Un super-polo per la formazione cine-audiovisiva al Centro Sperimentale di Cinematografia?
Questa mattina la Presidente della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia (Csc), Marta Donzelli, e le Consigliere d’Amministrazione Cristiana Capotondi e Guendalina Ponti hanno rassegnato le dimissioni, ed hanno comunicato di aver consegnato al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano una dettagliata relazione sul loro operato, dal marzo 2021 ad oggi.
Di fatto, si dimettono a metà mandato, perché la loro scadenza naturale (quadriennale) sarebbe stata quella della primavera del 2025.
Con quest’atto, dopo polemiche infuocate ed assai ideologiche (vedi “Key4biz” del 25 luglio 2023, “Vecchie coreografie politiche in scena al Centro Sperimentale di Cinematografia: molto rumore per nulla”), si apre una nuova stagione per lo storico Csc.
Ci si augura che si prospetti un migliore sviluppo della Scuola Nazionale di Cinema, nell’economia complessiva del sistema audiovisivo nazionale: in varie occasioni – anche su queste colonne – abbiamo sostenuto quante fossero le potenzialità inespresse, anche in relazione alle esigenze di formazione professionale ed artistica dei principali “broadcaster” nazionali, dalla Rai a Mediaset passando per La7…
La motivazione delle dimissioni delle tre consigliere, dimissioni non richieste (e quindi si tratta di un atto dalla valenza politica), è correlata al Decreto Legge n. 75/2023, che è stato convertito nella Legge 3 agosto 2023, atto che pure attende ancora la firma della Presidenza della Repubblica per la successiva pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Le nuove norme prevedono la decadenza degli organi attuali ed introducono modifiche nell’assetto della “governance” dell’ente.
Nulla di rivoluzionario, anche se alcuni hanno retoricamente gridato allo scandalo, anzi al colpo di Stato: insomma, i terribili “artigli” della destra reazionaria sul corpo delicato anzi virginale della sinistra…
“Abbiamo formalizzato le nostre immediate dimissioni, rimettendo il mandato propostoci dall’allora Ministro della Cultura e poi ratificato ad ampia maggioranza dalle Commissioni Cultura di Camera e Senato nel marzo del 2021; tale mandato era stato da noi accettato con lo spirito di mettere a disposizione le nostre professionalità, le nostre diverse esperienze e competenze, nella consapevolezza, sempre condivisa, di essere chiamati a operare nell’interesse pubblico”, hanno dichiarato Donzelli e Capotondi e Ponti.
La legge prevede alcune significative modifiche all’assetto degli organi della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia (Consiglio di Amministrazione e Comitato Scientifico), stabilendo che, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione, si provveda alla sostituzione degli attuali organi con un nuovo Consiglio di Amministrazione ed un nuovo Comitato Scientifico.
Tecnicamente, le 3 consigliere avrebbero potuto continuare il loro lavoro per un paio di mesi: diamo per ipotesi che la legge novella venga pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale entro una settimana, per esempio venerdì prossimo 11 agosto 2023; la legge entra in vigore il 15° giorno successivo alla data di pubblicazione in G. U., quindi il 26 agosto; la sostituzione degli organi sarebbe avvenuta entro il 26 settembre…
Come dire?! Donzelli e Capotondi e Ponti hanno inteso manifestare un atto di cortesia, accelerando le procedure, per agevolare le scelte del Ministro Sangiuliano?!
Grande attenzione sul ruolo del Csc nel “Recovery Plan”
Colpisce l’attenzione che le tre consigliere pongono sulle complesse e controverse vicende del “Recovery Plan” (si ricorda che il Csc è destinatario di 37 milioni di euro, all’interno del “pacchetto” da 300 milioni di euro destinati a Cinecittà): “con riferimento ai fondi Pnrr in data 26 gennaio 2023 la Fondazione ha sottoscritto con il Ministero della Cultura una convenzione, a valle di uno specifico decreto dell’attuale Ministro della Cultura; successivamente l’operazione è stata approvata dalla Corte dei Conti. La nostra attività è stata pianificata con l’obiettivo di completare, laddove possibile, o portare al massimo grado di avanzamento entro il termine di scadenza del nostro mandato, fissato per il marzo del 2025, le previste progettualità che, ove pienamente realizzate, permetteranno di confrontarsi con le grandi scuole e cineteche internazionali all’insegna della modernità e dell’efficienza”.
Subito dopo la notizia delle dimissioni, la prima ad intervenire Cecilia D’Elia, Capogruppo del Partito Democratico in Commissione VII (Cultura) della Camera: “le dimissioni di Marta Donzelli e delle consigliere di amministrazione Cristiana Capotondi e Guendalina Ponti, che ringrazio per il lavoro fatto, sanciscono l’avvenuto colpo di mano del governo Meloni sul Centro Sperimentale di Cinematografia. Ancora ieri in Senato abbiamo denunciato quanto deciso dalla maggioranza e infilato impropriamente nel decreto Pubblica amministrazione, su cui è stata messa la questione di fiducia. Questa destra non ha rispetto per la libertà della cultura, interpreta il governo come comando”.
Ieri in aula a Palazzo Madama, il senatore “dem” Dario Parrini, Vice Presidente della Commissione Affari Costituzionali, è stato molto critico, sostenendo che il cosiddetto “Dl Pa2” arrivato in Senato inemendabile, conteneva addirittura una “porcheria”: “il colpo di mano contro la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, che come avvenne per Inail e Inps, viene fatto oggetto di un commissariamento propedeutico all’occupazione. Un attentato alla libertà e all’indipendenza della cultura per la voglia famelica di potere della Destra”.
La senatrice di Italia Viva Daniela Sbrollini ha sostenuto che, “con l’articolo 12bis si svilisce l’indipendenza della cultura, intervenendo sul Centro Sperimentale di Cinematografia… Una vera e propria lottizzazione come con la Rai”.
Francamente queste dichiarazioni suscitano un sorriso: un approccio, ancora una volta, manicheo. Quando la lottizzazione era praticata dalla sinistra, nessun problema. Ora che la lottizzazione viene pratica dalla destra, un terribile dramma.
Da segnalare che il Presidente dell’Anica Francesco Rutelli si è espresso contro l’eventuale “interruzione” del mandato di Marta Donzelli, in una intervista ieri: “il Csc? Sempre meglio far concludere un mandato… Saggio sottrarre un’istituzione così preziosa alle polemiche. Ogni governo ha la prerogativa di effettuare nomine pubbliche. Nel caso del Centro Sperimentale di Cinematografia, la decisione del Parlamento ha portato a una chiusura anticipata di un mandato in corso. In genere, si fa così quando c’è una crisi grave, o un’emergenza. Io credo che sia sempre meglio far concludere un mandato di lavoro, e sia saggio sottrarre a polemiche politiche un’istituzione così preziosa”.
Va osservato che il Cda del Centro Sperimentale è oggi formalmente composto da 5 consiglieri: si ricordi che uno dei membri ha lasciato qualche giorno fa la dimensione terrena, ovvero il compianto Andrea Purgatori; l’unica consigliera che resta in carica è Valentina Gemignani, che è espressione del Ministero dell’Economia e Finanza.
Ricordiamo che le nuove norme prevedono la soppressione del ruolo di Direttore Generale (dal 2019, è Monica Cipriani) e la rimodulazione del Comitato Scientifico (che si occupa di designare i docenti del Centro), che diviene di emanazione diretta di alcuni dicasteri.
In una precedente bozza della norma, veniva indicato che il numero di membri del Comitato Scientifico aumentava da 4 a 6: 3 espressi dal Ministero della Cultura (Mic), 2 dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (Mim) ed 1 dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef)… Con un emendamento, è stata tolta una nomina al Ministero dell’Istruzione e del Merito (Mim), ed è stata assegnata al Ministero dell’Università (Mu). Scrivevamo su queste colonne – nel nostro intervento del 25 luglio – che ci sembra una decisione ragionevole: aumentando la composizione dell’organo si estende il pluralismo, mica lo si riduce…
La nuova norma prevede anche l’aumento dei componenti del Consiglio di Amministrazione del Csc che, oltre al Presidente, sarà composto da 6 membri invece che da 4.
Nell’assetto precedente, invece, il Cda risultava formato dal Presidente e da 4 componenti. Il Presidente era indicato dallo stesso Ministro della Cultura, mentre i 4 componenti erano designati, rispettivamente, 3 dal Ministro della Cultura e uno dal Ministro dell’Economia e delle Finanze (Mef). Il “decision maker”, nel 2021, era stato l’allora Ministro “dem” Dario Franceschini.
Il nuovo Consiglio di Amministrazione del Centro Sperimentale verrà selezionato attraverso una pubblica “call”?
Le nomine “firmate” dall’allora Ministro Dario Franceschini non sono state il risultato di un avviso pubblico.
Abbiamo già segnalato – anzi denunciato – che queste nomine non sono mai state oggetto di una “call”, ovvero di un avviso pubblico…
Il “nuovo corso” del Governo di centro-destra supererà questa anomalia (patologia)?!
Questo sì sarebbe un cambio di marcia radicale, una correzione di rotta apprezzabile.
Ci auguriamo che così possa essere, anche se purtroppo abbiamo assistito, nei mesi scorsi, al rinnovarsi di vetuste pratiche: nel silenzio dei più (anzi – lo ribadiamo – di tutti), il Ministro della Cultura Giuseppe Sangiuliano ha designato nel Consiglio di Amministrazione di Cinecittà (guidata da Nicola Maccanico Ad e Chiara Sbarigia Presidente, scelti da Dario Franceschini) il figlio del mitico Ciriaco De Mita, Giuseppe De Mita (vedi “Key4biz” del 22 marzo 2022, “Un De Mita nel cda di Cinecittà, intanto oggi sciopero delle troupe cinematografiche”). Sulla base di quali criteri, sulla base di quali esperienze, è stato “selezionato” De Mita non è dato sapere. Ancora una volta, “intuitu personae”. Alcuni sostengono che quella nomina era preliminare a ben più stimolante incarico per il De Mita minore, ovvero la guida della potente società Sport e Salute, la “cassaforte” dello sport italiano (gestisce oltre 300 milioni di euro l’anno di contributi pubblici), che è stata invece poi affidata dal Ministro dello Sport Andrea Abodi (FdI) a Marco Mezzaroma (le polemiche si son scatenate anche perché il senatore forzista Claudio Lotito è cognato di Mezzaroma). De Mita sarebbe stato scartato anche perché privo dell’indispensabile titolo di laurea…
Da segnalare che la notizia delle dimissioni di Marta Donzelli è stata lanciata dalle agenzie stampa questa mattina poco prima delle 10 e curiosamente, fino alle ore 16:30 di oggi, non si registra nessuna presa di posizione, se non quella succitata della “dem” D’Elia.
Tace il Ministro Gennaro Sangiuliano (FdI).
Tace la Sottosegretaria Lucia Borgonzoni (Lega Salvini).
Tace il Presidente della Commissione Cultura della Camera Federico Mollicone (FdI).
Si è invece naturalmente già scatenato, ovviamente, il toto-nomine…
La decisione è nelle mani del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, ma un ruolo importante lo avrà certamente la Sottosegretaria Lucia Borgonzoni, che esercita al Mic specifica delega in materia di cinema e audiovisivo.
Alcuni prevedono che sarà comunque chiamata nuovamente una donna, alla guida del futuro Csc…
Anche Tarak Ben Ammar (Eagle Pictures) annuncia di voler investire nella formazione professionale nell’audiovisivo in Italia
Da segnalare che, in materia di formazione nell’audiovisivo, emerge un crescente fabbisogno di professionalità, creative e tecniche, nel sistema audiovisivo italiano (a causa del “boom” produttivo in atto, determinato dalla immissione nel sistema di una grande quantità di risorse pubbliche, attraverso lo strumento del “tax credit”): è di questi giorni l’annuncio di Tarak Ben Ammar di voler investire in Italia anche nella formazione professionale dei giovani nel settore audiovisivo.
È impressionante l’iperattivismo dell’imprenditore italo-franco-tunisino, che controlla (attraverso Prima Tv) Eagle Pictures, società di produzione e distribuzione con quote di mercato crescenti sul mercato italiano (distribuisce anche il prodotto Sony nel nostro Paese), con un fatturato 2022 intorno ai 100 milioni di euro: qualche settimana fa ha annunciato l’intenzione di investire 50 milioni di euro per la costruzione di “studios” che possano consentire di superare l’“overbooking” di Cinecittà (studi che vorrebbe chiamare “Cinecittà 2”)… ha acquistato nei giorni scorsi il controllo di Blu Yazmine, società di produzione molto attiva nel segmento “unscripted” (oltre 12 milioni di euro di fatturato nel 2022) lanciata da Ilaria Dallatana e Francesca Canetta (che si ricorda essere state fondatrici con Giorgio Gori a inizio degli anni duemila di Magnolia, poi confluita in Banijay Italia), di cui è recentemente divenuto Chief Content Officer Andrea Fabiano (già Direttore di Rai2 e poi Rai1 e poi a Tim)… ha acquisito la 302, start-up di produzione di Giuseppe Saccà (figlio di Agostino, che guida la Pepito), chiamato alla guida di Eagle Original Content…
In una lunga intervista a “The Hollywood Report Roma”, pubblicata martedì scorso 2 agosto, Tarak Ben Ammar ha dichiarato che la questione “formazione” è essenziale: “ho notato che Cinecittà è troppo piccola. Cinecittà che è un esempio per tutti noi. Parlando con i produttori, ho capito che c’è una enorme richiesta di teatri di posa, eppure non ce ne sono abbastanza. È visto che è una regola economica andare laddove la domanda è più forte, abbiamo messo in piedi un progetto per costruire un studio cinematografico. Abbiamo parlato con il Governo e con la Regione Lazio a cui ho ribadito: ‘Attenzione, perché oggi le maestranze nel Paese bastano per fare solo 3 grandi film italiani o americani. Dunque bisogna investire nella formazione dei giovani’. E allora ho chiesto alla Regione di fare una scuola del cinema, come ho fatto io a Tunisi, e di imporre ad ogni produzione, ad ogni reparto, un giovane studente. In questo modo vedremo se sono veramente fatti per il cinema, per quel mestiere, perché, se non abbiamo la futura generazione, sparirà il cinema ma anche la televisione. Noi adulti abbiamo potuto avere la carriera che amiamo, dobbiamo ridare ai giovani, aprire le porte a tutti”.
La Regione Lazio, peraltro, una sua, piccola ma vivace, “scuola di cinema” la ha già: si tratta dalla Scuola d’Arte Cinematografica “Gian Maria Volonté”, un centro di alta formazione post-diploma, diretto da Daniele Vicari, ma è soltanto una delle tante e variegate iniziative che affollano il panorama italiano, tra pubblico e privato. Si pensi – tra l’altro – ai vari master (dalla Luiss Business School alla Rcs Academy in partnership con La7, passando per la Anica Academy in partnership con Netflix…), in relazione ai quali si nutrono perplessità sull’effettiva rispondenza ad una domanda che non risulta essere mai oggetto di analisi di scenario e ricerche di mercato…
Tarak Ben Ammar pensa soprattutto alle “maestranze”, ma si ha ragione di ritenere che un nuovo Centro Sperimentale di Cinematografia potrebbe inglobare sia la formazione “alta”, creativa e tecnica (inclusa le sperimentazioni della Virtual Reality e del Metaverso) sia quella – per così dire – “bassa”: insomma, registi e sceneggiatori, attori, direttori della fotografia, direttori di produzione, scenografi ma anche le maestranze meno apicali e tutto quel compone una troupe…
E pure Banijay Italia pensa alla formazione professionale nell’audiovisivo
Si ha notizia che un altro “player” importante della produzione audiovisiva, qual è Banijay, gruppo mediale leader a livello mondiale (a capitale prevalentemente francese, con Stephane Courbit come principale azionista ed una piccola quota del 5 % in mano all’italico gruppo De Agostini), guidata da Marco Bassetti (e dal fratello Paolo Bassetti per quanto riguarda specificamente Banijay Italia) stia ragionando sull’esigenza di investire nella formazione professionale, nell’“esplosivo” mercato audiovisivo italiano. L’idea dovrebbe essere quella di una vera e propria inedita “Università del Cinema e dell’Audiovisivo”… Si ricordi che Banijay ha acquisito nel marzo 2022 Groenlandia (fondata da Matteo Rovere e Sydney Sibilia) e nel giugno 2023 Balich Wonder Studi (guidata da Marco Balich). Unendo Banijay Italia e Balich Wonder Studi, si tratta di un gruppo che veleggia ormai sugli 800 milioni di euro di fatturato soltanto in Italia. Il fabbisogno di professionalità è quindi a 360 gradi, tra “fiction” ed “entertainment”…
In effetti, si assiste ad un fiorire di iniziative di formazione in Italia, nell’ambito del cinema e dell’audiovisivo (tra domanda “alta” e domanda “bassa”, più qualificata e meno qualificata, artisti d’eccellenza e manovalanza tecnica), ma emerge l’esigenza di un “Centro Nazionale” che aggreghi professionalità docenti qualificate e strumentazioni tecniche adeguate alla sfida in atto, senza dispersione di energie e di risorse, e rispondendo anche alla domanda crescente di emittenti televisive e società di produzione.
Staranno pensando a questa prospettiva il Ministro Gennaro Sangiuliano e la Sottosegretaria Lucia Borgonzoni, per il Centro Sperimentale di Cinematografia che verrà?!
Da segnalare che c’è anche chi sta pensando ad una possibile “convergenza” tra le due entità che si trovano una di fronte all’altra, a poche centinaia di metri su via Tuscolana: potrebbe avere senso una fusione (istituzionale) tra Cinecittà e Centro Sperimentale di Cinematografia, stimolando così una più intensa interazione tra la “pratica” di “fare cinema” e la teoria e la didattica?
Nota tecnica. Cosa prevede il “Decreto Legge Pa2” divenuto legge ieri 3 agosto 2023, per il Csc
Disposizioni concernenti la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia
Si apportano modifiche al Decreto Legislativo 18 novembre 1997, n. 426, che reca la disciplina della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia (già Centro Sperimentale di Cinematografia).
Le modifiche, tra l’altro, prevedono:
- attraverso una modifica dell’articolo 3, una più dettagliata definizione delle finalità della Fondazione. Questa, già in base alle norme vigenti, svolge attività di ricerca e sperimentazione e di alta formazione, ma si specifica che le citate attività riguardano “i nuovi linguaggi e le tecniche di produzione innovative del cinema e della produzione audiovisiva, quali la realtà virtuale, la realtà aumentata, le tecniche e le modalità di fruizione del cinema immersivo, le interazioni con il linguaggio e la narrazione dei videogiochi, le implicazioni e intersezione della produzione e fruizione cinematografica e audiovisiva con l’intelligenza artificiale”, mentre le norme vigenti più sinteticamente facevano riferimento a “nuovi criteri, metodi e tecnologie” e ai “linguaggi innovativi, in tutti i campi connessi alla cinematografia ed agli audiovisivi”.
- Attraverso modifiche all’articolo 5, la soppressione della figura del direttore.
- L’articolo è poi integrato con una previsione che stabilisce che i compensi degli organi sono stabiliti con decreto del Ministro della Cultura e del Ministro dell’Economia e delle Finanze, a valere sulle risorse assegnate alla Fondazione ai sensi dell’articolo 27, comma 3, lettera c), della legge 14 novembre 2016, n. 220.
- Attraverso una modifica dell’articolo 6, l’aumento dei componenti del Consiglio di Amministrazione che, oltre al Presidente, sarà composto da 6 membri invece che da 4.
- Inoltre il Consiglio di amministrazione non delibera più le indennità spettanti ai componenti degli organi bensì si limita a deliberare una proposta dei compensi da erogare da sottoporre al Ministro della Cultura.
- Attraverso una modifica dell’articolo 7, una nuova composizione del Comitato Scientifico che non sarà più composto dal Presidente e da 5 esperti bensì da 6 componenti di cui 3 designati dal Ministro della Cultura, 1 dal Ministro dell’Università e della Ricerca, 1 dal Ministro dell’Istruzione e del Merito ed 1 dal Ministro dell’Economia e delle Finanze.
- Si prevede, infine, che alla costituzione del Consiglio di Amministrazione della Fondazione e del Comitato Scientifico si provvede entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge. Fino a tale costituzione restano in carica il precedente Consiglio di Amministrazione e il precedente Comitato Scientifico.
[ Nota: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale”; articolo chiuso in tipografia alle ore 17 di venerdì 4 agosto 2023 . ]
(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”.
https://www.key4biz.it/un-super-polo-per-la-formazione-cine-audiovisiva-al-centro-sperimentale-di-cinematografia/456486/