Continua il confronto a distanza fra il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri e Cdp, primo azionista di Open Fiber con una quota del 60% insieme al fondo australiano Macquarie. Dopo l’uscita di Gasparri di ieri, in cui il senatore di Forza Italia chiedeva al Governo di non pagare a Cdp la somma richiesta per portare avanti l’attività della compagnia, oggi è arrivato un nuovo scambio di vedute alla luce della cessione anticipata del credito, che il Governo avrebbe accordato all’operatore a valere da fondi del Pnrr relativi a lavori ancora non eseguiti nelle aree grigie, riportata tra gli altri oggi da MF.
Pressione su Open Fiber
“Sorprendono le voci di pressioni varie attorno a Open Fiber. Infratel avrebbe dato via libera alla cessione dei crediti di Open Fiber sulle aree grigie come garanzia necessaria per le banche. La stessa Infratel solo lo scorso 26 giugno con una lettera indirizzata alla società aveva già bocciato la richiesta motivandola con il fatto che fosse addirittura contraria all’interesse pubblico. È chiaro che si tratta di un intervento molto discutibile. Fui tra i promotori di Infratel per portare la banda larga nelle aree remote o a minore sviluppo. Non per usare fondi pubblici per porre riparo ai guai causati da Matteo Renzi, che impose a Enel una operazione assurda come quella Open Fiber. Il cui disastro non deve mettere a rischio i 6,8 miliardi destinati alle reti di telecomunicazione (fondi del Pnrr ndr). Il governo risponda alla mia interrogazione e il Parlamento indaghi su questo disastro, che non può essere avallato da Cassa Depositi e Prestiti con i propri fondi.
Stiano tutti attenti a come si muovono. Osserviamo ogni passo. E non staremo zitti. Abbiamo i fari proiettati su questo disastro”. Lo dichiara il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri.
Oggi MF ha riportato del via libera di Infratel, che in passato si era invece opposta, con l’avallo del Governo tramite il MEF, a usare i crediti (futuri) da 1,7 miliardi delle aree grigie, una decisione fondamentale per Open Fiber allo scopo di ottenere i finanziamenti dalle banche per la rinegoziazione del project financing da 7,2 miliardi alla luce del nuovo piano industriale, oggetto del Cda di oggi.
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