Turismo in Europa: alberghi e ristoranti dimezzeranno i guadagni. In Italia perdite per 20 miliardi di euro

  ICT, Rassegna Stampa
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Dalla Spagna alla Grecia, passando per l’Italia, l’industria del turismo appare sempre più incapace di reagire e sono in molti ad attendersi una crisi economica senza precedenti per la fine del 2020.

Il settore del turismo e dei viaggi è in ginocchio. Le stime della Commissione europea non lasciano spazio alcuno a facili ottimismi: le reti alberghiere e della ristorazione perderanno almeno la metà dei guadagni rispetto all’anno passato.

L’industria del turismo in Europa

Il fatturato delle aziende è già crollato a picco in Italia (-95%) e in Spagna (-77%) nel mese di marzo, secondo valutazioni UBS. Un dato che preoccupa le organizzazioni di settore e i Governi stessi, perché il turismo è una delle voci forte delle economie mediterranee.

Basti pensare che in Grecia rappresenta il 20% del PIL circa, il 18% in Portogallo, il 15% in Spagna, il 13% in Italia, secondo calcoli della Banca Mondiale.

La Commissione europea, con il Commissario per il mercato interno, Thierry Breton, ha già invocato un “Piano Marshall” per l’industria turistica europea. L’obiettivo è mettere sul tavolo un pacchetto di stimoli per il settore, che sia in grado di salvare dal collasso economico le tante aziende che operano nel turismo.

Nei prossimi giorni Bruxelles dovrebbe annunciare una serie di linee guida, per dare il via ad una risposta omogenea alla crisi economica e all’emergenza Coronavirus, che consentano a tutti gli Stati membri di ripartire di slancio e in maniera coordinata.

Oltre al sostegno economico, il problema più grande è anche la sicurezza. Nessuno sa dire con esattezza quando l’epidemia sarà passata. Germania, Francia, Spagna e Italia non sono in grado di dare risposte in tal senso e rimane per tanto il divieto assoluto di viaggi tra Stati e anche all’interno degli stessi Stati, con lo stop agli spostamenti tra regioni.

Il Corridoio adriatico “Covid free”

La Commissione ha anche ipotizzato che alcune regioni, compatibilmente con dati sanitari confortanti, potrebbero iniziare una graduale riapertura di alcune attività turistiche. Si guarda all’area europea orientale, a Paesi quali Repubblica Ceca, Slovacchia e Croazia, che hanno un bassissimo numero di contagiati e decessi.

Qui si pensa a dei corridoi “Covid-19 free verso il mare Adriatico, con persone che prima di partire dovranno ricevere un passaporto di attestata salute (con esami da fare prima di partire e all’arrivo nelle strutture turistiche).

Il crollo del mercato italiano

Secondo i dati dell’ultimo Bollettino dell’Osservatorio nazionale del turismo di Enit per il Ministero dei Beni e delle attività culturali e per il turismo (Mibact), l’impatto dell’epidemia sulla spesa turistica in Italia, in entrata dall’estero, potrebbe determinare una perdita pari a 20 miliardi di euro rispetto al livello del 2019.

Per i pernottamenti internazionali si prevede un calo di 102 milioni nel 2020 rispetto al 2019, si legge sul sito dell’Ente nazionale per il turismo. Gli hotel a 3 e 4 stelle hanno perso finora un fatturato di circa 2,5 miliardi.

C’è anche un impatto sulla stagionalità: le località legate ai mesi di punta estivi saranno maggiormente colpite, così come coloro che acquisiscono una quota maggiore di visitatori da più mercati in outgoing stagionale (come i paesi a lungo raggio), perché i viaggi saranno più limitati da maggio a fine agosto.

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