Ars Artificialis: una rubrica a cura di Nicola Grandis. Parlare e dialogare sulla migliore approssimazione di Arte Artificiale realizzata sin qui dall’uomo, quella che comunemente viene definita Intelligenza Artificiale. Per leggere tutti gli articoli clicca qui.
Chi avrà più dati? Chi vincerà?
Dopo il WWDC di Apple, stabilito che l’attuale tecnologia mobile non può fornire un supporto AI degno di questo nome all’esperienza utente, abbiamo appreso che l’AI di iOS18 verrà fornita dai server OpenAI.
Oggi Bloomberg rivela che non ci sarà un cambio economico, OpenAI fornirà AI ad 1.5 MLD di possessori IPhone circa, gratuitamente.
Al rollout di questa features, accadrà che OpenAI riceverà le richieste ed i dati di tutti questi soggetti per elaborarli e fornire risposte su:
- traduzioni
- sintesi
- generazione di nuovi testi
- vocali
- man mano anche altro
OpenAI si prepara a ricevere di tutto, mail di CEO di grandi aziende, testi e domande di qualunque tipo, informazioni che spesso senza accorgersene l’utente invierà ai suoi server per chiedere dei servizi. Ma se le cose non stessero proprio, o solo, così?
In tutto questo processo, oltre agli aspetti squisitamente legali/contrattuali tra Utente, Apple ed OpenAI, è importante evidenziare come due singole aziende concentreranno un bagaglio di informazioni mai visto prima, ma chi ne avrà di più tra le due?
Per assurdo, la più esposta tra le due parti, è proprio OpenAI. L’azienda della Mela non dovrà fare altro che registrare per un periodo:
- dati di ingresso
- prompt
- risposta
Per essere rapidamente in grado di allenare un modello molto più capace di quello della stessa OpenAI.
Se nel breve-immediato termine a rimetterci potrebbe essere la privacy dell’utente, nel medio-lungo termine il rischio cade tutto sul provider di AI. Le possibilità per Apple sono infinite, a suo vantaggio potrà arricchire il flusso dati scambiato con OpenAI di tutte le informazioni utente, istantanee e storiche, per utilizzi e generazione di modelli che OpenAI non può avere.
Seppur limitata e lontana dall’AGI, l’attuale AI si fonda sul possesso di dati. Più questi dati risultano curati, specifici, diversi e ricchi di contesto, tanto più il modello generato sarà capace. OpenAI ha dovuto pagare profumatamente accesso ai contenuti di StackOverflow, Reddit, Times … MA … Apple … può avere 1.5 MLD di persone che fungeranno da allenatori inconsapevoli di AI attraverso la raccolta diretta di feedback o l’analisi del comportamento dopo aver ricevuto una risposta AI.
Apple saprà che un utente italiano nella fascia 14-18, quando chiede un aiuto sui compiti servirà per Seneca, che le massaie over 40 usano AI per la ricerca di offerte sul web, che l’AD dell’azienda X cerca informazioni sul prodotto dell’azienda Y. Ed ogni volta che un utente chiederà di ripetere/integrare/approfondire Apple saprà che la risposta precedente non è stata il massimo.
L’AI si basa sui dati e chi ne ha di più, vince.
Negli affari non è mai un gioco a somma zero. Apple è prima di tutto una hardware company, poi è stata una software company, a breve potrebbe essere la più grande Data-Company del pianeta. Forse il vero motivo per cui all’annuncio è tornata la #1 del Nasdaq con un +9% e torna a 3.2 TRL$
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