Ufficio stampa attacca blogger con insulti sessisti
È ormai virale la polemica che ruota intorno a Daisy di “lettrice per passione blog” e le offese sessiste mosse nei suoi confronti da “il taccuino ufficio stampa”.
Due giorni fa la blogger, che collabora con il sopra citato ufficio stampa per promozioni di libri e recensioni, ha pubblicato sul suo profilo Instagram la recensione di un libro che, stando alle sue parole, non l’aveva particolarmente convinta, motivo per cui non era riuscita a terminarne la lettura.
La recensione, se non proprio positivissima, è stata comunque redatta con toni educati e gentili, tant’è che la blogger ha anche pubblicamente ringraziato l’ufficio stampa per la copia ricevuta (eccesso di zelo da parte della blogger, dal momento in cui senza copia, non si può certo promuovere un testo. Ma come vedremo dopo, questo basilare concetto non è poi così scontato).
Poco dopo la pubblicazione della recensione, l’ufficio stampa ha accusato la blogger di aver “fatto a pezzi l’autrice”. Cosa che lascerebbe perplesso chiunque lavori con prodotti che arrivano al pubblico dato che le critiche ed i pareri personali sono inevitabili. In un mondo che si eroga – giustamente – il diritto di criticare autori del calibro di King, per quale motivo un’autrice emergente dovrebbe sentirsi a pezzi per una recensione non proprio positiva?
L’autrice, Antonella Betti, con grande stile, cultura ed intelligenza, ha preso le distanze da quanto dichiarato dall’ufficio stampa ed ha pubblicamente espresso solidarietà nei confronti della blogger offesa. Le due sembrano aver parlato e chiarito la questione e, sopportandosi a vicenda, hanno dato dimostrazione di quanto possa essere bella e costruttiva la solidarietà femminile.
Questo ha scatenato la solidarietà del web e della community di bookinfuencer che, per passione e professione, collabora con editori, autori e uffici stampa per promuovere i libri e la letteratura.
L’ufficio stampa però, non si è limitato ad accettare il parere della blogger ed accusarla di aver distrutto l’autrice, no:
“Ridicola, fascista e permalosa. Tipica sindrome da troppe ragnatele nella fi** accumulate”.
Comunicazione, sessismo e cultura si fondono dando vita ad un travolgente mix in cui le offese vengono poi seguite da post di scusa da parte dell’ufficio stampa (ore ed ore dopo che quel commento indegno è stato pubblicato). La questione, degnamente seguita da Beretta Mazzotta, esperta del settore che non necessita di presentazioni, è qui riportata:
La community dei bookinfluencer ha espresso e dimostrato piena solidarietà nei confronti della ragazza insultata e diffamata e si è data alla ricerca di informazioni sull’ufficio stampa in questione portando a galla dettagli della loro attività professionale del tutto discutibili.
Intanto, stando ad una ricerca condotta sul web, tante cose non tornano, prima fra tutte, cosa ci fa a lavoro una persona appena investita da un grave lutto? E, ammesso che questa persona abbia deciso di lavorare per dimenticare, possibile che nessun altro collaboratore dell’ufficio stampa abbia notato prima l’insulto pubblicato?
12 ore e nessuno dei 37 addetti stampa ha provveduto a rimuovere le offese sessiste. In questo frangente, come già scritto, documentato e documentabile direttamente sotto il post pubblicato da Daisy, la community ha espresso il proprio parere e la propria solidarietà, in maniera educata, ironica e magari sarcastica ma non aggressiva come dichiarato dall’ufficio stampa.
Tornando all’ufficio stampa, basta semplicemente verificarne i partner per scoprire che in rete sono del tutto inesistenti. Molti non hanno riscontro in rete se non per un solo ed unico profilo su Linkedin registrato con uno pseudonimo. Il loro sito risulta inoltre non essere a norma in quanto non possiede partita IVA e norme sulla privacy.
La vicenda ruota intorno a un post?
La vicenda ruota intorno a molte cose, tra cui la comunicazione, la professionalità, il sessismo ed una cultura a cui non solo non sta bene quello che dici, ma non sta proprio bene che tu lo dica.
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