Agenda Trump: impatti su cloud, BUL e 5G

Donald Trump è stato eletto per un secondo mandato come presidente degli Stati Uniti, portando con sé un’agenda “America First” che avrà ripercussioni globali anche nel settore delle telecomunicazioni.

Tra le prime misure attese, una nuova ondata di dazi su prodotti tecnologici importati, con un focus particolare sulla Cina. Questa politica potrebbe influire pesantemente sia sul mondo del cloud computing, portando a un aumento dei costi dei principali componenti e rendendo quindi più onerosi i servizi di data center e cloud, sia su Open RAN e e infrastrutture digitali, che potrebbero essere orientate verso fornitori occidentali.

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Sul fronte delle connettività in banda ultralarga, Trump potrebbe invece promuovere un approccio più neutrale rispetto alla tecnologia, dando maggiore spazio alla connessione satellitare Starlink di Elon Musk.

Anche il 5G sarà al centro dell’attenzione, con la possibile riapertura delle aste per le frequenze. L’impatto di queste politiche si farà sentire anche in Europa, dove Trump potrebbe allentare il dialogo sul Trade and Technology Council, aumentando il rischio di nuove tensioni nelle relazioni transatlantiche.

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5G Broadcast, al via la sperimentazione a Roma e Torino in vista del Giubileo

Come previsto dal Contratto di Servizio RAI-MIMIT, è stata avviata nei giorni scorsi la prima sperimentazione su vasta scala della nuova piattaforma RAI di diffusione televisiva nello standard 5G Broadcast, con la diffusione di segnali “free to air” con contenuti di alta qualità e bassa latenza, destinati a terminali mobili (smartphone, tablet e automotive) di prossima generazione, che non necessita della connessione dati degli operatori mobili.

Dal 4 Novembre scorso RAI ha attivato il servizio sulle due aree metropolitane ad alto traffico IP di Roma e Torino con l’aiuto della consociata RaiWay, utilizzando frequenze broadcast in banda UHF dedicate, identificate e assegnate dal Ministero su base sperimentale.

Grazie all’attivazione dei nuovi impianti trasmittenti, RAI potrà effettuare analisi accurate di qualità di ricezione di programmi televisivi “live”, anche innovativi e specificatamente dedicati alla mobilità, oltre a consentire a tutti i produttori di dispositivi mobili di sperimentare i loro terminali con la nuova tecnologia 5G-Broadcast. Durante il prossimo anno la sperimentazione verrà estesa ad altre aree metropolitane.

Cosa è il 5G Broadcast

Il 5G Broadcast si differenzia dalle tradizionali trasmissioni televisive e dallo streaming via internet. La tecnologia permette di ricevere il segnale televisivo direttamente sui dispositivi mobili attraverso una rete dedicata, separata da quella della telefonia mobile. Grazie a questa separazione, gli utenti possono guardare i programmi TV senza consumare dati della propria tariffa telefonica e senza rischiare interruzioni dovute alla congestione della rete.

Partner

L’obiettivo è quello di effettuare analisi accurate della qualità di ricezione dei programmi FTA trasmessi “live” e di consentire ai produttori di dispositivi mobili di testare lo standard di trasmissione 5G sui propri dispositivi. Tra i partner confermati per il progetto figurano il Comune di Torino, Rohde & Schwarz, OpNet, il Politecnico di Milano, MainStreaming, Impersive, Kinecar, ReteSette, La Sicilia Multimedia e il Teatro Massimo di Palermo, dove lo scorso anno sono stati effettuati i primi casi d’uso della tecnologia. Le sperimentazioni saranno estese ad altre aree metropolitane nel 2025, con la RAI che spera di utilizzare la tecnologia per il Giubileo del prossimo anno e per le Olimpiadi invernali del 2026.

Leggi anche: 5G, la più grande rete privata temporanea al mondo per l’incoronazione di Carlo III. E per il Giubileo?

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Equo compenso Tlc, in Brasile il Governo lo boccia: ‘Non è necessario’

In Brasile il Governo non intende adottare l’equo compenso Tlc da parte delle Big Tech. L’MDIC (Ministero dello Sviluppo, dell’Industria, del Commercio e dei Servizi) e il Ministero delle Finanze hanno valutato che non c’è bisogno di creare una tassazione su Internet, o un equo compenso Tlc, destinata alle grandi piattaforme digitali. Dopo aver ascoltato i punti di vista di diversi ambiti contrari – società civile, istruzione e sanità – il Summit Internet , che si è svolto mercoledì 13 a Brasilia, ha presentato i punti di vista dei rappresentanti governativi sull’argomento.

Misure compensative non giustificate per il Ministero delle finanze

Mariana Picolli, coordinatrice generale della Sanità e delle Comunicazioni presso il Ministero delle Finanze, ha detto che la consultazione pubblica effettuata dal dipartimento mostra che l’andamento economico finanziario nei diversi settori non ha dato “esiti che giustifichino misure compensative da un settore all’altro”, ovvero che venga istituito un’equa remunerazione per compensare le società di telecomunicazioni.

“Dal punto di vista economico, nel paese vale ancora la pena vendere Internet e nulla indica che gli attori di questo mercato non siano in grado di mantenere la sostenibilità del settore”, ha detto Piccoli, sottolineando che i produttori di contenuti dovrebbero concentrarsi sulla produzione di contenuti e dovrebbero competere con le aziende che producono anche contenuti. Guadagnando consumatori per i contenuti che hanno, generano più traffico dati.

La domanda dei consumatori porta con sé la domanda di traffico

Andréa Macera, segretaria per la competitività e la politica di regolamentazione del MDIC, ha aggiunto che l’uso massiccio di piattaforme digitali da parte dei consumatori finali aumenta le entrate dei fornitori di servizi di telecomunicazioni. La domanda di contenuti digitali da parte del pubblico porta con sé la domanda di aumento del traffico e questo finisce per essere pagato dal consumatore.

Picolli ha sottolineato che l’intervento statale, con la creazione di nuovi dazi e obblighi di contributi pecuniari da un settore all’altro, potrebbe generare “sussidi incrociati artificiali che non presentano benefici. Non abbiamo prove significative che il mercato abbia bisogno di un simile intervento. L’equo compenso non sarebbe giusto”, ha riassunto.

Macera, a sua volta, ha ricordato il caso della Corea del Sud. “Abbiamo ancora prove empiriche. L’unico paese che ha adottato la tariffazione è stata la Corea del Sud e il risultato non è stato molto soddisfacente”, ha affermato. “C’è stato un calo della qualità del servizio offerto, un calo degli investimenti nelle infrastrutture e un aumento dei prezzi al consumo”, ha sintetizzato.

Necessità normativa?

Il rappresentante del MDIC ha inoltre sottolineato che non vi è alcuna prova di una necessità normativa sull’argomento.

“Alcuni paesi si chiedono ‘quale fallimento del mercato affronterebbe questo regolamento’. Ma non ci sarebbe alcuna garanzia che il trasferimento di reddito alle società di telecomunicazioni da queste piattaforme si traduca in una maggiore efficienza in questo mercato”, ha detto

Macera ha aggiunto che la tassazione dovrebbe affrontare i fallimenti del mercato – e poi si procede alla regolamentazione – o per la costruzione di politiche pubbliche – e, in questo caso, la giusta condivisione sarebbe una tassa. “Non ci sarebbero garanzie che il trasferimento dei ricavi alle società di telecomunicazioni da queste piattaforme si traduca in una maggiore efficienza in questo mercato”, ha aggiunto.

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Telsy, primi test con QTI e MEO per la Quantum Key Distribution su fibra terrestre e sottomarina a Lisbona

Telsy, azienda specializzata in sicurezza delle comunicazioni e la cybersecurity di TIM Enterprise, in collaborazione con la partecipata QTI – Quantum Telecommunications Italy, azienda italiana attiva nello sviluppo di soluzioni QKD, e MEO – Serviços de Comunicações e Multimédia, operatore di telecomunicazioni portoghese, ha implementato nell’area metropolitana di Lisbona un collegamento di comunicazione sicura a livello quantistico su una rete in fibra ottica combinata terrestre e sottomarina tra tre nodi strategici.

Sperimentazione

La sperimentazione, presentata in modalità live al European Quantum Technology Conference, dimostra la capacità di fornire servizi di connettività protetta con QKD su una rete esistente. In particolare, la tecnologia QKD è stata impiegata per garantire una protezione a livello quantistico del traffico generato da una videoconferenza tra la sede dell’EQTC 2024 Culturgest di Lisbona e Sesimbra, resa possibile attraverso la piattaforma Telsy Antares.

Una soluzione innovativa, implementata su una rete in fibra ottica terrestre e sottomarina fornita da MEO, in grado di adattarsi alla particolare conformazione geografica dell’area metropolitana di Lisbona, ottimizzando così la sicurezza delle comunicazioni in un contesto urbano complesso.

Progetto europeo QUantum ecOsystems – EQUO

L’iniziativa, si inserisce nelle attività del progetto europeo QUantum ecOsystems – EQUO, consorzio industriale EuroQCI guidato dal Gruppo TIM e focalizzato sulla progettazione, sviluppo e test di soluzioni QKD avanzate integrabili nelle reti di telecomunicazione.

Nell’attuale contesto che vede una crescente densità del traffico dati e la necessità di proteggerne l’integrità e la riservatezza, la tecnologia QKD rappresenta infatti una delle soluzioni più promettenti per offrire un ulteriore livello di sicurezza alle infrastrutture di comunicazione esistenti. Sfruttando le leggi della meccanica quantistica, la QKD offre una sicurezza incondizionata contro minacce informatiche avanzate, sia classiche che provenienti da computer quantistici.

Comunicazioni sicure a livello quantistico

“In Telsy siamo impegnati a guidare l’innovazione nella cybersecurity di nuova generazione. Con questa iniziativa dimostriamo l’efficacia del Quantum Key Distribution applicata a collegamenti terrestri e sottomarini raggiungendo così un traguardo significativo per le comunicazioni sicure a livello quantistico e garantendo importanti avanzamenti tecnologici sulle reti di telecomunicazione reali e su quelle delle interconnessioni transfrontaliere”, ha dichiarato Pierangela Pitzolu, Director of International Government Business Development di Telsy.

Nuovo standard di sicurezza dati

“Grazie alla potenza della tecnologia quantistica e ai nostri avanzati sistemi QKD, stiamo contribuendo a definire un nuovo standard nella sicurezza dei dati, posizionando l’Europa come leader nell’ecosistema della sicurezza quantistica”, ha detto Tommaso Occhipinti, Co-founder e CEO di QTI. “La conferenza EQTC ha rappresentato il contesto ideale per presentare questa importante implementazione”.

Questa iniziativa promossa da Telsy con QTI e MEO segna un importante passo in avanti nell’adozione delle tecnologie quantistiche nel settore delle telecomunicazioni e per la sicurezza delle comunicazioni nel territorio dell’Unione Europea.

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Starlink, cresce l’endorsement nel Governo. Polemiche del Pd. Verso una riduzione di Italia 1 Giga?

Il via libera del Governo a Starlink è sempre più un dato di fatto. Lo dimostra l’endorsement incassato da Elon Musk da diversi membri dell’Esecutivo, ultimo dei quali il Sottosegretario alla Trasformazione Digitale Alessio Butti, che intervistato dalla Stampa ha confermato l’interesse del nostro paese per l’uso dei satelliti in ottica anti digital divide (sempre nel rispetto delle regole Ue), con la sperimentazione già annunciata che partirà in Lombardia, come peraltro confermato la scorsa settimana anche dall’assessore Franco Lucente, Assessore ai Trasporti e Mobilità sostenibile con delega alla Banda ultralarga Regione Lombardia in un evento dell’AIIP. Una presenza, quella di Starlink, che potrebbe avvantaggiare anche i piccoli operatori locali che aggancerebbero le loro reti in fibra al segnale dei satelliti di Musk per portare connettività nelle aree montane più disagiate. Un paio di settimane fa c’era stato l’appoggio anche del ministro della Difesa Guido Crosetto, che aveva già sdoganato il sistema satellitare dell’uomo di Trump. Tanto più che al momento di alternative valide per la copertura di aree remote in giro non ce ne sono, in attesa della rete europea Iris 2 che si trova ancora in fase embrionale.

Butti, interesse di Musk per Italia conferma nostri successi

“L’interesse di Musk per l’Italia conferma i nostri successi. Chi desidera investire è il benvenuto e deve farlo nel pieno rispetto delle nostre regole”. Lo afferma nel weekend in un’intervista a La Stampa Alessio Butti, sottosegretario per la Trasformazione digitale.

Secondo i programmi dello staff dell’azionista di Starlink per avere una nostra rete di satelliti dovremmo mettere in conto 10-15 anni di lavori e almeno 20 miliardi di investimenti. “Questa è la valutazione condivisa da tutti gli esperti del settore. Realizzare una rete nazionale di satelliti richiederebbe risorse finanziarie enormi e moltissimi anni di lavoro – prosegue Butti – Bisogna ragionare in logica europea proseguendo i progetti in corso e collaborare nella dimensione euro-atlantica nel solco della partnership con gli Usa”.

“Voglio sottolineare che la fibra rimarrà la spina dorsale della nostra connettività. È possibile garantire la sicurezza nazionale anche appoggiandosi a un operatore straniero e privato. Non si tratta di una novità nel panorama italiano. Già oggi molti dei fornitori di servizi e infrastrutture critiche operano con capitali esteri, prevalentemente privati – conclude Butti – Anche attraverso l’utilizzo ponderato del golden power siamo in grado di ottenere le garanzie necessarie a salvaguardare gli interessi nazionali in settori strategici”.

Tanto più che in effetti già tutte le nostre reti di telecomunicazioni sono controllate o partecipate da soggetti esteri, a partire da KKR in Fibercop, Macquarie in Open Fiber, Swisscom in Fastweb-Vodafone.

Salvini, l’assist a Musk: ‘In Italia serve Starlink…’

Anche il vicepremier Matteo Salvini ha fatto il suo endorsement all’amico Elon Musk. “Serve la connessione Starlink in Italia… Ci sono troppe città che non sono perfettamente connesse”, ha detto la settimana scorsa durante la trasmissione Agorà. Non soltanto città, ma soprattutto aree interne e remote che attendono ancora di essere connesse in banda ultralarga.

Starlink e le indiscrezioni di un accordo con Palazzo Chigi

Sul fronte dell’opposizione, non si fermano le voci di un negoziato dietro le quinte fra l’azienda di Musk e Palazzo Chigi per un sistema di difesa satellitare.Tant’è che il capogruppo di Italia Viva e membro del Copasir, Enrico Borghi, ha annunciato un’interrogazione al governo per chiedere se è vera l’indiscrezione secondo cui il governo italiano “starebbe lavorando da mesi a un contratto con Musk per l’utilizzo dei satelliti a bassa orbita, valutando anche di inserire in questa attività la copertura di stazioni mobili di navi militari come la Garibaldi e la Vespucci e la rete diplomatica”.

Cybersicurezza: parlamentari Pd, il Governo finanzia Elon Musk?

Della settimana scorsa anche l’intervento del Pd. “La Repubblica svela una trattativa da un miliardo e mezzo destinata all’azienda Starlink di Musk, alla quale sarebbe affidata la nostra sicurezza nazionale. Nessuna smentita da parte del governo, con il sottosegretario Butti che si dichiara pronto a sperimentare i sistemi Starlink per ovviare ai ritardi del Governo sul PNRR, in violazione delle procedure di gara già espletate. Meloni cosa pensa? È forse questo il motivo per cui ha dovuto aspettare la presa di posizione del Presidente Mattarella per invitare il suo “amico” Musk ad abbassare i toni?”. Cosi in una nota i parlamentari dem Ascani, Basso, Casu e Nicita dopo che nelle scorse settimane anche la Slc-Cgil si era espressa in maniera critica sui rischi legati all’ingresso di Musk nel sistema delle telecomunicazioni italiane.

“Il rischio – aggiungono gli esponenti del Pd – è che la nostra cybersicurezza venga svenduta, consegnata nelle mani di un’azienda privata estera. A ciò si aggiungerebbe un duro colpo per le nostre società di telecomunicazioni, vincitrici di bandi PNRR, e con partecipazioni pubbliche, nonché per il Progetto europeo Iris2, la costellazione di satelliti europea a cui anche l’Italia ha contribuito significativamente e che verrà lanciata a breve. Un quadro di estremo allarme sul quale chiamiamo il Governo a rispondere in Parlamento”. 

I detrattori di Musk temono che il suo engagement politico e il suo coinvolgimento ufficiale nell’amministrazione Trump possa non in qualche modo rendere instabile l’uso dei suoi satelliti in Italia. Una volta che il suo mandato cambierà il miliardario potrebbe decidere semplicemente di spegnere i suoi satelliti, lasciando scoperte le aree da lui coperte nel nostro paese. Un rischio che tuttavia non può bloccare a priori il possibile ruolo della sua azienda nel nostro paese.

Il satellite per salvare i fondi del Pnrr. Ridurre il perimetro di Italia 1 Giga?

C’è da dire, però, che già altri paesi come la Spagna ad esempio hanno utilizzato soldi del PNRR per coprire parte del territorio con il satellite. Lo stesso potrebbe decidere di fare anche il nostro paese, visto che ormai pare evidente che Open Fiber e Fibercop non saranno in grado di finire i lavori previsti dal bando Italia 1 Giga in tempo per la deadline fissata a giugno 2026. A questo punto, l’unica soluzione per salvare capra (i fondi del Pnrr) e cavoli (la copertura di tutte le aree remote ed interne del Paese) sembra quella di ridurre il perimetro di Italia ad 1 Giga in maniera drastica. E fare la copertura con il satellite. Altrimenti si perdono i soldi e le abitazioni non saranno coperte.

Obiettivamente, oggi non ci sono alternative a Starlink.

Tanto più che Iris 2, la risposta europea alla costellazione di Elon Musk, è ancora in alto mare.

Satelliti d’Europa: la costellazione Iris 2 ancora in cantiere

L’Ue investirà sul progetto Iris 2 (Infrastructure for resilience and security by satellite) per dotarsi di una propria costellazione di satelliti di telecomunicazione per rendersi indipendente e da reti come Starlink di Elon Musk. L’intera operazione dovrebbe viaggiare su una partnership tra pubblico e privato con un investimento di 10 miliardi. Di questi 6 miliardi a carico del bilancio comune e 4 miliardi dei privati. Siamo ancora in attesa del via libera definitivo da parte del Parlamento alla Commissione europea. Il contratto di concessione sarà firmato entro fine anno e i primi servizi governativi e commerciali sono attesi entro il 2030.

Accelerazione

Per avviare il progetto, la Commissione ha accettato l’offerta del consorzio SpaceRise formato dai francesi di Eutelsat, dagli spagnoli di Hispasat e dai lussemburghesi di Ses. Mentre Thales Alenia Space, Airbus DS, OHB, sono rimasti a latere, i tre operatori satellitari garantiranno il coinvestimento privato, scrive il Corriere della Sera. Sono state forse superate le perplessità dei tedeschi che volevano avere un peso maggiore.

Che ruolo potrà avere l’Italia?

Al momento si sa soltanto che uno dei tre centri di controllo sarà nel nostro Paese. Ma è l’hardware che conta e le industrie italiane potrebbero collaborare su questo fronte. Ma non c’è nessun impegno preciso. In pratica una costellazione a cui l’Italia contribuisce, ma non esiste un ritorno definito per gruppi come Leonardo, Fincantieri, che pure sono pubblici.

Leggi anche: Starlink in Italia 1 Giga? Interrogazione del Pd al Governo. La sottosegretaria Bergamotto: ‘Operatori coinvolti solo dopo una gara’

Satellite, ecco perché Stroppa (il referente di Musk) è indagato. I PM: “Avrebbe dovuto favorire Olidata nell’accordo tra Starlink e Difesa”

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INWIT, progetti DAS per la sanità in provincia di Como e Lecco. Galli: ‘Coperti più di 130 ospedali in Italia’

Si è svolta oggi la conferenza stampa dedicata alla presentazione dei nuovi progetti di copertura ad alta capacità per voce e dati indoor (DAS – Distributed Antenna System) negli ospedali delle province di Como e Lecco. L’evento, alla presenza del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per l’innovazione tecnologica, Alessio Butti, ha visto intervenire Diego Galli, Direttore Generale di INWIT; Mariella Enoc, Procuratrice Speciale dell’Ospedale Valduce di Como; Luca Filippo Maria Stucchi, Direttore Generale di ASST Lariana e Gianluca Peschi, Direttore Socio-Sanitario di ASST Lecco.

DAS di INWIT per l’innovazione sanitaria

L’installazione del sistema DAS di INWIT rappresenti un passo decisivo per rendere le strutture ospedaliere del territorio un’eccellenza nel campo dell’innovazione sanitaria e della connettività. Con l’attivazione di questo sistema, gli ospedali potranno contare su una copertura stabile e avanzata delle reti mobili 4G e 5G, fondamentale per garantire comunicazioni rapide, affidabili e un’assistenza sanitaria sempre più connessa e integrata in tutti i diversi reparti degli ospedali, anche in vista dell’implementazione del fascicolo sanitario elettronico.

Butti: ‘Con il DAS territorio di Como-Lecco punto di riferimento per sanità connessa’

Con il DAS rendiamo il territorio di Como-Lecco un punto di riferimento per l’innovazione e la connettività in sanità – ha detto il Sottosegretario Alessio ButtiOra gli ospedali delle due provincie hanno a disposizione infrastrutture all’avanguardia, per facilitare l’uso delle reti mobili avanzate, migliorare l’assistenza sanitaria e promuovere l’innovazione nel settore medico. Questo è un risultato di cui essere orgogliosi”.

Galli (INWIT): ‘Connettività sicura indoor e outdoor fondamentale in sanità’

“Con le nostre infrastrutture digitali multi-operatore contribuiamo in modo efficiente al processo di digitalizzazione anche della sanità – ha commentato Diego Galli, Direttore Generale di INWIT – Gli ospedali sono luoghi in cui è più che mai fondamentale una connettività sicura e continua che consenta di comunicare sia per ragioni lavorative che personali. INWIT, in collaborazione con le strutture sanitarie e con gli operatori di Tlc, ha portato ad oggi la copertura dedicata con apparati DAS 4G e 5G ready in oltre 130 ospedali in tutta Italia”.

“Con le nostre infrastrutture digitali multi-operatore contribuiamo in modo efficiente al processo di digitalizzazione anche della sanità. Gli ospedali sono luoghi in cui è più che mai fondamentale una connettività sicura e continua che consenta di comunicare sia per ragioni lavorative che personali. INWIT, in collaborazione con le strutture sanitarie e con gli operatori di tlc, ha portato ad oggi la copertura dedicata con apparati DAS 4G e 5G ready in oltre 130 ospedali in tutta Italia. L’opportunità di sviluppare questo progetto è nata dalla condivisione con il Sottosegretario Butti di realizzare sui territori di Como e Lecco iniziative in ambito sanitario che, come INWIT, stiamo portando avanti in tutta Italia e che oggi coinvolgono oltre 130 ospedali. È il proseguimento del nostro piano di investimenti finalizzato a migliorare la connettività, a supporto degli operatori mobili, sia outdoor, che indoor.

Galli (INWIT): ‘DAS per potenziare segale 4G e 5G indoor’

L’evoluzione tecnologica ci porta a un continuo cambiamento della tecnologia mobile, passando dal 4G al 5G, tecnologie sempre più performanti, ma con maggiore difficoltà nel penetrare le mura degli edifici. Pertanto, avere oggi strutture ospedaliere senza connettività è impensabile: è fondamentale per pazienti, familiari e operatori sanitari utilizzare dati e voce in modo efficace. Le nostre infrastrutture digitali e multi-operatore DAS consentono quindi di abilitare il 4G e il 5G all’interno delle strutture ospedaliere e rappresentano un primo layer per realizzare anche una molteplicità di sviluppi e applicazioni di telemedicina, tele assistenza, tele riabilitazione e remote surgery” ha commentato Diego Galli, Direttore Generale di INWIT.

Progetto DAS

La mission dell’Ospedale Valduce è da sempre, come diceva la sua Fondatrice, “curare gli infermi, ma con gran cuore” ha sottolineato Mariella Enoc, Procuratrice Speciale dell’Ospedale Valduce di Como. “Oggi la cura del paziente passa anche dalla necessità di investire e di dotarsi di strumenti all’avanguardia in campo tecnologico, informatico e digitale. Per questo motivo anche il nostro Ospedale, come altre strutture sanitarie, ha colto e ringrazia per l’opportunità che gli è stata offerta di aderire al “Progetto DAS”, nella convinzione, con questa adesione, di offrire un servizio migliore ai pazienti, ai cittadini e ai suoi operatori.”

Connettività per pazienti, parenti e personale sanitario

“Le innovazioni legate alle nuove tecnologie devono essere utilizzate anche dagli ospedali e dalle strutture sanitarie che, basti pensare allo sviluppo della telemedicina, devono essere sempre più interconnesse e digitalizzate” osserva Luca Stucchi, Direttore Generale di ASST Lariana. “Non dimentichiamo poi i bisogni dei pazienti ricoverati e dei loro familiari e degli stessi dipendenti”.

DAS per potenziare il segnale in ospedale

Queste le considerazioni di Marco Trivelli, Direttore Generale dell’ASST di Lecco: “I presidi ospedalieri dell’ASST di Lecco, in particolare il presidio di Merate, hanno una bassa copertura del segnale UMTS all’interno delle strutture stesse. Il progetto rappresenta un’importante opportunità per potenziare la copertura del segnale, garantendo così la possibilità di favorire le comunicazioni intra ed extra ospedaliere, soprattutto per i pazienti e i parenti”.

Dettagli dei progetti DAS nei principali ospedali:

  • Ospedale Sant’Anna: è dotato di oltre 400 tra unità remote DAS, anche in 5G, e micro-antenne e una copertura di oltre 75.000 metri quadrati. L’operatore Vodafone è attivo, mentre l’attivazione di TIM è prevista entro fine anno.
  • Ospedale Erba-Renaldi: è dotato di circa 80 tra unità remote DAS e micro-antenne e una copertura di oltre 12.000 metri quadrati. Si prevede l’attivazione di Vodafone e TIM entro fine anno.
  • Ospedale Manzoni: è dotato di oltre 150 unità remote DAS e micro-antenne, coprendo oltre 81.000 metri quadrati. L’attivazione degli operatori è prevista entro fine anno.
  • Ospedale di Merate: è dotato di circa 300 tra unità remote DAS e micro-antenne per una copertura di quasi 41.000 metri quadrati, con operatori previsti attivi entro fine anno.
  • Ospedale Valduce di Como: ha aderito al progetto DAS, con il contratto attualmente in fase di firma.

Con oltre 210.000 metri quadrati coperti, oltre 1.200 posti letto serviti e una rete DAS in costante espansione a livello nazionale, l’iniziativa in Lombardia si affianca agli oltre 130 ospedali italiani che hanno già sviluppato questa tecnologia grazie alle infrastrutture digitali DAS di INWIT.

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6G in ambito industriale, il progetto europeo TIMES coordinato dal Cnit

Il progetto europeo TIMES sul 6G in ambito industriale

Tra prove di fattibilità, raccolta delle evidenze e creazione di dispositivi innovativi, procede con nuovi risultati di laboratorio il progetto europeo TIMES grazie alla collaborazione dei 10 partner di cinque paesi membri dell’iniziativa, coordinata da Cnit – Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni (IT) e co-finanziata dall’Ue nell’ambito della call Horizon Europe, che punta a sviluppare soluzioni per la comunicazione wireless su rete 6G in ambito industriale, capaci di garantire prestazioni paragonabili alle reti cablate.

Le prime applicazioni verranno sperimentate da gennaio e il team di ricercatori è già al lavoro per mettere a terra le conoscenze teoriche acquisite attraverso “Proof of Concept” (PoC), piattaforme di dimostrazione per evidenziare l’efficacia delle tecnologie emergenti nel campo delle reti di sesta generazione, aprendo così la strada a un futuro in cui le comunicazioni wireless ad alta velocità, a bassa latenza e ad alta capacità diventano la norma, piuttosto che l’eccezione.

I partner europei del progetto TIMES

TIMES ha una durata di tre anni, budget stimato di sei milioni di euro, e vede la collaborazione dei seguenti partner tra enti di ricerca e aziende, coordinati dal Laboratorio Nazionale WiLab del Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni (CNIT): BI-REX Big Data Innovation & Research Excellence, Aetna Group Spa (Italia); CNRS – Centre National de la Recherce Scientifique (Francia); Anteral Sl (Spagna); Fraunhofer Gesellschaft, Huawei Technologies Duesseldorf Gmbh, Technische Universitat Braunschweig, University of Stuttgart (Germania); Telenor Asa (Norvegia).

TIMES (“THz Industrial Mesh networks in Smart sensing & propagation environments”) fa parte del partenariato pubblico-privato SNS-JU che ha l’obiettivo di facilitare lo sviluppo della leadership europea nelle reti e servizi 5G e 6G. Una delle strategie chiave per superare le sfide emergenti nel corso del progetto è stata la collaborazione con Terrameta, altro progetto Horizon sulle tecnologie 6G, che ha permesso di sfruttare competenze complementari, migliorare l’efficienza e la collaborazione tra partner. L’adattabilità, la collaborazione e l’innovazione sono le parole chiave del progetto, ben posizionato per affrontare le sfide future e continuare a fare progressi significativi.

Laboratorio Nazionale WiLab del Cnit

I tre pilastri di TIMES

Tre sono i pilastri dell’innovazione su cui TIMES sta lavorando: la larghezza di banda (ultra-wide-band), l’implementazione di reti mesh intelligenti (reti in cui ogni dispositivo è collegato direttamente e dinamicamente agli altri device senza gerarchie prestabilite) e l’abilitazione del rilevamento e delle comunicazioni integrate ad alta definizione (Integrated sensing and communications).

Nel corso dell’ultimo anno TIMES ha estratto con successo i parametri dai dati raccolti durante le misurazioni preliminari dei canali, per studiarne le caratteristiche. Un passo cruciale per la progettazione e l’ottimizzazione delle future reti wireless di comunicazione, basate nella visione di TIMES su un ecosistema radio smart che lavora a Terahertz (THz), in grado di connettere numerosi dispositivi eterogenei in contesti industriali, con affidabilità paragonabile al via cavo ma senza le limitazioni intrinseche che questo comporta.

Nuove applicazioni

Tali sistemi dovranno supportare nuove applicazioni all’interno di scenari evoluti, come sensoristica IoT, robot cooperativi, manutenzione predittiva, veicoli in rapido movimento, controllo a circuito chiuso in tempo reale, comunicazione intra-macchina, etc… I parametri di riferimentoriguardano la velocità dati, la latenza ultra-bassa, il rilevamento con precisione di localizzazione a livello millimetrico e l’affidabilità con un errore di trasmissione su un miliardo.

In questo scenario, TIMES sta sviluppando le componenti che abilitano un nuovo paradigma di telecomunicazione. Fondamentale è il lavoro teorico in corso sulla pianificazione radio, la modellazione dei canali, la progettazione delle forme d’onda e le tecniche di localizzazione per le comunicazioni THz in ambienti industriali. Tale focus sarà affiancato dal perfezionamento degli algoritmi di localizzazione e tracciamento per bersagli umani e non umani, utilizzando radar standard.

Reti mesh intelligenti

Gli esperti sono pronti a testare i nuovi modem FDD (Frequency division duplex) e TDD (Time division duplex) appositamente progettati per renderli compatibili con le reti mesh intelligenti (una rete formata da un gruppo di dispositivi che funzionano come un’unica rete) e che potranno avvalersi di un’attrezzatura specifica. Parallelamente, sono stati raggiunti risultati intermedi sull’ottimizzazione delle reti mesh multi-obiettivo basate su Thz, un passo importante verso la realizzazione di reti di comunicazione ad alta capacità e bassa latenza.

È quasi completata, inoltre, la fabbricazione di wafer con circuiti front-end Thz, elemento chiave per la realizzazione di dispositivi di comunicazione ad alta frequenza. La progettazione di MMIC (circuiti integrati a banda larga) front-end di trasmissione e ricezione completamente integrati è stata finalizzata, con i progetti registrati alla fine del 2023. Questi dispositivi rappresentano un elemento chiave per la realizzazione di sistemi di comunicazione ad alta frequenza.

Nuove antenne 6G e superfici riflettenti intelligenti

Le PoC mostreranno i vantaggi del paradigma integrato di rilevamento e comunicazione in un unico sistema, un nuovo approccio per il design delle reti wireless, che può portare a una serie di benefici in termini di efficienza e flessibilità, soprattutto in un ambiente rilevante per il settore mobile. Sotto esame anche l’efficacia di innovativi modelli di antenne sviluppati ad alto guadagno e beamsteering, fondamentali per raggiungere comunicazioni 6G ad alta capacità e a bassa latenza.

Sono stati fabbricati e testati i primi prototipi di Superfici Riflettenti Intelligenti (IRS) in laboratorio e ottenuti risultati preliminari su questioni a livello fisico relative agli ambienti di propagazione intelligenti, un campo di ricerca ancora in gran parte inesplorato. Tali superfici possono essere utilizzate per migliorare la copertura e le prestazioni delle reti wireless, soprattutto nelle regioni non in linea di vista, mantenendo prestazioni elevate, un obiettivo chiave del progetto TIMES che verrà dimostrato nelle apposite PoC.

La caratterizzazione del canale THz con l’IRS è tra le attività principali in programma, in quanto costituirà la base per lo sviluppo di modelli di canale sofisticati, un elemento chiave per il successo del progetto a un punto cruciale del percorso. Parallelamente, verranno sviluppate procedure di trasferimento innovative per l’orientamento del fascio mediante antenne a onde permeabili, che irradiano diversamente in funzione della frequenza. Queste procedure saranno assistite da informazioni di rilevamento, un approccio che promette di migliorare notevolmente l’efficienza del sistema.

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X, Bluesky e il lato social delle elezioni USA

Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui..

Alcune abitudini sono dure a morire. C’è gente, un po’ d’età, che ancora chiama Superman “Nembo Kid”, cioè il suo nome italiano negli anni Cinquanta e Sessanta. E tutti, ma proprio tutti, non riusciamo a chiamare X, il social network di Elon Musk – per molti, il vero grande vincitore delle ultime elezioni USA – con il suo nome. Quasi sempre è ancora Twitter, anche perché a Twitter e legata tutta la terminologia a base di tweet, retweet e così via. Eppure sarà il caso di abituarsi, perché la creatura dell’uomo più ricco del mondo (che su di essa, peraltro, è sempre più attivo), acquistata poco più di due anni fa, nell’ottobre 2022, non è più “il social dei giornalisti”, che all’inizio snobbava le comunicazioni più lunghe di 140 caratteri o le immagini. Ora che con la spunta blu si possono scrivere messaggi della lunghezza desiderata e quasi ogni tweet virale è accompagnato da una o più foto (o meme, o chissà che altro), è diventato qualcosa di sempre più somigliante a Facebook, una grande bacheca dove prolifera l’informazione alternativa, che si tratti di complottismo o di fonti colpevolmente ignorate dai grandi media. Ma soprattutto a essere cambiato è il clima, visto che Musk non nasconde né le sue simpatie politiche né la sua idea di società: diventato sempre più uno strumento personalistico (basti pensare alla pubblicità martellante di Grok 2, l’AI del tycoon di origine sudafricana), X per molti ha perso quella sua atmosfera di libertà, anche un po’ elitarista, che lo contraddistingueva alle origini: e quindi, in seguito al trionfo di Donald Trump di qualche giorno fa – lo stesso Trump che ha subito provveduto a scegliere Musk come Capo del dipartimento per l’efficienza del governo – è iniziata una sorta di esodo verso la concorrenza.

Le mosse di Musk e Dorsey

La concorrenza si chiama soprattutto Bluesky (considerando anche che l’esperienza di Threads di Instagram non si sta dimostrando propriamente vincente). Come rivela TechCrunch, la piattaforma, lanciata nel 2022 (ma già concepita nel 2019 dall’ex CEO di Twitter, Jack Dorsey) per offrire un tranquillo porto per gli amanti della libertà digitale, sta continuando a guadagnare terreno, a dispetto di chi sostiene che questa migrazione sia soltanto un futile passaggio da un miliardario a un altro: da 9 milioni di utenti a settembre agli oltre 14,6 milioni di questi giorni. Numeri ancora bassi, ovviamente – gli iscritti a X sono, lordi, mezzo miliardo, e in 200 milioni seguono il profilo di Musk, tenendo conto anche dei vari bot; Threads ne ha 275 milioni – ma che dimostrano la disaffezione di una parte di utenza verso la vecchia piazza digitale di Twitter. E così il salto nei download ha visto Bluesky spuntare al secondo posto tra le app più scaricate negli USA.

Il flusso di nuovi arrivati non accenna a fermarsi, e Bluesky accoglie circa 100.000 nuovi utenti ogni giorno. L’incremento del 933% dall’inizio dell’anno dei suoi download sottolinea la crescente alienazione degli utenti da X, a causa delle mosse di Musk e della sua chiara inclinazione politica, ma anche per gli algoritmi che sembrano offrire sempre meno contenuti davvero d’interesse per il singolo utente, in favore di suggerimenti pienamente in linea con i gusti del potentissimo proprietario del social network; e c’entrano anche scelte di interfaccia non condivise, come la scomparsa della funzione di blocco e la decisione di permettere a terzi di utilizzare i post degli utenti per adddestrare le intelligenze ufficiale (Grok è arrivata a chiedere le risonanze magnetiche degli utenti, dati sensibili quant’altri mai, per costruire il suo “storico” in campo diagnostico). Bluesky, con la sua promessa di una maggiore personalizzazione attraverso algoritmi creati dagli utenti stessi e la possibilità di moderazione indipendente, appare a molti come una boccata d’aria fresca, o se non altro un ritorno al “vecchio” Twitter.

Il difficile percorso di Bluesky

Bluesky offre un’interfaccia utente simile a quella di Twitter, ma si distingue per la sua struttura decentralizzata che consente una moderazione specifica della comunità e una scelta algoritmica, per promuovere una maggiore autonomia e trasparenza. Gli utenti possono personalizzare i propri feed e interagire con un feed “Scopri” che propone contenuti interessanti personalizzati, non solo i post più popolari e virali. Ora gestita come un’impresa sociale indipendente sotto la guida dell’amministratore delegato Jay Graber, Bluesky è determinata a rimanere svincolata dalla pubblicità tradizionale, con la volontà di esplorare modelli alternativi di finanziamento, tra cui i servizi a pagamento per domini personalizzati. La strategia intende garantire che la piattaforma rimanga gratuita per gli utenti finali senza ricorrere alla vendita di dati per annunci pubblicitari, offrendo cioè non solo un’alternativa etica ai giganti dei social media ma anche a innovare nel modo in cui le reti sociali gestiscono la moderazione e l’interazione degli utenti. Sia X che Bluesky hanno, ovviamente, le loro brave versioni in app per smartphone (per scoprire gli abbonamenti Internet mobile più convenienti e scaricarle, come sempre, basta utilizzare il comparatore di SOSTariffe.it).

Elezioni poco influenzate da AI e deepfake. E le prossime?

Di certo chi credeva che queste piattaforme social poco o nulla spostassero in termini di scelte dell’elettorato ha dovuto ricredersi, anche se forse non nei modi attesi. Ha tenuto banco per settimane la paura che la disinformazione generata dall’intelligenza artificiale potesse avere un impatto decisivo. Sebbene siano state riscontrate alcune forme di fake news, queste sono state molto meno numerose del previsto; tuttavia sempre su TechCrunch Oren Etzioni, ricercatore nell’ambito dell’AI e responsabile della no-profit TrueMedia, ribadisce che la minaccia della disinformazione è reale e più diffusa di quanto la maggior parte delle persone possa percepire. Secondo Etzioni, esistono diverse tipologie di deepfake, ognuna con scopi specifici, molte delle quali non sono dirette al grande pubblico ma a target più ristretti e meno visibili (ad esempio è girata un’immagine su diversi gruppi WhatsApp e Telegram che mostrava inesistenti aerei iraniani su Israele). Truemedia offre un servizio gratuito per identificare se immagini, video, audio e altri contenuti sono autentici o falsi, attraverso un sito web e API. Il processo non è completamente automatizzabile, ma si basa sulla costruzione di un database di “verità di base” che aiuta a migliorare l’accuratezza delle verifiche. Nonostante gli sforzi dell’industria e della tecnologia, tra cui l’applicazione di watermark su media generati, si tratta solo di parziali deterrenti contro gli attori malintenzionati che cercano di evitare la rilevazione. Come conclude Etizioni, sebbene le elezioni più recenti si siano svolte con pochi incidenti legati all’AI, ciò non significa che la disinformazione generativa non sia diffusa, ma semplicemente che i suoi promotori non hanno ritenuto necessario intervenire massivamente. Il pericolo, però, è sempre in agguato.

Fonti: https://techcrunch.com/2024/11/12/generative-disinfo-is-real-youre-just-not-the-target-warns-deepfake-tracking-nonprofit/

https://techcrunch.com/2024/11/12/bluesky-is-seeing-an-exodus-of-unhappy-x-users-following-the-election/

https://techcrunch.com/2024/11/12/what-is-bluesky-everything-to-know-about-the-x-competitor/

https://techcrunch.com/2024/08/15/blueskys-uk-surge-has-had-little-impact-on-x/

https://gigazine.net/gsc_news/en/20241113-bluesky-million-new-users-week

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INWIT, accordo con A2A a Milano per le small cell 5G nei pali della luce

INWIT, digital infrastructure company italiana, e A2A, attraverso la controllata A2A Smart City, hanno avviato una partnership con l’obiettivo di potenziare le funzionalità smart city di Milano, a partire dall’offerta del 5G attraverso l’installazione di small cell.

 L’obiettivo della collaborazione tra INWIT ed A2A, che prevede di estendere l’installazione delle small cell ad un bacino potenziale di mille pali della luce nel capoluogo lombardo nei prossimi anni, è contribuire a rendere Milano una città sempre più “smart”, rispondendo alla crescita prevista per il traffico su rete 5G e all’esigenza di maggiore densità delle reti mobili di tutti gli operatori o specifiche esigenze di copertura.

Mille small cell connesse in fibra in zone centrali

L’accordo siglato tra INWIT e A2A Smart City ha già visto l’installazione di una prima tranche di small cell in diverse zone centrali di Milano (Duomo, Brera, Garibaldi-Repubblica, Parco Lambro-Cimiano). Le microcelle, che abilitano alla trasmissione anche di dati complessi come i flussi video, sono state collocate sui pali della luce gestiti da A2A Illuminazione Pubblica, sono collegate tramite fibra ottica di A2A Smart City e sono state attivate da TIM.

Questa soluzione consente di potenziare la copertura e la capacità della rete 5G milanese a supporto degli operatori mobili, integrando quella offerta dalle torri di telecomunicazioni, contribuendo anche alla riduzione del consumo di suolo e mettendo a disposizione la connessione ad alta velocità in alcune aree della città dove è più alto il consumo di dati mobile su banda ultra-larga, sia da parte delle aziende che dei cittadini.  

La disponibilità degli asset tecnologici e fisici di A2A, che oltre a ridurre i consumi del 75% grazie all’illuminazione a led, sviluppa servizi sinergici attraverso sensori e impianti radar per la gestione del traffico, servizi di videosorveglianza, punti di ricarica per veicoli elettrici integrati nei pali della luce e semafori smart – unita al sistema di macro e micro-coperture di INWIT -, consente di ampliare l’offerta di soluzioni innovative e multi-operatore a beneficio della crescita e dell’attrattività di Milano. Inoltre, grazie a questa operazione e al know how di A2A Smart City, infrastrutture cittadine esistenti – come quelle dedicate all’illuminazione pubblica – vengono valorizzate e rese smart, diventando nodi di una rete di trasmissione di ultima generazione, efficiente e sicura.

INWIT si consolida a Milano

L’intervento consolida la presenza nel capoluogo lombardo di INWIT, forte di un importante piano di sviluppo, che si aggiunge alle oltre 600 torri di telecomunicazione multi-operatore che garantiscono la copertura dell’intero territorio cittadino da parte di tutti gli operatori di telecomunicazione. Le micro-antenne di INWIT sono già presenti in diversi punti di aggregazione milanesi come, ad esempio, nella nuova metropolitana milanese, la linea blu M4 da San Babila a San Cristoforo, la prima in Italia e tra le prime in Europa interamente coperta in 5G, ma anche all’interno di importanti strutture ospedaliere, in Fiera Milano, nelle principali torri di City Life, oltre che nel centro commerciale Merlata Bloom, il più grande d’Europa.

Per A2A questo progetto è in linea con l’impegno del Gruppo nell’implementare soluzioni tecnologiche e innovative per migliorare la qualità della vita di cittadini e imprese. Con questa installazione pilota, A2A contribuisce a dare impulso allo sviluppo della banda ultralarga in città, anche in vista dell’importante appuntamento olimpico del 2026. La rete 5G risulta strategica per la trasformazione delle città in Smart City e per implementare soluzioni capaci di affrontare le sfide urbane moderne e favorire uno sviluppo sostenibile dei territori.  L’intervento valorizza ulteriormente la presenza a Milano di A2A Smart City, che in città gestisce una rete in fibra ottica capillare tramite cui sviluppa servizi di comunicazione e di videosorveglianza cittadina.

Galli (INWIT): ‘Modello aperto a tutti gli operatori’

“INWIT continua ad investire per supportare gli operatori di telecomunicazione nel soddisfare in modo efficiente il fabbisogno crescente di connettività. Le small cell si aggiungono agli investimenti in torri outdoor e DAS (Distributed Antenna System) indoor, in un modello di infrastrutture aperte a tutti gli operatori che porta efficienza ed innovazione”, commenta Diego Galli, Direttore Generale di INWIT.

Sironi (A2A Smart City): ‘Integrazione efficace fra tecnologie e infrastrutture esistenti’

“Come A2A Smart City lavoriamo per ottimizzare ogni aspetto dell’ecosistema urbano, rendendo le città intelligenti, sostenibili e pronte a rispondere alle sfide del futuro. L’installazione delle small cell 5G sui pali dell’illuminazione pubblica è un esempio concreto di integrazione efficace tra tecnologia e infrastrutture esistenti e, con questo progetto, la città di Milano viene proiettata verso una nuova era digitale, diventando un modello di smart city in Europa. Questa iniziativa riflette l’impegno di A2A nel creare soluzioni sostenibili e ad alto impatto sociale, progettate per soddisfare le esigenze di cittadini e imprese e per accompagnare Milano verso una crescita tecnologica accessibile e competitiva”, ha commentato Cesare Sironi, Amministratore Delegato di A2A Smart City.

Schiavo (Tim): ‘Modello smart land di Tim Enterprise’

“TIM lavora per le città del futuro, sempre più connesse e sempre più efficaci nel processare i dati e nel fornire risposte agli amministratori e ai cittadini. Attraverso il modello di smart land di TIM Enterprise, che si basa su una piattaforma di intelligenza urbana già adottata da molti comuni, integriamo le migliori tecnologie cloud, Iot, 5G e intelligenza artificiale, mettendo a disposizione delle istituzioni locali un modello di città evoluta, sostenibile e sicura, con soluzioni capaci, in tempo reale, di rispondere alle esigenze delle persone. La collaborazione con Inwit ed A2A per potenziare la connettività diffusa sul territorio di Milano va proprio in questa direzione”, ha dichiarato Elio Schiavo, Chief Enterprise and Innovative Solutions Officer di TIM.

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Telemarketing selvaggio, nuove regole anti-spoofing allo studio dell’Agcom

Nella seduta del 13 novembre 2024, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha avviato una consultazione pubblica (Delibera n. 457/24/CONS) per introdurre nuove regole dirette a contrastare frodi e telemarketing selvaggio tramite misure che impediscano il cosiddetto CLI Spoofing, ossia la pratica con cui l’utente viene ingannato sull’identità del soggetto chiamante a seguito della manipolazione del reale numero telefonico.

In particolare, l’Autorità ritiene necessario stabilire l’obbligo, per gli operatori nazionali, di bloccare le chiamate illegittime internazionali in entrata mascherate con numero telefonico nazionale, ossia quelle con prefisso italiano di rete fissa e con numeri cellulari italiani.

Nello stesso provvedimento sono state individuate misure di trasparenza e corretta informazione relative alle condizioni economiche e tecniche delle offerte di servizi telefonici e di connettività, tra le quali, in particolare, la valutazione di una serie di bollini per certificare la velocità della connessione 5G.

In relazione all’utilizzo illecito del CLI spoofing l’Autorità, inoltre, ha diffidato TIM (Delibera n. 462/24/CONS) al rispetto degli obblighi previsti dal Codice di condotta sulle attività di teleselling e telemarketing.  Il provvedimento si è reso necessario dopo le segnalazioni di alcuni cittadini che avevano ricevuto proposte di contratto in violazione dei requisiti di trasparenza previsti dal Codice stesso. Ora TIM avrà 120 giorni di tempo per assumere e comunicare nuove e più efficaci azioni di monitoraggio sui call center partner.

L’Autorità ha inoltre approvato (Delibera n. 36/24/CIR) la proposta di impegni assunti dalla società Telecom Italia Sparkle nell’ambito di un procedimento sanzionatorio nei confronti della menzionata società per aver consentito l’utilizzo da parte di società estere non autorizzate di numeri geografici già assegnati a soggetti legalmente operanti in Italia. Gli impegni assunti dalla società sono volti a implementare misure di monitoraggio dei loro partner per evitare la reiterazione delle pratiche di CLI Spoofing.

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