Open Fiber attende l’esito della consultazione Infratel sui civici adiacenti che si è chiusa due giorni fa e che riguarda i 96.070 numeri civici di prossimità che l’azienda vorrebbe raggiungere con la rete in fibra ottica al posto di quelli più lontani e dispendiosi scartati in precedenza. Lo scrive oggi Il Sole 24 ore, aggiungendo che alla consultazione hanno partecipato una ventina di operatori locali, che si sono dichiarati interessati a coprire un migliaio di numeri civici.
Fibercop non ha partecipato
Fibercop, dal canto suo, ha risposto a ridosso della scadenza, senza tuttavia proporre alcun civico di prossimità, scrive oggi Il Giornale, spegnendo così i timori avanzati nei giorni scorsi da Open Fiber di una possibile attività di disturbo in fase di consultazione. Disturbo che, secondo il quotidiano, non c’è invece stato, spegnendo per il momento le voci che l’azienda controllata da KKR e MEF volesse in qualche modo “remare contro” il competitor, per scongiurare una possibile fusione e il conseguente pagamento dell’earn out da 2,5 miliardi di euro a Tim in caso di merger entro 30 mesi.
Verifica Infratel-Agcom in corso
Allo stato, aggiunge Il Sole 24 Ore, è in corso un’analisi congiunta Infratel-Agcom sui dati della consultazione, che durerà circa una settimana. I civici mancanti per raggiungere il target di 2,2 milioni di numeri da coprire, rispetto a quelli che risulteranno disponibili per Open Fiber a seguito della consultazione, dovranno essere pescati tra quelli più lontani di 300 metri rispetto ai civici dei bandi che la società aveva “scartato”. Sotto i 50 metri di distanza l’indicazione Ue è che non vadano conteggiati in quanto non finanziabili.
Open Fiber ha fretta di chiudere
Open Fiber ha certamente fretta di chiudere questa partita al più presto, per dare il via alla copertura dei civici nelle aree grigie, che vanno connessi entro giugno del 2026 per rispettare i tempi del PNRR. Lavori che sono già in ritardo. Senza dimenticare l’altra partita in corso, vale a dire la copertura delle Aree Bianche, anch’essa in ritardo (il piano BUL doveva chiudersi nel 2020).
Dalla realizzazione del piano Italia 1 Giga e del Piano BUL dipende altresì il rifinanziamento da parte delle banche, necessario per andare avanti con l’attività per l’azienda controllata da CDP (60%) e Macquarie (40%). Anche la conferma dei vertici di Open Fiber è in sospeso. Il presidente Paolo Ciocca e l’ad Giuseppe Gola – con tutto il consiglio di amministrazione sono scaduti con l’assemblea per l’approvazione del bilancio 2023 – sono attualmente in regime di prorogatio e il rinnovo non è stato ancora calendarizzato, conferma il Sole 24 Ore.
Nuovo bando Aree grigie in arrivo?
A questo punto, sempre in tema di Aree Grigie, il mercato attende anche la conferma della possibilità di un’altra consultazione Infratel, che dovrebbe riguardare il punto della situazione sui civici esclusi dal Piano Italia 1 Giga con il PNRR, per verificare se i propositi di copertura preannunciati in particolare da Fibercop prima della separazione della rete Tim saranno confermati in toto. Non si esclude che i piani siano nel frattempo cambiati, con la rinuncia ad una discreta fetta di civici e non si esclude quindi l’ipotesi di un nuovo bando pubblico, che potrebbe avvalersi del “tesoretto” di più di un miliardo risparmiato in occasione di precedenti bandi PNRR. Un tesoretto giacente, al quale potrebbero ambire eventualmente anche diversi altri player sul territorio.
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