Sicurezza Cyber nell’Industria 4.0: Strategie di Difesa Avanzate per Sistemi di Controllo Industriale

Introduzione

L’evoluzione dell’Industria 4.0 ha portato a una maggiore interconnessione e digitalizzazione dei sistemi industriali, ma ha anche esposto le infrastrutture critiche a crescenti minacce di cyber attacchi. La Cyber Security Industriale, OT Security, è diventata fondamentale per proteggere i sistemi di controllo industriale (ICS) dai sofisticati attacchi cibernetici. In questo approfondito articolo, esploreremo le sfide della sicurezza cyber nell’industria e le migliori pratiche per mitigare le minacce, includendo esempi pratici e casi studio recenti.

Sfide della Sicurezza Cyber nell’Industria 4.0

L’ambiente industriale è caratterizzato dalla presenza di sistemi OT, spesso obsoleti ma cruciali per il funzionamento delle infrastrutture critiche. Questi sistemi sono stati progettati con una priorità sulla stabilità operativa piuttosto che sulla sicurezza. Le sfide della sicurezza cyber nell’Industria 4.0 perciò includono:

  • Complessità del Paesaggio Tecnologico: La convergenza di sistemi legacy, dispositivi intelligenti e reti industriali richiede un approccio integrato alla sicurezza per evitare vulnerabilità.
  • Mancanza di Patches e Aggiornamenti: Molti dispositivi OT non supportano aggiornamenti regolari, lasciando aperte potenziali vulnerabilità a nuovi attacchi.
  • Cyber Attacchi Mirati: Gli attaccanti mirano sempre più agli ICS per danneggiare le infrastrutture critiche o rubare informazioni sensibili.
  • Difficoltà di Monitoraggio: Il monitoraggio e il rilevamento di attività cyber malevole nei sistemi ICS possono risultare complessi a causa della mancanza di visibilità.

Casi Studio di Cyber Attacchi nell’Industria 4.0

Caso Studio 1: L’attacco alla centrale elettrica di Kiev L’attacco nel 2016 alla centrale elettrica di Kiev in Ucraina fu uno dei primi casi di cyber attacco su larga scala contro infrastrutture critiche. Gli attaccanti utilizzarono il malware BlackEnergy e KillDisk per compromettere i sistemi ICS, causando un blackout di alcune ore e mettendo in pericolo la sicurezza e la stabilità del paese.

Caso Studio 2: L’attacco al gasdotto di Colonial Pipeline L’attacco ransomware subito da Colonial Pipeline nel 2021 evidenziò i rischi associati alla dipendenza delle infrastrutture critiche da sistemi ICS vulnerabili. L’attacco paralizzò il flusso di carburante negli Stati Uniti, provocando gravi conseguenze economiche e logistiche. L’incidente sottolineò l’importanza della protezione dei sistemi OT e della risposta agli attacchi.

Caso Studio 3: L’attacco a Stuxnet Stuxnet, scoperto nel 2010, è stato un sofisticato worm informatico progettato per colpire specifici sistemi ICS utilizzati nei programmi nucleari iraniani. L’attacco dimostrò la possibilità di compromettere sistemi di controllo industriale altamente protetti, aprendo la strada a una nuova era di minacce avanzate contro l’industria.

Principali Layer di sicurezza negli ambienti indistriali

I sistemi industriali complessi richiedono un approccio a “layer” per garantire una solida difesa contro le minacce cibernetiche. I layer di sicurezza sono fondamentali per proteggere i sistemi di controllo industriale (ICS) da attacchi esterni e interni, garantendo la sicurezza e l’integrità delle operazioni. Ecco una panoramica dei principali layer che compongono la sicurezza nei sistemi industriali:

  • Layer Fisico: Il primo livello di sicurezza riguarda la protezione fisica degli asset industriali. Ciò include il controllo degli accessi fisici alle infrastrutture critiche, l’utilizzo di telecamere di sorveglianza e sistemi di allarme per monitorare e proteggere le aree sensibili. Garantire la sicurezza fisica previene la manipolazione non autorizzata dei dispositivi e dei sistemi, riducendo il rischio di attacchi diretti contro l’infrastruttura.
  • Layer di Rete: Questo livello riguarda la protezione della rete industriale da attacchi esterni e interni. Le soluzioni di firewall industriale, router e switch sicuri vengono utilizzate per implementare politiche di sicurezza che consentono solo il traffico autorizzato tra i dispositivi all’interno della rete. La segmentazione della rete, in cui si dividono i dispositivi in zone isolate, riduce la superficie di attacco e limita la propagazione di malware.
  • Layer di Sistema: Questo livello riguarda la protezione dei sistemi operativi e delle applicazioni critiche presenti nei dispositivi OT. La corretta configurazione dei sistemi operativi, l’applicazione di patch di sicurezza e l’utilizzo di soluzioni di rilevamento delle minacce avanzate (ATD) sono essenziali per individuare e rispondere a comportamenti anomali. La gestione delle identità e degli accessi (IAM) permette di controllare le autorizzazioni degli utenti, riducendo il rischio di accessi non autorizzati.
  • Layer dei Dati: Questo livello riguarda la protezione dei dati sensibili presenti nei sistemi industriali. La crittografia dei dati in transito e a riposo protegge le informazioni sensibili da accessi non autorizzati. Inoltre, è essenziale implementare sistemi di backup e ripristino dati per garantire la disponibilità dei dati in caso di incidenti o attacchi di ransomware.
  • Layer di Monitoraggio e Analisi: Il monitoraggio continuo dei dispositivi e delle reti industriali è essenziale per identificare attività sospette e potenziali intrusioni. Soluzioni di monitoraggio avanzato e analisi dei dati (SIEM) consentono di rilevare pattern anomali e comportamenti non conformi, permettendo una risposta rapida agli attacchi in corso.

L’adozione di un approccio a “layer” nella sicurezza dei sistemi industriali offre una difesa multistrato contro le minacce cyber sempre più sofisticate. Integrando soluzioni di sicurezza fisica, di rete, di sistema e di dati con un monitoraggio proattivo, le organizzazioni industriali possono affrontare le sfide della sicurezza cyber nell’Industria 4.0 e garantire la continuità e l’integrità delle loro operazioni critiche.

Best Practices per la Sicurezza Cyber nell’Industria 4.0

Per garantire una robusta sicurezza cyber nell’Industria 4.0, è fondamentale adottare strategie di difesa avanzate, tra cui:

  • Implementazione di Soluzioni di Sicurezza Avanzate: Utilizzare firewall industriali, soluzioni di rilevamento delle minacce avanzate (ATD) e sistemi di prevenzione delle intrusioni (IPS) per proteggere i sistemi OT dagli attacchi noti e sconosciuti.
  • Segmentazione della Rete: Suddividere la rete industriale in zone sicure e applicare regole di filtraggio per limitare la propagazione di eventuali infezioni.
  • Gestione delle Identità e degli Accessi: Implementare sistemi di autenticazione multifattore (MFA) e controlli rigorosi per limitare l’accesso solo ai dispositivi e agli utenti autorizzati.
  • Monitoraggio Continuo e Analisi dei Dati: Utilizzare sistemi di monitoraggio e analisi dei dati per rilevare attività anomale, comportamenti sospetti e segni di attacchi imminenti.
  • Formazione e Consapevolezza del Personale: Fornire formazione regolare al personale sull’importanza della sicurezza cyber e sulle ultime minacce e tattiche di attacco.

Conclusioni

La sicurezza cyber nell’Industria 4.0 richiede una difesa proattiva e soluzioni di sicurezza avanzate per proteggere i sistemi ICS da cyber attacchi sofisticati. Gli esempi pratici e i casi studio analizzati mostrano l’urgenza di adottare un approccio olistico alla sicurezza informatica industriale. Solo attraverso l’implementazione di best practices e l’utilizzo di risorse adatte le imprese possono difendersi efficacemente dalle minacce cibernetiche in costante evoluzione, garantendo così sia la sicurezza che la continuità delle operazioni industriali.

A cura della Redazione

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Cybersecurity per l’OT nel 2023: è tempo di passare ai fatti

Ormai è universalmente noto che le operations che non sono in grado di sostenere tempi prolungati di inattività fisica, come le infrastrutture critiche, l’industria produttiva o le strutture iperconnesse, rappresentano bersagli particolarmente redditizi per i criminali informatici. Dieci anni fa, gli strumenti di rilevamento di intrusioni e anomalie per la tecnologia operativa (OT) e i sistemi di controllo industriale (ICS) erano agli albori. Oggi il mercato si sta espandendo e sta sviluppando soluzioni più mature.

Tradizionalmente, fornire un “proof of concept” significava garantire che il software introdotto negli ambienti di controllo industriale e di processo non avrebbe danneggiato i sistemi e le reti che cercava di proteggere. Oggi, il “proof of concept” si è trasformato in una competizione tra i migliori provider del settore per dimostrare di possedere una comprensione più profonda dei sistemi OT/ICS e dell’integrazione IT e IoT, il supporto di partnership efficienti e la presenza di strategie di go-to-market, nonché la possibilità di applicazione orizzontale tra diversi settori.

Nonostante l’IT e l’OT siano settori sostanzialmente diversi con priorità divergenti, molte aziende di cybersecurity che tradizionalmente si occupano di IT sono già entrate nel mercato della cybersecurity OT. Gli analisti di mercato prevedono un grande boom e un aumento della competizione per il 2023. Rilevazione, trasformazione digitale, affidabilità operativa, interoperabilità, governance e standard rimangono i fattori principali che guidano la domanda.

Se c’è una questione emersa con forza nel 2022 è che fiducia e verifica nella cybersicurezza OT non si escludono a vicenda.

Nel 2022, INCONTROLLER ha dimostrato la potenziale gravità dei cyberattacchi che colpiscono i processi industriali. Fortunatamente, l’attacco è stato scoperto prima di causare incidenti, e ciò ha dimostrato quanto gli investimenti nelle soluzioni di cybersecurity progettate specificatamente per le attività industriali possano generare un effettivo ritorno sugli investimenti. INCONTROLLER è solo il quarto attacco con malware mirato ai sistemi di controllo industriale, eppure ha comportato un intervento di risposta molto delicato che ha richiesto fiducia e verifica tra il fornitore di ICS e i team di ricerca sulla sicurezza.

Negli Stati Uniti, la Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (CISA) ha pubblicato linee guida specifiche per il settore, costruendo al contempo un rapporto di fiducia con l’industria, con l’obiettivo di migliorare il contributo di proprietari e operatori ai processi di regolamentazione come per il nuovo Cyber Incident Reporting for Critical Infrastructure Act del 2022 (CIRCIA). L’Unione Europea sta portando avanti due nuovi mandati che forniranno “un quadro giuridico aggiornato e completo per rafforzare la resilienza fisica e informatica delle infrastrutture critiche”.

Israele, Germania, Singapore, Australia e molti altri Paesi stanno continuando a rafforzare le iniziative di cybersecurity con l’obiettivo di aumentare sia la fiducia che la verifica. Inoltre, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha posto nuova enfasi sulla fiducia nelle operazioni cibernetiche: basti pensare che sono state condotte operazioni ufficiali per raccogliere un “esercito di volontari cyber” che aiutassero la nazione nel conflitto.

Zero Trust ha assunto vita propria, arricchendosi di una miriade di definizioni e meccanismi di implementazione, dalla fase strategica all’applicazione. Per la mentalità “assume breach”, che riconosce che la sicurezza perimetrale è insufficiente per difendersi dall’attuale panorama delle minacce informatiche, i principi di Zero Trust sono essenziali, in quanto consentono di ridurre il “tempo di permanenza” degli impatti potenziali e la loro gravità.

Per alcuni, Zero Trust potrebbe sembrare semplicemente un pacchetto di best practice come la segmentazione della rete e il principio del minimo privilegio, ma per applicare correttamente Zero Trust è necessario studiare come le tecnologie interagiscono, cosa richiedono l’una dall’altra e come è possibile ridurre al minimo l’accesso alle informazioni, al comando e al controllo dei sistemi.

Secondo il Council of Insurance Agents and Brokers (CIAB), nel 2022 i premi assicurativi per la cybersecurity sono aumentati ulteriormente, con una media del 28% solo nella prima metà dell’anno. Nel 2022, un contenzioso ha visto l’annullamento di un contratto di polizza cyber a causa della mancata verifica, da parte del richiedente, dell’esistenza di un’autenticazione multifattoriale (MFA) al momento dell’attacco del ransomware, come indicato nella parte di autoattestazione della richiesta di copertura.

Inoltre, nel 2022 il NIST ha aggiornato le linee guida per la gestione del rischio nella filiera della cybersecurity, evidenziando in particolare come i fattori di fiducia e di sicurezza siano principi fondamentali. Infine, più specificamente per la cybersecurity industriale, il 2022 ha posto nuova enfasi sul monitoraggio continuo per OT e ICS. Definito dal NIST come “il sistema informativo e gli asset che vengono monitorati per identificare gli eventi di cybersecurity e verificare l’efficacia delle misure di protezione”, il monitoraggio continuo è di assoluta priorità per il rilevamento e la prevenzione degli incidenti informatici.

Cosa si prospetta per il 2023?

Dalla necessità di definire e implementare SBOM (Software Bill of Materials) ad eventuali nuove crisi internazionali, è difficile fare previsioni, ancor più in ambito OT e ICS, dal momento che i dati sono spesso privati, distribuiti o dietro un paywall. Ciò che è certo è che il 2023 si preannuncia come un anno di svolta, in cui saranno necessari maggiori investimenti in cybersecurity per prevenire gli impatti di una potenziale recessione, che potrebbe esacerbare la forza dei ransomware e aggravare le conseguenze dei tempi di inattività non pianificati o della perdita di produzione.

La governance stabilirà un nuovo precedente

Finora gli standard e i framework predisposti a livello governativo hanno adottato un approccio “a fisarmonica”, estendendosi per regolamentare le sfide comuni a tutti i settori delle infrastrutture critiche e comprimendosi per mettere a fuoco le questioni di sicurezza più critiche per settori specifici. Una nuova direzione e un maggiore coinvolgimento del settore possono produrre una maggiore consapevolezza generale della situazione, fiducia e determinazione nelle community di security dedicate alle infrastrutture critiche. Il governo degli Stati Uniti sta investendo attivamente per risolvere la situazione: ha pubblicato una direttiva operativa federale vincolante incentrata sulla scoperta degli asset e sull’enumerazione delle vulnerabilità e sta offrendo assistenza per l’implementazione della security e set di strumenti dedicati.

La condivisione delle informazioni avrà sempre più valore

Nonostante la riluttanza ad aggregare le informazioni, la condivisione delle informazioni più significative richiede un meccanismo vendor-agnostic per abilitare una condivisione in tempo reale dei dati sui primi segnali di allarme. I leader di mercato non hanno ancora prodotto un metodo per standardizzare e correlare le ricerche sulle minacce e sulle vulnerabilità: la condivisione delle informazioni manca di fiducia e di convalida, ed è stata strutturata in meccanismi progettati in silos e dedicati a specifici settori, a settori privati o alle agenzie governative, creando singole fonti di informazioni attorno alle quali manca un consenso condiviso.

A prescindere dai punti in comune, non esistono due attacchi ai sistemi OT/ICS identici, il che rende più difficile automatizzare le azioni di risposta e remediation. Purtroppo, ciò si traduce nel fatto che ogni singola organizzazione dovrà aspettare che si verifichi un attacco alle operations o agli impianti di qualcun’altra per condividere firme, rilevamenti e informazioni complete per identificare le minacce. Nel 2023, la condivisione di informazioni in questo ambito si sposterà verso soluzioni più inclusive, creative e proattive.

L’analisi innovativa sarà l’elemento distintivo per valutare le soluzioni

L’innovazione nella capacità di fornire consapevolezza della situazione, con fiducia e convalida, guiderà il futuro della cybersecurity OT. Molte organizzazioni abilitano strumenti per la raccolta e l’archiviazione dei dati, ma non riescono ad analizzarli per ottimizzare la loro mission e mitigare i rischi. Le soluzioni costruite per OT e ICS continueranno a risolvere le lacune di security e a migliorare i controlli di sicurezza.

L’analisi comportamentale e il rilevamento delle anomalie per le operazioni di rete possono alimentare l’intelligence relativa alle minacce e security posture generali. Il rilevamento delle anomalie può segnalare sia le deviazioni dai normali schemi di comunicazione, sia le variabili all’interno del processo, come le letture dei sensori e i parametri di flusso. Questi dati di processo possono essere correlati con i dati delle comunicazioni per fornire informazioni utili a informare le procedure di sicurezza e ridurre il rischio complessivo.

Nel 2023, fiducia e verifica saranno i banchi di prova

Il SANS Report stato della cybersicurezza ICS/OT nel 2022, promosso da Nozomi Networks, afferma che “gli attori delle minacce nelle reti di infrastrutture critiche hanno dato prova di conoscere le componenti dei sistemi di controllo, i protocolli industriali e le operations ingegneristiche”. Altri rapporti sugli incidenti OT/ICS hanno evidenziato, invece, la “scarsa familiarità degli attori delle minacce con il dominio OT”. Il 2023 potrebbe essere l’anno in cui gli attori malevoli dimostreranno di avere acquisito capacità di monitorare e modificare i sistemi OT e ICS nei settori critici.

Negli ambiti governativi, assicurativi, nei partenariati pubblico-privati, e nelle relazioni internazionali c’è ancora molta reticenza sull’importanza di proteggere le infrastrutture critiche e di costruire resilienza nei settori produttivi e nelle strutture iperconnesse. In tutto il mercato, dall’intelligence competitiva all’innovazione, fino alla competizione tra i provider, la fiducia e la verifica sono i pilastri portanti per la cybersecurity dell’OT. Nel 2023, gli stakeholder della cybersecurity OT, preoccupati da sicurezza fisica, impatti ambientali, linearità nella fornitura di beni, servizi e risorse, e scenari micro e macroeconomici, saranno pronti a chiedere prova di fiducia e verifica costante.

A cura di Danielle Jablanski, OT Cybersecurity Strategist di Nozomi Networks

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681 vulnerabilità nei sistemi di controllo industriale nel 2022


Il 53% delle vulnerabilità esaminate richiede una patch software, il 34% un aggiornamento del firmware e il 12% un aggiornamento dei protocolli. Il 13% potrebbe non essere mai risolto

Secondo un’analisi condotta da SynSaber, società di monitoraggio delle reti e degli asset industriali, nella prima metà del 2022 sono state rese note 681 vulnerabilità di sistemi di controllo industriale (ICS) da parte della Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (CISA) statunitense.

Il numero è leggermente più alto rispetto a quello della prima metà del 2021 (637) e le effettive vulnerabilità divulgate nel periodo potrebbero essere di più, dato che la CISA non pubblica avvisi per tutte le falle.

Per il 13% delle vulnerabilità del 2022 non sono attualmente disponibili patch o rimedi da parte del fornitore e potrebbero non essere mai risolte. Quando non esiste una soluzione e il fornitore dichiara che il bug non verrà mai risolto, si parla di “Forever-day Vulnerability”.

In generale, anche se è disponibile una patch del software o del firmware, le aziende devono collaborare con il fornitore dell’OEM (original equipment manufacturer o produttore di apparecchiature originali) interessato e attendere l’approvazione ufficiale per eseguire la patch.

Ai sistemi di controllo industriale si applicano infatti complicati vincoli di interoperabilità e garanzia. Il fatto che esista una patch non significa inoltre che un’organizzazione possa applicarla immediatamente. Oltre a gestire le restrizioni degli OEM, le aziende devono determinare il rischio operativo e seguire le politiche e le procedure interne di gestione della configurazione.

Il 53% delle vulnerabilità esaminate richiede una patch software, il 34% un aggiornamento del firmware e il 12% un aggiornamento dei protocolli.

Al 22,32% delle vulnerabilità rese pubbliche dalla CISA nel primo semestre del 2022 è stata assegnata una valutazione di gravità “critica” e al 42,44% una valutazione di “gravità elevata” in base al punteggio CVSS.

SynSaber sottolinea però l’importanza anche di altri parametri che rendono le vulnerabilità più o meno pericolose per le aziende. Il 29% delle falle segnalate richiede che l’utente (operatore) compia un’azione per essere sfruttato.

Il report sottolinea inoltre che, nelle reti industriali, accesso significa controllo. 154 (22,61%) delle vulnerabilità segnalate richiedono l’accesso locale o fisico al sistema per essere sfruttate, il che le rende a rischio inferiore. Se si dispone di un accesso locale/fisico, inoltre, spesso non è necessario alcun exploit per azioni malevole.

Lo studio indica anche che il volume delle vulnerabilità non è destinato a diminuire e conclude: “È importante che i proprietari degli asset e coloro che difendono le infrastrutture critiche capiscano quando sono disponibili soluzioni e come queste debbano essere implementate e classificate in base alle priorità.

Limitarsi a guardare il volume dei CVE segnalati può far sentire i proprietari delle risorse sopraffatti, ma le cifre sembrano meno scoraggianti quando si capisce quale percentuale di CVE è pertinente e perseguibile e quali invece rimarranno “forever-day vulnerability”, almeno per il momento”.

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