Tim, titolo crolla dopo la trimestrale. Pesano il debito e l’incertezza per la ServCo
Le azioni di Tim sono crollate dopo la pubblicazione dei conti del primo trimestre 2024. Nonostante dati positivi in termini di fatturato e in linea con le attese del mercato, pesa la crescita del debito e l’incertezza sul futuro dell’azienda che, salvo sorprese dell’ultim’ora, dovrebbe restare senza rete a partire da giugno o massimo luglio dopo il via libera dell’Antitrust Ue alla cessione della rete a KKR. Il mercato non si fida del nuovo assetto e il titolo, dopo aver perso fino al 9% in mattinata, si è assestato in flessione del 6% a 0,23 euro fino alla chiusura.
Passato di mano il 3% del capitale
Come detto, nonostante ricavi (+1,2%) ed ebitda (+1,6%) in crescita, a preoccupare gli analisti sono i numeri del mercato domestico, in flessione dell’1,3% a 2,8 miliardi di euro. Le entrate sono salite grazie a Tim Brasil (+8,1%) mentre il business in Italia ha chiuso il trimestre in calo dell’1,3% anno su anno, a causa della diminuzione di abbonati mobili e a banda larga.
Inoltre, sui piani futuri pesa il livello elevato del debito: l’indebitamento finanziario netto è salito a 26,6 miliardi di euro da 25,7 miliardi di euro alla fine dello scorso anno.
L’ex monopolista telefonico ha affermato che parte dell’aumento del debito era legato a un sequestro provvisorio di 249 milioni di euro per una presunta frode. TIM ha affermato che, escludendo tale effetto temporaneo, le dinamiche del debito sono in linea con le previsioni per l’intero anno.
Investitori preoccupati
Per gli analisti di Bloomberg, il calo di oggi è “segno delle preoccupazioni degli investitori per le sfide persistenti sul mercato italiano. Le perdite arrivano in un momento in cui per l’azienda si avvicina la vendita della rete al fondo d’investimento KKR, una mossa strategica che potrebbe ridefinire il futuro dell’operatore di telecomunicazioni, trasformandolo in un fornitore di servizi al pari dei suoi competitor”, sottolineano gli esperti.
Per Tim piove sul bagnato in Borsa dopo il crollo del 7 marzo scorso, arrivato dopo la presentazione del nuovo piano industriale al 2026. In quell’occasione le azioni di Tim avevano perso quasi il 24% attirando il faro della Consob.
Il titolo è stato volatile negli ultimi mesi con gli investitori preoccupati per le prospettive del business dopo la cessione della rete.
Finora gli investitori hanno mostrato poca fiducia nel piano, con il principale azionista Vivendi che ha chiesto un prezzo più alto e ha espresso preoccupazione per la futura sostenibilità della ServCo.
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