Tutti a parlare di vaccini, ma chi era Edward Jenner?
La pandemia di Covid-19 ci accompagna ormai da quasi un anno e nelle ultime settimane la novità più rilevante è l’arrivo e l’impiego dei primi vaccini.
In questi mesi abbiamo imparato tante cose su cosa sono i virus, come si diffondono, come infettano noi esseri umani, come si evolvono e anche come si combattono. Ora è il momento dei vaccini.
Ce ne sono diversi ormai di vaccini, da Pfizer/Biontech ad AstraZeneca, da Moderna al cinese BBIBP-CorV, dal russo Sputnik all’italiano Reither (in fase si sperimentazione). Ma da dove vengono i vaccini?
Vaccini, una storia che viene da lontano
Oggi abbiamo quasi dimenticato quanto siano stati importanti per la nostra esistenza, a livello individuale e come specie, i vaccini per il vaiolo o la poliomielite, ma vale la pena conoscere la lunga storia della vaccinologia, di cui è considerato padre e fondatore il medico britannico Edward Jenner.
Nel 1796 il dottore Jenner iniettò nel braccio di un ragazzino di 13 anni il virus del vaccino (vaiolo bovino), con l’intento di esporlo intenzionalmente alla malattia per innescare nel corpo una risposta immunitaria.
Diversi secoli prima, però, stando all’Immunization Advisory Center di Auckland, già i monaci buddisti cinesi bevevano piccole dosi di veleno di serpente per acquisire immunità al morso dell’animale.
Nell’anno 1000 dopo Cristo, invece, sempre in Cina, si praticavano comunque l’inoculazione o la variolazione, pratiche che poi conobbero altrettanto successo tra i medici europei tempo dopo.
Il primo vaccino da laboratorio
E questi sono i rimedi più tradizionali, ma è solo nel 1879 che si è giunti al primo vaccino sviluppato in laboratorio, con il dottor Louis Pasteur: il vaccino per il colera dei polli.
Il processo fu lo stesso, anche se nacque (come spesso capita) da un errore, in questo caso una dimenticanza: i polli furono esposti al batterio del colera, ma l’assistente dello scienziato si dimenticò di eseguire una seconda iniezione prima di andar in vacanza.
Cosa che fece subito al suo ritorno, ma senza che gli animali mostrassero l’emersione dei sintomi della malattia.
Anche in questo caso, quella prima esposizione li aveva resi immuni all’azione del batterio. Ugualmente, Pasteur ottenne grande successo con la cura per la rabbia, sia negli animali, sia negli uomini.
Storia moderna dei vaccini
Si deve arrivare negli anni ’30 del secolo scorso per trovare i primi vaccini contro tetano, pertosse, antrace, peste, tifo, tubercolosi, morbillo, rosolia e altri, mentre 60 anni dopo arriveranno quelli per la varicella e l’epiteta A e B, il rota virus e l’HIB (Haemophilus influenzae tipo b).
A livello di mercato, infine, il Serum Institute of India è oggi il più grande produttore di vaccini al mondo, per numero di dosi prodotte e vendute (oltre 1,5 miliardi di dosi), utilizzati in circa 170 paesi nei loro programmi di immunizzazione nazionali.