200 milioni di euro in investimenti in insurtech nel primo semestre 2022, a fronte dei 60 milioni investiti nel primo semestre dello scorso anno, con la previsione di arrivare a 500 milioni entro fine anno 2022.Nonostante l’attuale periodo di incertezza macroeconomica, l’incremento del mercato insurtech italiano non si arresta: negli ultimi 30 mesi sono stati complessivamente 510 i milioni di euro investiti. Detto questo, l’Italia resta il fanalino di coda nei confronti degli altri Paesi Europei, con Gran Bretagna, Germania e Francia che hanno rispettivamente investito, dall’inizio del 2020 a giugno 2022 ben 3,7, 3,3 e 2,9 miliardi di euro. È la fotografia del mercato insurtech italiano al 30 Giugno 2022 scattata dall’Insurtech Investment Index, ideato da IIA-Italian Insurtech Association, l’associazione che riunisce più di 200 player del mercato assicurativo, ed elaborato dall’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano
Scarsa digitalizzazione del settore assicurativo
Uno dei motivi dello svantaggio italiano nei confronti degli altri Paesi riguarda la bassa digitalizzazione del settore assicurativo nostrano. L’Insurtech Investment Index Report ha evidenziato come il rapporto tra compagnie assicurative e start up o PMI innovative in Italia sia ancora in una fase preliminare rispetto a quanto accade in altri paesi europei. Se infatti nel nostro Paese abbiamo avuto negli ultimi 30 mesi circa 120 milioni di investimenti in startup i nostri vicini europei hanno finalizzato investimenti per cifre di circa 10 volte superiori.
Obiettivo un miliardo di investimenti entro il 2023
Dopo un 2021 da record, che aveva fatto registrare un più 90% di investimenti nei confronti del 2020, il valore di questi ultimi a livello globale ha proseguito la sua crescita, sebbene la recente crisi in Ucraina e la conseguente situazione economica ne abbiano rallentato la corsa. In Italia, che si trova più indietro rispetto agli altri Paesi, lo sviluppo è stato più rilevante in confronto ai vicini Paesi europei, ed è per questo che l’Associazione mantiene l’outlook sull’obiettivo di un miliardo di euro investiti entro il 2023.
Gap di digital skill per il 71% dei player assicurativi
Per raggiungere tale traguardo IIA pone l’accento sulla necessità di stimolare la digitalizzazione del comparto. A oggi il 71% dei player in ambito assicurativo ritiene che ci sia un gap tecnico e digitale nelle loro competenze. Tuttavia una ricerca IIA, in collaborazione con EY, ha evidenziato come sia diventata una priorità per le compagnie assicurative ridurre il gap di competenze all’interno della filiera e avviare accordi con partner innovativi allo scopo di competere nello scenario attuale. In particolare: il 45% del campione ha avviato collaborazioni con tech company,il 66% con enti accademici, il 59% con Insurtech e il 34% con acceleratori o incubatori. Le insurtech, inoltre, sono percepite dall’80% degli intervistati come un’opportunità per abilitare nuovi prodotti, nuovi processi e migliorarne l’efficienza.
Secondo i dati raccolti dall’Insurtech Investment Index del Politecnico l’82% delle compagnie intervistate ha dichiarato prioritario innovare la propria offerta di prodotti e servizi, mentre il 77% ritiene una priorità aumentarne l’efficienza. Tra le tecnologie innovative su cui puntare l’85% degli intervistati ha indicato API (Interfaccia di programmazione delle applicazioni), e il 77% ha indicato soluzioni di intelligenza artificiale.
Consumatore sempre più digitale
Tale evoluzione diventa fondamentale alla luce di un consumatore sempre più digitale che oggi rappresenta il 42% del target assicurativo, era al 33% pre-pandemia. Secondo le stime dell’Associazione entro 10 anni l’82% delle persone interessate a prodotti assicurativi sarà digitale e, secondo i principali istituti di ricerca, l’offerta di questo genere di polizze crescerà in Europa del 30/40% in un decennio.
A oggi tuttavia il consumatore italiano sta scontando un forte gap di conoscenze nei confronti del mondo assicurativo. Secondo la ricerca “Consumatore Digitale: come evolve la propensione verso l’offerta assicurativa”, realizzata da IIA in partnership con Vite Sicure, Reale Mutua e I-arena, il 55% del campione intervistato non conosce prodotti assicurativi oltre RC auto, e il 25% non saprebbe cosa assicurare. Inoltre, la ricerca evidenzia che il 73% dei consumatori si assicura rivolgendosi ancora a intermediari di fiducia, sintomo di un’offerta digitale non ancora sviluppata, che porta il consumatore a scegliere canali di vendita tradizionali, in mancanza di alternative competitive. Tuttavia, la penetrazione di polizze digitali comincia a farsi largo: il 47% di chi ha comprato un’assicurazione nel 2021 ha scelto un’assicurazione digitale. Per tale motivo secondo IIA le compagnie devono investire in programmi di education, rivolti sia ai lavoratori della filiera, ma anche ai consumatori che devono comprendere il valore di tali soluzioni.
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