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La maggioranza dà il via libera a scostamento e Nadef. Critiche le opposizioni
La risoluzione sullo scostamento di bilancio passa, a maggioranza assoluta, sia alla Camera che al Senato e anche la Nota di aggiornamento al Def viene approvata senza particolari problemi: sono 224 i voti favorevoli alla Camera (127 contrari) e 111 voti favorevoli al Senato (69 contrari). La maggioranza vota compatta e difende il Governo su quanto fatto finora, senza gli inciampi che ad aprile scorso avevano mandato sotto la maggioranza costringendo l’esecutivo ad approvare un nuovo scostamento. “Man mano che gli esperti leggeranno il contenuto della Nadef e ancor di più della legge di bilancio, capiranno che il Governo italiano ha fatto le cose in modo responsabile e serio”, esulta il Ministro dell’Economia subito dopo il voto.
Giancarlo Giorgetti ribadisce in più occasioni il contesto internazionale in cui si trova l’Italia: “La guerra in Ucraina non l’ha fatta il Governo italiano ma l’ha fatta Putin, e le conseguenze economiche e finanziarie le vedete tutti”, aggiunge, guardando già al prossimo passaggio della manovra: sugli emendamenti della maggioranza “non do alcun tipo d’indicazione, ma come fa ogni Governo spero che la sessione di bilancio sia veloce, fruttuosa e che arrivi al risultato per dare un quadro di certezze per tutti”. La prossima tappa è infatti il via libera alla legge di Bilancio. Il testo della manovra è atteso lunedì sul tavolo del Consiglio dei ministri, dove dovrebbero arrivare anche il Documento programmatico di bilancio, che va inviato a Bruxelles, e il decreto fiscale collegato alla manovra.
Il tour de force sarà inevitabilmente accompagnato dalle critiche delle opposizioni. “Avevamo chiesto al governo degli impegni precisi per la difesa della sanità pubblica e non abbiamo avuto risposte”, accusa la segretaria del Pd Elly Schlein. Il leader del M5S Giuseppe Conte si dice “sorpreso” di “una presidente del Consiglio che ancora poco fa parlava di un Paese che cresce più degli altri Paesi europei. È evidente che non sa leggere i dati macroeconomici, noi ci ritroveremo invece ancora, prossimamente, fanalino di coda d’Europa” e, aggiunge l’ex premier, nella manovra non c’è “nulla di nulla che possa mettere al riparo il Paese”. Insiste sull’incostituzionalità dello scostamento il segretario di Azione Carlo Calenda: “Gli scostamenti di bilancio si fanno in situazioni emergenziali, e dunque qui c’è un problema di costituzionalità. Si poteva fare una cosa di buonsenso, iniziando a rimettere in piedi i pilastri, come la sanità e la scuola”, mentre “ho l’impressione che ci prepariamo a vedere una legge di bilancio fondata su qualche mancia provvisoria mentre tutto il resto si sgretola”.
Meloni riunisce la maggioranza e chiede prudenza sulla manovra
La Premier Giorgia Meloni incontra i leader della maggioranza in una riunione che poi si allarga ai capigruppo di Camera e Senato per tracciare le linee della legge di bilancio che arriverà in Cdm lunedì. La premier non nasconde che il momento sia delicato e che il conflitto in Israele possa avere ripercussioni sulle forniture di gas. Meglio, quindi, non farsi trovare impreparati, mantenere la linea della “prudenza” sulla manovra anche nel passaggio parlamentare, riducendo al minimo gli emendamenti. Il doppio vertice dura circa tre ore e il Ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti relaziona sull’impostazione della legge di bilancio, confermando l’intenzione di intervenire sui redditi e sulle pensioni medio basse. Ci sarà il taglio del cuneo fiscale, misure per la famiglia e per la sanità. Il clima, come dice una nota di Palazzo Chigi, è “collaborativo” e mostra una maggioranza “determinata” a portare avanti gli obiettivi chiave. Il conflitto in Medio Oriente e le sue potenziali conseguenze ha occupato buona parte della riunione: le risorse a disposizione per la manovra erano già scarse, ora il rischio che i margini si riducano c’è e meglio sarebbe ridurre al minimo la presentazione degli emendamenti, un risultato che Meloni sarebbe sicura di poter ottenere da FdI: l’invito agli alleati è di cercare di fare altrettanto.
Lunedì il Cdm varerà il documento programmatico di bilancio, la manovra e il decreto fiscale che tra le misure conta anche l’introduzione in Italia della global minimum tax. La nuova imposta per i gruppi multinazionali di imprese, che scatterà dal primo gennaio in attuazione di una direttiva europea, potrebbe garantire un gettito stimato intorno ai 2-3 miliardi. Previsti anche 3,2 miliardi, liberati in deficit per quest’anno dalla Nadef, da destinare al conguaglio anticipato dell’adeguamento Istat per le pensioni 2024, a misure per il personale della Pa e alla gestione dei flussi migratori. Smentite le ipotesi di sanatorie fiscali o edilizie, col decreto fiscale potrebbe invece arrivare la rateizzazione dell’acconto di novembre per autonomi e partite Iva: l’idea è di farla partire già dal prossimo mese entro un certo tetto di fatturato. Il viceministro all’economia Maurizio Leo ha annunciato nelle scorse settimane l’intenzione di portare in cdm la revisione del calendario degli adempimenti, sia per le dichiarazioni sia per i termini di versamento, oltre alle misure per favorire un nuovo rapporto tra fisco e contribuente, come il concordato preventivo biennale e la cooperative compliance.
Meloni sente Emirati arabi e Qatar. Domani andrà in Mozambico e Congo
Dopo lo scoppio delle ostilità in Israele, Giorgia Meloni ha sentito il presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohamed bin Zayed bin Sultan Al Nahyan, un colloquio incentrato sulla necessità di dare “massima rilevanza” al lavoro per una “rapida de-escalation al fine di evitare un ulteriore allargamento del conflitto e sostenere gli sforzi in corso di mediazione per il rilascio degli ostaggi”. Il concetto la premier l’ha condiviso anche nel corso della telefonata con l’Emiro del Qatar Tamin Bin Hamad Al-Thani. Uno dei timori del governo italiano è che l’attacco di Hamas a Israele abbia ripercussioni anche sull’Africa: fra le aree su cui c’è attenzione perché da tempo colpita dal terrorismo islamico, rientra il nord del Mozambico, Paese dove Meloni si recherà domani in una missione incentrata sul dossier energia che include anche una visita nella Repubblica del Congo. Il programma originario è stato dimezzato, a causa della gravità della situazione in Israele che suggerisce alla premier di restare il meno possibile lontano da Roma.
La guerra in Medio Oriente rende lo scenario incerto. C’è un tema di sicurezza e uno di sicurezza energetica, anche perché il governo dell’Algeria, principale fonte di gas per l’Italia, ha preso posizione con Hamas. Non c’è “al momento preoccupazione” per le forniture energetiche, spiegano fonti di Palazzo Chigi, la situazione è costantemente “monitorata”. Ad ogni modo questo viaggio in Africa è considerato una “coincidenza fortuita positiva” e rientra nella strategia di “rinforzare il rapporto di fiducia fra Roma e i leader africani”, nell’ottica del Piano Mattei con cui la premier propone “un nuovo approccio non predatorio”. In un anno Meloni ha avuto oltre venti fra colloqui e bilaterali, ora si aggiungeranno quelli con i presidenti del Mozambico Filipe Nyusi, e del Congo Denis Sassou Nguesso, che guidano Paesi storicamente legati all’Italia e ora cruciali per il piano italiano di emancipazione dal gas russo e per la realizzazione di un hub energetico nel Mediterraneo. Partecipa alla missione Claudio Descalzi, Ad dell’Eni.
Tajani vede Al Sisi: la priorità è la de-escalation e salvare gli ostaggi
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani è volato in Egitto e trasforma quella che doveva essere una missione prettamente bilaterale in un endorsement alle iniziative dei Paesi arabi per evitare che la guerra tra Israele e Hamas si estenda a macchia d’olio in tutto il Medio Oriente. Intanto continuano a rincorrersi le indiscrezioni di una possibile mediazione del Cairo e del Qatar che possa portare a una liberazione dei prigionieri dei miliziani palestinesi, tra cui si teme ci siano tre italo-israeliani. La missione lampo del titolare della Farnesina è iniziata con un incontro con il segretario della Lega Araba Ahmed Abdoul Gheit poche ore prima una riunione tra i ministri degli Esteri del blocco al Cairo. A Gheit “ho chiesto la priorità assoluta di salvare la vita degli ostaggi in mano ad Hamas e ho insistito sui cittadini italiani con doppio passaporto che probabilmente sono tra gli ostaggi”. Secondo il Ministro, l’incontro col segretario della Lega araba “è un riconoscimento dell’Italia” come “interlocutore” e “Paese amico di Israele, ma che vuole la pace e la de-escalation”. Nel pomeriggio, gli incontri col presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi e l’omologo Sameh Shoukry: l’Egitto “ha un ruolo importante per la de-escalation e sosterremo tutte le iniziative per potrà svolgere per una soluzione positiva degli ostaggi”, ha sottolineato Tajani, ribadendo di aver chiesto a Sisi “di fare tutto il possibile” per gli italo-israeliani.
Da parte sua, Shoukry ha evidenziato che nei colloqui è stata sottolineata “l’importanza della de-escalation e di evitare di colpire i civili, anche considerando le leggi internazionali”. Sono infatti sempre più scioccanti le immagini dei bombardamenti sulla Striscia di Gaza, alcuni arrivati anche a colpire verso il valico di Rafah, al confine con l’Egitto, unica possibile via di fuga per i profughi, ma ora chiuso. “Dobbiamo continuare a contattare tutti e due i lati, gli Stati Uniti e la società internazionale per l’importanza di contenere questa crisi” e “lavorare sulla pace e la stabilità. La soluzione dei due Stati è l’obiettivo stabile ma ora dobbiamo concentrarci di più sulla crisi e cercare di salvare i civili a Gaza dai danni per le azioni militari”, ha sottolineato il Ministro egiziano, che ha espresso preoccupazione sulla pressione migratoria. Nella dichiarazione finale, i due Paesi si impegnano a “rafforzare ulteriormente il dialogo e la cooperazione sulle questioni migratorie anche promuovendo percorsi legali e combattendo la migrazione irregolare” e rinnovano il loro appello anche ad “aumentare il sostegno finanziario per l’Egitto, al fine di alleviare l’onere di ospitare un numero crescente di migranti e rifugiati, potenziando il rimpatrio volontario e la reintegrazione”.
Alla Camera
Dopo che ieri ha approvato la risoluzione sulla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2023, nella giornata di oggi l’Assemblea della Camera non si riunirà. I lavori dell’Aula di Montecitorio riprenderanno domani alle 9.30 con la discussione delle interpellanze urgenti.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari costituzionali esaminerà il decreto su immigrazione e protezione internazionale e terrà delle audizioni sulla pdl per l’impiego delle guardie particolari giurate per servizi di protezione all’estero. La Finanze, con la Attività Produttive, esaminerà il decreto sull’energia e sugli interventi per sostenere il potere di acquisto e il risparmio. La Cultura svolgerà delle audizioni sulla pdl per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy. La Ambiente alle 8.30 ascolterà il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia. Infine, la Politiche dell’Ue si confronterà sulla legge di delegazione europea 2022-2023.
Al Senato
Dopo che ieri ha approvato la risoluzione sulla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2023, nella giornata di oggi l’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 10.00 per la discussione delle interrogazioni e alle 15.00 le interrogazioni a risposta immediata.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali, con la Giustizia, esaminerà il decreto per il contrasto al disagio giovanile e alla criminalità minorile. La Giustizia svolgerà delle audizioni sul ddl relativo alla modifica all’ordinamento giudiziario e al Codice dell’ordinamento militare. La Bilancio dibatterà sul Dpcm relativo alla determinazione dei fabbisogni standard per le province e le città metropolitane delle regioni a statuto ordinario. La Industria e Agricoltura, con la Affari Sociali, esaminerà lo schema di decreto legislativo relativo alla protezione degli animali durante l’abbattimento.
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