Ieri Google ha comunicato di aver risolto una vulnerabilità zero-day già sfruttata dagli attaccanti che colpisce Chrome nelle versioni precedenti alla 125.0.6422.60.
Il bug, CVE-2024-4947, segnalato da due ricercatori di Kaspersky, è una vulnerabilità di type confusion che colpisce l’engine V8 di JavaScript di Chromium e consente a un attaccante di eseguire codice da remoto in una sandbox utilizzando una pagina HTML creata ad hoc.
La vulnerabilità, considerata a rischio alto, è la terza zero-day scoperta questa settimana da Google: le altre due sono la CVE-2024-4671 e la CVE-2024-4949, entrambe patchate con l’ultima versione stabile di Chrome.
La prima è una vulnerabilità di user after free presente in Visuals nelle versioni di Chrome precedenti alla 124.0.6367.201 che consente a un attaccante remoto che è riuscito a compromettere il processo di render di eseguire un sandbox escape. Il secondo è un altro bug di user after free che colpisce l’engine V8 che consente a un attaccante remoto di sfruttare un heap corruption usando una specifica pagina HTML.
Nella nota di sicurezza pubblicata ieri, anche Microsoft ha confermato che la CVE-2024-4671, presente su Edge, è stata sfruttata da gruppi di attaccanti. Al momento però la compagnia non ha ancora rilasciato fix di sicurezza per il proprio browser.
La 4947 è la settima vulnerabilità zero-day che colpisce Chrome dall’inizio dell’anno. Da gennaio a oggi i ricercatori hanno infatti individuato un bug out-of-bound sempre nell’engine V8 di Jabascript, una vulnerabilità di type confusion nello standard WebAssembly, un bug user-after-free nell’API WebCodecs e una out-of-bound read in V8, più queste ultime tre vulnerabilità.
Gli altri bug individuati consentono di accedere a informazioni sensibili dell’utente ed eseguire codice remoto, sempre utilizzando una pagina HTML creata appositamente dall’attaccante.
È fondamentale aggiornare il prima possibile Chrome all’ultima versione disponibile e controllare il sito del vendor per eventuali aggiornamenti.
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