Sviluppatori nel mirino con una versione infetta di dnSpy

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Il popolare debugger è stato manipolato da un gruppo di pirati informatici che hanno diffuso sul Web una versione contenente un trojan.

Le vittime di un cyber attacco non sono tutte uguali e, in molti casi, non si tratta soltanto di una questione di “valore” squisitamente economico. La categoria degli sviluppatori, per esempio, rappresenta sempre più spesso un bersaglio privilegiato dei cyber criminali.

Il motivo è semplice: colpire chi sviluppa software apre la strada ad attacchi di filiera che possono coinvolgere “a cascata” molte più vittime.

L’ultima campagna di questo tipo individuata dagli esperti del MalwareHunterTeam riguarda dnSpy, uno strumento di debugging utilizzato in ambiente .NET.

Come riporta Bleeping Computer in un articolo pubblicato sabato scorso, la strategia adottata dai cyber criminali è piuttosto elaborata e ha compreso anche la creazione di un “sito civetta” per attirare potenziali vittime.

A rendere possibile gli attacchi sono le caratteristiche di dnSpy, il cui sviluppo è stato abbandonato dall’autore ma che “sopravvive” grazie alla disponibilità del codice sorgente e all’attività di altri sviluppatori che ne distribuiscono le nuove versioni su GitHub.

Proprio questa modalità aperta di sviluppo del software avrebbe offerto ai pirati informatici l’opportunità di creare una loro versione di dnSpy, al cui interno però si nascondono numerosi malware che vengono inoculati al momento dell’installazione del software.

dnSpy

Per distribuire con maggiore efficacia l’applicazione infetta, i cyber criminali hanno anche creato un sito Web (ora offline) con un look accattivante e hanno lanciato una campagna pubblicitaria per promuoverlo su diversi motori di ricerca.

dnSpy

Il cocktail di malware contenuto nella versione malevola di dnSpy comprende un po’ di tutto: da un crypto-miner a più classici trojan come Quasar RAT, passando per un eseguibile che consente di disattivare Windows Defender.

Con la chiusura del sito e la rimozione del repository su GitHub la vicenda sembra essersi conclusa. Almeno per adesso.

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