Web Tax, Gasparri convince la maggioranza: “Solo per i Giganti della Rete, non a PMI, startup e editoria”
Durante la conferenza stampa al Senato, organizzata da Key4biz e Confimprenditori, ha promesso di lavorare per escludere le PMI innovative, startup e il mondo dell’editoria dalla Web Tax e l’ha fatto. Il senatore Maurizio Gasparri (FI) ha convinto la maggioranza a limitare la Web Tax ai Giganti del Web e non anche per i piccoli del Web, come invece, aveva previsto, inizialmente, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
“La linea azzurra nella maggioranza è passata anche per la web tax”, ha spiegato Gasparri, “limitata ai gruppi che superano i 750 milioni di euro di valore e quindi solamente ai giganti della rete, escludendo le start up, le piccole imprese e il mondo dell’editoria”.
Di seguito l’emendamento alla legge Concorrenza 2023 a firma Gasparri, Paroli, Rossi con cui si prevede la Web Tax solo per i Gatekeepers (Big Tech e Hyperscaler) così come definiti dal Digital Market Act.
“La proposta di estendere la web-tax alle aziende che hanno meno di 750 milioni di fatturato globale – e con ricavi digitali in Italia inferiori a 5,5 milioni – colpirà ulteriormente le nostre imprese editoriali che svolgono servizi digitali includendo le medie e piccole. Ma così si contraddice lo scopo per cui la web-tax è stata pensata: e non dagli ultimi arrivati, dai massimi esperti di Ocse e Ue”, ha spiegato a Repubblica il giurista Andrea Simoncini, professore ordinario di Diritto costituzionale alla Università di Firenze.
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