In calo i costi sopportati dalle aziende per i ransomware

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Dai dati pubblicati dalle assicurazioni emerge una migliore capacità di gestire gli attacchi. E il fenomeno sembra essere finalmente in calo.

Stiamo per assistere a un calo del fenomeno ransomware? Forse è presto per dirlo, ma gli indizi che emergono da alcuni dati statistici pubblicati in questi giorni indicherebbero, seppur timidamente, una riduzione dell’impatto degli attacchi estorsivi ai danni delle aziende.

Come si legge nel report pubblicato su Internet dalla società di assicurazioni Coalition, le statistiche relative ai danni subiti dalle imprese a causa di cyber attacchi basati sull’uso di ransomware sono in netto calo.

Le assicurazioni, in questi ultimi anni, stanno giocando un ruolo di primo piano nel settore della cyber security: l’80% delle organizzazioni a livello mondiale sfrutta infatti i servizi di assicurazione per tutelarsi nei confronti di eventuali incidenti di sicurezza.

Il ruolo degli operatori del settore assicurativo specializzati in cyber attacchi, però, non si limita al risarcimento dei danni legati all’eventuale riscatto (che le compagnie assicurative non incoraggiano a pagare), dei costi della remediation e del blocco produttivo.

Le assicurazioni si sono infatti ritagliate un ruolo più ampio, che comprende anche la gestione della contrattazione con i pirati informatici per ridurre l’importo del riscatto richiesto, così come quella del (eventuale) pagamento.

I dati di Coalition, nel dettaglio, registrano nel primo semestre 2021 un calo dei risarcimenti del 45% (184.000 dollari) rispetto agli ultimi sei mesi del 2020.

Ransomware

Il tutto di fronte a un quadro in cui, in realtà, le richieste dei cyber criminali sembrano invece aumentare. La media dei riscatti chiesti nella prima metà del 2021 è di 1,2 milioni di dollari, quasi il triplo dei 444.000 dollari che erano stati chiesti negli ultimi 180 giorni dell’anno precedente.

Cambia anche la tipologia di bersagli, che includerebbero con maggiore frequenza le aziende di dimensioni medio-piccole. Secondo gli autori della ricerca, il cambio di strategia è dovuto al fatto che i pirati puntano maggiormente a individuare vittime vulnerabili piuttosto che cercare di colpire il bersaglio grosso.

Nel report, infine, viene evidenziato come molti gruppi di cyber criminali stiano abbandonando il settore ransomware.

Le motivazioni non sono chiare, ma è possibile che le recenti reazioni da parte di molti governi stiano portando i pirati informatici a battere strade diverse come le truffe BEC (Business Email Compromise), in cui gli effetti “distruttivi” sono assenti.

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