell’arco di un settennio (la legge è divenuta operativa nel 2017), lo Stato ha allegramente assegnato – attraverso lo strumento del credito di imposta complessivamente – oltre 3 miliardi di euro. Senza controlli e senza valutazioni.

Più esattamente, questa la sequenza storica (secondo i dati ufficiali del Ministero della Cultura ovvero, stanziamento del “Piano di riparto” del Fondo Cinema e Audiovisivo più le “integrazioni”): 221 milioni di euro nel 2017, 262 milioni di euro nel 2018, 334 milioni di euro nel 2019, 500 milioni di euro nel 2020, 655 milioni di euro nel 2021, 648 milioni di euro nel 2022, 541 milioni di euro nel 2023 (il “Piano di riparto” per l’anno in corso 2024 prevede invece, sulla carta, una riduzione a quota 413 milioni di euro).

Per un totale di ben 3,2 miliardi di euro nell’arco di 7 anni (la media annua è stata di 460 milioni di euro).

Con il “Tax Credit” cine-audiovisivo, erogati 3,2 miliardi di euro nell’arco di 7 anni: è stato prodotto “di tutto”, opere eccellenti ma anche flop, e finanche “trash”

È stato prodotto di tutto: opere eccellenti, sia a livello di cinema sia a livello di fiction televisiva… ma sono state prodotte anche opere “invedibili”, vere e proprie porcherie… E finanche “trash”, opere che potremmo definire “spazzatura audiovisiva di Stato”.

E, grazie a quella che si è rivelata una vera e propria “manna di Stato”, si è insinuata nel “sistema” anche la criminalità organizzata, ovvero alcuni pseudo-imprenditori che si sono “inventati” il mestiere di produttori cinematografici, utilizzando il credito di imposta – in assenza di controlli – come strumento funzionale al riciclaggio di danari sporchi: già da qualche anno, la vicenda ha suscitato l’attenzione dei media ed ha portato ad alcuni arresti in ambienti camorristi, come nel caso dello pseudo-produttore Daniele Muscariello, attraverso “società cinematografiche lavatrici”: si rimanda a “Key4biz” del 23 maggio 2024, “Un giudice come Luigi De Magistris per il ‘Tax Credit’? Per l’avvocato Michele Lo Foco il 60 % delle fatture sono false” ed a “Articolo21” del 25 luglio 2024, “La ‘ndrangheta a Cinecittà” titolava RaiNews e la Presidente Sbarigia subito smentiva…”. Le indagini su questa brutta vicenda di infiltrazione criminale nel sempre “rutilante” mondo del cinema sono state condotte dai pm Francesco Cascini e Francesco Minisci, attivi presso la Procura di Roma. Il primo, in particolare, è un magistrato già in prima linea alla Procura di Locri, autore di un bel libro su quella esperienza, “Storia di un giudice. Nel Far West della ‘ndrangheta”, edito nel 2011 da Einaudi. Ed è Francesco Cascini che sta seguendo il “caso Boccia-Sangiuliano” presso la Procura di Roma.

Sicuramente c’è stato un “boom” produttivo, grazie al “Tax Credit” in Italia.

Ma il meccanismo – sulla carta valido – celava un potenziale “crash” economico (almeno dal punto di vista dello Stato), come ha scoperto anche il titolare del Mef Giancarlo Giorgetti.

La quantità di opere è crescita in modo abnorme, anche in segmenti “minori” come la documentaristica…

La quota di mercato del “made in Italy” audiovisivo (nei cinema, di audience nelle tv e nelle piattaforme) non è cresciuta granché… ma… c’è un “ma” sul quale si deve riflettere: “ma” – appunto – tutti coloro che si sono seduti al “banchetto” hanno continuato ad inneggiare alle eccezionali capacità del “Tax Credit”… Per anni, si è ascoltato un coro – quasi unanime – tra Ministero (la Sottosegretaria Lucia Borgonzoni in primis), e rappresentanti dei “big player” (gli allora Presidenti di Anica Francesco Rutelli e di Apa Giancarlo Leone), che celebrava ad ostriche e champagne, magari anche con qualche Ferrari acquistata coi soldi dello Stato…

Per molti anni, i Ministri in carica ed i Sottosegretari – in primis, il “dem” Dario Franceschini e la leghista Lucia Borgonzoni – hanno decantato (anzi esaltato) le sorti “magnifiche e progressive” del cinema italiano, sostenendo che si stava assistendo ad un eccezionale anzi fantastico “boom” produttivo… Il che, in parte, è vero, perché c’è stata sicuramente una produzione… quantitativamente crescente, ma parte significativa di questa produzione non ha avuto circolazione alcuna. Solo dopo l’allarme lanciato da Gennaro Sangiuliano, altri si sono improvvisamente accorti che – come dire? – “qualcosa” non andava…

Il caso di “PapMusic” è una “eccezione alla regola” oppure “la regola”?

La domanda che sorge naturale è: il “caso PapMusic” è una “eccezione alla regola” oppure la “regola”?

Difficile rispondere a questa domanda, che provoca infinite perplessità.

Non abbiamo accesso al set completo dei dati, che viene mantenuto nelle segrete stanze del Ministero della Cultura, il quale pure – va dato atto – rende di pubblico dominio informazioni essenziali: per capirci, di “PapMusic” (la “opera prima”), è dato sapere soltanto – come abbiamo segnalato – che è costato (secondo quel che dichiara la società di produzione) 4,4 milioni di euro, ed ha beneficiato (secondo quel che dichiara il Ministero) di “Tax Credit” per circa 2 euro.

In verità, null’altro è dato sapere, perché i consuntivi / preventivi di produzione delle opere audiovisive non vengono resi di pubblico dominio dal Ministero della Cultura, e quindi, per esempio, non è nemmeno possibile conoscere quanti danari abbia guadagnato il regista di uno dei film più costosi della storia del cinema italiano, ovvero Saverio Costanzo per “Finalmente l’alba”, costato oltre 30 milioni di euro (secondo i produttori), ai quali lo Stato italiano ha “regalato” quasi 10 milioni di euro… L’incasso del film è stato di poco più di 400mila euro… E non esiste alcun dataset pubblico che consenta di comprendere in modo chiaro e semplice i dati essenziali dell’offerta: quanti spettatori cinematografici, quanti spettatori in tv, quanti spettatori sulle piattaforme, quanta circolazione nei festival cinematografici italiani ed all’estero, che tipo di ricaduta critica a livello di recensioni su quotidiani e media, e magari anche sui “social media”. “No data” = non chance di valutazione. Governo nasometrico delle risorse pubbliche.

La solita “trasparenza a metà” nella gestione delle risorse pubbliche.

I soliti deficit di controlli e deficit di valutazioni di impatto.

Conclusivamente, merita certo essere citata la commendevole iniziativa di ieri sera di “Striscia la Notizia” (la quale, peraltro, non ha registrato alcuna ricaduta mediatica, almeno nella rassegna stampa e web di oggi), ma si deve auspicare che l’essere assurto il tema “Tax Credit” alla “cronaca nazionale” a livello televisivo non determini lo sviluppo di una logica radicale ed integralista, che alimenta il rischio di buttare anche il “bambino sano” assieme all’“acqua sporca”… In effetti, in questo caso, il rimedio sarebbe veramente peggiore del danno.

Clicca qui, per il servizio di Pinuccio su “Striscia la Notizia”, intitolato “Pinuccio e il flop d’animazione con mega sovvenzioni”, dedicato al caso del film “PapMusic”, andato in onda su Canale 5, Mediaset, 2 ottobre 2024

Clicca qui, per il trailer del film “PapMusic – Animation for Fashion” (regia Roberta Galli alias LeiKiè, produzione Not Just Music), distribuito nelle sale cinematografiche dal 26 settembre 2024

Clicca qui, per la recensione di “PapMusic” a cura di Alberto Del Moro, sul canale YouTube “Viva la Albe”, pubblicata il 29 settembre 2024

Nota: sul tema “Tax Credit” a favore del settore cine-televisivo, si rimanda anche all’intervento IsICult su “Key4biz” del 30 settembre 2024, “Dossier. A proposito di “Tax Credit” cine-audiovisivo, di decreti direttoriali e di commissioni di esperti…”

[ Note: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale”. Hanno collaborato Natasha Mazza e Vincenzo Carrano . ]

(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz” (ragionamenti eterodossi di politica culturale e economia mediale).

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Pezzotto, c’è l’ok del Senato al giro di vite sulla pirateria. Domani si passa alla Camera

Il Senato approva il dl Omnibus e quindi anche il giro di vite sulla pirateria

L’articolo 6-ter, introdotto nel corso dell’esame in sede referente, modificando la legge n. 633, prevedono per un più efficace contrasto della pirateria online specifici obblighi di segnalazione e di comunicazione – la cui violazione è sanzionata con la pena della reclusione fino a un anno – per i prestatori di servizi di accesso alla rete, i soggetti gestori di motori di ricerca e i fornitori di servizi della società dell’informazione, ivi inclusi i fornitori e gli intermediari di vpn o comunque di soluzioni tecniche che ostacolano l’identificazione dell’indirizzo Ip di origine, gli operatori di content delivery network, i fornitori di servizi di sicurezza internet e di Dns distribuiti, che si pongono tra i visitatori di un sito, e gli hosting provider che agiscono come reverse proxy server per siti web”.

È quanto contenuto nell’Articolo 6-ter (“Disposizioni per il contrasto della pirateria informatica”) del decreto legge n. 113/2024 “Misure urgenti di carattere fiscale, proroghe di termini normativi ed interventi di carattere economico”, anche chiamato dl Omnibus.

Domani l’esame alla Camera

Stamattina il Senato ha dato il via libera al decreto Omnibus con 98 sì e 88 no. Ora il testo passerà alla Camera in seconda lettura e andrà convertito in legge entro l’8 ottobre 2024.

Domani il decreto in questione è stato assegnato alle Commissioni Bilancio e Finanze di Montecitorio, che inizieranno i lavori alle 09,30, per poi passare in Aula alle 14,30 per l’Esame e la votazione delle questioni pregiudiziali e quindi successivamente l’Esame del disegno di legge a partire dalle 16,15 circa, come indicato dal calendario lavori della Camera.

Un provvedimento di carattere generale (da qui il nome ‘Omnibus’), su cui il Governo ha posto la fiducia, che intende intervenire su diverse materie, tra cui le misure di contrasto alla pirateria audiovisiva e degli eventi sportivi.

Maggiori responsabilità per i fornitori di servizi

Il nuovo articolo impone di fatto a prestatori di servizi di accesso alla rete, soggetti gestori di motori di ricerca, fornitori di servizi della società dell’informazione, operatori di content delivery network, fornitori di servizi di sicurezza internet e di DNS distribuiti e hosting provider “l’obbligo di segnalare immediatamente, all’autorità giudiziaria o alla polizia giudiziaria tali circostanze, fornendo tutte le informazioni disponibili (comma 1)”.

La violazione del diritto d’autore assume ora anche rilevanza penale (“reclusione fino a un anno”), come si legge nel testo dell’articolo 6-ter, con le già note sanzioni pecuniarie per i delitti informatici e per il trattamento illecito di dati personali (articolo 24- bis del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 – comma 3).

Legge che sancisce i principi del riconoscimento e tutela della proprietà intellettuale anche digitale e della tutela del diritto d’autore mediante le reti di comunicazione elettronica. Si dispone inoltre nei poteri dell’AGCOM la possibilità di ordinare ai prestatori di servizi di disabilitare l’accesso a contenuti diffusi in maniera illecita anche con provvedimenti cautelari in via d’urgenza, per attuare i blocchi dei siti entro 30 minuti attraverso le “ingiunzioni dinamiche”, in linea con quanto previsto dalla legge antipirateria del 2023.

Un’azione legislativa che rappresenta un giro di vite ulteriore sul tema pirateria audiovisiva, in particolare contro chi viola il diritto d’autore offrendo eventi sportivi live a pagamento su piattaforme illegali.

I pro e i contro

La battaglia contro la pirateria digitale – ha sottolineato Luigi De Siervo, amministratore delegato di Lega Serie A, intervenendo all’evento ‘Ricette di innovazione’ all’Università Milano-Bicocca – è una battaglia essenziale nel nostro Paese. Siamo riusciti a portare al nostro Parlamento una legge che consente di intervenire con una piattaforma che abbiamo donato all’Autorità e far cadere un sito pirata entro 30 minuti”.

Ieri le commissioni Bilancio e Finanze del Senato avevano già approvato – in sede di conversione del cosiddetto “Decreto Omnibus” – i due emendamenti alla normativa contro la pirateria su Internet, contenuti oggi nel testo votato in aula, malgrado l’univoca opposizione di tutti gli operatori italiani, in testa quelli di AIIP, Associazione Italiana Internet Provider.

Molto critiche le associazioni di settore, come l’AIIP. Secondo il presidente Giovanni Zorzoni, “potrà accade, molto più frequentemente, che vengano bloccati anche indirizzi leciti che sono impiegati solo in via accidentale per la trasmissione di contenuti pirata”, aggiungendo che “questo è un fatto grave, anche nei confronti dell’Agcom, che si troverà a dover gestire possibilmente una massa infinita di ricorsi rispetto ad altrettante segnalazioni che corrisponderanno a falsi positivi”.

Una misura ritenuta “eccessivamente sproporzionata e inefficace ai fini del contrasto ai fenomeni di pirateria online. La stessa colpisce, infatti, soggetti totalmente estranei all’oggetto del reato di cui sono responsabili chi diffonde illecitamente contenuti online e chi usufruisce di tali contenuti”, secondo Anitec-Assinform.

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Pezzotto. Ulteriore stretta nel dl Omnibus, c’è anche il carcere

Dl omnibus, gli emendamenti

Approvati dalle commissioni Bilancio e Finanze del Senato due emendamenti al decreto omnibus relativi alla pirateria audiovisiva e degli eventi sportivi.

Il primo estende anche ai “fornitori di servizi Vpn e quelli di Dns pubblicamente disponibili” l’obbligo di bloccare l’accesso ai contenuti diffusi abusivamente in violazione del diritto d’autore e della legge antipirateria.

L’altro obbliga i prestatori di servizi di accesso alla rete che “vengono a conoscenza” di condotte penalmente rilevanti di segnalarlo immediatamente all’autorità giudiziaria o alla polizia giudiziaria.

L’omissione della segnalazione e della comunicazione sono puniti “con la reclusione fino ad un anno“.

Il testo, che è in scadenza l’8 ottobre 2024, è atteso oggi a Palazzo Madama per poi successivamente passare in seconda lettura alla Camera dei Deputati.

Faro sui fornitori di servizi Vpn e Dns

Nel dettaglio, l’emendamento 6.0.35 a firma Zedda, Liris e Damiani, aggiunge la dicitura “fornitori di servizi di Vpn e quelli di Dns pubblicamente disponibili, ovunque residenti ed ovunque localizzati“. Inoltre, viene aggiunta alla frase “provvedono comunque” anche un limite temporale allo stop alle trasmissioni una volta appurato il reato: “entro il medesimo termine massimo di 30 minuti dalla notificazione del provvedimento di disabilitazione“.

Prevista la reclusione fino ad un anno

L’emendamento 6.0.36, sempre a firma Zedda, Liris e Damiani, invece, agisce sulla legge antipirateria: “I prestatori di servizi di accesso alla rete, i soggetti gestori di motori di ricerca e i fornitori di servizi della società dell’informazione, ivi inclusi i fornitori e gli intermediari di vpn (virtual private network) o comunque di soluzioni tecniche che ostacolano l’identificazione dell’indirizzo IP di origine, gli operatori di content delivery network, i fornitori di servizi di sicurezza internet e di DNS distribuiti, che si pongono tra i visitatori di un sito, e gli hosting provider che agiscono come reverse proxy server per siti web, quando vengono a conoscenza che siano in corso o che siano state compiute o tentate condotte penalmente rilevanti ai sensi della presente legge” devono “segnalare immediatamente” alle autorità “tali circostanze, fornendo tutte le informazioni disponibili” e notificare “un punto di contatto” per comunicare direttamente. E nel caso di “omissione della segnalazione” e “della comunicazione” da parte dei prestatori di servizio si punisce “con la reclusione fino ad un anno“.

Le multe

Nei giorni scorsi, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), assieme alla Guardia di Finanza e la procura della Repubblica di Roma, avevano firmato un protocollo che consente di mettere a disposizione dell’autorità giudiziaria i dati identificativi di chi fruisce del cosiddetto pezzotto, cioè di contenuti audiovisivi offerti illegalmente su piattaforme pirata, le Iptv illegali.

La legge prevede sanzioni da 150 fino a 5.000 euro per gli utenti finali che usufruiscono di contenuti audiovisivi relativi ad eventi sportivi in violazione del diritto d’autore e della legge antipirateria.

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A proposito di “Tax Credit” cine-audiovisivo, di decreti direttoriali e di commissioni di esperti…

L’Istituto italiano per l’Industria Culturale sta lavorando ad un saggio che ricostruisca la storia politico-economica dell’industria culturale italiana, con particolare attenzione al cinema e all’audiovisivo: manca infatti, nella bibliografia sul settore cine-audiovisivo nazionale, una sorta di “aggiornamento” dello storico volume di Lorenzo Quaglietti, “Storia economico politica del cinema italiano”, pubblicato nel lontano 1980 da Editori Riuniti…

Uno degli assi portanti di questa ricostruzione dell’Istituto sarà inevitabilmente incentrato sul “Tax Credit”…

In questo contributo IsICult per “Key4biz”, proponiamo un estratto delle elaborazioni in corso (materiali in bozza), ricordando come il “Tax Credit” sia nato soprattutto per volontà di Francesco Rutelli, Ministro della Cultura nel 2008, ma è a distanza di dieci anni, dal 2017, che viene rilanciato alla grande dal Ministro “dem” Dario Franceschini. Con la legge che recherà il suo nome (approvata a fine novembre 2016), il “Fondo Cinema” – che diviene “Fondo Cinema e Audiovisivo” – passa dai 200 milioni del 2016 ai 400 milioni del 2017, per arrivare al picco di 750 milioni nel 2023. Sempre e comunque senza adeguati controlli e valutazioni di impatto

L’IsICult peraltro può vantare una specifica competenza tecnica ed esperienza storica nella materia, dato che nel 2008 ha curato il primo testo mai prima dedicato al tema “Tax Credit”: si tratta de “Il Mercante e l’Artista”, promosso da Willer Bordon e Gabriella Carlucci in una prospettiva “bipartisan”, pubblicato da Spirali. Si legge nella quarta di copertina del libro: “Il “Tax Shelter” è un sistema di stimolazione fiscale che è stato introdotto in Italia, a favore del cinema, dalla Legge Finanziaria 2008, grazie a una norma bipartisan promossa da una parlamentare allora di opposizione, Gabriella Carlucci, e da un parlamentare allora della maggioranza, Willer Bordon: a distanza di pochi mesi, dopo le elezioni dell’aprile 2008, i ruoli si sono invertiti, ma la norma, accolta con entusiasmo dal Ministro Sandro Bondi, così come dal suo predecessore Francesco Rutelli, sta per avere concreta applicazione attraverso i decreti applicativi che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali sta emanando”.

Ad essere più precisi, da diversi anni Gabriella Carlucci (deputata dal 2001 al 2013) allora Responsabile Cultura di Forza Italia, auspicava l’introduzione di norme fiscali a favore della cultura, ma era stata per molto tempo inascoltata: nel dicembre 2007 è riuscita, grazie all’impegno “bipartisan” di un parlamentare allora di maggioranza, Willer Bordon, a farle approvare. Rectius: l’allora Ministro per i Beni e le Attività Culturali Francesco Rutelli aveva proposto l’introduzione del “Tax Credit” a favore del cinema nella “Finanziaria” per l’anno 2008, e Carlucci e Bordon sono riusciti a fare in modo che un provvedimento certamente utile – il “Tax Credit”, appunto – fosse accompagnato ovvero rafforzato da un provvedimento ancora più innovativo – il “Tax Shelter”, giustappunto. Già durante l’iter della Finanziaria 2008, si era assistito a rivendicazioni multiple ed un po’ contraddittorie dei meriti…

Molti “padri” hanno rivendicato la paternità del provvedimento: in particolare Francesco Rutelli, anche poco tempo fa nella sua veste di Presidente dell’Anica (dal 2021). Quando arriva il Governo Berlusconi (si tratta del quarto esecutivo guidato dal fondatore di Forza Italia, che ha retto dal maggio 2008 al novembre 2011), i provvedimenti cadono sotto la scure dell’allora Ministro Giulio Tremonti (divenuto famoso per la infelice frase – peraltro da lui mai pronunciata – “con la cultura non si mangia”) all’interno del decreto che cancellava l’Ici.

Proteste vibranti a sinistra ed a destra, sia da parte degli autori sia da parte degli imprenditori: si minaccia addirittura la non presentazione di film italiani nei festival. L’allora Responsabile Cultura del Partito Democratico, Vincenzo Cerami si impegna in prima persona (ed in prima pagina su “l’Unità”). L’associazione 100autori chiede le dimissioni del Ministro Bondi. Gabriella Carlucci, mossa dalla passione politica che allora la caratterizzava, riesce a convincere Sandro Bondi. E Bondi – con il sostegno di Gianni Letta – convince Tremonti. I tagli vengono eliminati… E il “Tax Credit” concretamente nasce… (si veda “Key4biz” del 25 luglio 2008, “Cinema: 154 milioni di euro per il Tax Shelter, ma è ancora scontro intorno a ‘Il mercante e l’artista’”). Il libro curato da IsICult (con contributi di esperti indipendenti del livello di Alberto Pasquale e Bruno Zambardino) fu presentato in Senato il 18 luglio 2008: vedi “Key4biz” del 22 luglio 2008, “‘Il mercante e l’artista’: presentato da Bondi e Carlucci il primo manuale sul Tax Shelter per il cinema”.

“Tax Credit”, neologismo riconosciuto dalla Treccani dal 2018, ma in uso dal 1987

Nella nostra principale attività di ricercatori mediologici/culturologici, l’attenzione è spesso rivolta alle evoluzioni anche terminologiche del linguaggio specialistico… Ci piace qui riportare quel che segnala il sito web della Enciclopedia Treccani alias “Istituto per l’Enciclopedia Italiana”, nel suo “Dizionario” online, alla voce “Tax Credit”, appunto:

Tax credit. Neologismi (2018)

  • loc. s.le m. inv. Credito fiscale: agevolazione che prevede la possibilità di compensare debiti nei confronti del fisco con crediti maturati a seguito di un investimento nel settore cinematografico.
  • “Quanto al cinema, reduce dal successo a Cannes di due film come «Il divo» e «Gomorra», entrambi finanziati dallo Stato, potrebbe perdere per strada cinque milioni di euro, quelli a favore degli investimenti nel cinema chiamati Tax Credit: ciò non farà un baffo a cinepanettoni o fiction, però ferirà autori del tipo Sorrentino o un Garrone”. (Stefano Miliani, “Unità”, 29 maggio 2008, p. 19, “In Scena”)
  • “In attesa della fine della crisi si assume la funzione di produttori esecutivi per far accedere in tempi brevi le produzioni straniere al Tax Credit. (Silvana Silvestri, “Manifesto”, 26 luglio 2012, p. 4, “Italia”)
  • “[tit.] Tax credit per il cinema, il tetto sale a 140 milioni [testo] […] Non si tratta dell’unico restyling del Tax Credit. Si è, infatti, intervenuti anche sulla portata dei vari benefici fiscali: per esempio, il credito d’imposta del 15 % riconosciuto alle imprese cinematografiche per la distribuzione di opere nazionali di interesse culturale è stato ammesso anche per le spese internazionali (ora è limitato a quelle nazionali). (Antonello Cherchi, “Sole 24 Ore”, 17 ottobre 2015, p. 5).
  • Espressione inglese composta dai s. tax ‘tassa, imposta’ e credit ‘credito’.
  • Già attestato nella “Repubblica” del 1° agosto 1987, p. 8, “Commenti” (Vincenzo Visco), nella variante grafica “tax-credit”.

Quel che vogliamo qui segnalare è come Treccani registri “Tax Credit” come “neologismo” diffuso soltanto nel 2018, ma registri l’uso della formula fin dal 1987: diverte osservare come le espressioni utilizzate siano attinte ad articoli giornalistici rispettivamente del 2008 giustappunto (su “l’Unità”) e del 2012 (sul “il Manifesto”) e del 2015 (su “Il Sole 24 Ore”).

Il “boom” s’è registrato negli anni successivi, comunque, a cavallo della “Legge Franceschini” approvata a fine 2016…

L’anonimo redattore della voce su “Treccani” non sa che, con quelle citazioni, ha involontariamente toccato alcuni dei “tasti” dolenti del tema.

Si ricordi che, per molti anni, il concetto di “Tax Credit” (ovvero il credito d’imposta) si è andato accompagnando al fratello “Tax Shelter” (ovvero defiscalizzazione degli utili), anche se il secondo è presto scomparso dai radar…

Appunti per una ricostruzione storica della genesi del “Tax Credit” a favore del cinema e dell’audiovisivo, dal lontano 2007 all’approvazione della “Legge Franceschini” del 2016

Cercando nel gigantesco archivio storico dell’agenzia stampa Ansa, il primo risultato che associa “Tax Credit” + “Cinema” è un dispaccio del 12 ottobre 2007, con una dichiarazione dell’allora Vice Presidente del Consiglio Francesco Rutelli, nonché Ministro per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo (dal maggio 2006 al maggio 2008), intitolato «Beni Culturali: Rutelli, sì a incentivi ai privati”, che così recita: «Torino , 12 ottobre 2007 –  ”Sì agli incentivi ai privati, perché una parte della ricchezza prodotta venga reinvestita in cultura”: al Vice Presidente del Consiglio, Francesco Rutelli, piace la proposta del Presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, che questa mattina ha rivolto un appello ai privati perché investano nella cultura. ”Montezemolo ha assolutamente ragione”, ha sottolineato Rutelli a margine della visita all’Envirement Park di Torino, il centro di eccellenza sull’idrogeno. ”Nell’attuale Finanziaria, ci sono già due innovazioni importanti – ha ricordato Rutelli – una riguarda l’aggiornamento della legge Ronchey per la valorizzazione del patrimonio, la gestione dei musei e dei siti archeologici e i servizi. L’altra riguarda invece il Tax Credit, cioè le norme di sostegno alla produzione cinematografica nazionale. Tutto questo, però, ha bisogno di meccanismi di incentivo: dobbiamo passare dall’idea che i soldi spesi in cultura siano superflui e renderci conto finalmente che questa è una visione arcaica e che la visione del futuro ci dice che l’investimento in cultura è a pieno titolo un investimento di ricchezza, di occupazione e di benessere, oltre che di identità civile”».

A distanza di poche settimane, Ansa segnala: “Finanziaria: ok ad art. 7, sconti fiscali per il cinema”, e riporta: «Roma, 8 novembre 2007 – “Arrivano sconti fiscali per rilanciare l’industria cinematografica nazionale. Il Senato ha approvato l’articolo 7 della Finanziaria, che introduce un meccanismo di incentivazione fiscale a favore degli investimenti nella filiera del cinema, tramite crediti di imposta sia per le imprese esterne (Tax Credit esterno) che per le imprese interne alla stessa filiera (Tax Credit interno). Alcuni commi puntano anche ad attrarre, mediante agevolazioni fiscali, produzioni straniere di alto livello sul territorio nazionale. L’Aula di Palazzo Madama ha approvato anche un emendamento presentato dal senatore Willer Bordon, con i voti favorevoli di governo e relatore, sul quale maggioranza e opposizione si sono espressi fuori dagli schieramenti. L’emendamento prevede che ”non concorrono a formare il reddito imponibile ai fini delle imposte dirette gli utili dichiarati dalle imprese di produzione e nella distribuzione dei film”. Arrivano poi detrazioni per le sponsorizzazioni». Si ricordi che Willer Bordon (1949-2015) è stato deputato del centro-sinistra dal 1987 al 2001, e specificamente Sottosegretario alla Cultura dal maggio 1996 all’ottobre 1998, con Romano Prodi premier (e poi Ministro dei Lavori Pubblici nel Governo Massimo D’Alema e poi dell’Ambiente con Giuliano Amato).

Da Francesco Rutelli a Sandro Bondi, un percorso ad ostacoli per il “Tax Credit, operativo dal 2008, ma rilanciato alla grande da Franceschini a partire dal 2017 con la sua legge

Nel maggio del 2008, si registra una dichiarazione dell’allora Ministro Sandro Bondi (Forza Italia), che ha guidato il Collegio Romano fino al marzo 2011: «proseguendo sulla linea tracciata dai precedenti ministri, Giuliano Urbani, Rocco Buttiglione e Francesco Rutelli, dopo che sono stati introdotti nella finanziaria 2008 alcuni strumenti di incentivizzazione fiscale per le attività cinematografiche (Tax Credit), come peraltro già esistono in altri paesi europei (Gran Bretagna, Irlanda, Germania, Belgio, Olanda), stiamo lavorando per ottenere l’approvazione dell’Unione Europea e quindi emanare i relativi decreti di attuazione» (Ansa, 18 maggio 2008).

L’intendimento di Sandro Bondi appena insediatosi si scontra presto però con le resistenze del suo collega Giulio Tremonti… In effetti, a distanza di dieci giorni, lo stesso Ministro della Cultura lamenta quanto sia “grave il no al Tax Credit”: «tagli ci sono, ma meno pesanti di quelli annunciati oggi dalla Uil. Il Ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi replica alla notizia di un forte ridimensionamento del Fus (Fondo Unico per lo Spettacolo), derivato dalla necessità di trovare una copertura finanziaria per il decreto legge sull’Ici. Riduzioni ”dolorose”, dice, ”ma che devono essere inquadrate nel più generale contesto di misure urgenti a favore delle famiglie italiane”. Mentre parla di ‘segnale negativo’ per la soppressione della Tax Credit per il cinema e rivela di averne già parlato con Berlusconi, Letta e i ministri competenti. ”Per quanto concerne la diminuzione delle risorse del Fondo Unico per lo Spettacolo – si sottolinea in una nota del Ministero – essa è da riferirsi alla limitatissima quota del 6,78 % degli stanziamenti, di sola parte corrente per l’anno 2010. Quindi, un’annualità lontana, com’è noto puramente figurativa e comunque suscettibile di futuri aggiustamenti”. La soppressione degli interventi a favore degli investimenti nel cinema (Tax Credit), prosegue la nota, ”è invece certamente un segnale negativo per questo settore. Il Ministro Bondi, a tale riguardo, ha già personalmente interessato il Presidente del Consiglio, il Ministro dell’Economia, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento ed il Sottosegretario dr. Gianni Letta, che gli hanno assicurato un attento ed approfondito esame in sede di conversione del decreto-legge che certamente porterà ad un ripensamento di questa decisione. Infatti – sottolinea il ministero – si tratta di una norma che incide limitatamente sui conti dello Stato, ma che costituisce un forte volàno per il rilancio del cinema italiano ed in generale dell’economia italiana» (Ansa, 28 maggio 2008).

A distanza di un mese: «per quanto riguarda la questione sollevata sulla abolizione del Tax Credit, voglio nuovamente sottolineare che ho esercitato il massimo impegno possibile per la reintroduzione di questa utile innovazione a favore del cinema italiano”. Lo ha detto ai senatori della Commissione Cultura di Palazzo Madama il Ministro dei Beni Culturali Bondi, che ha sottolineato: ”il mio auspicio è che nel corso dell’iter parlamentare al Senato questa norma venga reintrodotta’» (Ansa, 25 giugno 2008).

Nello stesso giorno, l’allora senatore Vincenzo Vita (Partito Democratico) denuncia: «Hanno ragione le associazioni del cinema, che hanno preso una decisione molto impegnativa, vale a dire la non partecipazione ai festival cinematografici nazionali, se non si reintroduce il Tax Credit tagliato dal governo» (Ansa, 25 giugno 2008). L’indomani interviene anche il regista Daniele Luchetti: «‘Siamo al paradosso: un governo a parole liberista, che dice di voler aiutare l’imprenditoria, cancella le norme a favore del cinema. La verità è che si vuole ridurre lo spazio di libertà del nostro cinema, condannandolo alla condizione perpetua di questuante della politica”. Così il regista Daniele Luchetti, a nome del gruppo 100autori, commenta la decisione del governo di tagliare la Tax Credit, in un’intervista al quotidiano ”La Repubblica”».

E ancora, nello stesso giorno, così Andrea Marcucci (allora Segretario della Commissione Pubblica Istruzione e Beni Culturali del Senato): la riforma introdotta da Rutelli “è troppo importante per essere cancellata in modo così brutale” (…) ”siamo pronti a sostenere in Senato la reintroduzione della Tax Credit, che rappresenta una misura fondamentale a sostegno del cinema italiano” (Ansa, 26 giugno 2008). Lo stesso Rutelli rilancia l’allarme, dichiarando: «con Berlusconi, cultura in bancarotta (…) Rutelli segnala in particolare il taglio ai fondi per la tutela del paesaggio e la demolizione degli ecomostri (45 milioni di euro negli anni 2008-2010) e quello che colpisce le misure per il cinema, Tax Credit e Tax Shelter (”misure innovative capaci di attivare rilevanti investimenti privati”). Uno ”scempio”, conclude, ”che bisogna fermare prima che diventi irreversibile» (26 giugno 2008).

Una decina di giorni dopo, Ansa annuncia “reintegrati Tax Shelter e Tax Credit”, attribuendo all’allora Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta il risultato: «da fonti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, si apprende che il Sottosegretario alla Presidenza, Gianni Letta, ha firmato l’emendamento alla manovra finanziaria che reintegra Tax Credit e Tax Shelter. Da quanto si apprende, i fondi sarebbero stati trovati al di fuori del bilancio del Mibac.  Grande soddisfazione trapela negli ambienti del ministero per il successo del Ministro Bondi, che è riuscito a convincere il collega Tremonti sulla necessità e l’opportunità di un tale provvedimento, che riguarda le agevolazioni fiscali in favore del cinema. Il mondo dello spettacolo protestava da tempo, senza mezzi termini e per bocca di personaggi di ogni parte politica, perché nel maxi-emendamento al Decreto Fiscale della Finanziaria non vi era traccia di quelle agevolazioni fiscali che permettevano la detassazione degli utili (Tax Shelter e Tax Credit) da reinvestire nella produzione cinematografica» (7 luglio 2008).

A distanza di qualche mese, nel dicembre 2008, arriva il placet della Commissione Europea, ed il Ministro Sandro Bondi ringrazia esplicitamente il Commissario responsabile della Concorrenza, Neelie Kroesper la sensibilità dimostrata verso una norma che utilizza criteri culturali per promuovere la ricchezza della cinematografia italiana nel contesto europeo e tutti coloro che hanno contribuito a questo straordinario successo, a cominciare dal Direttore Generale per il Cinema, Gaetano Blandini (…)”. Nel maggio dell’anno dopo, il Ministro Bondi annuncia che è operativa “da oggi la legge sulle agevolazioni fiscali per il cinema, Tax Credit e Tax Shelter” (7 maggio 2009)… Ed è giustappunto l’allora Dg Gaetano Blandini ad annunciare in quel di Cannes: “il sistema del Tax Credit che abbiamo condiviso con l’industria audiovisiva e i vari organi dello Stato verrà nei prossimi giorni illustrato alla Corte dei Conti, perfezionato nei suoi passaggi attuativi di concerto con l’Unione Europea per poi essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, avendo per fortuna valore retroattivo sin dal 2008. Alcune norme a sostegno delle imprese collegate alla filiera produttiva come la distribuzione e l’esercizio verranno sostenute in un primo tempo con procedure speciali ammesse dalla Commissione Europea, ma continueremo a lavorare per una piena legittimità sia del sistema del Tax Credit che di quello del Tax Shelter” (18 maggio 2009).

Sandro Bondi (Ministro della Cultura) a fine 2009: “il modello di finanziamento del cinema ha costretto praticamente registi e produttori al servaggio, di qualsiasi colore fosse il governo in carica”

A fine novembre del 2009, a seguito anche di dichiarazioni dell’allora Ministro Renato Brunetta sugli sprechi nel cinema, il Ministro Sandro Bondi dichiara “basta sprechi, soldi solo a registi esordienti”: più precisamente: «stop ai soldi a pioggia, finanziamenti solo a opere prime e seconde, i grandi cineasti trovino sul mercato le risorse e il governo li aiuterà con tagli alle tasse. È la ricetta del Ministro per i Beni Culturali Sandro Bondi per il settore dello spettacolo, illustrata dallo stesso Ministro con un intervento sul “Giornale”.    “In questi anni, il modello di finanziamento del cinema – afferma Bondi – ha costretto praticamente registi e produttori al servaggio, di qualsiasi colore fosse il governo in carica”. Ora il ministero, annuncia Bondi, invece introduce ”il ‘Tax Credit’ e il ‘Tax Shelter’, cioè la defiscalizzazione degli investimenti e quella degli utili. Così le cose cambieranno”. ”Non si darà più 1 milione e mezzo di euro a una pellicola che ne incassa 50 mila” (tesi che sono sostanzialmente le stesse manifestate da Gennaro Sangiuliano a distanza di 15 anni, n.d.r.), aggiunge il ministro, ”ed è inutile finanziare registi che sono al quarto o quinto o decimo lungometraggio”. ”Non voglio uccidere il cinema”, precisa poi Bondi prevenendo le critiche al nuovo sistema di finanziamento. ”Oltre al finanziamento indiretto – spiega – resta valido il contributo sul biglietto che lo Stato riconosce al produttore come quota da reinvestire nel settore”» (Ansa, 29 novembre 2009).

Nell’aprile del 2010, interviene l’allora “soltanto” produttore di Cattleya (che nel 2017 è stata ceduta al gruppo britannico Itv Studios) Riccardo Tozzi (Presidente dell’Anica dal 2011 al 2015), auspicando che il Ministro Sandro Bondi rinnovi la misura a favore degli incentivi fiscali: «mi auguro che il Ministro Bondi si decida a firmare il decreto sul rinnovo degli incentivi fiscali, lo ha annunciato più volte, ma la firma non è avvenuta mai. Il successo di ‘Benvenuti al Sud’ non è un’eccezione, è stata un’annata molto buona, ma serve l’aiuto fiscale. Altrimenti, avranno il cinema italiano sulla coscienza» (Ansa, 4 ottobre 2010). Tre giorni dopo, ribadisce la richiesta, la allora soltanto parlamentare del Pd, Giovanna Melandri (era stata Ministro per i Beni e le Attività Culturali dal 1998 al 2001). Seguono mesi di proteste… Verso fine dicembre, l’Agis, nella persona dell’allora Presidente Paolo Protti, chiede al Governo che gli incentivi a favore del cinema vengano prorogati per 3 anni, e nello stesso giorno il Consiglio dei Ministri approva una proroga delle misure per 6 mesi, fino al 30 giugno 2021 (Ansa, 22 dicembre 2010).

Il 23 marzo 2011, l’allora Presidente dell’Anica Paolo Ferrari dichiara: «‘Una decisione saggia e giusta”. Così il Ppresidente dell’Anica, Paolo Ferrari, ha commentato l’esito del Consiglio dei Ministri di oggi, che ha visto il reintegro del Fondo Unico per lo Spettacolo e l’abolizione della tassa di 1 euro sul biglietto per finanziare il Tax Credit per la produzione cinematografica» (Ansa). Nello stesso giorno, il Sottosegretario alla Presidenza Gianni Letta dichiara soddisfatto: “non ho mai avuto dubbi che avremmo rispettato gli impegni presi da me e dal Ministro Sandro Bondi. Oggi il Consiglio dei Ministri ha reintegrato il Fus e garantito il Tax Credit” (23 marzo 2011).

Rendere “permanente” il Tax Credit: se ne parlava dal 2012, ma è stato il “dem” Dario Franceschini a stabilizzarlo, con la dotazione del Fondo Cinema e Audiovisivo dal 2017, con almeno 400 milioni di euro l’anno

Nel maggio 2012, l’allora Ministro della Cultura Lorenzo Ornaghi (in carica dal novembre 2011 all’aprile 2013, con Mario Monti premier) annuncia l’intenzione di rendere permanente il “Tax Credit”, il cui decreto triennale scade a fine 2013… Ad ottobre, il Governo conferma l’intenzione è di prorogare giustappunto fino a fina 2016…

Nel giugno del 2012, Ansa batte: «via libera dal Consiglio dei Ministri, secondo quanto si apprende da fonti governative, al rinnovo del Tax Credit, ovvero le misure di agevolazioni fiscali per il cinema, per gli anni 2014-2015” (15 giugno 2013).

Poi seguono mesi durante i quali si prospetta una riduzione della dotazione del “Tax Credit”, e quindi nuovamente proteste, ma a metà luglio l’allora Ministro Massimo Bray (governo guidato da Enrico Letta, dall’aprile 2013 al febbraio 2014) conferma il suo massimo impegno per ricostituire il budget. A fine luglio, il Presidente dell’Apt (Associazione Produttori Televisivi, divenuta poi Apa – Associazione Produttori Audiovisivi) Fabiano Fabiani esprime plauso per l’approvazione da parte del Governo di un ordine del giorno dei deputati del Partito Democratico, in cui si richiede, tra l’altro, l’estensione del Tax Credit al comparto dell’audiovisivo: “questa misura” dichiara il Presidente dell’Apt Fabiano Fabiani “allineerebbe finalmente l’Italia agli altri Paesi europei” (Ansa, 26 luglio 2013).

Il 2 agosto 2013 l’allora Presidente dei deputati di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni dichiara “Il decreto legge ‘Valore Cultura’ del Governo Letta (fortemente voluto dal Ministro Massimo Bray, n.d.r.) presenta qualche luce e molte ombre. Se, da un lato, consideriamo positivo il rifinanziamento del Tax Credit per il settore cinematografico e l’apertura nei confronti degli operatori culturali privati, dall’altro prendiamo atto che il provvedimento non introduce interventi strutturali e organici per attuare veramente il principio di sussidiarietà previsto dalla Costituzione”… Nei successivi dieci anni, e fino ad oggi, non si registrano prese di posizioni di Giorgia Meloni sul tema “Tax Credit”.

A metà aprile 2014, l’allora Ministro per i Beni Culturali e Turismo Dario Franceschini (in carica dal febbraio 2014 al giugno 2018 con i governi Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, e dal settembre 2019 al febbraio 2021 con Giuseppe Conte premier, e dal febbraio 2021 all’ottobre 2022 con Mario Draghi) annuncia l’intenzione di aumentare il limite di 5 milioni di euro di investimenti per il Tax Credit per attrarre più “investitori esteri”. Ma anche rendere meno farraginose le norme per le quote degli investimenti tv sul cinema aumentando le sanzioni per chi non le rispetta. «Sono alcuni degli impegni per il cinema presi dal Ministro di Beni Culturali e Turismo Dario Franceschini che, intervenendo a conclusione della presentazione dei dati Anica Mibact 2013, assicura al settore tutta la sua disponibilità (“ce la mettero’ tutta”) ma avverte: “non si può ignorare il quadro di crisi generale del Paese» (Ansa, 15 aprile 2014). Si ricordi che Franceschini è stato il più longevo Ministro della Cultura della Repubblica…

Giugno: «entro la prossima settimana, il decreto che estende il Tax Credit cinema alle produzioni di fiction, serie, documentari e opere di animazione destinate alla televisione e al web. Lo annuncia il Ministro di Beni Culturali e Turismo Dario Franceschini, che oggi ha incontrato il nuovo presidente Apt Marco Follini» (Ansa, 6 giugno 2014). Il decreto viene firmato il 10 giugno 2014, e l’Apt esulta per l’estensione all’audiovisivo non cinematografico. Il 3 aprile dell’anno dopo, il decreto attuativo è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

Il 16 ottobre 2015, il Ministro, in occasione della apertura della “Festa del Cinema” di Roma sostiene: «la Festa apre oggi con una bellissima notizia: la Legge di Stabilità aumenta di ulteriori 25 milioni di euro i fondi per il Tax Credit, un incremento significativo a favore di una misura fiscale che sta producendo ottimi risultati e che ha gia’ fatto tornare in Italia le grandi major internazionali con grandi ritorni economici per il Paese (…) Si passa dai 115 milioni di euro del 2015 ai 140 milioni di euro nel 2016, con un incremento percentuale del + 21 %”, ha spiegato Franceschini, tornando sulle misure varate ieri in Cdm» (Ansa, 16 ottobre 2015).

Dario Franceschini (gennaio 2016): “Non ci sarà più scelta discrezionale e più nessuna commissione ministeriale per l’attribuzione dei fondi e più nessuna commissione ministeriale”

Il 28 gennaio 2016, il Ministro Dario Franceschini annuncia: «Non ci sarà più scelta discrezionale e più nessuna commissione ministeriale per l’attribuzione dei fondi: l’assegnazione delle risorse del Fondo Unico per il Cinema “diventa automatica con un meccanismo di Tax Credit, con l’eccezione di un 15 % del fondo che resterà a carattere selettivo, con la scelta da parte di grandissimi esperti internazionali, per le opere prime, gli under 35 e le start up nel cinema”». Di questo annuncio, poco si è realmente concretizzato: la Commissione Esperti è stata creata con la “Legge Franceschini” in vigore dal 2017, e non ci risulta ne abbia mai fatto parte un qualche “esperto internazionale”…

Il 6 ottobre 2016, il Senato approva la legge prevede il raddoppio del Fondo Cinema e Audiovisivo che passa dai 200 milioni di allora a 400 milioni di euro – livello minimo, stabilizzato in modo permanente – e l’investimento per il “Tax Credit” passa subito da 150 milioni a circa 260…

Il 3 novembre 2016 la legge viene definitivamente approvata dalla Camera: questa è la data di nascita di quella che, da allora, verrà chiamata “Legge Franceschini” ovvero la n. 220 del 2016, in vigore dal gennaio 2017…

Dopo pochi mesi, interviene “Report” di Rai3 di Sigfrido Ranucci, con uno speciale ironicamente intitolato “Che spettacolo”: dopo le polemiche sollevate dall’inchiesta su “l’Unità”, il 17 aprile 2015: «Un miliardo e duecento milioni: è il contributo di cui ha beneficiato l’industria cinematografica italiana negli ultimi cinque anni, più di tanti altri settori a cui è precluso l’aiuto di Stato (…) Per ogni euro investito, lo Stato restituisce loro il 40 %. Si scopre che a investire sono state soprattutto le banche: Unicredit, Bnl, Monte dei Paschi, la Popolare di Vicenza. Quanti dei soldi del Tax Credit sono finiti veramente ai film? Intanto i leggendari studi cinematografici di Cinecittà cadono a pezzi nel degrado e hanno accumulato debiti per oltre 32 milioni…».

Il 29 ottobre 2018, Lucia Borgonzoni la Sottosegretaria ai Beni Culturali (in carica dal giugno 2018 al settembre 2019 con Giuseppe Conte premier, e dal marzo 2021 con gli esecutivi guidati dapprima da Mario Draghi e poi Giorgia Meloni) annuncia: “sul cinema sto cercando di portare a casa un aumento del Tax Credit per quanto riguarda le produzioni straniere che vengono a girare in Italia”.

Nel corso degli anni, Lucia Borgonzoni è stata la più fiera e convinta sostenitrice del “Tax Credit”: forse anche più del Ministro “dem” Dario Franceschini, di cui è stata Sottosegretaria durante il Governo Mario Draghi (dal febbraio 2021 all’ottobre 2022)…

(…)

Tax Credit… “la Storia si ripete”, con corsi e ricorsi, frenate e accelerazioni, perplessità (rarissime) ed entusiasmi (tanti, troppi)

Da allora – verrebbe da sostenere –… “la Storia si ripete, con corsi e ricorsi, frenate e accelerazioni, perplessità ed entusiasmi.

In un’intervista solo di due anni fa al “Corriere della Sera”, il Presidente dell’Anica Francesco Rutelli dichiarava: “l’audiovisivo adesso viaggia a gonfie vele…”. Ed aggiungeva con entusiasmo: il settore “è in una formidabile crescita – Dal 2017 al 2021 gli investimenti aumentati di 14 volte rispetto al Pil” (intervista pubblicata il 27 novembre 2022)… Come dire?! Forse “a gonfie vele”, ma con un capitano del vascello piuttosto… ubriaco! E concludeva: “ci manca solo che mettiamo in discussione il Tax Credit”. Sia mai! In verità, rarissimi sono stati, nel corso degli anni, i dissidenti e dissenzienti rispetto a questa interpretazione (distorta) della realtà.

Nessuna avvisaglia, allora, dello stop imposto con l’arrivo di Gennaro Sangiuliano al Collegio Romano…

Il credito d’imposta ha vissuto una crescita non “esponenziale”, ma certamente impetuosa della dotazione: dai 40 milioni dell’anno 1°, il 2008, ai 140 milioni del 2016 ai 541 milioni del 2023

Dal 2008 al 2023, nell’arco di quindici anni, la dotazione è cresciuta oltre 12 volte!

Si tratta di uno strumento in sé valido, ma la cui utilizzazione è stata… deviata e distorta, per l’assenza di controlli adeguati e di valutazioni di impatto.

Col risultato di consentire – in assenza di controlli e valutazioni – usi ed abusi dello strumento, determinando una inflazione produttiva di titoli (fine a sé stessa, sganciata dalle logiche della domanda e dell’offerta), molti dei quali hanno finito per nemmeno avere sbocco sul mercato (né nei cinematografi né in tv né sulle piattaforme)… Ed incremento progressivo dei costi: tanto “paga Pantalone”.

Che accadrà nelle prossime settimane? Il Ministro Giuli confermerà la delega su cinema e audiovisivo alla senatrice Lucia Borgonzoni? E che effetto provocheranno i tanti ricorsi al Tar in gestazione?

E va dato atto all’ex Ministro Gennaro Sangiuliano (in carica dal 22 novembre 2022 al 6 settembre 2024) di aver “scoperto” la patologia crescente, a fronte degli entusiasmi reiterati manifestati nel corso degli anni (dal 2017 al 2023) sia dai presidenti delle due maggiori “lobby” del settore (Francesco Rutelli per l’Anica e Giancarlo Leone per l’Apa, quest’ultimo poi sostituito dal giugno 2023 da Chiara Sbarigia, che è anche Presidente di Cinecittà), sia da Lucia Borgonzoni, che – come è noto – è stata Sottosegretaria alla Cultura in governi con maggioranze di diverse cromie…

Purtroppo, in perdurante assenza di valutazioni di impatto adeguate all’importanza dello strumento “Tax Credit” ed al suo peso nell’economia complessiva dell’intervento pubblico dello Stato nel settore cine-audiovisivo (ancora oggi, per l’anno 2024, assorbe ben il 59 % del totale delle risorse, 413 milioni sul totale di 696 milioni di euro; comunque con un significativo calo rispetto ai 541 milioni del 2023, che rappresentavano addirittura il 73 % del totale di 746 milioni di euro), la riforma avviata nell’estate del 2023 ha prodotto un risultato controverso e confuso, che delude – comprensibilmente – la gran parte dei produttori indipendenti italiani.

Come dire?! Sotto la regia della Sottosegretaria Lucia Borgonzoni, la “montagna” ha finito per partorire un “topolino”, ma si tratta di un animaletto assai pericoloso, perché si corre il rischio di smontare non soltanto il “castello di carte” (anche di “fatture false”, come ha denunciato più volte pubblicamente l’avvocato Michele Lo Foco, membro del Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo), ma purtroppo si determina il rischio di far andare in tilt tutto “il sistema”, finendo per penalizzare soprattutto gli imprenditori più piccoli e giustappunto i produttori indipendenti…

Ed intanto tutto l’anno 2023 ha registrato un sostanziale stallo del sistema, nelle more dei tanto attesi “decreti”: in particolare, ormai dei tanti (si favoleggia oltre 20! e ciò basti a confermare il perdurante pesante approccio iperburocratico) “decreti direttoriali” che debbono rendere concreta l’operatività del “decreto interministeriale” del 10 luglio 2024 (pubblicato il 14 agosto 2024) co-firmato da Gennaro Sangiuliano e Giancarlo Giorgetti (il cosiddetto decreto “Tax Credit Produzione”)… Si rimanda all’anteprima esclusiva di IsICult, su “Key4biz” del 29 luglio 2024, “Dossier esclusivo IsICult & Key4biz: in anteprima, il tanto atteso Decreto “Tax Credit” di riforma del settore cine-audiovisivo”.

E – come abbiamo segnalato venerdì scorso su queste stesse colonne – decine di operatori si stanno attrezzando per presentare ricorsi al Tar, a partire dai due decreti direttoriali pubblicati l’8 agosto scorsi, focalizzato sui meccanismi per l’accesso ai cosiddetti “contributi selettivi” (per lo sviluppo e la produzione di opere): anche in questo caso, si tratta di testi… “barocchi”, complicati e confusi, veramente farraginosi, al punto tale che non si comprende quale parte degli 80 milioni di euro dei “selettivi” dovranno essere “gestiti” dalla nominanda Commissione Esperti Cinema e Audiovisivo che deve seguire le attività di “Promozione”, piuttosto che la Commissione “Produzione” che è stata nominata nei giorni scorsi (c’è infatti incertezza nella interpretazione di quanto previsto dagli articoli 26 – “produzione” – e 27 – “promozione” – della Legge Franceschini…). E di questa seconda commissione, ovvero la Commissione “Promozione”, ad oggi, ancora nessuna notizia: e siamo a fine settembre 2024… Qui si rimanda a “Key4biz” del 2 agosto 2024 (con un’altra anteprima IsICult), “Cine-audiovisivo, la bozza del “Decreto Contributi Selettivi”.

Si corre il rischio che la dotazione per l’anno solare 2024 divenga veramente… sfuggente, se non evanescente (senza dimenticare i tanti festival cinematografici abbandonati a sé stessi, mentre l’anno volge al termine).

Una “tempistica” volutamente… ad orologeria, ritardata strumentalmente per coprire “i buchi di cassa” nella sovrautilizzazione del “Tax Credit”?

Va segnalato che gli osservatori più maligni sostengono che la “tempistica” ritardata oltre ogni limite della “riforma” (da oltre un anno) cela una operazione finalizzata ad utilizzare i fondi del 2023 (o almeno una parte di essi) per coprire i “buchi di cassa” sedimentatesi a fronte di una (mala) gestione dei fondi del “Tax Credit”…

E si ricordi che il 3 aprile 2024, il Consiglio Superiore del Cinema e Audiovisivo (il Csca presieduto dall’avvocatessa Francesca Assumma) è stato sostanzialmente costretto a “ratificare” il piano di riparto del “Fondo Cinema e Audiovisivo” per l’anno 2024 (696 milioni di euro) elaborato dal Gabinetto del Ministero e dalla Direzione Cinema e Audiovisivo (guidata da Nicola Borrelli), senza chance di proporre modifiche e revisioni di sorta. Si ricordi infatti che il documento è stato sottoposto all’attenzione del Csca in occasione della sua prima riunione di insediamento, con diktat della Sottosegretaria Lucia Borgonzoni ad approvarlo subitaneamente, seduta stante: e soltanto 3 membri su 11 hanno manifestato il proprio voto contrario, per le improprie modalità metodologiche “d’autorità”… Ancora una volta, trasparenza a metà, e dibattito pubblico eluso. Si pone forse la deprecabile prospettiva che i membri di un organismo tecnico, di massima consulenza, che dovrebbe essere indipendente (seppure a supporto del Ministro), corrano il rischio di divenire i “portatori d’acqua” delle decisioni politiche?!

Complessivamente prevale confusione, incertezza, preoccupazione… Il “dossier” cinema e audiovisivo più che scottante…

Prima d’ogni altra decisione, il Ministro Alessandro Giuli deve decidere se lasciare nelle mani di Lucia Borgonzoni il “dossier” cine-audiovisivo, che corre il rischio di divenire, più che scottante, esplosivo…

Ma di questo (ed altro), torneremo presto a scrivere nei prossimi giorni, nella abituale attività di “monitoraggio critico” curata dall’Istituto italiano per l’Industria Culturale

Clicca qui, per il saggio di Angelo Zaccone Teodosi (Presidente dell’IsICult – Istituto italiano per l’Industria Culturale) “Genesi e ambizioni di questo libro: per un cinema forte e libero, per un “policy making” evoluto”, nell’economia del libro promosso da Willer Bordon e Gabriella Carlucci, “Il Mercante e l’Artista. Per un nuovo sostegno pubblico al cinema: la vita italiana al Tax Shelter”, a cura di Angelo Zaccone Teodosi, Bruno Zambardino, Alberto Pasquale, edito da Spirali, Milano, 2008.

Clicca qui, per le slide “Il Tax Shelter ed il Tax Credit a favore del cinema: strumenti tecnici di una nuova filosofia di intervento pubblico nel settore culturale”, curate da Angelo Zaccone Teodosi e Alberto Pasquale, in occasione della presentazione del volume “Il Mercante e l’Artista”, Sala delle Colonne, Palazzo Marini, Senato della Repubblica, Roma 18 luglio 2008.

[ Note: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale”. ]

(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz” (ragionamenti eterodossi di politica culturale e economia mediale).

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