Energia solare, Cingolani: “Abbandoniamo il sottosuolo e iniziamo a sfruttare i giacimenti di luce”

  ICT, Rassegna Stampa
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Transizione energetica grande opportunità

La transizione energetica è uno dei passaggi storici più rilevanti del nostro tempo. L’energia è e sarà la questione centrale attorno a cui ruoteranno tutte le decisioni da prendere e le scelte da fare da qui in poi, in particolare entro il prossimo decennio.

Il 2030 rappresenta un primo traguardo chiave per gran parte delle economie più avanzate e per quelle in fase di sviluppo rapido. Entro questa data molti Governi, compreso quello italiano, hanno dichiarato di voler raggiungere un corposo taglio delle emissioni di diossido di carbonio o CO2 (-55% per l’Unione europea).

Il primo vero passo verso ulteriori e più ambiziosi obiettivi climatici ed energetici, che culmineranno con il raggiungimento della neutralità climatica, che l’Unione europea ha fissato per il 2050.

Una strada tutto sommato breve, in termini di anni, ma lunga dal punto di vista delle decisioni da prendere e dei piani da realizzare. Prima di tutto si deve decarbonizzare l’economia nel suo insieme e soprattutto l’industria.

Energia pulita per crescere

Per far questo si deve puntare sulle fonti energetiche rinnovabili.
Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, partecipando oggi al 21° Italian Energy Summit – Verso un’Italia green: le prossime sfide della transizione energetica”, organizzato dal Sole 24 Ore, ha affermato: “Dobbiamo arrivare per il 2030 ad avere oltre il 70% della nostra elettricità prodotta da sorgenti rinnovabili”.

Questo vuol dire che nei prossimi anni si dovrà fare una grande operazione infrastrutturale per installare circa 70 gigawatt di impianti rinnovabili fotovoltaici ed eolici, prevalentemente, che di per sé è una transizione energetica di proporzioni colossali”, ha aggiunto il ministro, secondo quanto riportato da Radiocor del Sole 24 Ore.

Seguendo il ragionamento di Cingolani, dobbiamo passare dagli attuali 0,8 GW l’anno, di impianti a rinnovabili installati in Italia, a 8 GW l’anno.

Un passaggio che dovrebbe partire da subito, dal 2021.

Energia pulita, le barriere da superare

Un’operazione per niente facile, ha spiegato sempre il ministro all’Energy Summit, per due ordini di problemi. Il primo è legato alle infrastrutture, “si tratta di fare delle aste che siano attrattive per gli investitori, per chi fa gli impianti, che siano anche credibili nella durata”, si legge nella nota Radiocor.

Il secondo è legato alle barriere burocratiche e amministrative, con troppi passaggi autorizzativi, che alzano a 1.200 giorni l’attesa per ottenere tutti i permessi necessari alla realizzazione degli impianti.

Qui il ministro è molto chiaro: “Abbiamo fatto un importante lavoro col decreto semplificazioni con una serie di misure che dovrebbero portare il tempo medio per i permessi intorno ai 200/250 giorni”.

L’indipendenza energetica passa per le rinnovabili

Sul solare Cingolani ha poi offerto una visione molto concreta e allo stesso tempo accattivante: “Se prima il dono di natura era avere il petrolio sottoterra, adesso può essere sfruttare l’irraggiamento solare molto alto. Quindi siamo noi che abbiamo i nuovi giacimenti di luce”.

È questa strada che se saremo bravi e rapidi a percorrere ci consentirà di ottenere posizioni di vantaggio competitivo verso molte altre economie globali. Accrescere la capacità delle rinnovabili significa liberarci ad esempio dalla dipendenza dai combustibili fossili, come il gas, il cui aumento del prezzo significa per noi bollette energetiche più care.

Se saremo bravi, rapidi e puntuali nel costruire il nostro sistema di rinnovabili e contestualmente crescerà la tecnologia degli accumulatori, ci libereremo del gas prima”, ha infine precisato Cingolani.

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